Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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I 23 ‘mecenati’ della Locanda d’Upega e i 5 ‘pionieri’ di montagna


Locanda bagnata, locanda fortunata ! E’ l’augurio del prof. Janco Zattoni, già illustre primario di anestesia e rianimazione al San Martino di Genova e titolare di cattedra, presidente degli ‘anestesisti liguri’ dal ’97 al 2004 . Nello storico giorno dell’inaugurazione della Locanda d’Upega, sotto una pioggia scrosciante, si assiepano molte persone che hanno voluto onorare, con la loro presenza, l’eccezionale avvenimento di rinascita per questo lembo dell’alta Val Tanaro, finito nella spirale della desertificazione. Zattoni è uno dei personaggi che hanno dato vita al’primo miracolo‘, altri speriamo si ripetano. All’appuntamento un grande assente, Maria Pia Alberti, 64 anni, avvocato di Sanremo, neo consigliere comunale di Briga Alta (con le frazioni Upega e Carnino), a letto per un improvviso ricovero ospedaliero.  E’ stata lei a pilotare la nascita della Lagare Srl di cui è presidente. Nel consiglio di amministrazione anche Anna Maria Alberti, 63 anni, Sanremo e Domenico Gaia, originario di Plodio, 64 anni, albenganese, un’esperienza di assessore e di scrittore – pubblicista. Non poteva mancare la benedizione dei locali, il discorso di circostanza.  Il telefono della locanda: 0174- 390401 . Si pranza dalle 12,30 alle 14,30, cena 19,30 – 21. Pochi piatti, semplici, casalinghi. Bar e spuntini sempre disponibili. Dal prossimo anno saranno usufruibili le 10 camere ‘alberghiere’.

La Locanda d’Upega ha preso il posto dell’albergo Edelweiss che era chiuso danni (foto Silvio Fasano)

A Upega si è realizzato il buon esempio del ‘fare’, quanto  avrebbe dovuto essere messo in pratica su larga scala come unica alternativa – rimedio allo spopolamento di una montagna che per secoli è stata sinonimo di pastorizia, di terra strappata ai boschi. A testimonianza restano i terrazzamenti che si ‘inerpicano’ lungo costoni scoscesi. Piccone, zappa, muretti a vista, tanta fatica e sudore. Nel ‘900 la transumanza con le famiglie di pastori, con i greggi si trasferivano sulla fascia costiera dell’imperiese e del savonese. Tra i personaggi viventi, originari di Upega, merita di essere citato  Franco Lanteri, 81 anni, personaggio popolare a Ceriale dove per 40 anni ha gestito la pensione – ristorante ‘Miramare’, 3 stelle, 21 camere, sul lungomare Diaz. E’ tra gli operatori turisti che hanno gettato la spugna, trasformato l’immobile in più redditizi appartamenti – seconde case. Gli zii, Gerolamo (Giumin) Lanteri e la consorte Rina Viaglino, nativa di Cosio d’Arroscia, sono stati tra gli ultimi pastori transumanti tra Upega e Peagna, dove hanno vissuto pure famiglie di Carnino e Viozene. Una dio queste ultime ( Dolla)  sono state munifiche benefattrici della parrocchia di Peagna sotto la regia del parroco don Fiorenzo Gerini.

Franco Lanteri vive la vecchiaia di nostalgia, di ricordi del nonno e del papà, Antonio, pastore emigrato a Ceriale. “Ho il cuore pieno di gioia – dice al telefono -, la notizia dell’iniziativa dei volenterosi è una gran bella cosa per chi ha le sue origini su quelle montagne; finchè potevo andavo a caccia nella zona del Marguareis, spero di aver la forza di tornare per conoscere i nuovi pionieri. C’è bisogno di gente così, peccato che sono vecchio, resta l’orgoglio che ci deve accomunare tutti….”.  Ceriale è presente all’inaugurazione con Luisa e Carlo Lanteri, figli di Antonia ed Adolfo che hanno gestito l’ultimo negozio del paese.

