Al sig. sindaco GERMANO BARBANO. A Mons, Vescovo VITTORIO LUPI.
Da Il Territorio Del Marchesato – Relazione Storica, pag. 6 – stesso Autore
“…I territori di Vezzi e di Portio appartennero dal 1798 al mandamento di Noli, ma il territorio di Portio fece parte a se e nel 1804 fu unito al Comune di Magnone per fare un unico Comune e per essere nuovamente diviso dal 1814.
Nel 1815 Portio fu nuovamente legato a Magnone e nel 1854 fu Portio a dare il nome al Comune.
Nel 1871 i Comuni di Vezzi e di Portio furono uniti in un unico Comune, ma solo il decreto reale del 27 luglio 1895 autorizzò e sancì l’effettiva unione.”
Quattro sono le frazioni di Vezzi Portio: Magnone, Portio, San Filippo e San Giorgio.
Quattro Chiese e quattro cimiteri. Quattro sono i patroni per ogni frazione ed Uno solo il Patrono dell’intero Comune, che l’Amministrazione, attualmente in carica, l’ha riconosciuto come Patrono Fantasma: SANTISSIMO SALVATORE – 6 AGOSTO [da:
tuttitalia.it › Italia › Liguria › Provincia di Savona ].
C’era una volta, così iniziava la fiaba che le nonne raccontavano ai bimbi prima di addormentarsi; c’era una volta ………….
la Comunità iniziava a preparare la festa almeno una o due settimana prima.
Festa che accumulava il sacro al profano, una felice osmosi tra quanto di profondamente religioso può ancora essere presente nei paesi e quanto invece di moderno e, se vogliamo, laico, giovane, fresco, serve alla Chiesa stessa per non perdere totalmente il contatto con le nuove generazioni.
Da una parte la Confraternita che si occupava nell’allestire in “primis” l’oratorio del Santo, le prove dei portatori [camalli] più abili a portare i Crocifissi; la revisione dei “crocchi” ovvero le grosse bretelle in cuoio che sul punto vita presentano un “bicchiere” robustissimo nel quale viene inserita la base della croce, in modo tale che il crocifisso rimane più alto rispetto all’altezza media dei partecipanti alla processione.
Questi crocifissi sono lignei e intarsiati di argento; alcuni da più di due secoli guardano i fedeli dalle navate degli oratori; altri sono dell’inizio del Novecento, altri ancora sono più recenti (la Confraternita di Loano ne sfoggia uno nuovissimo con la croce addirittura in fibra di carbonio, più leggera del legno). Alcuni sono di dimensioni normali, altri sono molto grandi e possono arrivare anche ad una estensione di nove metri quadrati per più di 150 kg. di peso. Alcuni hanno l’immagine di Gesù quasi a grandezza naturale, altri hanno delle splendide immagini di Cristo nere; quasi tutti presentano ornamenti argentei ai lati della croce (i cosiddetti “canti”, il cui nome una suggestiva tradizione popolare vuole far derivare dal “canto” che il portatore oppure il vento stesso fa loro emettere ondeggiando durante il cammino) grandi quasi come la croce stessa.
La filosofia cui ciascun portatore è l’abilità, e la capacità di mantenere la calma quando durante le processioni alcuni fedeli troppo entusiasti si avvicinano al crocifisso; di far “ballare il crocifisso”, ossia la bravura che ogni portatore dimostra quando, durante il suo turno, ondeggia e saltella lungo la processione, magari al ritmo dell’immancabile banda di paese che segue la processione e, senza volere (forse) aiuta a mantenere l’equilibrio; e manda su tutte le furie certi parroci, che molte volte rifiutano gli aspetti “pagani” di queste manifestazioni.
Partecipavano alla processione tutte le Confraternite del circondario che hanno risposto all’invito loro formulato ufficialmente dalla confraternita organizzatrice.
Dall’altra la Comunità e l’Amministrazione che si occupava di allestire l’aspetto coreografo della festa, supportati da volontari a vario titolo.
C’è chi si occupava di “trovare” il prete [A] disposto a celebrare la funzione; dei portatori della “cassa” del Santo; del concerto delle campane; della banda musicale [in una processione c’erano addirittura tre]; del percorso della processione che normalmente “toccava” le abitazioni più significative della frazione; del banco della lotteria; delle “torte” all’incanto, il cui ricavato veniva devoluto alla Chiesa per i poveri; non già da ultimo a “dar da mangiare” ai quei poveri fedeli che, nonostante il caldo, hanno seguito la processione. Ah, dimenticavo, durante la S.Messa, anche se c’era posto in chiesa, la maggior parte degli uomini stava fuori a pettegolare, aspettando l’inizio della processione.
Nel comune di Vezzi Portio fanno parte anche le frazioni o località di San Giorgio (1,84) Bassi (2,60 km), Borghi (0,36 km), Campei (1,01 km),Case sparse (– km), Costa (1,52 km), Gravani (1,74 km),Magnone (1,10 km), Magnone Inferiore (1,19 km), Meirone(1,33 km), Pian Lodola (0,55 km), Portio (0,78 km), Revelli (0,81 km), Rovere (3,09 km), San Filippo (2,85 km), Vilmar (1,45 km).
