Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Noli me tangere !
La Carta geologica ignora il Savonese


Così scrive, sull’ultimo numero di “Trucioli”, l’architetto Giovanni Maina: “A Noli in piazza di fronte a S.Anna e sotto la Torre dei 4 cantoni, da sei giorni è in corso la raccolta firme contro il progetto, elaborato dall’ Anas e approvato dalla Regione dopo ben due bocciature della Commissione di Valutazione Impatto Ambientale, per la costruzione di un tunnel pesantemente invasivo che attraverserebbe il prezioso promontorio nolese, un patrimonio ricco di valenze naturali”. S.P.Q.R. – Sono Pazzi Questi Romani, così soleva dire Obelix nei fumetti di Goscinny ed Uderzo: Asterix.

L’arch. Giovanni Maina già presidente di Italia Nostra in Liguria e candidato sindaco di Noli nelle scorse elezioni

I Romani, guerrafondai per natura, costruttori di edifici pubblici, acquedotti e strade, nei territori conquistati, non hanno mai osato sconvolgere un territorio incontaminato e debole come il promontorio di capo Noli.

C’è riuscito il Bonaparte, ove nei territori di conquista portava a compimento opere che che dicessero quanto era “grande” lo Stato Francese; la costruzione della strada napoleonica costiera ha di fatto sconvolto il patrimonio naturale del promontorio, ancora oggi in via di costruzione, per effetto della mania di “grandeur” che ancora oggi distingue i francesi e che viene copiata anche in Italia dalle istituzioni statali.

Ora facciamo la distinzione tra “tunnel” e “galleria”; sono sinonimi, ma il vocabolo “tunnel” normalmente viene utilizzato per definire un percorso ferroviario, mentre per un percorso stradale gli si da il nome di “traforo” a canna unica o a due canne.

Gli antichi Romani per raggiungere località marine, senza deturpare il territorio, si servivano di “ viae militares – di permanente interesse strategico; di viae publicae: praetoriae o consulare – ossia le normali strade di grande comunicazione, dalle quali dipartivano viae vicinales – d’interesse locale o di raccordo di viae publicaes o viae privatae – di accesso a fondi privati dette anche viae agrariae e viae rusticae.

L’esempio più eclatante ci è fornito dal sistema viario delle Cinque Terre. Per arrivare Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, ci si serve della S.S. 370 Li. Delle Cinque Terre il cui percorso è tutto in altura. Dalla S.S. , con singoli percorsi, si raggiungono le varie località.

I percorsi alternativi sono dati dalla linea ferroviaria [eccezion fatta per Corniglia] e dagli attracchi marini per servizio pubblico effettuato da “vaporetti”.

Per “patrimonio naturale del promontorio, ancora oggi in via di costruzione”: La Liguria è una Regione che annualmente si solleva di pochi mm all’anno; il problema sta nella fragilità delle sue Falesie e dalle “beach rocks”, quest’ultime piattaforme addossate a falesie in rapida evoluzione, che si ritenere siano ancora in formazione. [vedi Trucioli – Capo Noli si sbriciola].

Questo argomento che è alla base del problema “tunnel si e tunnel no”, non è mai stato preso in considerazione dai “Cinque personaggi in cerca d’autore”, famoso dramma scritto da L. Pirandello, dramma, oggigiorno, reale in quel di Noli.

Mariuccia Vincenti attività nel mondo culturale ed ambientale a Noli

Personaggi ed interpreti: Anas, Dr. Niccoli – Sindaco della cittadina, dai componenti del Comitato nolese per la difesa di Salute e Ambiente : Maria Vincenti, Antonella Marotta, Carlo Gambetta, Anna Fontana.

Nel sito ANAS si legge: “Il nostro obiettivo è garantire la continuità territoriale del Paese attraverso la rete stradale e autostradale che gestiamo. A tal fine progettiamo, costruiamo e tuteliamo il patrimonio delle infrastrutture nazionali, attraverso il quale contribuiamo allo sviluppo del territorio e dell’economia. Sicurezza della rete, qualità, accessibilità e affidabilità dell’infrastruttura e dei servizi inerenti, tutela ambientale e, infine, ricerca dell’efficacia e dell’efficienza, sono le parole d’ordine che caratterizzano il nostro impegno nel perseguimento dell’obiettivo indicato. Siamo molto attenti al tema della sicurezza stradale e, per questo, siamo in prima linea nel rendere le vie di comunicazione sempre più sicure e nella costante opera di sensibilizzazione dell’intera cittadinanza intera sul tema”.

La nuova rotatoria sulla Via Aurelia permette tutte le manovre in entrata e in uscita di mezzi pesanti anche di grandi dimensioni senza creare problemi di capacità e di sicurezza. Il traffico motorizzato proveniente dalle Manie e da Via Calvisio userà quindi la nuova rotatoria all’incrocio tra Via del Santuario e Via Aurelia. La capacità della nuova rotatoria risulta in grado di smaltire con facilità i flussi anche nel caso di raddoppio degli stessi.

La nuova rotatoria è già stata ribattezzata: “La rotonda del beccamorto…”, il nuovo traforo che dovrebbe by-passare Capo Noli, quale nome gli verrà dato?

“E’ evidente che la destinazione della attuale Aurelia a futura pista ciclo-pedonale non darà una soluzione ai problemi di sicurezza e manutenzione attuali, infatti le pietre continueranno a cadere come lo hanno fatto finora, e ci saranno sempre equivalenti spese di manutenzione periodica o straordinaria”.