Il discorso inaugurale di Anna Alberti

IL DISCORSO DI INAUGURAZIONE – Lei, Anna Alberti, è insegnante in pensione, legge il testo scritto : “...Alcuni mi hanno chiesto come è nata l’iniziativa e a quando risale. L’anno scorso nel mese di agosto, mentre eravamo qui ad Upega e assistevamo all’inesorabile declino del paese, ormai da molti anni privo di un bar che fungesse anche da luogo di aggregazione e di un negozio, la cui mancanza ci costringeva ad estenuanti trasferte di alimenti e prodotti vari,  due amici – Guglielmo Frojo e Giorgio Alberti – mi chiesero se non fosse possibile attivare qualche iniziativa dal momento che era in vendita l’ex albergo Edelweiss”.

Tra i  tre proprietari dell’immobile Ivo Alberti, dal maggio scorso eletto sindaco di Briga Alta, guardia parco del  Marguareis, uno che conosce i problemi e le criticità della montagna.  L’edificio è stato venduto per 120 mila euro, una cifra contenuta, a detta di chi conosce il mercato immobiliare dell’alta valle. Forse non sono molti a sapere che tra i primi ad apprezzare e valorizzare Carnino e Upega ci sono nomi di spicco nel panorama del Nord Ovest: il prof. Umberto Valente di Genova, il dr.  Guglielmo Froio oculista genovese, fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Banca degli occhi Lions Melvin Jones; Federico Lemut; famiglia conosciuta e stimata con il compianto Alberto Lemut (leggi  il necrologio…il 21 novembre 2013 è mancato in Rapid city il DOTTORE, Alberto Lemut, professore e ricercatore. Lo annunciano con infinito dolore i genitori Mariagrazia e Ireneo, i fratelli Francesco con Paola, Federico, Alessandro con Romina, la sorella Mariachiara, i nipoti Tommaso, Samuele e Matteo, zii e cugini. Il funerale sarà celebrato il 14 dicembre alle ore 10.30 presso il monastero delle Clarisse Cappuccine (via Domenico Chiodo, 55). La tumulazione …a Carnino “.

Il discorso prosegue: ” Devo dire che l’idea mi ronzava da anni nella testa ma non era pensabile affrontare singolarmente nè la spesa, nè il carico di lavoro che ne sarebbe derivato. Iniziai così a contattare oriundi e villeggianti che, nonostante le diffcioltà, continuavano a frequentare Upega dimostrando amore verso il paese, per valutare la possibilità di unire le forze ad affrontare più numerosi possibili, l’ardua iniziativa. I primi contatti tutti positivi ( e qui corre l’obbligo ricordare il caro Enrico che subito accolse la proposta con entusiasmo e disponibilità. Mi diedero il coraggio di proseguire nella ricerca e con Anna (l’avvocato ndr) preziosa alleata e collaboratrice, riuscimmo ad aggregare 23 famiglie costitituendo la Società Lagarè per l’acquisto del piano terra e del primo piano dell’albergo, che i proprietari si erano dichiarati disponibili a frazionare. Ognuno ha sottos critto quote variabili del capitale sociale e concesso in proporzione finanziamneti infruttiferi alla società (vedi sotto…).”.

L’INCONTRO – “La fortuna ho voluto che incontrassimo Silvano Odasso, esperto del settore, affinchè ci indicasse qualcuno disponibile a gestire le attività che stavamo per mettere in cantiere. Silvano dimostrò subito interesse al progetto, tanto che con quattro straordinari ragazzi ha costituito la Cooperativa Terre Brigasche acquistando i due piani sovrastanti e garantendo la futura conduzione di bar,  negozio, ristorante (quest’anno) e le camere per la prossima stagione. Il lavoro manuale di Silvano, Antonia, Alessio, Giovanni e Lorenzo è sotto gli occhi di tutti. Non hanno rispettato orari, né festività, ma con determinazione, abilità e amore si sono buttati a capofitto nell’impres, garantendoci un riosultato stupefacente.  Un grazie di cuore a tuti i soci della Lagarè  che hanno creduto nell’iniziativa  e mi hanno dato fiducia con amicizia e generosità. Ai proprietari dell’albergo, Vittorina con i figli Marina, Anna ed Ivo, nostro nuovo sindaco, grazie che ci hanno consentito di acquistare l’immobile perseguendo con noi non scopi lucrativi, ma la rinascita di Upega”.

