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Albenga, Geddo chirurgo pioniere primatista mondiale, ora a Bra rimuove tumore maligno


Mezza pagina di pubblicità a pagamento per il pioniere della chirurgia laparoscopica e primo chirurgo al mondo ad eseguire la colecistectomia laparoscopia. Un curriculum  professionale d’eccellenza nel vero senso della parola e non nell’abuso che oggi se ne fa (Vedi curriculum…..). Compie 51 anni, il 20 gennaio, Gino Geddo, cittadino di Ceriale, cognome assai più conosciuto ad Albenga dove ha studiato al liceo classico Pascoli, conseguito la maturità (50/60) nel 1986. Laura all’Università di Genova, esame di abilitazione nel ‘1993, diploma di specialista in Urologia nel 1998, all’Università di Trieste con il prof. Emanuele Belgrano. L’albenganese- cerialese ha creato il reparto di urologia, dove prima non esisteva, alla Casa di Cura Città di Brà (CN) e retto il Dipartimento Chirurgico dell’ospedale di Albenga. Ha fatto scuola ad un team di professionisti di attività urologica a 360 gradi anche laddove l’urologia non era di casa. Oggi Geddo è una stella, un faro che ai vecchi tempi definivano ‘baroni‘ in camice bianco.

C’è una piccola storia inedita che non ha trovato l’interesse dei media come quasi sempre succede nel lavoro delle commissioni di esame delle Asl, nelle scelte apicali dei primari. Era settembre 2013.  All’ospedale Galliera di Genova viene pubblicato il bando per un incarico quinquennale di direttore medico disciplina urologica per struttura complessa di urologia per il Dipartimento area chirurgia addominale. Il bando prevede l’assegnazione di punteggi da parte della commissione esaminatrice: 50 colloquio, 50 curriculum, 20 capacità gestionali, 15 e 15 per capacità professionali  e sviluppo attività chirurgia mininvasiva e robotica di diagnostiche e terapie  delle patologie urologiche con particolare riferimento alla patologia  prostatica benigna e maligna. Gli ammessi 7: gli urologi Bottero, Campodonico, Canepa, Casuscelli, Geddo, Introini, Perachino.  Accade che l’unico a ‘disertare’ e non presentarsi sia proprio Geddo. Dato ‘assente’ nel  verbale finale. Il bando lo vinse  il dr. Carlo Introini, ultimo classificato  il dr. Massimo Parachino.  Tra i componenti la commissione d’esame figura il dr. Walter Bozzo dell’Asl 1 Imperiese. Sarà forse casuale, Geddo ha avuto un improvviso ripensamento, una crisi professionale. Oppure è stato consigliato dall’angelo San Michele. Che nelle more della storia ingauna, oltre alla antica cattedrale, ha dato il nome  alla Medical Hotel Albenga Casa di Cura San Michele della Enne Srl e che da tempo non naviga  con il vento in poppa. Ne sanno qualcosa, oltre ai soci, i dipendenti, i medici, alcuni legali civilisti alle prese con precetti esecutivi.

Il dr. Geddo è iscritto alla Società  Italiana ed Europea di Urologia. Ha partecipato come uditore e relatore a congressi nazionali ed internazionali, a corsi e simposi. Il suo nome figura  in articoli pubblicati dalla prestigiosa European Urology ed altre pubblicazioni scientifiche. Da primo  operatore ha eseguito decine di Litotrissie Extracorporee ed onde d’urto per calcolosi renale. Al suo attivo almeno 5 mila procedure chirurgiche urologiche. Molte di altissima  complessità. Oggi prevalentemente mini invasiva con laparoscopia ed endoscopia, tecnica ‘open’.

Gran parte della sua vita l’ha trascorsa al Santa Corona di Pietra Ligure esordendo  nei reparti di medicina interna con alcuni luminari quando l’ospedale raggiunse il massimo ‘splendore’ professionale: il prof. Giorgio Marenco, il prof.  Ugo Conti,  il dr. Vito Lucchese. Poi la divisione urologica  a Pietra e al Galliera con il primario dr. Paolo Puppo. Quindi professore a contratto e convenzionato con la Scuola di specialità in urologia dell’Università di Trieste diretta dal prof. Giorgio Carmignani e dal prof. Belgrano. Nel 2003 trasferimento come dirigente medico e responsabile sezione urologia del dipartimento chirurgico dell’ospedale di Albenga dove rimane fino a dicembre 2005. L’ospedale ingauno zoppica, reparti vuoti e chiusi, Geddo non ha difficoltà a trovare un’alternativa nella Casa di Cura Città di Brà (139 posti letto), privata e in regime di convenzione. Il presidente del Cda è il dr.  Giacomo Brizio che ricopre analogo ruolo alla Casa di Cura Sant’Anna di Casale Monferrato. Persona schiva e per nulla esibizionista, invano cercare una sua foto sua media. Di lui si è scritto e polemizzato, sulle cronache locali, lo scorso luglio in merito all’esternalizzazione di alcuni servizi quando l’imprenditore della sanità affermava in polemica con alcuni esponenti del consiglio comunale:”…Si dimentica che la nostra è stata l’unica casa di cura munita di autorizzazione regionale ad aver subito la radicale  trasformazione dell’attività sanitaria svolta, misura che ha ingenerato, per ora, solo perdite concrete, ripianate dai soci con finanziamenti propri che, però, non possono perdurare indefinitamente…». Quanto all’esternalizzazione del servizio di pulizie, e alle reiterate richieste sindacali di liberare il persone OSS dal provvedervi, Brizio invitava a prendere visione del contenuto dei verbali delle riunioni per conoscere la realtà: “Restiamo a disposizione per procedere alla mera esternalizzazione del personale, con le garanzie già enunciate in favore dei lavoratori, in primis il mantenimento delle garanzie ex art 18 per chi le ha maturate”

ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO ON LINE RSVN NEWS

DELLA PROVINCIA DI SAVONA E CHE COLLABORA CON RADIO SAVONA SOUND

Albenga –  Un intervento straordinario eseguito su un paziente albenganese che, proprio in una congiuntura storica in cui troppo spesso si sente parlare di malasanità, desidera ringraziare pubblicamente il suo chirurgo per l’alta professionalità messa in campo dall’Unità funzionale di Urologia della Casa di Cura Città di Brà, per risolvere la sua malattia. Il medico, Dino Geddo, ingauno doc, Responsabile dell’Urologia Casa di Cura Città di Bra, nelle scorse settimane, ha sottoposto ad intervento chirurgico di “Cistectomia radicale videolaparoscopica HD-3D” con ricostruzione di neovescica G.G, 70 anni, affetto da un tumore infiltrante di alto grado della vescica.

La neovescica ileale, riposizionata esattamente nella sua sede naturale, è stata interamente ricostruita prelevando tessuti intestinali, con tecnica totalmente ed interamente intracorporea laparoscopica HD-3D. Un intervento certamente delicato e molto complesso che, rispetto alla chirurgia tradizionale con incisione sull’addome, consente un miglior controllo delle complicanze, del sanguinamento intraoperatorio, del dolore post-chirurgico e risulta anche più conservativo per minor trauma chirurgico e danno estetico. Con la possibilità del paziente di poter camminare già dopo 24 ore. Un tipo di intervento anche mutuabile, perchè possibile alla Città di Brà anche in regime di convenzione e che fa parte dell’offerta sanitaria di Dino Geddo che nella sua lunga esperienza in campo urologico conta diverse centinaia di casi di chirurgia mini-invasiva laparoscopica HD-3D avanzata.


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