Mentre la cassa integrazione diminuisce in tutto il Paese, e anche in Liguria, Savona si conferma maglia nera del lavoro. Tra gennaio e aprile, la cassa integrazione è triplicata in provincia, totalizzando 2 milioni e 950 mila ore di cassa integrazione, con un aumento del 334% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Lo rende noto il sito Savonauno.it, specializzato proprio nel fotografare il panorama economico della provincia di Savona. Con questi dati, Savona incide pesantemente sulla percentuale regionale.
Infatti, in Liguria in quattro mesi la cassa integrazione ha totalizzato 4 milioni 543 mila ore, con un incremento del 18,8% rispetto al periodo gennaio-aprile del 2016, quando le ore autorizzate erano 3 milioni 825 mila. I dati Inps, elaborati dall’Ufficio Studi della Cgil ligure, indicano un incremento del 25,6% per la gestione straordinaria (3 milioni 824 mila ore autorizzate), una flessione del 16% della cassa ordinaria (481 mila ore) e un aumento del 14,9% della cassa in deroga (237 mila ore).
Ma la grande malata del lavoro ligure continua ad essere la provincia di Savona, che con 2 milioni e 950 mila ore di cassa integrazione autorizzata tra gennaio e aprile, rappresenta da sola il 65% del totale regionale, segnando un incremento stratosferico (+334%) rispetto allo stesso periodo del 2016. Del periodo preso in esame, particolarmente preoccupante il mese di marzo, quando le richieste di intervento della Cig avevano accumulato ben 889 mila 434 ore su un totale, per l’intera Liguria, di 1 milione 240 mila: praticamente, costituivano due terzi della cassa integrazione complessiva della Regione. Spiccava, in questo quadro, il dato relativo alla gestione straordinaria savonese: del totale, ben 803 mila 816 erano le ore richieste di cassa straordinaria.
Tornando ad analizzare i primi quattro mesi di quest’anno, Genova, con 1 milione 106 mila ore complessive, ha registrato una diminuzione del 54,5%, La Spezia (411 mila ore autorizzate) è a -15,7% e Imperia (77 mila ore autorizzate) ha conquistato una flessione del 66,7% rispetto allo scorso anno.
Mentre l’amministrazione del capoluogo discetta amabilmente di nuovi insediamenti edilizi sul cosiddetto “waterfront” presentando le ennesime speculazioni che stanno all’origine primario di questo drammatico stato di cose le previsioni più nere riguardanti l’economia della provincia di Savona si stanno drammaticamente avverando.
Ricordiamo ancora una volta come sta procedendo la vicenda (ormai ridicola se non ci fosse da piangere della dichiarazione di area di crisi complessa, sula quale istituzioni e sindacati avevano mostrato grandi affidamento).
A distanza di quasi un anno dal decreto (Settembre 2016) i risultati concreti si possono così riassumere:
1) Nomina di due commissari (incaricati specifici) da parte di Invitalia.
2) Avviso di procedura da parte dell’Amministrazione Provinciale per individuare aree utilizzabili per il Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale.
Dal che si deduce che delle linee di intervento del Progetto non c’è ancora traccia. Si può ben dire: risultati zero.
La situazione delle principali industrie della Provincia (Bombardier e Piaggio) è la seguente:
Piaggio di Villanova: cassa integrazione prorogata fino al 20 settembre del 2017, per un totale di 14 mesi, con l’impegno a vedersi nel momento in cui si attiverà la norma che prevede il prosieguo sino ai 24 mesi come previsto dal piano industriale sottoscritto presso il Governo.
Bombardier di Vado Ligure: nessun esito dal vertice a Roma tra il Ministero dello Sviluppo Economico e le organizzazioni sindacali di categoria sulla vertenza della Bombardier e dello stabilimento vadese, un incontro che era arrivato dopo l’ultima protesta da parte dei lavoratori sulla difficile situazione del sito industriale e la mancanza di prospettive industriali e di carichi di lavoro: la cassa integrazione straordinaria è prevista fino a fine novembre, con la speranza di non dover ritornare a parlare di nuovi ammortizzatori sociali per le maestranze.
Sono queste le cose serie sulle quali le istituzioni non si impegnano e i sindacati si limitano ad assistere, senza nemmeno più da tempo convocare momenti di mobilitazione. Altro che Crociere come “oro per la Città”. E’ da rivedere un intero quadro economico che oggi come oggi si presenta davvero, come dicono i numeri, in una dimensione di disastro.
Ripetiamo ancora per l’ennesima volta quello che potrebbero essere dieci punti sui quali attaccare questo endemico stato di crisi:
1) E’ indispensabile lavorare nei confronti delle proprietà per una implementazione della tecnologia e della produttività delle due più importanti aziende della provincia di Savona: Bombardier e Piaggio Aeronautica.
2) Deve essere attivata la bonifica del sito ACNA di Cengio, con relativa destinazione dell’area ad uso industriale.
3) Va attivato un recupero ad uso industriale con attività ad alta densità tecnologica per il sito di Ferrania. In questo senso potrebbe essere cercato un contatto per la realizzazione di sinergie con Genova nel campo dell’hig-tech (Genova high- tech s.p.a).
4) E’ necessario eseguire una accurata ricerca riguardante i siti utilizzabili per insediamenti di piccola industria e artigianato.
5) Per quel che riguarda i punti 2-3-4 è evidente che ci troviamo in una forte carenza dal punto di vista infrastrutturale, in particolare le ferrovie: un nodo da affrontare urgentemente.
6) E’ urgente un piano di riassetto della situazione idro – geologica del territorio e un piano di prevenzione degli incendi boschivi.
