Valeriani : un Sindaco che sembra che “farnetichi”. Fa una certa impressione leggere le dichiarazioni di Valeriani Avio detto Dario, Sindaco di Pietra Ligure, nelle sue esternazioni a IVG e SAVONA NEWS, in vista del Consiglio Comunale di giovedí 20 Luglio, “richiesto a termini di legge”, da consiglieri dell’opposizione.
COMUNICATO STAMPA – La richiesta é stata depositata ai sensi dell’art. 16 dello Statuto Comunale e degli artt.16, 30, 31 del Regolamento del Consiglio Comunale i quali prescrivono che il Consiglio Comunale DEVE essere convocato entro 20 giorni quando a farne richiesta sia un quinto dei Consiglieri Comunali, inserendo nell’ordine del giorno gli argomenti da essi espressamente proposti nella richiesta di convocazione.
In questo caso, i Consiglieri dall’opposizione che han richiesto il Consiglio sono i tre Consiglieri della Lista Civica dei Pietresi, Mario Carrara, Maurizio Novara e Nicola Seppone.
I temi per i quali hanno richiesto la convocazione del Consiglio sono vari e molteplici: si va dalla riconversione delle aree del Cantiere Navale, più volte, in questi tre anni, sbandierata come “imminente ” da Valeriani, ma finora neanche iniziata e la conseguente richiesta di una revisione del progetto che riduca drasticamente la massiccia cementificazione prevista; quindi, la revoca o la revisione del progetto della sciagurata ristrutturazione di piazza Vittorio Emanuele ll, che non presenta nessuna criticità, mentre altre “languono”; alla “Situazione della velocità degli autoveicoli in via Francesco Crispi“; all’invasione dei venditori abusivi nelle spiagge e nelle strade, come la sfacciataggine dei “melonari” che coi camion, a ogni ora del giorno, imperversano per la città”….. Tutti questi, tanto per fare degli esempi…. Cui si sono aggiunti recentemente, temi come il mancato lavaggio e igienizzazione dei bidoni dell’immondizia, che d’estate dovrebbe essere fatta una volta alla settimana, ma che non viene fatta, nonostante il Comune paghi per quel servizio; o il progressivo “disfacimento”del sagrato della Basilica di S. Nicolò..: tutti temi segnalati e sollecitati dalla gente!
Ebbene, la prima “richiesta” di convocazione di Convocazione del Consiglio Comunale porta la data del 9 Giugno 2017.
Il Consiglio é stato regolarmente convocato entro i 20 giorni previsti, ma con questa “furberia”: PRIMA dei punti richiesti dalle opposizioni per i quali il Consiglio era stato convocato, la maggioranza “ Valeriani, PD/LEGA NORD” ha messo una decina di punti di “ordinaria amministrazione”, per lo più contabili; cosicché, discussi questi ultimi e arrivati al primo punto richiesto dall’opposizione, il Consiglio si è chiuso per “stanchezza”, non discutendosi, quindi, nulla degli argomenti per i quali era stato convocato.
Mentre il Consiglio si “scioglieva” il capogruppo PD/LEGA NORD, BIANCHI FRANCO accettava la proposta dell’opposizione di riconvocare la riunione entro una settimana (vedi ripresa televisiva su Internet).
Tuttavia, poiché, nonostante gli impegni presi di fronte a tutti, non era seguita nessuna nuova convocazione, i Consiglieri della Lista Civica dei Pietresi, ridepositavano una nuova convocazione del Consiglio ai sensi di legge, per poter. finalmente, discutere dei temi proposti. La convocazione arrivava per il giorno 20 Luglio alle 18.
Questa è l’esatta cronistoria dei fatti.
Ma al Sindaco Valeriani fare un Consiglio del genere, affrontare questo temi e, soprattutto, dover dare delle risposte, a quanto pare, scoccia e disturba parecchio.
Infatti, come lui dichiara a IVG e SAVONA NEWS, egli ci ha fatto una telefonata nella quale chiedeva se ” Noi fossimo d’accordo nel NON FARE il Consiglio nel termine stabilito dalla legge, tanto, ….era intenzione della maggioranza convocarne un altro per fine mese..!”
