Una storica famiglia di farmacisti di Finale Ligure (Richeri, con dinastia da marchesato Vivaldi Val Di Pasqua) può aggiudicarsi la proprietà della farmacia comunale di Ceriale. Il dr. Franco Richeri che con la moglie farmacista e a sua volta nobile di Pavia, gestisce l’omonima farmacia alla terza / quarta generazione, è l’unico ad aver presentato l’offerta all’ennesimo tentativo di vendita all’asta. Si era partiti da 2 milioni di € per scendere, con i ribassi, a 1,3. L’offerta si aggira su 1,5 e trascorsi i 30 giorni durante i quali i 4 dipendenti hanno diritto di prelazione, si procede all’assegnazione definitiva. Altra asta quella dell’aeroporto Panero di Villanova. Unico partecipante: un ex pilota austriaco, ma in questo caso il personaggio si presta a possibili interrogativi. (Leggi l’articolo de La Stampa….).
Le farmacie per anni sono state considerate un ‘pozzo di soldi’ ed una fortuna alla stregua, nella considerazione popolare e della denuncia ufficiale dei redditi, dei notai. Attività professionali a numero chiuso che, tra l’altro, tengono conto dei residenti e non dei potenziali abitanti. Si pensi solo all’esplosione delle seconde case e dello sviluppo urbanistico. Oggi anche farmacie e studi notarili hanno subito una drastica contrazione seppure per ragioni non simili. Sulle farmacie pesa la concorrenza, parafamacie incluse, il taglio delle Asl sul ricarico dei farmaci di fascia cosiddetti della ‘mutua’, previsti gratis o col ticket dal servizio sanitario nazionale. A questo si aggiunga la ‘corsa’ agli orari lunghi e dunque al costo del personale. Ad ascoltare titolari e addetti ai lavori non si tratta più di un pozzo di San Patrizio, anche se nella stragrande maggioranza dei casi si saranno ridotti gli utili, ma il giro d’affari rimane considerevole rispetto a tante altre attività. Vedi infatti le chiusure, i cambi di gestione.
Per tornare alla farmacia di Ceriale è senza dubbio positivo che a subentrare nella gestione pubblica possa essere un farmacista, una famiglia perbene sotto ogni aspetto, solida finanziariamente con le potenzialità che offre una zona destinata a sviluppo abitativo e turistico. E’ vero che il quartiere di ponente è penalizzato, in parte, dal blocco della T 1, otto palazzi finiti nel clamoroso crack dell’imprenditore cerialese arch. Andrea Nucera che ha scelto Dubai per una pur sempre burrascosa latitanza. A questo si aggiunga che per una serie di concause non sono molte le farmacie comunali da cui alla fine dei conti si riesce a trarne utili, neppure lontanamente simili a quelle private, diciamo famigliari. Ceriale era ed è uno di questi esempi. La farmacia chiudeva il bilancio in passivo. Caso analogo, più o meno, a Borghetto S. Spirito. I ricordi portano, per vicinanza, alla ‘comunale’ di Loano che dopo essere stata venduta, al doppio della base d’asta, in mano privata si è trasferita di qualche centinaio di metri in via Dei Gazzi ed oggi viene gestita dal personale, cinque sei farmacisti, molto professionali ed il titolare rimane nella farmacia di Varazze.
Manco a dirlo sulla vendita ai privati le opinioni divergono. Una delle voci dissenzianti si è sempre fatta sentire, a Ceriale, attraverso il candidato sindaco e consigliere di opposizione Luigi Giordano (sinistra) che ha di recente commentato: ” Si è completata un’operazione vergognosa, contro cui si erano espressi tanti cittadini. Si era partiti da una valutazione di 1.940 mila euro e poteva avere un senso aggiudicarla al primo bando. Una scelta sbagliata comunque sia perchè ha un bilancio che permette di mantenere il circolo degli anziani, togliendo quello il bilancio sarebbe in attivo. Non a caso 1400 cerialesi hanno sottoscritto il dissenso alla dismissione”. Giordano ha pure fatto rimarcare “Ad ogni bando spendiamo migliaia di euro e se facciamo un veloce conteggio ci renderemo conto di aver già butato via oltre 40 mila euro. La farmacia – concludeva il dinamico consigliere – andrebbe rilanciata, altre realtà comunali non svendono. Era in programma un tavolo rotondo per discutere una proposta alternativa alla vendita, non si è fatto nulla”.
