Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Ormea trema, l”incendio’ migranti ‘brucia’ due consiglieri comunali e i media restano zitti. Lettera di Anna D’Oria (Ufficio Iat):
‘Metto al bando Trucioli, squallida vicenda’


I media di Liguria e Piemonte tacciono, ma il caso del migrante che ha ‘soffiato’ la moglie a ‘Mimmo’, panettiere ad Ormea, consigliere comunale di maggioranza, origini marocchine, persona perbene e colto, eletto nella lista di sinistra del sindaco Giorgio Ferraris, crea un crescente disagio politico e malessere sociale.  Mohammed El Ani  ha lasciato il paese per Alba mentre l”incendio migranti’ starebbe deflagrando. Un’altra consigliera comunale, sempre di maggioranza, sarebbe stata ‘lasciata’ dal marito per una nuova fiamma operante nello stesso centro migranti. Il responsabile dell’Ufficio Iat, la genovese Anna D’Oria ormai ormeasca, bacchetta trucioli.it per ‘omesso silenzio stampa’: il blog non riceverà più i comunicati di eventi e manifestazioni. Invita perentoriamente a “omettere la pubblicazione di tutte le notizie… di Ormea”. In ossequio, manco a dirlo, alla libertà di stampa, al diritto di informare i cittadini sancito dalla Costituzione, come il diritto al lavoro, alla casa, alla salute.

Tutto questo mentre sabato e domenica ad Ormea è in programma l’Expo della Val Tanaro e la Festa della Lavanda, riproponendo in parte quanto già realizzato domenica scorsa a Cosio d’Arroscia. Oltre all’esposizione, con la presenza di molti stand per la promozione e vendita di prodotti della terra e non solo, l’obiettivo è far riprendere quota al prodotto lavanda che vede già impegnati comuni ed enti di tre province: Imperia, Cuneo e Savona.  C’è il brand Lavanda dei Fiori, c’è l’Associazione  turismo nelle Alpi Liguri. Complessivamente sono 34 i paesi aderenti.

Nel primo dopoguerra era Nava con il marchio della “Lavanda Coldinava”, poi acquisito da una società torinese, ad essere la ‘capitale’ della coltivazione, produzione ed alambicco. Con l’abbandono di massa della montagna, il ‘mercato’ si è  estinto resistendo solo in un paio di paesi ponentini. Ora si cerca di tornare all’antico, valorizzare ciò che è possibile, in attesa che i sogni si avverino e le montagne liguri e cuneesi risorgano, non dividano, ma uniscano. “Si torni – come ha di recente detto Ferruccio Dardanello, a Upega, presidente della Camera di Commercio di Cuneo ed ex presidente della Camere di Commercio italiane – all’economia agricola dei monti soprattutto per dare certezze alle giovani generazioni”.

E Ormea che nella sua storia ospitava un Grand Hotel, un casinò, la cartiera. Ormea pioniera nello sviluppo turistico ed edilizio, attende e spera nel miracolo. Attende e spera che si concretizzi quel progetto di filiera del legno, logico complemento al turismo e alla ripresa del mercato immobiliare, ritorno nell’investimento della seconda casa che finora ha continuato a ‘baciare’ zone di mare e prima collina già sature di cemento e povere di infrastrutture. Mare e monti che hanno avuto in comune una maledetta caratteristica: il depotenziamento dell’attività alberghiera, capace di dare posti lavoro e valore aggiunto. Solo che in Riviera gli alberghi sono stati trasformati a peso d’oro in mono e bi- locali. In montagna dove gli albergatori hanno resistito da eroi, non c’è alcuna prospettiva di far cassa sull’esempio dei colleghi rivieraschi. E come non bastasse, hanno le stesse imposizioni fiscali, gli stessi oneri contributivi, con l’aggravio che quassù c’è bisogno del riscaldamento che costa come dieci dipendenti. E si lavora, tempo permettendo, soprattutto la domenica e nel mese di agosto.

