Durante l’anno trascorso dall’insediamento, la nuova Amministrazione sta attuando ben quattro interventi anti inondazione, tutti di mitigazione del rischio ma con effetti piuttosto limitati, poichè nessuno di essi è in grado di risolvere il problema.
Ma mentre l’installazione dei serramenti di sicurezza negli edifici lungo il rio e la costruzione della diga/briglia al fondo della valle dell’Acquaviva, sono l’eredità acquisita dalla precedente Amministrazione, al contrario la rinaturalizzazione del tratto finale del torrente e il connesso divieto di sosta per le auto, sono scelte assunte dalla nuova giunta.
La briglia opera capace di regolarizzare il flusso alle basse portate, in caso di grandi precipitazioni è quasi ininfluente. Quindi un’opera piuttosto onerosa ma poco utile, stante anche l’ottimo stato di equilibrio naturale della valle la quale è in grado di assorbire con efficacia e di rilasciare con molta gradualità, le eventuali “bombe d’acqua”.
Analoga considerazione vale anche per la rinaturalizzazione dell’alveo che avrebbe un effetto positivo soltanto se, oltre alla scarifica dell’asfalto si asportasse il consistente strato di materiale depositato nei secoli sul fondo.
Si noti che per ogni metro di altezza liberata, oltre all’abbassamento del livello dell’onda, si otterrebbe un aumento della sezione di deflusso pari a quella sotto il ponte dell’Aurelia.
Ma qui scaturisce la fondamentale considerazione che l’intervento veramente necessario e risolutivo, sebbene soltanto in parte, consiste nella realizzazione del canale scolmatore almeno di raddoppio della sezione critica della fiumara, sotto la strada statale che aumenterebbe in modo consistente la sicurezza rispetto all’inondazione del borgo.
Considerando poi lo stato critico delle finanze comunali, sorge il rammarico di un uso non ottimale di risorse anche se già stanziate e/o disponibili, ma che si tradurrebbe in tasse sui contribuenti, che dovrebbero onorare il debito negli anni futuri, nel caso sia stato acceso un mutuo allo scopo.
Insomma, la situazione di rischio idrogeologico rimane sostanzialmente la stessa mentre quella finanziaria si aggrava, ma soprattutto la soluzione del problema resta di la da venire.
Quanto all’effetto collaterale ma non secondario e molto sentito dai Nolesi, della perdita di un centinaio di posti di parcheggio per auto, molti avrebbero preferito continuare a gestirli, almeno nei mesi estivi, nella precedente modalità di monitoraggio e sgombero tempestivo in caso di necessità.
Tuttavia non si può biasimare più di tanto la scelta compiuta se non per la normativa, almeno per motivi di sicurezza, mentre il problema dei parcheggi potrebbe essere risolto, ad esempio, utilizzando le due gallerie ex ferroviarie in modo non troppo oneroso.
(Gli approfondimenti sugli argomenti trattati si trovano negli articoli su Trucioli.it n°4 del 25/9/2014 e n°6 del 9/10/2014)
Giovanni Maina