Il solo studio per valutare il valore commerciale della farmacia è costato ai cittadini 19 mila euro. Il sindaco del centro destra, Ennio Fazio (FI), ha invece sostenuto: ” Con la vendita riusciamo ad incassare somme per opere pubbliche, dunque a beneficio della città., della vivibilità e della sua immagine. Tra queste però non ci potrà essere il previsto Palazzetto dello Sport”.
Un breve cenno a neo probabili proprietari. Il titolare della Farmacia Richeri V. di Finalmarina è il dr. Franco Richeri, persona a modo, cattolico praticante (è facile incontrarlo alla comunione della Messa domenicale), che ha sposato una farmacista di famiglia nobile di Pavia. Il casato Richeri del resto, in terra di Finale Ligure, vede ancora in vita il dr. Enrico Richeri, detto Pitto, papà di Franco. Tra i Richeri c’è l’ex sindaco e medico di famiglia, un altro Richeri tecnico e pensionato alla Piaggio. In origine un Richeri si era unito in matrimonio con la figlia del marchese Val Di Pasqua. Va va se che solo il ramo della famiglia del dr. Franco hanno diverse proprietà immobiliari. Dallo stabile dove si trova la farmacia. ad un secondo palazzo in zona centrale, ad un immobile a Calice Ligure.
L’AEROPORTO PANERO – I trascorsi di questa realtà trucioli.it e prima ancora trucioli savonesi hanno cercato di raccontarlo alla nuove generazioni . Cosa è accaduto nel tempo. Dando voce alla rassegna stampa, a tutte le contraddizioni che emergevano, ad iniziare dalla figura di alcuni protagonisti. Dove non sono mancati ‘dalle stelle alle stalle’ e per un periodo lo scalo aveva vissuto sotto l’influenza del potente di turno, ovvero il ministro Claudio Scajola che si era anche guadagnato un pepatissimo servizio televisivo, con una scia di polemiche, minacce di querela, richiesta di ritrattazioni. Non è accaduto nulla. Aeroporto che si è pure distinto per la prateria politica chiamata ‘poltronifici‘, con bilanci per decenni in deficit, sempre ripianati col denaro dei contribuenti e di quanti volenti o nolenti pagano le tasse. Non sono neppure mancati i personaggi, gli amministratori probi, onesti, ma pur sempre condizionati, tenuti alla briglia. Una storia all’ìtaliana, insomma, dove avevano fatto la loro comparsa pure gli albergatori della provincia, attraverso l’associazione di categoria aderente a Confindustria. Hanno rimediato parecchie brutte figure, tenendo conto di cosa dovrebbe rappresentare nel massacro infame del turismo alberghiero. La sudditanza ora per interessi, ora per incapacità di alcuni vertici che si sono avvicendati – e il tempo pare sia stato galantuomo – ha dato i frutti meritati. Spazzati via, come tanti altri soci e comprimari. Ha governato la mediocrità e quando qualche professionalità emergeva, al di là dei proclami e della stampa amica, non si cavava un ragno dal buco.
Ora siamo alla vendita, all’unico investitore che si è presentato. Non è il massimo, ma vedremo l’immediato futuro. Se sono rose fioriranno, se ancora una volta c’è qualche disegno occulto non tarderà ad emergere, a scontrarsi con la realtà, con il rinnovamento della classe politica e dirigente a livello nazionale. Abbiamo avuto qualche dubbio navigando su internet e leggendo del recente passato (2011) dell’ex pilota Thomas Bleiner, austriaco, con residenza e cittadinanza di Monte Carlo, paradiso fiscale e non solo. Il personaggio diventato imprenditore, in società con un uomo d’affari, Gianni Farneda (proprietario di un’azienda che produce pannelli solari), aveva tentato il salvataggio del gruppo industriale Moto Morini. Non abbiamo ben compreso come sia andata a finire. Ora la scommessa di Villanova d’Albenga. Vedremo gli sviluppi, il Panero merita di prendere il volo. Ci sono segnali, nel complesso, che lasciano intravvedere altre nubi. Preoccupano le persone perbene e lo diciamo al di là dell’offerta per l’acquisizione delle azioni da parte del cittadino straniero. Merita un approfondimento in un prossimo numero di trucioli.it. Il diritto dei cittadini ad essere informati senza bavaglio, senza demagogia.