Expo e lavanda siano di buon auspicio. Dardanello si è detto fiducioso nel futuro “perchè sono ottimista per natura ed è il mio Dna”.  Meglio sarebbe un ottimismo della ragione, senza piangersi addosso, ma capace di essere realisti e non sognatori.

LA LETTERA INVIATA A TRUCIOLI.IT DA

ANNA D’ORIA RESPONSABILE DELL’UFFICIO IAT DI ORMEA

Egr. Signori,

Le prelibate castagne di Ormea messe in vendita dal ‘centro migranti’ del paese durante le manifestazioni estive, nella foto con la direttrice Paola Colombo

Purtroppo dopo l’ultimo articolo uscito sulla vostra testata (vedi……), relativo alla squallida vicenda riguardante alcuni cittadini di Ormea, con grande rammarico sento il dovere non solo di cancellarmi dalla vostra newsletter, ma anche di evitare la vostra testata che pur sempre ha dato ampio spazio alle nostre iniziative. Però arriva un momento in cui, umanamente parlando, è necessario prendere delle posizioni seppur controvoglia e questo per il rispetto dei cittadini di Ormea, di chi lavora sodo per cercare di portare non solo serenità ma anche nuove energie in luoghi già di per sé sacrificati per tutta una serie di motivi che tutti conosciamo.

Queste uscite arroganti e di poco gusto non fanno bene a nessuno, al di là di prese di posizione politiche e con spirito assolutamente neutrale ma umano, bisogna ad un certo punto essere in grado di comprendere fin dove si può arrivare a colpire la dignità delle singole persone, cittadini innocenti ed ignari di quello che si può scatenare contro di loro…è questione di intelligenza e sensibilità, pur rispettando (almeno da parte mia) l’etica giornalistica e la libertà di parola.

In tutta la mia vita lavorativa non avrei mai immaginato di dover scrivere una lettera del genere, ma se lo faccio ora è per il bene del paese in cui ho scelto di vivere: perché ad Ormea la percentuale delle persone che vivono sui pettegolezzi e sul provare piacere delle sfortune altrui è molto bassa rispetto a tutti coloro che si adoperano per il bene comune, ma questo non viene mai sottolineato e reso pubblico.

Attaccare chi è indifeso in maniera sommaria è pratica delle popolazioni che non hanno ancora

Il banchetta della birra alla festa Terra di Ormea del 10 giugno 2017

raggiunto una civiltà o che sono succubi di tirannie di qualsivoglia origine, pertanto sono dispiaciuta ma mi trovo costretta ad allontanarmi da chi punta il dito arrogantemente contro tutti ma nella pratica non è diverso da chi vuole condannare.

Chiedo pertanto che non vengano più presi in considerazione dalla vostra testata i nostri appuntamenti e le nostre iniziative, di cui non riceverete più nessuna notizia nella speranza che, in un mondo già di per sé difficile e sempre in conflitto un giorno venga capito che la guerra porta solo dolore e nessun beneficio.

Cordiali saluti, Anna D’Oria (Ufficio IAT Ormea)

Risponde Luciano Corrado, giornalista professionista e pensionato, coordinatore del blog trucioli.it scritto da volontari, senza pubblicità, né sovvenzioni o donazione onlus.

Ha fatto benissimo a scrivere, senza nascondersi, Anna D’Oria che dal 2012 ha accettato di  gestire l’Ufficio Turistico di Ormeacon entusiasmo e con un po’ di timore, non sentendomi forse all’altezza di ricoprire questo ruolo, avendo sempre considerato l’incarico della promozione turistica un compito alquanto impegnativo, anche per una piccola realtà come Ormea e per me che arrivo dall’attività della promozione pura come ufficio stampa e gestione eventi, sarebbe potuto essere una sfida troppo ardua; ma amo le sfide e se aggiungiamo il fatto che ormai la mia intenzione è e rimane quella di vivere in pianta stabile a Ormea…sono fiera  ed orgogliosa di intraprendere questo cammino, pur cosciente che il percorso è in salita….”, come si legge nel ‘giornalino’ di Ormea di quell’anno, a firma della stessa D’Oria.

