Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Pieve di Teco, onoranze funebri. No, siamo alle solite. Le mani degli automi in consiglio


Chissà se accadrà il miracolo quando  questo umile blog potrà pubblicare un notizia allegra e positiva in quel di Pieve di Teco. O meglio tra le mura del Municipio e dell’Unione dei Comuni della valle Arroscia. Nessuno immagina e può sostenere che sia terra di mafia, mafiosi, incapaci, arroganti, insipienti, prepotenti, autolesionisti al punto di  infischiarsene di tutti. Certamente e fortunatamente non è un caso troppo frequente nella cronaca di questa regione e di una terra che resta pur sempre ricca di persone volenterose, perbene e forse  un po’ rassegnate. Dunque pare corretto dar voce a chi, non da oggi, non si rassegna, si ribella e l’unica arma parrebbe quella dell’informazione, seppure con eccezioni. Ovvero la notizia non interessa ai cittadini, dunque non pubblichiamo.

Per decenni l’Alptur è stata emblema della rinascita, dello sviluppo, dell’operosità di Pieve di Teco e della Valle Arroscia. Creatura della famiglia Lengueglia che non hanno mai dimenticato, pur diventando cittadini della Riviera, le origini. Il loro orgoglio di sentirsi figli di quella generazione di pievesi. Ebbene l’ingratitudine umana e culturale ha fatto si che dopo tre generazioni, anzi ci sono già i pronipoti della quarta generazione, non ci sia una targa, una piazza, una strada, uno slargo a testimoniare il capostipe ed i suoi due figli, uno è stato anche sindaco del paese. E nessuno hai mai avuto la nomea dei ‘magna- magna’.
A quando il ‘Bene Comune’ anche a Pieve di Teco

Questa volta diamo conto di una nuova presa di posizione del gruppo consiliare di minoranza, ovvero chi non ha ottenuto la maggioranza elettorale e non ha molti strumenti dell’ordinamento legislativo e democratico per far sentire le sue ragioni, giuste o sbagliate che siano. Un tempo c’era il Coreco a controllare gli atti dei Comuni e delle Province, delibere, bilanci, l’ordinamento comunale. Poi hanno ‘abolito’ ogni reale controllo, resta il prefetto con tutti i suoi limiti e che, a sua volta, deve tener conto delle disposizioni di legge del potere legislativo, ovvero il Parlamento. Poi ci sono i codicilli, le interpretazioni, le circolari. Resta solo, per il presunto danno ‘erariale’ la Corte dei Conti, o meglio la Procura che valuta i ricorsi se fondati o meno. Insomma le minoranze, se sono di fronte ad un muro di gomma, finiscono per abbaiare alla luna.

Non c’è rimedio o alternativa ?  Un tempo, per chi seguiva i consigli comunali (c’era il corrispondente della città, ma anche dei paesi) poteva rendersi conto che esisteva la pratica del buon senso. Intanto il sindaco si sforzava di essere soprattutto super partes, una volta eletto. Non era necessariamente schierato. Poteva accadere che di fronte ad un’osservazione o ad una proposta saggia ed opportuna, da chiunque parte provenisse, doveva essere accolta, fatta propria, votata se il caso anche dalla maggioranza.

Francamente non vorremmo essere trancianti, ma la nostra umile memoria, a leggere le note della vita amministrativa e comunale di Pieve di Teco, pare non sia mai accaduto che la giunta e la maggioranza del sindaco geom. Alessandro Alessandri, abbia tenuto in considerazione quanto ascoltava dai banchi degli ‘avversari’, verrebbe voglia di scrivere ‘nemici’.  L’ultimo casus belli, riguarda l’Unione dei Comuni, la rappresentanza della minoranza nel parlamentino comprensoriale. Al di là di invocare la legge, al di là della simpatia o antipatia, non può essere onorevole rifiutare il confronto. Non sappiamo se coscienziosamente il segretario comunale (un tempo rappresentava lo Stato democratico, oggi viene nominato e designato dal sindaco di turno, se il caso) dr. Angeloni in scienza e coscienza abbia espresso un suo autorevole parere tecnico al sindaco. Faremmo un torto all’intelligenza e all’esame di laurea pensare che abbia agito col paraocchi. Dunque almeno per una volta anche la minoranza ha sbagliato. Se non fosse così, senza invocare il padreterno da cronisti che hanno sulle spalle oltre mezzo secolo di storia ligure, non ci resta che interrogarci con quel detto latino: mala tempora currunt ?  Nihil sub sole novum. Eppure la sorte può giocare aspetti curiosi. Cliccando nel pianeta internet alla ricerca dei blog imperiesi che hanno pubblicato la lettera dei tre consiglieri comunali, sopra il titolo campeggiava la pubblicità “Maccanò & Terrone. Onoranze funebri dal 1970″. (l.c.)