Ci rendiamo conto…., si rende conto Valeriani cosa ha chiesto, in qualità di Sindaco, ad un Consigliere Comunale?
Gli ha chiesto se fosse d’accordo a “NON RISPETTARE LA LEGGE!”
Dopo che per ben due volte, i Consiglieri Comunali d’opposizione, avevano fatto la richiesta affinché, invece, la legge FOSSE APPLICATA E RISPETTATA, convocandosi, finalmente, il Consiglio per discutere i temi da loro proposti, avendo, almeno la certezza che il termine dei 20 giorni fosse rispettato!
Poiché, però, gli veniva risposto che la legge stabiliva un termine e quello si doveva rispettare, lui insinuava che, allora (per ritorsione), probabilmente, la riunione sarebbe andata “deserta” perché i Consiglieri di maggioranza non si sarebbero presentati facendo mancare il “numero legale“.
Che atteggiamento è questo di un Sindaco che, oltre a chiedere che non sia rispettata la legge, fa anche delle intimidazioni politiche?
Per di più, il fatto che la maggioranza avrebbe potuto far mancare il numero legale per non discutere i temi proposti dall’opposizione era già stato ventilato durante l’ultima riunione del Consiglio Comunale dal Capogruppo di maggioranza Bianchi Franco! (Vedi ripresa televisiva Internet). Ma, soprattutto, la riprova che queste non erano e non son “parole campate in aria” è rappresentata dal fatto concreto che questo sistema di far mancare il “numero legale” o di aggiornare il Consiglio, per non discutere ciò che propone l’opposizione é già avvenuto altre volte in questi tre anni: E TUTTE LE VOLTE QUANDO CI SONO TEMI CHE METTONO IN IMBARAZZO LA MAGGIORANZA PERCHÉ NON SA COME AFFRONTARLI E NON SA COME RISPONDERE!
Che il Sindaco Valeriani sia, politicamente ed amministrativamente parlando, un vero “incapace” a risolvere i problemi della città, non è solo per nostra opinione, ma è lui stesso a dimostrarlo, non avendo ancora messo mano ad uno solo dei grandi temi per cui si era impegnato alle ultime elezioni. In tre anni abbondanti di Sua Amministrazione non è ancora riuscito a tirare fuori un “ragno dal buco” su nessun argomento! Inoltre, la città sta cominciando anche a soffrire per la mancanza dell’ordinaria manutenzione! Pietra Ligure non è mai stata così sporca come adesso e, per di più, il Comune paga con i soldi dei cittadini contribuenti, fior di danari per servizi che non vengono resi, come il lavaggio e l’igienizzazione dei bidoni dell’immondizia, puzzolenti più che mai..! Questo è un paese che sta andando in abbandono e decadenza!
Se si fosse accondisceso alla sua proposta di non fare il Consiglio nei termini di legge, primo: si sarebbe creato un precedente gravissimo di “uso della legge a proprio consumo”; secondo, il precedente che si sarebbe determinato lo sarebbe stato di lesione di uno dei pochi diritti democratici, sicuri, che ancora appartengono alle minoranze. Entrambe le situazioni: moralmente INACCETTABILI!
Posso capire l’imbarazzo del Sindaco che per tre anni, ogni mese, cercava il titolo sul giornale per annunciare “l’imminente inizio dei lavori nella’area del Cantiere….: in Autunno, nel prossimo Inverno, ormai in Primavera, forse prima dell’Estate…! Sicuri in Autunno.., ecc.”
Avanti così, per tre anni! Ed adesso, che lui ed i suoi più PD e Lega Nord, tentino di scansare il problema per paura e viltà, è un dato innegabile che non può smentirsi!
Come può avere la faccia di affermare che “vista la stagione estiva i suoi consiglieri di maggioranza sono molto impegnati” se, a partire da lui stesso che fa il pensionato, fanno tutte professioni (meno la Sigra Frumento commerciante) che non c’entrano col turismo estivo? E non vengano a dire che sono tanto “impegnati” a lavorare per la città, perché messa male com’é oggi, Pietra Ligure non lo è mai stata! Quindi, se sostengono che si impegnano..: fan finta!
