Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il maresciallo assolto: ‘Abbandonato da tutti, tranne i miei figli e avvocato’. Il 9 luglio 2013 titoloni: Pietra arrestato il vice comandante


Un incubo di sei anni a lieto fine. La giustizia penale l’ha scagionato da accuse infamanti: circonvenzione di incapace di due anziane donne, oltre a reati minori. Santino Piazza, 50 anni, arrestato quando era vice comandante della Benemerita a Pietra Ligure. Il 9 luglio 2013 la clamorosa notizia sparata dai media, le locandine. Città sotto choc. Un sottufficiale con la passione per la politica. Nel 2010 candidato Udc, non eletto, alle comunali di Albenga. Incolpato dal pubblico ministero e dal Gip che accolse la richiesta di ordine di cattura (ai domiciliari) perchè avrebbe abusato di una 90 enne e di una 70 enne per spillare quattrini, comprarsi la Mercedes e procura speciale. Peraltro scagionato dalle asserite vittime.

Lui sposato con la figlia di una famiglia facoltosa della ‘Loano bene’ e imprenditrice, padre di due figlioletti deliziosi e giudiziosi. Pagine e mezze pagine a intervalli, per anni, con giornali esauriti in edicola, picco di visitatori sui web quando emergeva qualche ulteriore colpo di scena nel corso di indagini ed istruttoria. I dibattimenti in tribunale. Le sentenze. Un calvario che avrebbe annientato un Ercole. Invece Piazza, maresciallo capo, ha resistito alla lenta crocifissione dei provvedimenti giudiziari, tra interrogatori, istanze,  memorie, appelli, attese, notti insonni, la disperazione che fa capolino. E oggi poter concludere: “Sofferenza tanta, ma meglio girare per le aule di giustizia piuttosto che tra i letti di ospedali”. Come dire, nel primo caso si può comunque venirne fuori con tenacia ed un po’ di fortuna, nel secondo si può perdere la vita  e senza appello.

Eppure il sottufficiale può raccontare cosa significhino le tappe della Via Crucis da indagati e imputati, condannati, i tamburi martellanti dei media. “……La lista  delle contestazioni al maresciallo sembra destinata ad allungarsi ….in tutte e due i casi di anziane raggirate, è stato beneficiato pure dai testamenti e libero di operare sui conti correnti e libretti postali….grazie a procura speciale….”. Davano conto che il sottufficiale era difeso dagli avvocati Vittorio Varalli  ed Ennio Pischedda, da ultimo Andrea Costa di Genova. Le cronache descrivevano particolari e retroscena emersi nelle indagini e dagli elementi raccolti, si rimarcava, dagli stessi colleghi della polizia giudiziaria della Procura della Repubblica, senza sconti, né troppi riguardi. Si scrisse: “di 50 mila euro incassati in contanti….e che nell’estate 2012, la vittima, una vedova di Loano, avrebbe fatto prelievi per 300 mila euro’.  E il perito Gabriele Rocca dell’Università di Genova rimarcò che la donna “…dopo la morte del marito a fine 2011 era caduta  in uno stato di forte depressione per cui si era legata in maniera morbosa  al maresciallo….”.

Insomma un sottufficiale esperto in circuizione. Processi: primo, secondo e terzo grado di giudizio, la sofferenza fisica e morale, le parcelle ai difensori, spese di giustizia, pene dell’inferno per un servitore dello Stato e delle istituzioni che ha giurato anche il rispetto della legge.  Condanne e assoluzioni di un padre, marito (ne è scaturita la separazione coniugale seguita per la donna dall’avvocato Giovanni Sanna). Mesi ed anni senza pace, una terza indagine di cui non si è più letto nulla. Ancora i media savonesi: “Nuova tegola per il militare già nei guai per circonvenzione di incapace. Con il suo PC entrava nel sito del ministero. Il maresciallo aiutava albergatori di Pietra Ligure e Loano a verificare  se gli ospiti in hotel erano affidabili….da qui la contestazione  di rivelazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio e violazione della legge sulla privacy”.