7) Per quel che riguarda il Comune capoluogo rimane decisiva un presenza di forte e costante impatto nella presenza culturale al Centro della Città. In questa direzione (dopo che è stato inopinatamente concesso ai privati di ristrutturare il vecchio San Paolo) è fondamentale l’uso di Palazzo Santa Chiara: spazio per biblioteca e insediamento di sede di studio universitario. Il campus di Legino deve proseguire nella sua attività ma ne sono evidenti i limiti strutturali nel rapporto con la Città.
8) Riassetto e recupero dei centri urbani, nella direzione delle nuove tecnologie di risparmio energetico e di isolamento termico. Serve anche un’operazione di dismissione dell’amianto.
9) Apertura di una seria trattativa con la Regione su trasporto pubblico e sanità pubblica;
10) Stabilire un piano certo di finanziarizzazione dei progetti che deve essere parte integrante di un eventuale accordo di programma.
Franco Astengo
LO STAFF DEL SINDACO DI SAVONA:
RECUPERO DI VILLA ZANELLI UN SOGNO CHE DIVENTA REALTA’
“Il recupero di Villa Zanelli è un sogno che diventa realtà. Dopo vent’anni di attesa, nei quali l’edificio è rimasto inutilizzato, un risultato che tutti i Savonesi aspettavano: fare di nuovo risplendere un gioiello liberty del nostro territorio. Questo, grazie a un progetto assemblato a tempo record, subito dopo il nostro insediamento, frutto del lavoro di sinergia tra Amministrazione Comunale, Regione Liguria e IRE, che consentirà di restituire alla Città Villa Zanelli, coniugando diverse tipologie di turismo: del benessere, sportivo, culturale, balneare ed enogastronomico”. Così Ilaria Caprioglio, Sindaco di Savona, dichiara in merito al progetto di recupero di Villa Zanelli, presentato oggi nella Sala Trasparenza della Regione Liguria.
REGIONE LIGURIA, PRESENTAZIONE DEL PROGETTO DI RECUPERO DI VILLA ZANELLI A HOTEL – MUSEO: STANZIATI 5 MILIONI
GENOVA. Un gioiello liberty nel cuore di Savona inutilizzato dal 1998 che sta per essere recuperato per diventare spazio polifunzionale e hôtel de charme. Il piano di recupero è stato presentato questa mattina nella sede della Regione Liguria dal Presidente Giovanni Toti e dall’assessore all’Urbanistica Marco Scajola, insieme ai vertici di IRE, la società per le Infrastrutture di Regione e di ARTE Genova, azienda territoriale per l’edilizia proprietaria dell’immobile.
Il recupero rientra nella strategia di rilancio della città di Savona e in particolare dell’area del waterfront voluta da Regione Liguria, in collaborazione con l’amministrazione comunale che è in attesa del finanziamento statale del bando per il recupero delle periferie per un totale di 18 milioni di euro. Al momento Regione Liguria ha stanziato 5 milioni di euro sul fondo strategico regionale per anticipare i finanziamenti e consentire l’immediato avvio dei progetti.
Il progetto, redatto da IRE su incarico di ARTE Genova con l’intento di strappare al degrado uno splendido manufatto storico artistico circondato da un ampio parco a pochi metri dal mare, si articola su tre livelli:
– Restauro delle facciate e degli ambienti interni
– Nuove destinazioni d’uso degli ambienti della villa
– Recupero del parco storico
Museo della balneazione – Era stato il Presidente Toti a proporre nel giugno scorso la valorizzazione della villa attraverso la creazione di un museo del mare e della balneazione, a testimonianza dell’importanza della funzione balneare che le ville della riviera avevano avuto nel secolo scorso. Un turismo nato nei primi decenni del secolo scorso che aveva visto la presenza nella Riviera ligure di importanti personaggi internazionali. Dopo essere stato sede di funzioni ambulatoriali pubbliche, a partire dagli anni ’60, i liguri avevano assistito al progressivo degrado dell’immobile.
Hotel de Charme – Accanto al museo che sarà ospitato al piano terra della villa è prevista la realizzazione di un albergo con ristorante e servizi annessi, situati al primo e al secondo piano. Secondo il progetto saranno sette le camere di lusso con ristorante panoramico sul tetto.
Parco storico – Misura circa 8.000 mq con 80 alberi di grosso fusto. Attualmente versa in cattive condizioni e il restauro prevede il censimento botanico, la cura e la manutenzione delle essenze e la trasformazione del giardino in parco di accoglienza aperto al pubblico.
Il progetto definito sarà approvato a luglio per poi arrivare alla progettazione esecutiva nel gennaio 2018 e all’avvio dei lavori nel giugno dello stesso anno.
“Con la presentazione di questo progetto oggi abbiamo rispettato i tempi e mantenuto le promesse di riqualificare un gioiello liberty del Mediterraneo – ha ribadito il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – Abbiamo stanziato 5 milioni di euro attraverso il Fondo Strategico Regionale e con la nostra società IRE si è dato il via alla progettazione per dare nuova vita alla struttura che diventerà un centro polifunzionale di supporto all’offerta turistica di Savona e un elemento centrale di riqualificazione di un progetto più vasto del waterfront”. Anche l’assessore Marco Scajola ha sottolineato “l’importanza del recupero di un bene che era in una situazione di abbandono e di degrado da anni e con in più il vincolo della cartolarizzazione. Oggi possiamo dire che si parte con il rilancio non solo della Villa, ma anche del giardino che avrà un interesse pubblico”. “Nel progetto – ha concluso Scajola – saranno coinvolti anche i privati, ma è importante sottolineare che la struttura sarà riqualificata e rilanciata”.