Tutte queste sue parole sono scuse usate per “preparare il terreno” alla nuova seduta del Consiglio che, probabilmente, “andrà a buca” perché i consiglieri di maggioranza non saranno di nuovo, un’altra volta presenti in aula.
Se così sarà, è chiaro che noi dell’opposizione (almeno noi della Lista Civica dei Pietresi) non accetteremo supinamente e passivamente una situazione democraticamente inaccettabile ed immorale!
Perciò ci appelleremo al Prefetto e, visto che il Consiglio Comunale, andando diverse volte “deserto” e palesandosi apertamente la prospettiva di far mancare il “numero legale”, come un metodo “ordinario” del confronto per non discutere dei temi della città, risulta evidente che si è in presenza di un Consiglio Comunale che “NON FUNZIONA”!
Non funziona “logisticamente”!
Non funziona “democraticamente”!
Per questo gli chiederemo che un Consiglio Comunale di tal genere : SIA SCIOLTO e vengano indette nuove elezioni! In subordine, gli chiederemo il suo intervento perche sia ripristinato il rispetto delle regole e della DEMOCRAZIA!
20 Luglio 2017. Mario Carrara
Capogruppo Cons. Lista Civica dei Pietresi
LISTA CIVICA DEI PIETRESI
Punto da iscriversi all’O.d.G del prossimo Consiglio Comunale: La situazione dell’inattuata riconversione dell’area del cantiere navale. Determinazioni
All’insediamento dell’Amministrazione comunale del sindaco Valeriani, la riconversione dell’area del cantiere navale era stata data per imminente : i lavori avrebbero dovuto cominciare subito dopo il rilascio delle ultime, definitive autorizzazioni.
Il progetto era in fase così avanzata e la determinazione ad attuarlo era così forte che il sindaco uscente, De Vincenzi, si era fatto immortalare, alla vigilia delle elezioni, col piccone in mano, all’atto della demolizione parziale delle astanterie prospicienti la curva presso il passaggio a livello.
Dal 2014 alla fine del 2016, si sono susseguite reiterate dichiarazioni provenienti dall’amministrazione Valeriani, che annunciavano l’ormai imminente inizio dei lavori secondo le direttive del progetto approvato.
Queste si riassumevano nei seguenti punti:
1) Costruzione di un cantiere navale e reimpiego delle maestranze provenienti dal vecchio cantiere navale, nella nuova struttura, dedita al rimessaggio ed alla riparazione di pànfili e Yachts, prevista nella zona “a ponente” delle opere “a mare” di tutta l’area medesima.
2) Costruzione “ex novo” di un porto turistico di pregio per nautica da diporto.
3) Cessione al Comune di Pietra Ligure del palazzo posto su via don Giovanni Bado.
4 Riconversione in edilizia civile del palazzo un tempo destinato ad ospitare la direzione e le sale tracciati del cantiere, tale da ospitare residenze e destinazioni commerciali.
5) Erezione di nuovi edifici di edilizia civile, atti ad ospitare fino a oltre 210 nuove unità abitative o appartamenti.
6) Costruzione di un nuovo grande edificio destinato ad “Albergo”.
7) Inoltre: spazi a destinazione servizi pubblici.
C’è da aggiungere che l’attuale intera “riconversione” dell’area, da area “industriale” ad area “mista”, “residenziale, alberghiera, commerciale, turistico-nautica, servizi”, era stata ottenuta solo grazie al fatto che, invocandosi come iter procedimentale il “decreto Burlando“, permaneva, comunque, un’attività di carattere “industriale”, con la previsione della costruzione di un nuovo cantiere. Esso, come detto, avrebbe dovuto “riassorbire” i lavoratori provenienti dall’attività precedentemente esercitata in loco e offrire, pure, nuova occupazione, che veniva pronosticata fino a 30 nuovi dipendenti.
