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Liguria e Basso Piemonte

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L’ingegnere di Savona: malgoverno e strumenti della democrazia. Da Tirreno Power al bitume in porto e 13 mila firme


La ricerca millenaria del modello di governo democratico ottimale, ha definito due forme funzionali basate, la prima sulla Partecipazione diretta dei cittadini e la più recente, sulla Delega ad un gruppo di rappresentanti eletti per un certo periodo.

 

I big savonesi Carlo Freccero e Tatti Sanguinetti alla marcia ‘no al bitume in porto’ (Foto blog Ninin)

La storia ci ha consegnato il mito della Polis, irripetibile per le forme socio- economiche attuali, molto articolate e complesse. In prima istanza per migliorare il governo della nazione, si e’ suddiviso il potere in tre parti indipendenti: legislativo, esecutivo e giudiziario.

Tuttavia per mitigare le possibili distorsioni del sistema delle deleghe, sono stati inseriti innumerevoli accorgimenti correttivi, tra i quali la doppia camera dei parlamentari, i diversi processi per selezionare i candidati mediante le preferenze, in contrasto con le nomine delle segreterie dei partiti e per bilanciare i listini del premier, a sua volta selezionato con le primarie.

I risultati concreti di questi accorgimenti sono stati spesso deludenti dal punto di vista della sostanziale coerenza della rappresentanza delle aspettative degli elettori. Dunque l’unico strumento di democrazia diretta rimasto è il referendum abrogativo, il cui uso spesso poco accorto ne ha di fatto screditato il valore. E’ comunque doveroso osservare che una vera partecipazione democratica diretta, sarebbe garantita dal referendum propositivo, proprio quello che i padri costituenti hanno escluso.

Ma proprio lo stato di degrado del rapporto di fiducia tra la “casta” dei politici e gli elettori, suggerirebbe una qualche forma di intervento in merito alle iniziative dei parlamentari. Probabilmente si potrebbbe superare almeno in parte, il nodo critico dell’astensionismo che ha raggiuto il livello preoccupante del 40%. Fenomeno motivato in gran parte dalla diffusa convinzione che governo e parlamento gestiscano il potere a vantaggio dei grandi gruppi economici piuttosto che nell’interesse dei cittadini, in molti temi tra cui ambiente, salute, lavoro, costo della vita e qualità dei servizi.

In altre parole è carente il rispetto dei principali articoli della costituzione. Di fatto, in mancaza di altri strumenti istituzionali, un opera di supplenza viene svolta dalle organizzazioni spontanee dei cittadini mediante i comitati, che formulando petizioni e ricorsi agli organi di garanzia, dai Tribunali alle Soprintendenze e al Consiglio di Stato, mirano ad una qualche forma di partecipazione al sistema democratico.

Un esempio eclatante è stato quello della centrale Tirreno Power, avviato probabilmente verso un esito straordinario. Inoltre, mentre a Savona, una petizione sottoscritta da 13000 cittadini, ha bloccato la costruzione dell’impianto di bitume nel porto, incautamente promossa dalle Amministrazioni, è in pieno sviluppo la mobilitazione contro il progetto di installazione di un inceneritore dei rifiuti della Liguria.

Questa iniziativa popolare avverso l’articolo 35 della legge Sblocca Italia, che consente tutta una serie di mega progetti a forte impatto ambientale e sulla salute, è diffusa su tutto il territorio nazionale.

Dunque queste ed altre manifestazioni in atto, della forte volontà di partecipazione alla vita politica del Paese, costituiscono un segnale che dovrebbe essere colto dalla classe politica, proprio mentre questa sta occupandosi di riforme costituzionali, purtroppo in modo ritenuto soltanto parzialmente utile e per altri aspetti incompleto, dalla maggior parte dei cittadini.

 Giovanni Maina



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