Infine: “ Grazie a cinque ragazzi – e includiamo anche Silvano tra i ragazzi – per quanto hann o realizzato; grazie a tutti voi che siete intervenuti per condividere con noi un momento così importante, con l’auspicio che vorrete ritornare altre volte facendo conoscere ad altri la nostra amata Upega”.

La sfida, la impervia scalata, sono iniziate. Toccherà proprio ai quattro ‘ gestori ‘ della cooperativa dimostrare non solo passione, ma capacità, inventiva, saper soddisfare i clienti, l’unica forza attiva nel passaparola.  E’ il campo difficile della ristorazione, del rapporto qualità prezzo.  Giovanni Giusto, 34 anni, lo chef, ha le sue origini a Cogoleto, il papà  ‘mediatore’ di frutta e verdura; coadiuvante in prima, Alessio Ferrua di Valleggia (Quiliano).  Il ristorante ha giusto dimensioni di un ‘presepe’, una trentina di posti, altrettanti possono essere disponibili all’esterno. Servono un menù di antipasti, pasta fresca, polenta come eccellenza, carni. Su ordinazione possono proporre altre specialità.  Nei locali sono già disponibili per  gli abitanti un piccolo spaccio di alimentari, prodotti nostrani della terra di Upega. Non c’è bisogno di trattamenti, anticrittogamici.  E’ natura che più naturale non si può.  E chi ha dimestichezza con l’agricoltura del terzo millennio può farsi un’idea.  L’alta montagna ha alcune prelibatezza, ci sono i funghi nella stagione delle piogge, i lamponi, i mirtilli, le fragoline di bosco.  Tre eccellenze che col tempo si sono perse, non solo sono gustose, hanno proprietà organolettiche eccezionali e non si trovano quasi mai nei locali alpini. Un errore, come quello di offrire prodotti della cucina generalista.

Upega, una scommessa che nonostante le obiettive difficoltà – si pensi alla lunga stagione invernale, anche se c’è la platea degli amanti della neve e degli sport annessi – può essere di esempio ed apripista. Poco sotto c’è la ‘cartolina’ di Viozene, emblematico di come si evolvono i tempi. Da paese di pastori, ha conosciuto un prorompente sviluppo, anche con la costruzione di alcune ‘ville’ da ammirare; c’era un fiorire di alberghi, ristoranti, villeggianti. Poi la ruota ha iniziato ad incepparsi. In pratica c’è un solo locale –La Tramontana – che pur in tempi di crisi ha potuto contare sulla collaborazione di due, tre famiglie unite, presenti in cucina ed in sala, con  un apporto minimo di collaboratori.  Eppure negli ultimi anni  hanno ridotto i giorni di apertura, si è accorciata la stagione di lavoro, le presenze infrasettimanali.

Per Upega, a questo punto, forse  è più appropriato parlare di sfida, i ‘mecenati’ come li ha definiti Patrizia Albanese, inviata speciale de Il Secolo XIX, hanno messo buon senso e buona volontà. La “Locanda” è nella mani  di un quintetto, nel ruolo di ristoratori delle Alpi. Buona fortuna, la meritate.