Il “decreto Burlando” proprio per le implicazioni e le finalità di valore “sociale”, quali quelle del mantenimento dell’occupazione e di un’attività lavorativa di carattere “industriale”, aveva consentito tempi e procedure più rapide ed “attenzioni” diverse nell’esame e nell’approvazione del progetto.
Infatti, sarebbe stato pur possibile promuovere un iter procedurale di “mera ristrutturazione urbanistica ” fine a se stessa, che mirasse alla piena riconversione urbanistica dell’area nel senso dello sfruttamento delle sue potenzialità edificatorie e di un recupero delle volumetrie esistenti, non considerando per nulla né la previsione di un parziale mantenimento industriale, né ipotesi di collocazione dei lavoratori del precedente cantiere, né, men che meno, prospettive di sviluppo ed incrementi occupazionali successivi.
Tuttavia, una tale procedura avrebbe dovuto seguire i tempi ed i modi previsti per le ordinarie “varianti” agli strumenti urbanistici, tali che, forse, a tutt’oggi, essa avrebbe potuto essere ancora in corso ed il proprio iter, non ancora compiuto.
L’intero attuale progetto ha avuto, quindi, la possibilità di essere così approvato proprio perché basato sul presupposto del mantenimento e dell’incremento dell’occupazione e sulla conferma di una destinazione di carattere industriale, (il nuovo cantiere), seppur ridotta e parziale, nell’area oggetto dell’intervento.
Il presupposto era quello ora citato: diversamente il “decreto Burlando” non avrebbe potuto invocarsi ed il suo iter procedimentale non avrebbe potuto essere percorso.
Ora, a Giugno 2017, risulta, invece, che i lavoratori del precedente cantiere navale sono stati tutti licenziati, meno uno “trasferito” a Sarzana. Non uno è stato reimpiegato nelle attività di riconversione dell’area del cantiere: anche perché non sono nemmeno ancora incominciate. Né per nessuno vi è nemmeno la prospettiva del nuovo cantiere che, nell’ambito della riconversione dell’area, avrebbe dovuto essere realizzato come “prima opera”, ma che, anch’esso, nemmeno, è stato ancora iniziato.
Gli organi d’informazione riportano notizie circa presunte difficoltà della società privata titolare del progetto, nella sua esecuzione; si è pervenuti ad ipotizzare, addirittura, una “vendita” del progetto stesso a soggetti attuatori, muniti di una più consistente “solidità finanziaria”, in grado di reggere l’onerosità dell’impegno economico.
Nell’ultimo Consiglio Comunale, il Sindaco Valeriani Avio, rispondendo alle critiche dell’opposizione, che gli attribuisce responsabilità sulla mancata attuazione del progetto, da lui tanto “sbandierato” in campagna elettorale come priorità assoluta , ha dichiarato, sostanzialmente, che “il mondo dal 2007 è cambiato e che con il crollo del mercato dell’edilizia, sono profondamente cambiate le condizioni che consentivano l’attuazione del progetto stesso.” Confermando, indirettamente la sussistenza di difficoltà vere nella sua attuazione.
Tuttavia, come scritto più sopra, è dal 2014 che il Sindaco Valeriani ha più volte solennemente annunciato l’inizio dei lavori, spostandolo tutte le volte, gradatamente, in là nel tempo, quando questi, alla data preannunciata, non erano stati eseguiti.
L’ultimo inizio SICURO dei lavori di riconversione dell’area del cantiere, secondo il piano dei lavori stessi depositato in Comune nel Gennaio 2016, “ prevedeva la partenza dei lavori di demolizione per Settembre-Ottobre 2016 , con l’avvio delle successive attività di costruzione e messa in sicurezza dell’area stessa “.
Oggi la situazione è di uno “stallo” totale e le dichiarazioni del Sindaco Valeriani non fan altro che confermarlo.
Quello che sconcerta è che, al di là di ” telefonate ” e di un’opera di persuasione “blanda”, il Comune di Pietra Ligure non abbia esercitato, né eserciti i propri poteri “pubblici” di pressione per avere l’attuazione degli accordi a suo tempo stipulati tra istituzioni ed organi di rappresentanza imprenditoriali e sociali.