COMUNICATO STAMPA n 1

Abbiamo chiesto due volte la convocazione del consiglio comunale per eleggere i rappresentanti di Pieve nel Consiglio dell’Unione. La prima volta la maggioranza ha abbandonato la seduta. La seconda volta la maggioranza ha votato di NON VOTARE.
A questo punto che cosa fa il Sindaco e Presidente dell’Unione? Va avanti con la sua idea di nominare solo 4 RAPPRESENTANTI DELLE MINORANZE, avvalendosi della poca chiarezza e delle molte contraddizioni dello Statuto che, da una parte (in ben 4 commi diversi) dice che spetta ai Consigli Comunali eleggere i propri rappresentanti (come prescrive la Legge art 32 comma 3 del TUEL) ma dall’altra ipotizza una assemblea dei consiglieri di minoranza per nominarne solo 4.
Risultato? All’assemblea da LUI convocata, per questa sera giovedì 24 gennaio, nessun consigliere si è presentato, perchè ogni comune ha diritto ad essere rappresentato, lo dice la Legge, e non solo 4.
Se per il Presidente l’ostacolo è questo Statuto, SICURAMENTE malfatto, perchè non viene cambiato e riportato, in modo chiaro, alla normativa vigente.? E’ dal 2014 e per la quinta volta che convoca i consiglieri di minoranza della Valle e questi non si presentano.
Auspichiamo che i Sindaci nell’Assemblea consiliare della Valle provvedano a rimuovere dallo Statuto quei commi che sono illegittimi adeguandolo alla normativa vigente.
FATTO QUESTO, SI PROVVEDERA’ AL RINNOVO DEL CONSIGLIO DELL’UNIONE A CUI NOI NON FAREMO MANCARE UNA FATTIVA E OPEROSA PARTECIPAZIONE, PER IL BENE DI TUTTA LA VALLATA.
24 gennaio 2018
I Consiglieri dei gruppi di opposizione dei Comuni.

COMUNICATO STAMPA N. 2

Arroganza senza limiti per impedire alla minoranza di eleggere il proprio rappresentante nell’Unione.

Ai singoli Consigli comunali spetta eleggere i propri rappresentanti  nel Consiglio dell’Unione dei Comuni.  A Pieve questo,  per la seconda volta,  è stato impedito. Nell’ultimo consiglio,  appositamente tenuto il 27 dicembre, addirittura,  il Sindaco con il consigliere Walter Ferrari  hanno  fatto votare di non votare. Si, proprio così,  “votiamo di non votare”,  impedendo  alla minoranza di eleggere il proprio rappresentante,  come invece prescrive chiaramente la Legge. (art. 32 del TUEL comma 3). Che cosa c’è da nascondere e difendere ?

I consiglieri di maggioranza hanno una grossa responsabilità per quanto accaduto,  perchè  hanno sancito che non intendono rispettare la Legge.  Questi gravi fatti  li denunciamo pubblicamente.

Il segretario comunale dott. Antonio Angeloni, peraltro segretario anche dell’Unione, pensiamo che non possa tacere ma crediamo debba espressamente evidenziare  la non conformità di quanto avvenuto in Consiglio comunale ed ancor più lo debba fare nel Consiglio dell’Unione.   Come fa l’attuale Consiglio dell’Unione a riunirsi e deliberare se, forzatamente privato di consiglieri che, invece, a norma di Legge, ne dovrebbero fare parte? Un comportamento ed un modo di gestire la cosa pubblica che ha dell’inverosimile,  di cui è ostaggio  la stessa Unione fin dalla sua costituzione, avvenuta nel 2014.

La  responsabilità di tutto questo ricade principalmente sul Comune più grande della Valle, il cui Sindaco è anche presidente dell’Unione. Noi ci batteremo per cambiare questo stato di cose,  speriamo con l’aiuto ed il sostegno degli altri Sindaci e Comuni della Valle.

Pieve di Teco, 17 gennaio 2019. I consiglieri “Pieve Bene Comune”

Renzo Brunengo    Franco Roggero     Camilla Molinari


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