Oggi la D’Oria impartisce anche ‘lezioni’ di giornalismo. Perchè ? Piccola premessa: trucioli.it non ha bisogno di vendere, implementare le ‘visualizzazioni’ per motivi di cassa o di mercato pubblicitario vitale per qualsiasi editore. Le spese del blog sono interamente a carico del coordinatore, non per beneficenza, per passione. Quella passione che ci porta a dedicare alle tematiche delle nostre montagne, fin troppo dimenticate dai ‘media’ cartacei e web, più spazio e servizi rispetto alla popolosa e ricca Riviera Ligure, alle città. Dove si vendono copie ed il business pubblicitario è importante.

Si aggiunga che trucioli.it non fa parte dell’affollata confraternita di quella stampa asservita che non accenna mai un dribbling, ma aspetta gli assist che arrivano dagli uffici stampa o dalla bocca della verità medesima, quella del padrone di turno, vuoi della scena politica locale o meno, vuoi del mondo imprenditoriale, dai poteri più o meno forti, più o meno massonici. I loro metodi di influenzare la libera stampa non ci spaventano perchè non abbiamo bisogno di favori, né per noi, né per i nostri pochi amici di cui siamo orgogliosi. Anche per questo non ci arrenderemo a nessuna pressione o ritorsione.

Non è immaginabile, come forse  vorrebbero i nostri fieri critici, piegarsi a un giornalismo prono ai soli comunicati stampa. Un giornalismo a cui si vorrebbe impedire un’informazione che registra non solo l’ufficialità di un comunicato, ma pure le indiscrezioni che sono la linfa di un lavoro fatto di indagine, di approfondimento e di rispetto delle fonti.

La lettera di Anna D’Oria, responsabile dell’Ufficio Turistico fino a prova contraria ufficio pubblico (e non privato), che riceve sovvenzioni dal Comune, è legittima, peccato ignori che nessuno ci può vietare di riportare notizie vere e che pettegolezzi e scandalismo non fanno parte del nostro Dna professionale. Conosciamo i nostri limiti umani e professionali, sappiamo che sbagliare nel complesso lavoro giornalistico è facile. Contemporaneamente, con orgoglio, possiamo dire di non aver riportato condanne per diffamazione, né l’editore (Il Secolo XIX) per i quale abbiamo lavorato per  33 anni ha dovuto pagare un centesimo di risarcimento danni. E’ vero, siamo finiti alla sbarra, primi e unici in Liguria, per aver documentato l’associazione a delinquere su cui basava il suo strapotere, anche su certi media, il presidente della Regione Liguria, Alberto Teardo socialista e la sua ‘banda’ di presidenti di Provincia, Iacp, sindaci, architetti, ingegneri, imprenditori, porta borse.

I nostri giudici primi sono i lettori, liberi di criticarci,  biasimare, querelare. La lettera di D’Oria ci amareggia ed è ingrata, paradossale, colpisce l’umile lavoro di un blog con tanti collaboratori onesti e preparati che, da decenni, seguono con passione le vicende  liguri e del Basso Piemonte. Credibili al punto che le visualizzazioni sono passate dalle 400 iniziali del 2012 alle 15 – 20 mila settimanali, con 8476 persone iscritte alla news letters.

Cosa c’è di arrogante o di poco gusto nell’articolo di trucioli fonte della stizzita lettera di Anna D’Oria ?  Un articolo che “dice e non dice”, questo è vero. Non abbiamo parlato di ‘squallida vicenda’, né citato il nome di Ormea, né le generalità dei protagonisti, se non un generico Mohammed comune a moltissimi mussulmani. Un’omissione per non ‘infierire’ e personalizzare nei confronti di persone che, a nostro avviso, non hanno commesso reati, né fatti disdicevoli,  protagonisti di una liberissima scelta di vita, giusta o sbagliata che sia. Interessa la sfera privata, non siamo tra quelli che guardano dal ‘buco della serratura’.