Di questo al Sindaco gliene è già stata rivolta critica esplicita dai sindacati dei lavoratori, quando gli operai sono stati messi in mobilità e successivamente licenziati dall’azienda titolare del progetto, senza che l’Amministrazione Valeriani non sia andata oltre l’espressione di una solidarietà di “sola facciata”, senza intraprendere qualsiasi altra valida, decisa iniziativa a loro sostegno. Ed il risultato si è visto.
Paradossalmente, si sta ora producendo proprio quello che, in campagna elettorale, la LISTA CIVICA DEI PIETRESI aveva prospettato, cioè: l’inattuabilità del progetto sostenuto dall’Amministrazione Comunale, per i suoi costi eccessivi e per le mutate condizioni generali di mercato.
Prima ancora, questa posizione era stata espressa in Consiglio Comunale dalla precedente opposizione tramite il proprio capogruppo Ciribì.
Per queste ragioni, era stato presentata all’opinione pubblica una bozza di progetto alternativa che prevedeva meno opere “onerose”, come la costruzione del nuovo porto turistico, che non rappresenta neanche una necessità, essendo distante solo alcune centinaia di metri in linea d’aria con quello di Loano e, quindi, meno nuova edilizia e più spazi verdi.
Con il licenziamento “di massa” dei lavoratori del vecchio cantiere navale e, conseguentemente, riteniamo, con la non realizzazione del nuovo previsto cantiere navale, vengono meno i presupposti per i quali era stato percorso con successo l’iter procedimentale del “decreto Burlando”, quindi, il progetto stesso sarebbe da considerarsi, di per sé, decaduto.
Se, oltre a ciò, si considerano le valutazioni espresse dal Sindaco Valeriani nell’ultimo Consiglio Comunale, che reiterano altre sue precedenti dello stesso contenuto agli organi d’informazione, circa le difficoltà d’attuazione del progetto per le mutate condizioni economiche generali, si capisce bene che ben difficilmente il progetto approvato potrà essere attuato così com’è.
D’altronde, i nuovi massicci interventi di nuova edilizia per oltre 35.000 metri cubi e 210 nuovi appartamenti, che avrebbero potuto esser in qualche modo sforzatamente giustificati con il mantenimento dei posti di lavoro e con l’apertura di nuove prospettive di incremento occupazionale, non hanno più nessuna, ma proprio nessuna, ragione di sussistere, se non sussistono più le motivazioni di carattere “sociale” che potevano renderli “accettabili”.
Questo progetto, nelle attuali condizioni e con le attuali previsioni di intervento, non sta diventando null’altro che la rappresentazione di un’ennesima colata di puro cemento nella zona tra le più belle della città. Una città che proprio perché soggetta ad un brutale saccheggio edilizio negli anni sessanta e settanta, ha più bisogno di spazi liberi e di salvaguardare quanto le resta della sua antica bellezza, che non certo di nuove cementificazioni massicce, dissimulate come “riconversione ” o “risanamento “; potrebbero essere tali se stessimo parlando di “fiori”, invece, stiamo parlando di “cemento armato”!
Alla luce di tutte le considerazioni sopraesposte, si ritiene quanto mai opportuno un’esame approfondito dell’attuale situazione del progetto approvato di riconversione dell’area del cantiere navale, considerando lo stesso:
1) Decaduto, essendo venuti meno i presupposti che giustificavano la sua approvazione tramite le procedure del ” decreto Burlando”.
2) Inattuabile, sentite e considerate le dichiarazioni del Sindaco di Pietra Ligure Valeriani Avio, circa le profondamente mutate condizioni economiche generali e del mercato edilizio dal 2007 ad oggi.
3) Inaccettabile, svolte le considerazioni di cui al precedente punto 1, in quanto, venendo meno le ragioni di ordine “sociale” che lo supportavano, lo stesso progetto non costituisce nient’altro che una nuova colata di cemento, che “sfigura” in modo grave il fronte mare della città.