Ogni Frazione e relative Borgate ha il suo Santo Patrono:
MAGNONE:
Borgate: Borghi, Borsana, Cassigliano, Fusasche,Magnone Inf., Magnone Sup., Monteggio.
Edifici speciali: Municipio, scuola dell’Infanzia e Chiesa parrocchiale del S.S. Salvatore, Cappella di Santa Libera, Cappella di San Giacomo
PORTIO:
Borgate: Berea, Cà da Bò, Cà de Revè, Cà di Bassi Inf., Cà di Bassi Sup., Chiesa, Meirone, Rocca.
Edifici speciali: Centro sociale e Chiesa parrocchiale del S.S. Sepolcro
VEZZI SAN FILIPPO:
Borgate: Bassi, Cà du Munte, Rovere Inf., Rovere Sup.
Edifici speciali:
Chiesa parrocchiale di San Filippo Neri, Cappella di Santa Liberata
VEZZI SAN GIORGIO:
Borgate: Campei, Costa, Firpi, Gravani.
Edifici speciali: Museo del Territorio e Chiesa parrocchiale di San Giorgio, Cappella di Sant’Antonio da Padova, Cappella di San Calogero.
Ogni Frazione e relative Borgate celebra solennemente il proprio Patrono.
Dal calendario pubblicizzato dal Comune – 2015 – Comune retto dal sindaco Germano Barbano [2014].
scompare la Festa di Magnone ma vengono riportate solo le seguenti festività:
Domenica 24 maggio – ore 16.00
FESTA DI S. FILIPPO
Fraz. Vezzi San Filippo, chiesa parrocchiale
SS. Messa – Processione – Rinfresco
Sabato 13 giugno – ore 17.00
FESTA DI S. ANTONIO
Fraz. Vezzi San Giorgio, cappella di S.Antonio
SS. Messa – Benedizione dei gigli – Rinfresco
Giovedì 18 giugno – ore 19.00
FESTA DI S. CALOGERO
Fraz. Vezzi San Giorgio – loc. Costa
SS. Messa – Cena
Sabato 4 luglio – ore 19.00
FESTA DI SANTA LIBERATA
Fraz. Vezzi San Filippo, loc. Rovere Superiore
SS. Messa – Cena
Domenica 26 luglio –
FESTA DI S. GIACOMO
Fraz. Magnone, cappella di San Giacomo
Ore 9 SS. Messa – ore 17 Vespro e rinfresco
Domenica 23 agosto – ore 17.00
FESTA DI S. BERNARDO
Fraz. Portio, chiesa parrocchiale
SS. Messa – Processione – Rinfresco
Domenica 30 agosto – ore 16.00
FESTA DI S. BARTOLOMEO
Fraz. Vezzi San Giorgio, chiesa parrocchiale
SS. Messa – Processione – Rinfresco
Domenica 8 novembre – ore 16.00
FESTA DI S. CARLO BORROMEO
Fraz. Vezzi San Filippo, chiesa parrocchiale
SS. Messa – Rinfresco
È pur vero che in ognuna di queste località aleggia la figura di Nostro Signore, il S.S. Salvatore, Colui che dà Ordine a tutte le cose ma depennarLo da Santo Patrono è ignobile da parte di tutta l’Amministrazione Comunale, Sindaco in testa, Assessori e Consiglieri sia di maggioranza che di minoranza, nonché dai parrocchiani medesimi.
[A] – “Festa che accumulava il sacro al profano, una felice osmosi tra quanto di profondamente religioso può ancora essere presente nei paesi e quanto invece di moderno e, se vogliamo, laico, giovane, fresco, serve alla Chiesa stessa per non perdere totalmente il contatto con le nuove generazioni.”
” Chi si occupava di “trovare” il prete disposto a celebrare la funzione”.
La Chiesa stessa di Magnone ha perso totalmente il contatto con le nuove generazioni; gli anziani del luogo, quelli che sono rimasti, imputano, a torto, che le chiese di Magnone e Portio non hanno il “prete” sul posto.
Con Don Savino, la canonica, al piano primo, era già stata data in affitto ad una famiglia. La inferiore dopo il 2000, con Don [ex] Nello [con lui è iniziato l’oblio della Chiesa locale], è passata di proprietà dell’Opera sostentamento clero, ma per utilizzarla come punto di aggregazione avrebbero dovuto esserci le persone giuste [Don Carlo e Sr. Rosina], e dopo aver condotto un opportuno restauro.
Da ultimo il salesiano Don Giovanni Ghilardi, quello che ha avuto da dire con Mons. Dante per la nota vicenda della Confraternita di Voze e del relativo Oratorio [1], ma che è riuscito a riscrivere al N.C.E.U. di Savona, le chiese di Magnone e Portio che all’epoca di Don Nello erano state accatastate in Prov. Di Bergamo, nella Località di San Salvatore.
Tutti venivano a celebrare solo la Messa, in alternativa tra le due Chiese, e con una “fretta boia” scomparivano fino alla prossima domenica.