Certo,  vivendo ad Ormea, come Anna D’Oria, avremmo potuto essere ben più pesanti in base a ciò che percepisce la gente del paese e si ascolta dopo la pubblicazione dell’articolo. Ci hanno rimproverato semmai di aver omesso che uno dei protagonisti e diciamo ‘vittime’ involontarie è un consigliere comunale di Ormea.

Anna D’Oria si è ‘sfogata’ o forse è stata ispirata. Abbiamo citato il populista Matteo Salvini nazionale. La cosa non è piaciuta magari a chi si serve dei meccanismi cari alla ideologia stalinista ? Esiste una diuturna cura burocratese della base incolta, con una lenta costruzione di un nucleo di potere personale nell’involucro della amministrazione pubblica ormeese? Disprezzo vendicativo per critici e oppositori ? Capacità teatrale di stare in politica,  girando l’Italia, predicando le buone pratiche dell’accoglienza ‘modello Ormea‘ ?

Non abbiamo espresso condanne, sia per il dovere morale e cristiano dell’accoglienza, anche se potremmo discutere sul fatto che c’è un limite a tutto. La migrazione genera ingenti profitti a mafie internazionali, a discapito della povera gente, degli ultimi, come ripete papa Francesco. E le mafie si dovrebbero combattere pure oltre i confini nazionali, non solo preoccuparci di bombardare l’Isis, dopo che potenze capitaliste ed Emirati l’hanno foraggiato ed armato.

Ormea mormora, e non poco, la maggioranza silenziosa è stanca, forse sfiduciata. Il cronista deve tacere ? Non deve riferire fatti veri ? Quanto è accaduto, ci si dice, pare sia stato portato a conoscenza anche di altri organi di stampa e web.  Nessuno ha scritto, in attesa che la pentola venga scoperchiata ? Tanto che la vicenda potrebbe avere ripercussioni sulla stessa dell’amministrazione comunale:

1)  Mohammed  El Ani, 54 anni, che gestiva un avviato panificio a Ormea insieme alla moglie, nel suo curriculum risulta iscritto al terzo anno della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino e sarebbe entrato in rotta di collisione col Sindaco per la gestione del centro di accoglienza. Si sussurra abbia ventilato le dimissioni, si è trasferito ad Alba in attesa di andare in Francia, sulla Costa Azzurra, dove vive un fratello.

2) Uno degli addetti del centro migranti di Ormea avrebbe, a sua volta, lasciato la compagna, consigliere comunale di maggioranza, per ‘associarsi’ ad una responsabile del centro stesso. Anche in questo caso circolano ‘voci di dimissioni, o un passaggio in minoranza con i consiglieri Gianpaolo Minazzo, Alberto Bottero e Paolo Gai. Sta di fatto che il sindaco, Giorgio Ferraris, rischia di ritrovarsi, dopo il risicato successo elettorale del 25 maggio 2014,  con un sei contro cinque.

3) Il numero dei migranti della struttura è aumentato (siamo a 36 ? 46 ?): in tale caso il Sindaco aveva pubblicamente annunciato che si sarebbe dimesso. La minoranza consigliare e le forze politiche “non comuniste” pare reclamino il rispetto della parola data (da Giorgio Ferraris).

4) Si sussurra che la vendita delle  confezioni di castagne di Ormea da parte del ‘banchetto’ dei migranti sia il frutto dei castagneti del Presidente della Casa di Riposo che gestisce il Centro e di altri esponenti dell’Amministrazione Comunale. Da qualche parte le castagne devono essere raccolte e se il presidente, come pare, le ha offerte, anzichè lasciarle marcire per terra, ha fatto solo bene. Semmai in ossequio alla trasparenza sarebbe corretto dare conto dei ‘donatori’ tutti.