Per tutto quanto sopra, Si propone che le delibere finora espresse sul tema dall’Amministrazione Comunale di Pietra Ligure, vengano REVOCATE.
Venga, inoltre, redatto un nuovo progetto che, essendo stata eliminata la forza lavoro specializzata dei dipendenti del cantiere navale, non contempli più nessuna previsione delle opere “a mare”, come il nuovo porto turistico, per di più non necessario, che inciderebbero in modo pregnante sui costi dell’intera operazione urbanistica, per una somma ipotizzata in ben oltre 22 milioni di euro.
Conseguentemente, non dovendosi più sopportare, da parte del soggetto attuatore, oneri per interventi pubblici così rilevanti, RIDUZIONE consistente dei nuovi interventi di nuova edilizia privata che, a loro volta, non dovrebbero più “compensare ” l’onere del costo delle stesse opere pubbliche se non non più fattibili.
Concludendo,, il nuovo progetto dovrebbe seguire delle semplici linee guida così riassumibili:
1) Non opere costosissime e non necessarie, come il nuovo porto.
2) Meno cemento, quindi meno nuovi palazzi, meno nuovi metri cubi, meno nuovi appartamenti.
3) Più spazi liberi, più spazi verdi, più parcheggi pubblici : più salvaguardia per questa zona sul fronte mare della nostra città.
Pietra Ligure, 9 Giugno 2017
Mario Carrara
Capogruppo Consiliare Lista Civica dei Pietresi
Mozione Consiliare
Sembra che la “moda” di “privatizzare” espropriando “il pubblico” a favore del “privato”, stia imperversando a Pietra Ligure.
Lo abbiamo assistito col caso clamoroso di via “Grotta”, portato all’attenzione del Consiglio Comunale da un’iniziativa di questo stesso Consigliere scrivente, ed ora la stessa cosa pare si ripeta anche nel levante di Pietra Ligure.
Qui siamo in piazza della Vittoria: cambiano i protagonisti ma le finalità e le metodologie sono identiche.
Là, dove prima c’erano ben tre parcheggi pubblici, usufruiti da tutti da un tempo ultraventennale (quarant’anni?), ora c’è un recinto ben delimitato di “proprietà privata”!
Ma com’é possibile una cosa incresciosa del genere?
Com’é possibile che, in una zona già di per sé congestionata da palazzoni e dall’insediamento umano, poverissima di parcheggi, si tolleri che alcuni dei pochi posti auto disponibili diventino ad esclusivo godimento “privato”?
Com’é possibile che il Comune tolleri che nel pieno di una piazza pubblica e a margine di una strada altamente frequentata come via Cesare Battisti, si possa erigere un recinto con catene e paletti?
Com’é possibile che una parte di un bene di cui tutti hanno usufruito per decenni e che é stato oggetto di spese, cure, manutenzione come la riasfatatura (l’ultima volta solo quattro o cinque anni fa) e la pulizia dai rifiuti; che usufruisce direttamente della pubblica illuminazione e dello smaltimento delle acque bianche tramite le pubbliche condotte, possa essere precluso alla “pubblica usufruibilità” da un momento all’altro, senza che il Comune intervenga e abbia nulla da eccepire; inoltre, che il Comune non si faccia valere non soltanto per reclamare l’avvenuta acquisizione al pubblico uso dei tre parcheggi in argomento, ma anche per reclamare tutti i lavori, gli interventi, le manutenzioni effettuati su quegli stessi spazi, per decenni, dal Comune stesso.
Sembra che, ormai, si vada consolidando tra la gente l’opinione che a Pietra Ligure, in questi ultimi anni, queste “intraprese” siano possibili e facili per l’esistenza di un’Amministrazione Comunale che pecca di “lassismo” o, più semplicemente, non ha la capacità di intervenire o di opporre energiche reazioni alle aggressioni o all’accampare supposti diritti sul patrimonio pubblico.
