Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Estate all’aria aperta, ma attenti alle vipere


Siamo ormai all’inizio del estate e molte sono le famiglie che, approfittando del tempo favorevole, amano trascorrere i fine settimana, o anche solo la domenica, all’aria aperta a contatto con la natura in montagna o in collina allontanandosi dall’aria inquinata della città.

Ma perché una giornata, nata all’insegna della pace e tranquillità, non si trasformi in una possibile tragedia occorre osservare alcune semplici regole di comportamento. Parola d’ordine è ” attenti alle vipere! ”

Questo è, per i più, un avvertimento superfluo , ma il numero sempre crescente di persone ricoverate per morsi di serpenti ,in alcuni casi con gravi conseguenze ,offre lo spunto per alcune semplici considerazioni.

Contrariamente a quanto si credeva fino a non molto tempo fa la vipera, il nemico numero uno dei “turisti domenicali” , la si può trovare ovunque ,dalla pianura ai luoghi umidi (sponde dei fiumi, risaie),dalla collina alla montagna( alcuni esemplari sono stati rinvenuti anche ad alta quota ) e ,cosa più grave, non è raro trovarla anche alla periferia dei centri abitati.

Fino ad alcuni decenni fa l’ economia italiana, e in particolare del Piemonte, era basata sull’agricoltura, sulla silvicoltura e vi erano insediamenti umani un po’ ovunque e di conseguenza l’equilibrio naturale veniva mantenuto dalla presenza dell’uomo e degli animali domestici tenuti all’aperto ( galline, suini, tacchini) o falchi ed altri piccoli rapaci, naturali nemici delle vipere, ora quasi scomparsi per i molteplici diserbanti utilizzati in agricoltura.

Ora buona parte di questi presupposti sono venuti a mancare con un aumento indiscriminato e incontrollato di questi rettili (si tenga anche presente che la vipera vive mediamente 25 anni e ogni anno può dare alla luce, a seconda della specie , da 2 a 20 viperini) ……

Nel nostro territorio sono quattro le specie di vipera : Vipera aspis (vipera comune), Vipera bernus ( marasso palustre) Vipera ammodytes (vipera del corno) e Vipera Ursini ( vipera dell’Orsini).

La vipera comune è quella maggiormente diffusa ,predilige zone a scarsa vegetazione, pietrose dove le sia possibile scaldarsi al primo sole per la sua bassa temperatura corporea . l’estremità della coda è giallo-arancio , la testa triangolare e piatta, l’occhio è grigiastro con la pupilla obliqua.

La vipera beruns, di estrema irritabilità , è sempre pronta all’attacco si può trovare sia in riva ai fiumi che ad alta quota .il suo corpo è di colore grigio o rossastro, è più scura dell’aspis e in montagna se ne possono trovare esemplari neri.

La vipera del corno è la più velenosa mentre la vipera di Orsini non è molto comune sul nostro territorio.

Ma a parte le caratteristiche generali ricordiamo che la vipera ,per la sua struttura particolare, è facilmente riconoscibile da una comune biscia:

Ha un tronco tozzo e robusto,coda breve con una strozzatura dalla cloaca in poi, testa piatta che si allarga a forma triangolare,squame piccolissime ed irregolari ,occhio sempre a pupilla verticale ed infine bocca molto ampia in proporzione alla testa.

Alcuni piccoli avvertimenti: :non fidarsi mai delle apparenze, è controproducente pensare che in ogni caso fuggano, dato il notevole incremento sono diventate più aggressive.

In montagna calzare stivaletti e calzettoni di lana pesante, lungo i sentieri camminare con passo cadenzato e pesante, battere i cespugli, le erbe alte e i rovi con bastoni, non appoggiarsi sui tronchi coperti di fogliame , dopo un riposo sull’erba scuotere con energia gli indumenti prima di indossarli .

Non lasciare gli automezzi con le portiere aperte e, prima di dissetarsi ad una fontana o fermarsi nei pressi di un casolare abbandonato ,fare una preventiva esplorazione.

Qualora vi trovaste davanti ad una vipera evitate di schiacciarla con un piede e, se siete costretti a colpirla, fatelo con un bastone tenendovi a distanza di sicurezza.

A volte , pur con tutte le precauzioni, può succedere di essere morsicati, il morso della vipera è facilmente riconoscibile da due piccoli fori a distanza di 8 10 mm ed è caratterizzato da un vivo dolore con rapida comparsa di una dura tumefazione e, quando il veleno entra in circolo, conati di vomito, diarrea e dolori addominali.

Data la velocità con cui il veleno entra in circolo, in primo luogo occorre far sdraiare il paziente per rallentare la circolazione, quindi applicare un laccio emostatico stretto a monte del morso senza però ostacolare la circolazione del sangue…. Evitate al ferito qualunque sforzo e l’uso di bevande alcoliche, si può somministrare caffè e cardiotonici, in attesa dell’arrivo del 118 non incidere tra i due fori della morsicatura ma , se disponibile, usare acqua fredda per diluire il veleno ….

Luciano Bona


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