Luciano Corrado

ECCO L’ELENCO DEI 23 SOCI DELLA LAGARE’ SRL

Alberti Adriano (Sanremo), Alberti Anna Maria (Sanremo), Alberti Franco (Alassio),  Alberti Maria Pia (Sanremo), Ascheri Giulia (Imperia), Belgrano Giovanni (Imperia),  Bertolotti Edoardo (Finale Ligure),  Buccini Eugenio ( Albenga),  Carbone Mattia ( Camporosso, Im),  Ceresole Angela (Imperia), Durante Maria Silvia ( Parma),  Frison Claudio (Albenga), Frojo Guglielmo ( Genova), Gaia Domenico (Albenga), Greco Stefania ( San Mauro Torinese),  Lanteri Enrico (Briga Alta),  Lanteri Mario (Imperia), Maggio Diego (Sanremo), Pittaluga Roberto (Briga Alta), Plutino Franco ( Cisano sul Neva),  Jean Vadon ( Sanremo), Janco Zattoni (Genova),  Zattoni Pier Luigi ( Genova). Nota di redazione: Anna Maria Alberti, neo consigliere comunale di maggioranza di Briga Alta, insegnante in pensione è figlia di Adriano Alberti che è stato tra i direttori del Casinò di Sanremo.. Maria Pia, invece, è figlia di Augusto Alberti (fu sindaco del paese) un ‘caro amico’ dei compianti Paolo Emilio Taviani e Manfredo Manfredi. Taviani, come rivelò un altro compianto sindaco, Guido Lanteri, che allora frequentava, con la famiglia l’albergo del Redentore, si prodigò affinchè lo stato concedesse finanziamenti per  migliorare la rete viabile dell’enclave cuneese nell’imperiese. Oltre 400 milioni di lire negli anni ’60. Manfredi invece aveva ottenuto in concessione anche dal Comune di Briga Alta la riserva di caccia che ospita il casolare delle Navette, ora utilizzato dalla figlia medico e dai figli del fratello, pure lui deceduto. ‘

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LEGGI JANCO ZATTONI: Janco Zattoni subentrò nel 1993 nella Direzione della Scuola di specializzazione e, nel 1995, nella Direzione dell’ Istituto e del collegato Servizio Universitario di Anestesia e Rianimazione, direzione invero da lui rifiutata nel 1995 con molto coraggio e dignità, causa l’inadeguatezza dell’organico ed accettata, solo, allorché le Amministrazioni si impegnarono a fornire le unità mancanti.
Si era formato nello Studio bolognese, nel vasto ambito della fisiopatologia neurologica, con particolare interesse allo studio del sonno, ivi compreso il sonno farmacologico ed anestetico, in particolare, e gli stati di corna correlati. Questi particolari interessi crearono l’unione e l’amicizia con Carlo Cetrullo con il quale aveva svolto la relazione ufficiale al Congresso Nazionale, tenutosi a Bologna nel 1963.
In precedenza aveva effettuato uno stage presso I’ Istituto di Neurochirurgia dell’ Università di Genova, ove viene nominato Assistente straordinario nel 1963 e, nel 1970, Aiuto.
Conseguirà l’anno successivo la Libera Docenza e l’idoneità alla Cattedra, conseguente il trasferimento, in qualità di Aiuto, (1972), presso l’Istituto diretto da A. Cattaneo ove, nel 1983, diviene Professore Associato di Anestesia Generale e Speciale in Odontostomato1ogia ed Ordinario di Anestesiologia e Rianimazione, nel 1986. Sette anni dopo, come già ricordato, diventerà Direttore di quell’ Istituto e di quella Scuola di Specializzazione in cui, già da anni, prestava il suo qualificato insegnamento.
L’ambito delle sue ricerche si era gradatamente avvicinato ai problemi anestesiologici e rianimativi, venendo ad indagare, in successione, le varianti fisiologiche, patologiche e farmacologiche del livello di coscienza, le problematiche della neuroanestesia, della rianimazione cerebrale, delle variazioni della pressione intracranica anche sotto l’effetto degli anestetici e tutto ciò, oltre ai tradizionali ambiti della specialità, quali lo studio dei nuovi anestetici, il miglioramento della assistenza respiratoria, l’inquinamento delle sale operatorie, eccetera.
Riesaminando tutto ciò ci sentiamo autorizzati a concludere che con Zattoni si è verificato nel settore della neurologia una completa e promettente unione fra fisiopatologia neurologica e la sperimentazione ed applicazione clinica anestesiologica.


L.Corrado

L.Corrado

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