Per tutte queste ragioni sovraesposte, si chiede che il Consiglio Comunale approvi la presente Mozione Consiliare nel seguente dispositivo:
Il Consiglio Comunale di Pietra Ligure, in merito all’avvenuta recinzione con catene di una porzione di piazza della Vittoria, a lato a levate della stessa ed in posizione prospiciente via Cesare Battisti; ritenendo impropria la stessa recinzione, considerando che i tre parcheggi che vi erano là compresi siano, a tutti gli effetti, ormai, da considerarsi pubblici; considerando inaccettabile che in una piazza ad altissima densità urbanistica debbano vedersi sottratti dei posti auto al pubblico godimento, specie ora nel pieno della stagione turistica; preso atto che questo stato di disagio e malessere è stato segnalato e sollecitato da molti cittadini residenti e dai commercianti dei negozi della zona,
Impegna il Sindaco e la Giunta
a porre in essere tutte le iniziative idonee a ripristinare la situazione precedente; a eliminare la delimitazione della recinzione con paletti e catenelle; ad affidare eventuale incarico all’Ufficio Tecnico Comunale od a tecnico esterno di fiducia al fine di redigere progetto di esproprio (se catastalmente privata) dell’area recintata in argomento, al fine di ripristinare la pienezza “pubblica” dei parcheggi esistenti.
Pietra Ligure, 14/7/17. Dott. Mario Carrara
Capogruppo Consiliare
Mozione Consiliare
“Fontane e zampilli”
Noi stessi siamo stupiti dal fatto che siamo chiamati ad occuparci sia di argomenti rilevanti, importanti ed impegnativi, come pure di altri, semplici se non banali, come quello che stiamo per trattare: le fontane chiuse. O meglio, gli zampilli chiusi delle fontane.
Potrá apparire strano o anomalo, ma anche un fatto come questo é riuscito a scatenare lamentele e proteste, che hanno palesato un vero “disagio” ed insofferenza verso un altro dei provvedimenti assurdi ed impopolari assunti dalla presente amministrazione di Valeriani Avio detto Dario.
Al nostro suggerimento, che per un fatto del genere, di così ridotta entità, chi lo segnalava e se ne lamentava avrebbe fatto meglio a rivolgersi direttamente al Sindaco, che l’aveva disposto, la risposta è stata che ” Intanto, andare dal Sindaco non serve a niente, quindi, era meglio sollevare il “caso” dall’opposizione, cosi che, se anche non si fosse riusciti nell’intento, almeno ne sarebbe restata traccia….”.
La “questione” è in relazione al fatto che l’amministrazione ha disposto la chiusura degli zampilli delle fontane cittadine, sembra per evitare “sprechi” d’acqua; così, al momento, sono stati chiusi gli zampilli della fontana di via Colombo, presso la pasticceria Moggia e quello presso la rotonda della via Aurelia con via Borro.
Non si capisce davvero quale “catastrofico esborso” comporti il lasciare che l’acqua degli zampilli continui a sgorgare libera per chi voglia abbeverarsi con un sorso “d’acqua pubblica”; quale spreco si voglia scongiurare, tenuto conto che “gli zampilli d’acqua pubblica” sono soltanto tre in tutto il paese e danno acqua tramite un piccolo tubicino di meno di un quarto di pollice!
Inoltre, l’acqua che sgorga libera da uno zampillo è acqua più fresca e senz’altro garantisce maggior igiene.
Chi, da sempre, si serve delle fontane storiche pietresi per avere un sorso dell’acqua di Pietra non comprende, non capisce, non condivide un provvedimento così antipatico come quello di cui si argomenta, giustificato non da esigenze di giusta economia (sono giusti i risparmi sui “grandi numeri”), ma solo da una mentalità gretta e “sparagnina”, che, invece, di prendere “lodi”, scatena solo spontanee, inevitabili critiche e proteste.