5) Si mormora che qualche cittadino ha notato trasferimenti di denaro (in Posta via vaglia) e prelievi bancomat effettuati da “immigrati”, peraltro sfoggianti collane, anelli, monili vari e smart-phone. Tutta e solo bigiotteria ?! L’Amministrazione comunale resiste sull’adesione allo Sprar del Ministero dell’Interno (Sistema Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). Forse perchè per i comuni fino a 2.000 abitanti sarebbero ospitabili  fino a 4- 6 rifugiati?  E a Ormea sono qualche decina, cosi come accade nel confinante Comune di Pornassio.

Ormea – scriveva Anna D’Oria nel  2012 – sta facendo un ottimo lavoro, ha un sito internet che potrebbe tranquillamente competere con realtà di città ben più grandi, è presente sui social network….e solo con un lavoro corale si potranno raggiungere obiettivi comunali. Sono fiera ed orgogliosa di intraprendere questo cammino, pur cosciente del percorso in salita, ma certa che le soddisfazioni potranno essere grandi…”.

Basta un articolo verità di trucioli.it a far venire meno il lavoro corale ?  Non c’entra la ‘sfera privata’, ci sono in ballo due consiglieri comunali ed il rischio che salti l’amministrazione Ferraris proprio sul tema caldissimo dei migranti. Oltre ad aspetti concreti, esiste una sensibilità umana, comune ai consiglieri di maggioranza e minoranza. A prescindere da quell’articolo di targatocn.it, a firma di Marco Roascio, dal titolo: “Viaggio nel sito web del Comune di Ormea tra sindaco e consiglieri”. Buona notte !

Luciano Corrado

P.S. Per non fare i ‘soloni’ abbiamo chiesto ad un autorevole collega, che per correttezza vogliamo mantenere estraneo lavorando per altre testate giornalistiche, di darci un suo giudizio a caldo sulla lettera inviata a trucioli.it. Eccolo: ” La notizia pubblicata la scorsa settimana da trucioli.it rappresenta uno spaccato sociale e pubblico del Ormea, senza nessun atteggiamento di condanna o parzialità, ma con una riflessione sui fatti e sugli umori della gente, di una comunità che si trova a fronteggiare la transizione verso una società multietnica. La pubblicazione di una singola notizia non inficia l’impegno di trucioli nella resa della realtà di Ormea, in tutti i suoi aspetti. Del resto, quel del giornalista non è solo il compito del passa-carte. Un’associazione che si propone l’attività promo-turistica, con l’aiuto pubblico peraltro, non può ergersi a censore di questo o quel giornalismo quando si rispetta il principio della veridicità della notizia e della continenza. Speriamo che non sia farina del sacco di chi ha ben altri interessi da difendere, siano essi economici o politici o di carrierismo di potere. Pare ovvio che alla signora D’Oria debba essere lasciato lo spazio per ogni ulteriore e utile chiarimento”.

APPUNTAMENTI : Sabato 22 luglio a Ormea, per la rassegna Spazio all’Autore, Giuseppina Gullì presenta “Storie d’Africa: gli animali raccontano” (ore 17:30 in Piazza Angelo Nani). Per il weekend di sabato 22 e domenica 23 luglio, Festa della Lavanda: il territorio della Lavanda della Riviera dei Fiori si ritroverà ad Ormea per due giorni di festa legati all’agricoltura, alla tipicità e all’artigianato all’insegna del recupero del territorio.

Domenica 23 luglio un altro importante appuntamento per tutti i bambini con Pompieropoli ed i Vigili del Fuoco di Ormea, per apprendere le norme di comportamento in situazioni di emergenza con percorsi tecnici ludico-didattici.

LE BELLE IMMAGINI DI ORMEA PER I GIOVANI E LE FAMIGLIE

La sede estiva che ospita ogni anno giovani parrocchiani di Imperia accompagnati da famigliari ed assistenti volontari
La Casa Alpina ad Ormea della Parrocchia di San Giovanni di Imperia

 


L.Corrado

L.Corrado

Torna in alto