Per molto tempo si è creduto, e alcuni lo credono ancora, che le origini dell’8 Marzo come Giornata Internazionale della Donna andassero ricercate in una violenza subita da operaie americane morte in un incendio nella loro fabbrica a New York nel 1908 o, secondo altre versioni, a Chicago nel 1911. Gli storici hanno dimostrato che questo tragico evento in realtà è un mito fondante, cioè è il racconto di un fatto, che, a prescindere dalla sua veridicità o meno, fa da fondamento per il suo valore simbolico alla Giornata che si intende celebrare.Nel nostro caso il fondamento della Giornata Internazionale della Donna è costituito dal richiamo alla lotta delle donne contro ogni violenza, ogni sfruttamento, ogni discriminazione.
Intendiamoci: il fatto che le operaie non siano morte in un incendio l’8 marzo del 1908 o del 1911 non significa che violenze del genere non fossero possibili: ad esempio il 25 marzo del 1911, proprio negli Usa, (e questo è un fatto storicamente accertato!) morirono in una fabbrica 146 operaie che il padrone aveva rinchiuse perché non potessero scioperare.
Dal 1909 negli USA si celebrava una “Giornata della Donna” per iniziative delle donne socialiste. Nel 1910 a Copenaghen nella Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste fu proposto che in ogni Paese si fissasse una Giornata di lotta per le rivendicazioni delle donne, a partire dalla rivendicazione del diritto di voto. Tra il 1911 e il 1915 si ebbe una celebrazione del genere in diverse capitali europee.
La prima Giornata 8 marzo attestata risale al 1914 in Germania come rivendicazione del diritto delle donne al voto. In Italia la prima celebrazione significativa dell’8 marzo risale al 1921, dopo la fondazione del Partito Comunista d’Italia, e fu proclamata dalle donne comuniste mentre le donne socialiste la boicottarono ritenendola una manifestazione borghese.
Il regime fascista vietò la celebrazione dell’8 marzo, che fu ripresa l’8 marzo 1945 in un liceo di Roma ad opera dell’UDI (Unione Donne Italiane) che allora raggruppava donne comuniste, socialiste e cristiano-democratiche. La celebrazione su tutto il nostro territorio nazionale divenne una consuetudine a partire dall’8 marzo 1946, quando fu scelta la mimosa come simbolo della Giornata, scelta che riguarda proprio l’Italia.
Da allora la celebrazione dell’8 marzo, portando in piazza la capacità di rabbia e di allegria, di denuncia e di ironia delle donne, ha sempre conservato i legami col suo mito fondante (quello della morte violenta delle operaie americane), nel senso che non è mai stata una “festa” delle donne ma è stata soprattutto una giornata di lotta e di richiamo alla necessità di lottare contro le discriminazioni di volta in volta emergenti.
E così la Giornata si è arricchita progressivamente delle battaglie femministe e oggi si carica della protesta contro il femminicidio o contro la mortificazione della libertà delle donne che arrivano in Italia da altri Paesi e sono succubi di una cultura maschilista a dispetto dell’art. 3 della nostra Costituzione.
Luigi Vassallo