Nuovi particolari nel carnet dei cronisti: “….Si tratta di un’appendice emersa nell’inchiesta principale ….”.  Il 12 gennaio 2014 citavano che un filone dell’inchiesta Santino Piazza, maresciallo maggiore, si era conclusa con “....il patteggiamento  a 14 mesi di carcere….“. Scelta difensiva che non preclude, secondo il codice di procedura penale, all’appello motivato, al nuovo giudizio che ha accolto le tesi dell’innocenza: … il fatto non sussiste…. ha sentenziato la Corte d’appello di Genova e dopo che la Cassazione l’aveva scagionato dall’altra grave pendenza, la prima in ordine di tempo.

Piazza, sospeso dal servizio e dallo stipendio, ha continuato a rivendicare ” di non essersi mai appropriato di denaro… e tantomeno di aver avuto la volontà di approfittare di qualcuno, soprattutto anziani”.  Errori di opportunità per chi indossa la divisa, forse disciplinari, ma non disonestà tale da sconfinare in reati. La lunga e laboriosa operazione di polizia giudiziaria dei carabinieri verso il collega aveva persino un nome in codice: Ospite gradito. Difficile credere a superficialità, accanimento, pregiudizi, abbagli del magistrato inquirente, il dr. GB Ferro che non ha bisogno di attestazioni in merito a preparazione, equilibrio, rigore con gli umili ed i potenti (ha seguito  le delicate inchieste su abusi ad opera di parroci, ha interrogato monsignori e vescovi). Un Pm che gli stessi avvocati apprezzano.

Certo il finale pone interrogativi e solo leggendo le motivazioni delle sentenze si può avere un quadro probatorio ed assolutorio esaustivo o quantomeno più completo rispetto al semplice dispositivo. Dopo tanti macigni, per Piazza è arrivato il giorno della liberazione, resurrezione morale e umana. L’inizio, con forza d’animo di cui è capace ed ha dato prova, della risalita, la speranza di tornare ad indossare con onore la divisa, guardare negli occhi i suoi interlocutori.  Grazie anche alla giustizia con la sua verità giudiziaria. (L.C.)

ARTICOLO PUBBLICATO DAL SECOLO XIX E DA LA STAMPA LIGURIA A FIRMA DI CLAUDIO VIMERCATI

Pietra Ligure – Una sentenza che probabilmente ha il sapore del “déjà vu” e che sicuramente rappresenta la fine di un incubo. E’ quella pronunciata dalla corte d’appello di Genova che ha assolto (“perché il fatto non sussiste”) l’ex vice comandante dei carabinieri di Pietra Santino Piazza dall’accusa di circonvenzione d’incapace nei confronti di un’anziana (in primo grado era stato condannato quattro anni e due mesi di reclusione). Un esito identico a quello del primo procedimento penale (per il quale è anche già arrivato il pronunciamento della Cassazione che ha confermato l’assoluzione in via definitiva) nel quale Piazza, che oggi è sospeso dal servizio, era finito a giudizio per lo stesso reato.

«E’ finalmente finito un incubo» ripete Piazza che aggiunge: «Sono passati quasi 6 anni dall’inizio di questa vicenda giudiziaria dalla quale ho subito gravissime ripercussioni personali, professionali, di salute ed economiche. Queste assoluzioni restituiscono decoro alla mia persona e al Corpo dell’Arma dei carabinieri di cui mi sono sempre onorato di far parte. Sono felice soprattutto per i miei figli e per le persone a me più care che mi sono state vicine in questa triste vicenda. Spero di poter, al più presto, tornare al mio lavoro».

Piazza, secondo l’inchiesta del pm Giovanni Battista Ferro, era accusato di aver approfittato dello stato di «succubanza» di una vedova di 76 anni, S.T., che nel frattempo è morta, per farsi “regalare” dalla donna l’equivalente di circa settantamila euro, tra denaro contante e una Mercedes acquistata sempre in contanti, oltre ad essere beneficiario di un testamento olografo (l’anziana inoltre gli aveva anche rilasciato una procura generale). Nonostante l’ex vice comandante dei carabinieri di Pietra avesse sempre respinto le accuse ribadendo che tra lui e la signora S.T. c’era una conoscenza ventennale e un forte legame affettivo, nel novembre 2017, in primo grado era stato condannato. Verdetto ribaltato in appello. «Devo ringraziare gli avvocati Ennio Pischedda e Andrea Costa di Genova, che sin dall’inizio della vicenda mi hanno strenuamente difeso e non mi hanno mai fatto mancare la loro vicinanza anche morale specie nei momenti di sconforto» ha concluso Piazza.

 


S.Fasano

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