Don Savino e Don Carlo erano gli unici che si curavano oltre agli edifici “chiese” anche le anime della parrocchia: sovente passavano per la benedizioni delle case e/o andavano a portare conforto agli ammalati.
Spendiamo ora due parole su due Confraternite che hanno il medesimo Santo Patrono: S. Bernardo.
Da ORATORIO DI SAN BERNARDO – Frazione PORTIO di VEZZI PORTIO (SV) – RELAZIONE STORICO DESCRITTIVA E GEOMORFOLOGICA allegata al Progetto di restauro eseguito in Vezzi.Portio negli anni 1997 – 1998
” Prima del 1614 Portio e Magnone formavano un solo paese e territorio, Portio (già nominato in un documento del 21 ottobre 1268, come appartenente al Marchesato di Finale) è una sola Parrocchia con due Chiese, S.Salvatore e S. Sepolcro (vedi. relazione a parte), che davano il nome alle due rispettive contrade. ed un Oratorio in Comune, S.Bernardo.
L’unico “elemento” in comune, quindi, alle due contrade era l’Oratorio di S. Bernardo, il quale aveva un “locale sotterraneo” che si può ritenere fosse la Cripta di un’antica chiesa romanica.
Il 20 ottobre 1590 Mons. Timoteo Bernardo “in visitazione Ecclesiarum Villae Portui, scilicet S.ti Salvatoris et S.ti Sepulchri“, trova le due contrade in piena lotta, perché si era rotta una campana della Chiesa del S. Sepolcro ed i “Magnone” non volevano partecipare alla spesa per ripararla. Il Vescovo non seppe riconciliare le due contrade e riportarvi la pace.
Le guerre tra le due contrade si protrassero senza tregua fino al 1614, quando lo stesso Vescovo visto inutile ogni tentativo di riconciliazione, con sentenza del 13 settembre 1614, dichiara le due Chiese erette ambedue in parrocchie Indipendenti e separate in perpetuo; la sentenza fu resa esecutiva in data 7 marzo 1615.
Dopo tale data, la gente di Portio, ma soprattutto la Confraternita di S.Bernardo,
“…I confratelli fanno la processione la terza domenica di ogni mese durante la messa cantata celebrata a loro cura. I massari della chiesa vengono eletti annualmente….”
“…I confratelli e le consorelle fanno la processione ogni domenica del mese. I membri della Confraternita posseggono tutti la corona….”
decide di spostare nei pressi della Chiesa del S.Sepolcro, l’Oratorio (anche per evitare, dopo quanto è successo, le ritorsioni da parte di “quelli” della Parrocchia di S.Salvatore) e ricostruirlo con il materiale asportato dall’esistente.
Inizia in quella data la costruzione ed il depauperamento del primitivo edificio; oggi dello stesso rimangono l’antica cripta (a memoria umana fino a vent’anni fa ricordata dal bel pavimento in cotto a soffitto della stessa) ed una cappelletta votiva
posta a fianco dell’antica entrata dedicata alla Vergine; laprima è occultata da due container e da un deposito di materiali edili, la seconda in bella vista ed infine parte del muro perimetrale absidale, abbattuto e conglobato nel giardino della villa vicina.”
Da ciò si deduce che la Confraternita di San Bernardo è unica, nonostante che l’attuale Vescovo Lupi e prima ancora Mons. Lanfranconi e Mons. Calcagno, abbiano tacitamente approvato tale divisione.
I fuoriusciti di Magnone, eressero un proprio oratorio adiacente alla Chiesa del S.S, Salvatore e con la poca documentazione in loro possesso, hanno sempre sostenuto di essere la Confraternita principale. [2]
Attualmente la Confraternita ha perso la sua consistenza anche in virtù del fatto che in essa prevaleva l’oligarchia, i priori venivano eletti a rotazione tra padri, figli, nipoti, etc, appartenenti a due sole famiglie senza tenere conto delle disposizioni ecclesiastiche cui le confraternite erano tenute ad osservare. Quello che rimane ancora, e siamo arrivati all’ A.D. 2016, è la diatriba tra le due frazioni iniziata nel 1590.
Le Confraternite risultano intestatari della Partita “Oratorio” solo se l’edificio sorge staccato dall’edificio Chiesa. È rimasto, nel DNA del Catasto Italiano, la disposizione del Catasto Napoleonico, che assegnava l’intestazione della “proprietà” al parroco pro tempore se tra i due edifici c’era continuità edificatoria. Il parroco ha facoltà, su richiesta della Confraternita, di concederne l’uso [oratorio] fermo restando che il medesimo risulti come luogo di culto e non adibito a magazzino.
L’Oratorio di Magnone veniva adibito a luogo di culto con una consacrazione temporanea; ora è utilizzato come magazzino.
L’oratorio di Voze ha la sua continuità edificatoria in virtù del corridoio di collegamento esistente che si propaga tra la casa canonica, l’oratorio medesimo e l’antica chiesa; corridoio che non è mai stato demolito e/o abbandonato anche quanto la sala d’armi del presidio della Repubblica è stata trasformata in Oratorio e le stanze degli armigeri in casa canonica.
Alesben B.