Lo abbiamo annunciato per primi, La Stampa, quotidiano della defunta Fiat e ora Fac, avendo acquisito Il Secolo XIX, si trova nella felice condizione di gestire le redazioni presenti a Savona, Imperia, Sanremo, a Genova operano solo collaboratori fissi. Certo, con grandi assicurazioni di autonomia e rispetto della libera informazione e concorrenza (pubblicità esclusa), come se fosse prassi comune in Italia, e non valessero molto di più l’ossequio ai potenti e la velina teleguidata. Vogliamo essere ottimisti sul domani e dopodomani, partendo dalla comparazione di due approcci al curioso ‘caso Arpal’ di Savona, in crisi per i debiti della nuova sede e ora direzione in comune con Imperia. Intanto c’è chi urla: ‘Mangiasoldi…chi pagherà”.
Sulla pagina del Secolo XIX, di sabato 24 gennaio troviamo un ampio servizio (intera pagina)o che raccoglie le critiche all’asserito declassamento del sito savonese, indugia sul buco creato dall’acquisto dei nuovi uffici, per compiacere il bilancio dell’Ips, il carrozzone bipartisan guidato da Carlo Ruggeri (un ente forse da sopprimere ma che nessun partito ha il coraggio di sfiorare) ed il cui sito on-line omette informazioni fondamentali: non si capisce il numero dei dipendenti in organico, ovvero se funzioni a forza di incarichi a tempo. La sua recente “riforma”, un escamotage per salvare poltrone, ha impedito di pubblicare il bilancio 2014 (versione ufficiale). Viva la trasparenza ! Significativa e ricca di contenuti la dichiarazione dell’ex sindaco Ruggeri sulla crisi debitoria di Arpal, della serie chi ha avuto, ha avuto, dovevano pensarci prima. Il titolo del Decimonono: ‘Emergenza per l’ambiente ma l’Arpal lascia Savona. M5S, Italia Nostra, Verdi: assurdo l’operazione della nuova sede. Via la direzione e laboratorio, traslocano a Imperia’. (Leggi….).
Ruggeri lapidario: ” Se l’Arpal ha fatto male i suoi calcoli non so che farci”. Hanno acquistato la nuova sede di via Braida proprio dall’IPS.
La pagina locale del quotidiano subalpino, nella sua olimpica visione del bicchiere mezzo pieno, omette tutto il dibattito politico (mancanza di spazio !?) e di sofferma sul nuovo direttore che sostituisce Gino Vestri. Trattasi di Giovanni Agnese che, nonostante il doppio onere di reggere l’Arpal da Ventimiglia a Varazze non manca di ottimismo e all’insegna del risparmio, dell’efficienza, promette controlli più affilati, con riparto di focus (biologia a Savona, chimica ad Imperia): infatti è ingente il numero di olive taggiasche da controllare (oltre agli oliveti della rinomata azienda Merano…), mentre sotto la Torretta abbiamo la bazzeccola del carbone e delle aziende sottoposte ad alto rischio di incidente ambientale, specializzato in impianti elettrici. Il nostro gode di una lunga, prestigiosa esperienza e quindi di una competenza inossidabile: quanto ai risultati presto ne sapremo di più sui controlli di Arpal, quando verrà reso noto l’elenco completo dei convocati dal Procuratore della repubblica delle maggiori inchieste ambientali: centrale, l’ultima sui ‘fumi’ delle navi Costa (infuriati gli inquilini della torre Orsero e non solo). Leggi….
Memorabili le lettere aperte scritte negli anni dal capitano Antonio Gianetto (già comandante di nave) che ha anche pubblicato fotoservizi spettacolari sulle ‘ciminiere fumanti’ e galleggianti in porto. Non era una voce nel deserto. Può vantare perlomeno la soddisfazione umana e morale che ‘aveva ragione da vendere‘. La Procura ha aperto un fascicolo, locandine del Secolo XIX annunciano la fresca notizia dell’inchiesta. Meglio tardi che mai !