Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Albenga 300 case con la fossa bipologica e non allacciate alla rete fognaria


Quante sono, ad Albenga, le abitazioni non allacciate alla rete fognaria e che fanno ricorso alla fossa biologica ? E’ giusto incolpare il mondo dell’agricoltori di inquinare le falde per l’uso di pesticidi e fertilizzanti ? Hanno un fondamento le voci di chi sostiene che potrebbero essere un migliaio le case che inquinano ? Negli ambienti di palazzo civico si parla di 200 – 300 casi. Il tema agricoltura, la sua importanza nella vita socio economica della città riveste un ruolo primario. Non è una novità che l’uso dell’azoto sebbene sia un elemento nutritivo vitale per la crescita delle piante, in concentrazioni elevate può risultare dannoso per l’uomo e la natura. L’uso di nitrati in agricoltura, ampiamente diffuso nei fertilizzanti organici e chimici, rappresenta un’importante fonte d’inquinamento delle falde acquifere sostengono gli esperti.

I nitrati possono essere molto pericolosi per la salute umana: l’assunzione di nitrati e nitriti negli adulti può, ad alte concentrazioni, originare nell’organismo sostanze cancerogene (nitrosammine e nitrosammidi). Nei neonati i nitrati sono più pericolosi che negli adulti: nel loro intestino i nitrati vengono trasformati in nitriti, questi ultimi reagiscono con l’emoglobina (la proteina dei globuli rossi che trasporta l’ossigeno) inattivandola. Negli adulti questo problema non si manifesta in quanto è presente un enzima che riesce a ripristinare l’emoglobina funzionante, mentre nei neonati questo enzima viene prodotto solo dopo il terzo mese di vita. Va ricordato che i nitrati, oltre che nell’acqua, possono essere presenti negli insaccati, dove vengono utilizzati come coloranti e conservanti e nelle verdure a foglia larga (es. insalate). Si aggiungano i fosfati di ammonio ritenuti a loro volta tossici.

Il problema della più estesa pianura ligure e dell’inquinamento delle falde (?)  non sarebbe però ad addebitare all’attività degli agricoltori. Intanto è opportuno distinguere che in ballo non ci sono rischi per le reti idriche destinate al consumo umano. Il nodo resta quello degli acquedotti irrigui che sono privati. Chi controlla ? Quali sono  le conseguenze di centinaia di abitazioni non allacciate alla rete fognaria ? I pozzi neri che sfuggono ad ogni controllo. Si è mai attuata un’indagine ? Se si, cosa si è scoperto ?  O invece bisogna partire da capo con accertamenti a tappetto, soprattutto nelle estreme periferie.

Pare di capire che i primi ad avere interesse a non utilizzare per irrigazione acqua ‘tossica’, nociva per la ‘salute’ delle stesse coltivazioni, siano proprio gli agricoltori che hanno preso coscienza del pericolo, dei rischi e da anni ormai sono corsi ai ripari. Resta anche da sapere – e pare non sia facile – se siano stati fatti dei campionamenti e quali i risultati. Anche ‘solo’ 300 fosse biologiche non allacciate è questione marginale?  E’ vero che veniamo da decenni di incuria di un territorio alle prese con mire speculative, ma nel terzo secolo il tema fognature ad Albenga non investe unicamente l’aspetto dell’allaccio al depuratore consortile: Le polemiche per la realizzazione della ‘stazione di pompaggio impattante’. C’è l’urgenza di procedere di pari passo con gli allacci alle fognature. Prima che accada il peggio causa inquinamento delle falde. Dal salino è di fatto impossibile difendersi, dalle acque nere il rimedio c’è, eccome.  Nell’interesse della comunità tutta, agricoltori in primis.

 

 


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