Le giovani generazioni è probabile che non sappiano. Altri dimenticano, c’è l’attualità che incalza. Eppure resta un momento storico la presenza di Giorgio Almirante in quel di Finale Ligure. Per qualche decennio tra i big politici italiani più noti (e contestati dalla piazza). Lo legava un cameratismo disinteressato con il compianto Dino Chiesa e i famigliari. Un politico di razza nazionale ed un imprenditore – imprestato alla politica locale, un moderato, coerente e benvoluto anche dagli avversari. Trucioli.it ha scoperto un paio di immagini inedite di una visita in ‘casa Chiesa’ dell’allora segretario nazionale del MSI.
Tra i cinque che compaiono nell’immagine sopra pubblicata sono in vita Gianni Chiesa e Nicola Viassolo. Se ne sono andati i fratelli Piero nel 2012, preceduto dal popolare Dino, grande invalido di guerra. La memoria storica ora è un personaggio che, a sua volta, ci aiuta a non dimenticare: Nicola Viassolo, uno dei nipoti, insieme a Gianni.
Nicola ha 55 anni, lavora con i congiunti nel rinomato ed antico negozio di famiglia del centro storico di Finale. Il distintivo della professionalità e serietà prima di tutto, sulle orme di Piero e Dino, dei nonni, con origini lombarde. Oggi un’azienda capofila (salumificio Albino Chiesa) avviatissima che ha sede nella zona industriale di via Calice, rifornisce centinaia attività commerciali, alberghiere, ristoranti, supermercati, dell’intero ponente ligure, dell’entroterra, Basso Piemonte, e non solo. Un’attività portata avanti, con una crescente espansione, ormai da quattro generazioni. Tutto ebbe iniziò con la produzione ‘casalinga – famigliare’, poi, artigianale fino all’industria. Tra i fiori all’occhiello salamini e bocconcini, ma anche l’attiva di gastronomia in genere, prediletta dai finalesi e dai turisti. Dove al prezzo si contrappone la qualità totale.
Nicola Viassolo è tra testimoni delle ‘tappe’ di Giorgio Almirante – classe 1914, morto a Roma nel 1988 – in Riviera. L’ultima volta tenne un comizio sul lungomare di Loano nel 1983. Davanti alla casetta dei pescatori si radunarono molti esponenti missini, in gran parte ‘camerati duri e puri’ e una folla. Tutto andò liscio diversamente ad una prima tournè elettorale, metà anni ’70, sempre a Loano. Altri tempi. L’esponente si trovò quasi a sfidavare la piazza, si suol dire, attorniato da una quarantina di fedelissimi. Erano più numerosi gli uomini delle forze dell’ordine, carabinieri, polizia, Digos, guardia di Finanza e un gruppetto in assetto antisommossa. Dal palco Almirante rispondeva agli insulti, alle urla, nessuna violenza, ringraziando perchè ” con le risse ed i schiamazzi elettorali ci fate guadagnare voti e consenso “.
Per un oratore della stazza di Almirante non mancavano mai frasi, apprezzamenti, battute, richiami ad effetto, applausi dei fans . C’è chi ha vissuto quando con un gruppo ristretto, il leader missino si ritrovò a cena al Grand Hotel Garden Lido di Loano. Nei tour in Riviera fece pure rinfresco elettorale all’Hotel Royal di Pietra Ligure.
“Più tranquillo il ritorno – ricorda Viassolo -, un paio d’anni dopo, con visita a Finale Ligure, prima o dopo il comizio, non ricordo bene. Venne a casa di zio Dino. Lo incontrai nel corridoi, poi la foto di famiglia. Ero giovane, non tifavo per la corrente almirantiana. Almirante ? Un politico di razza, aveva saputo far crescere un partito in parte nostalgico, ma interclassista, che coinvolgeva appartenenti ad ogni classe e fascia sociale, direi in prevalenza i più deboli ed indifesi. Nell’azione politica prevaleva la sublimazione dei sentimenti. Personalmente non ero certo isolato, nella militanza, a ragionare affinchè prevalesse, a cominciare dalle nostra classe dirigente, un centro destra moderno, capace di ascoltare i bisogni, le aspettative, con radici nell’impegno sociale, nella crescita etica e morale. Non per questo mi sento di emettere giudizi, ma il mio principio ispiratore ha seguito la strada maestra della moderazione, dello sviluppo e della crescita civile senza settarismi o estremismi . Con le mie modeste capacità ho sempre cercato di far prevalere la coesione e la concretezza del fare, senza stravedere per i professionisti della politica, dell’arroganza, della supponenza”.
Nicola Viassolo è stato consigliere comunale dal 1999 al 2004. Dal 2004 al 2014, assessore al turismo, cultura e pubblica istruzione, dal 2009 al 2015, eletto nell’amministrazione provinciale, con il presidente Angelo Vaccarezza. Dal 2014 siede sui banchi della minoranza nel parlamentino della sua città. Alcune immagini sono appese nella salumeria di via Tommaso Pertica, nella parte riservata all’ambiente lavoro. Come dire la discrezione è il nostro motto, nè far sfoggio di chi siamo e chi eravamo. Navigando sul pianeta internet, tra le tante curiosità del ‘faro Dino Chiesa‘, oltre ad essere stato (Dino Chiesa) consigliere comunale e provinciale, candidato alle elezioni locali e nazionali, responsabile del partito della sezione finalese e in provincia di Savona, anima del MSI, si scopre con la passione di piccolo editore. Nel 1984 è stato pubblicato “Un male segreto” di Stefano Amoretti e ‘a cura di Dino Chiesa‘, con illustrazioni del mitico Piero Vado: 167 pagine, 850 copie, diventato pubblicazione ricercata. Una copia è stata messa in vendita da una libreria specializzata per 80 euro e tra le particolarità indicate una lettera del 1952 dell’autore inviata Amoretti a Dino Chiesa contente annotazioni inedite. Una curiosità, pure quel libro faceva parte delle pubblicazioni che Dino era solito regalare agli amici finalesi e non.
Per concludere con l’Alimirante story, per un ventennio segretario nazionale del MSI, dapprima con militanza nel Partito Nazionale Fascista (1943), poi Fascista Repubblicano (1946). Laureato in lettere e giornalista al Secolo d’Italia. Dieci legislature da Deputato nei collegi di Roma, Lecce e Napoli, due legislature al Parlamento europeo (gruppo destra europeo. Tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano nel dicembre ’46 insieme ad altri reduci della Repubblica sociale. Una curiosità poco nota: tra le sue tappe quando si trovava nella Riviera Ligure di Ponente o nel Basso Piemonte, una villa di Punta Murena, ad Alassio, dove salutava e si intratteneva con proprietari, i coniugi Avetta.