Tra le concause che contribuiscono al distacco di masse dalla parete sovrastante l’arteria stradale, contribuiscono pure le oscillazioni degli automezzi in transito sulla litoranea [anche la macchina del sindaco produce tale oscillazione]; il rippaggio e le risacche del moto ondoso che è particolarmente elevato in quanto siamo a contatto con il mare aperto; l’aumento della temperatura che favorisce il distacco di rocce o gruppo di esse [vedi Alpi e Dolomiti]; l’inclinazione dell’asse terrestre che porta la variazione climatica da temperata a sub tropicale umida, con aumento temperatura del mare, piogge e temporali violenti, nubifragi sempre più frequenti [bombe d’acqua], scomparsa progressiva della macchia mediterranea e desertificazione umida.

Al Comitato, che oggi raccoglie firme di tutti quei cittadini che sono contrari a questo “traforo”, non certo risolutore del problema in quanto con la formazione delle falesie, e sotto la spinta di fenomeni carsici e di fessurazione – poco oltre il ciglio della grande falesia, a partire dalla zona dell’osservatorio fino a circa la galleria del Malpasso, è presente una frattura aperta di diversi centimetri, che corre più o meno parallela al ciglio e separa verticalmente la parte esterna della parete dalla zona retrostante – andrebbe ad interessare ed operare in un contesto che attraversa ammassi rocciosi instabili, dove le venute d’acqua si sono accentuate, dove corre la frattura sopra detta e quindi lo stato complessivo è di precarietà, c’è da chiedergli se tale azione, una volta portata a termine, frena in modo definitivo la caduta di massi o se fosse meglio interagire, assieme all’Amministrazione pubblica, presso gli organi competenti dello Stato, con uno studio approfondito di geomorfologia del territorio, eseguito dal Dipartimento di Scienze della Terra di Genova e di Torino [“Techniques d’analyses et d’imageries par microscopies electroniques” organizzato dal CPMSI, Université d’Aix-Marseille], che assieme avevano già studiato il territorio ?

Le ferrovie dello Stato nella costruzione della nuova linea Spotorno – Finale Ligure, hanno by-passato il problema, posizionando il tunnel ben all’interno della linea di costa, non sarebbe il caso di chiedere a loro lo studio dell’area effettuato ?

Inoltre, la Federazione degli Ordini degli ingegneri della Liguria lo scorso febbraio 2016, lanciava un appello a cambiare la normativa regionale: secondo i professionisti in 35 Comuni liguri oggi si costruisce o si effettuano ristrutturazioni di fabbricati chiedendo obbligatoriamente un’autorizzazione sismica che è inutile. Oppure si eseguono gli stessi lavori in zone a elevato rischio sismico senza i previsti iter autorizzativi.

La legge regionale 50 del 2012 ha allegato un elenco di Comuni classificati in parziale contrasto con i criteri dettati dalle nuove norme tecniche di costruzione (Ntc, decreto ministeriale del 14 gennaio 2008) entrate in vigore nel 2009.

In pratica, secondo queste norme, per ogni costruzione ci si deve riferire a un’accelerazione di riferimento “propria” individuata sulla base delle coordinate geografiche dell’area di progetto e in funzione della vita nominale dell’opera. Un valore di pericolosità di base, dunque, definito per ogni punto del territorio nazionale, di 5 km di lato, indipendentemente dai confini amministrativi comunali.

Così non si progetta più con i quattro valori della precedente normativa, ma secondo valore specifico per ogni area del territorio.

La classificazione sismica (zona sismica di appartenenza del comune) rimane utile solo per la gestione della pianificazione e per il controllo del territorio da parte degli enti.

Sulla base dei calcoli sull’accelerazione, le province maggiormente interessate dall’anomalia amministrativa sono quelle di Imperia e La Spezia.

Sono stati attribuiti impropriamente ad alcuni Comuni gli obblighi amministrativi della zona 2.

Nello spezzino l’anomalia comprende Arcola, Bolano, Brugnato, Calice al Cornoviglio, Castelnuovo Magra, Ortonovo, Rocchetta Vara, Santo Stefano Di Magra, Sarzana, Vezzano Ligure e Zignago. Nell’imperiese per esempio alcuni Comuni tra loro confinanti e facenti parte dello stesso territorio come Badalucco, Montalto Ligure, Molini di Triora, Triora, che partendo dal mare costituiscono la Valle Argentina, presentano delle accelerazioni pressoché identiche, sono categorizzati in zona 3S, ma solo due (Badalucco e Montalto Ligure) sono soggetti ad esame preventivo.

Ancora: Imperia, Chiusavecchia, Chiusanico, Pontedassio e Pieve di Teco, che si susseguono lungo la Valle Impero, hanno accelerazioni simili, ma vengono suddivise tra zona 3S e zona 3 (Pieve di Teco) e solo per Imperia si richiede l’autorizzazione sismica preventiva.

Il grande progetto della Carta geologica italiana, indispensabile per conoscere a fondo il territorio e costruire ponti, strade e palazzi davvero sicuri e a prova di terremoto, è fermo a metà strada. La Liguria non fa eccezione: solo metà del territorio regionale è coperto da questa carta geologica moderna, su scala 1:50.000, disponibile sia in formato stampa che in versione digitale. Le zone a maggiore pericolosità sismica della regione, Lunigiana e provincia di Imperia, sono state in gran parte rilevate, ma altre zone, come la provincia di Savona, restano quasi del tutto ignorate. Un peccato, perché senza una conoscenza approfondita del terreno nessuna costruzione, nemmeno la più moderna, può dirsi al 100% al riparo da pericoli, se lo ricordi il Signor Sindaco, le pietre non sono quelle dei calcoli al fegato !

Alesben B.

 


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