Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Cairo Montenotte la lunga storia di Ferrania, a partire dall’XI secolo, nel volume di Basso. E il libro di Gac:un corpo scritto in ogni parte


E’ in corso di distribuzione il volume 54 dei nostri Atti e Memorie che contiene le relazioni del convegno svoltosi a Ferrania (Cairo Montenotte, Savona) il 9 giugno 2018. Pochi luoghi hanno avuto una storia documentata tanto lunga e variegata quanto quella di Ferrania, rilevante complesso monumentale e naturalistico nell’attuale Comune di Cairo Montenotte. Enrico Basso, professore associato dell’Università di Torino, ha presentato gli Atti venerdì 22 febbraio 2019, nella sala De Mari, il volume. Leggi anche  Achille Cavellini [GAC] con i suoi modelli. Lui scriveva anche sulla testa rasata dell’artista giapponese Shozo Shimamoto, sui vestiti chiari che teneva nell’armadio di casa e che indossava per farsi fotografare dal professionista Ken Damy.

A partire dall’XI secolo, una importante struttura religiosa regolare è situata in una posizione strategica sulla principale strada tra la Riviera e la pianura padana. Proprio il territorio di Ferrania e la sua gestione saranno una delle costanti della storia valbormidese, confermati dalla presenza dell’importante industria chimica che da essa prese il nome.

Il convegno e la pubblicazione, che ripropone la successione degli interventi, descrivono le vicende storiche dell’istituzione religiosa (oggi meglio conosciuta come “abbazia”), i monumenti e i luoghi più significativi, il fondo archivistico, le genealogie signorili che hanno gestito il territorio ed alcuni aspetti naturalistici ancora presenti, organizzando così materiali preparatori per coloro che hanno a cuore quest’area e desiderano valorizzarla nella sua giusta dimensione.

I meriti per l’iniziativa vanno condivisi con numerosi altre istituzioni e persone che vi si sono prodigate: il parroco di Ferrania, don Massimo Iglina, che ci ha ospitato, organizzando, insieme con suoi collaboratori, le visite guidate al complesso monumentale, al museo ed alla biblioteca locale, oltre all’incontro conviviale avvenuto in un salone attiguo; la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Liguria – in particolare la soprintendente Francesca Imperiale e la direttrice dell’Archivio di Stato di Savona, Francesca Mambrini – istituto che, oltre a fornire un supporto tecnico e scientifico alle ricerche archivistiche, ha anche allestito una mostra dei principali documenti di Ferrania nell’Archivio di Stato di Savona, illustrata con numerose visite guidate; la sezione Valbormida dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, in particolare il presidente Carmelo Prestipino, anche presidente della nostra Società nella fase organizzativa del convegno, e Roberto Vassallo; Renato Breviglieri per il supporto tecnico e per l’aiuto concreto; Massimo Sangalli, continuamente chiamato in causa per le sue pluridecennali ricerche. La Città di Savona e quella di Cairo Montenotte hanno concesso il patrocinio.

Enrico Basso, professore associato dell’Università di Torino, ha presentato gli Atti venerdì 22 febbraio 2019, nella sala De Mari del Palazzo di Città di Cairo Montenotte (Savona). Il volume é distribuito gratuitamente ai soci della Società Savonese di Storia Patria in regola con la quota sociale del 2018.

GAC [Achille Cavellini] E LA SUA STORIA

Quante volte apriremo il libro per continuare a scrivere, per entrare ancora nella narrazione e perdersi nei suoi meandri incantati, per trascinare dentro, al libro che si rimpolpa e si allunga, i pensieri più ritrosi e più nascosti, per mettervi, nel testo scritto, mani e piedi e corpo, nudo sotto i vestiti, tutto quanto partecipa emotivamente e praticamente alla mia scrittura incompleta del testo lungo.

Il corpo della scrittura, il testo scritto con il corpo, magari tutta la scrittura sul corpo, le membra completamente scritte, il corpo scritto in ogni parte, come faceva a Brescia Achille Cavellini [GAC] con i suoi modelli. Lui scriveva anche sulla testa rasata dell’artista giapponese Shozo Shimamoto, sui vestiti chiari che teneva nell’armadio di casa e che indossava per farsi fotografare dal professionista Ken Damy.

Gac [Achille Cavellini] scriveva la sua storia passata e futura, inventata con molta fantasia colorata in un suo futuro improbabile, per lasciare la sua traccia visiva, una poesia a pennarello, lunga tutta la sua vita d’artista. Il racconto quotidiano che ci immagazziniamo in testa, il nostro racconto di vita, ripensato molto tempo dopo, non è un film di immagini sullo stesso piano ma invece presenta variazioni di vari livelli a seconda degli episodi su cui si sofferma, alcuni avanzano piatti e sono a sole due dimensioni, altri invece sono in grande rilievo e sono quelli che forse rimarranno più a lungo nella nostra memoria.

Può capitare però che nel tempo ridiamo colore ad episodi piatti, quelli a due dimensioni, li sondiamo nei loro recessi trovando in essi aspetti di verità che avevamo trascurato, magari perché non erano in sintonia con il nostro vivere di quel periodo in cui si sono verificati; noi li abbiamo registrati in maniera piatta, [modalità standard?] con il minimo di caratteristiche utili, ma poi li abbiamo riguardati e li abbiamo visti con occhi diversi.

Nel raccontarceli questi episodi anche banali vi abbiamo aggiunto sensazioni interessanti e li abbiamo ampliati con altre immagini tanto da ricavarne un prodotto di buona lettura; praticamente ci siamo rifatti un film ex novo, a nostro uso e consumo, così come abbiamo voluto che fosse e ce lo siamo proiettato nella nostra memoria con i fiocchi e i controfiocchi, godendocelo un sacco perché è uno speciale unicum misto di verità e fantasia, di cui ne siamo fieri, ai nostri occhi.

Bruno Chiarlone Debenedetti


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B. Chiarlone

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