Ma si capisce, in fondo, perché un tema piccolo come questo abbia potuto “toccare” la sensibilitâ di tanti: l’acqua è un bene di cui ogni essere umano ha bisogno e i cittadini di Pietra Ligure sono gelosi della loro “acqua pubblica” e dei mezzi tramite i quali si sono sempre abbeverati: la fontana presso la pasticceria Moggia é una fontana storica per eccellenza: già dai secoli scorsi ci si recava a rifornirsi d’acqua quando nelle case non esisteva l’acqua corrente.
Non può invocarsi, a ragione della chiusura degli zampilli pubblici, il fatto che il Comune di Pietra Ligure abbia deciso di conferire il proprio patrimonio di acqua pubblica a “PONENTE ACQUE” ed oggi voglia effettuare “risparmi consistenti” tagliando e risparmiando sulle …..fontane! O meglio: sugli zampilli delle fontane!
I risparmi -quelli veri!- se si fossero voluti davvero effettuare, avrebbero dovuto esserlo contrattando PRIMA con “PONENTE ACQUE” sugli importi delle tariffe, che aumenteranno pesantemente e che verranno imposte da quest’ultima ai cittadini pietresi, che non invece REGALARE alla stessa “PONENTE ACQUE” tutto il patrimonio d’acqua e d’acquedotto del Comune di Pietra Ligure, il piú ricco di tutto il comprensorio, senza avere in cambio, almeno una tariffazione più favorevole.
É su un’operazione come questa che si sarebbero dovuti cercare i risparmi! Non sulla miseria ridicola del risparmio dell’acqua con cui si vuole negare il sorso che placa la sete.
Delle scelte “oculate ” della buona amministrazione del Sindaco Valeriani Avio detto Dario se ne accorgeranno i cittadini pietresi, picchiandoci, TUTTI, “di naso”, quando arriveranno le prossime bollette dei consumi dell’acqua da “PONENTE ACQUE”! A lui dovranno la riconoscenza per quello che dovranno pagare in cambio del servizio loro offerto.
Che dire dello squallido spettacolo che offre ora la fontana dell’Aurelia, presso la rotonda con via Borro, che fu costruita dall’Anas nel 1941, destinata a placare la sete di quanti percorrevano la strada, non solo esseri umani, ma anche animali (che in quegli anni erano ancora numerosi) che trainavano carri e carretti e che trovavano nella vasca, appositamente costruita, una sicura fonte di ristoro alla sete della calura estiva?
E quanti sono stati i podisti, i motociclisti, i ciclisti che ad essa si sono abbeverati?
È stato chi sta ora scrivendo, nel 2004, come primo lavoro dopo l’assunzione dell’incarico ai lavori pubblici, a volerne il restauro e la riattivazione, resa possibile grazie al ripristino di un nuovo apposito collegamento colla rete dell’acquedotto comunale.
Il fatto che il getto d’acqua fosse offerto da uno zampillo, garantiva che essa fosse sempre fresca e pura; ora, sgomenta vedere questa fontana “secca” e la cui vasca sottostante, che doveva un tempo dissetare gli animali, essere, invece, piena d’acqua stagnante, verdastra e puzzolente, ove nuotano vermi e zanzare.
Complimenti all’igiene ed al decoro!
Non si venga, infine, a dire che le uniche vere fontane “giustificabili” sono quelle con un rubinetto e quelle a “getto continuo” sono tutte da chiudere perché ingenerano “spreco”; infatti, se fosse così, alcune tra le più belle ed antiche fontane italiane dovrebbero essere chiuse: da quella celeberrima di Trevi, a quella delle “cento fontane” di Tivoli o dell’Aquila, tanto solo per citare le prime che passano per la mente. Ma là non ci pensano proprio a chiuderle perché, per fortuna, non hanno una mentalità così gretta e considerano le fontane esistenti un patrimonio da preservare per tutti, non da ridurre o eliminare.
Pertutti questi motivi,Si chiede al Consiglio Comunale di impegnare la Giunta Comunale al ripristino immediato di tutte le fontane pietresi in tutte le funzioni di cui sono dotate, compresa l’erogazione dell’acqua a “getto continuo”.
Pietra Ligure, 12 Giugno 2017
Mario Carrara
Capogruppo Consiliare Lista Civica dei Pietresi