Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Alassio tre notizie di Canepa, Olivieri, Invernizzi


Capita spesso che valutare le notizie sia arduo anche per i professionisti dell’informazione.  Ad Alassio sono stati ‘silenziati’  (involontariamente) tre fatti accaduti nell’arco di una settimana. Piera Olivieri, mancato sindaco,  ha incassato due ‘no’ stucchevoli dalla maggioranza di centro destra del primo cittadino Enzo Canepa. In un caso la mozione-proposta sul giro di vite alle slot machine (nuova droga del  secolo). Ironia della sorte la dichiarazione di voto l’ha fatta un consigliere (Vinai) che gestisce il bar della stazione e di macchinette può offrirne a volontà. Poi la mozione sulla paventata soppressione del Commissariato. Per il sindaco bisogna aspettare il parere di tutti i sindacati di polizia. Infine la ‘promozione’-ricompensa, in salsa vaccarezziana, per l’irrequieto consigliere Rocco Invernizzi. Entrerà in una commissione dell’Anci Ligure. Che carriera !?

Parliamo subito del commissariato si, commissariato no. Lo facciamo utilizzando l’archivio di 45 anni da cronisti a livello locale, provinciale e regionale. L’11 luglio 1994 abbiamo scritto un servizio a 9 colonne dal titolo: ” Meno agenti = più reati”. Sommario: Il grido d’allarme parte dalla riviera di Ponente.  Occhiello: “ Con l’arrivo dei turisti le forze dell’ordine, insufficienti, non riescono ad assicurare controllo e prevenzione”. Si parlava di richiesta della prefettura di Savona per potenziare 16 caserme dei carabinieri, 3 distaccamenti della polstrada, il commissariato di Alassio.  Si rimarcava che da parecchi anni i ministri degli Interni e della Difesa lasciavano la nostra Riviera alle prese con il sovraffollamento estivo, nel più totale abbandono.  Pochi uomini costretti ad una lotta impari.  Forze in campo irrisorie rispetto all’enorme mole di lavoro, ai compiti assegnati, alla tutela di residenti e turisti. Così in estate i reati esplodevano. Almeno 200 al giorno da Andora a Varazze, entroterra incluso.

COSA E’ CAMBIATO ?

Alassio, il 4 marzo 2014, nella ‘curva-piazzale’ sostano spesso ambulanti che offrono merce a prezzi imbattibili, soprattutto ortofrutta

In questi giorni rullo di tamburi di chi grida ai quattro venti lo scandalo nell’ambito della riduzione della spesa pubblicha che tutti invocano a parole. Eppure il riordino e riorganizzazione di uffici stati centrali e periferici è un’esigenza obiettiva. Si parla della soppressione del commissariato di polizia di Alassio, della polfer di Albenga, della polstrada di Albenga-Finale-Cairo Montenotte.  Il Secolo XIX facendosi interprete, come altri organi di informazione, della protesta e della rabbia –  pure in provincia di Imperia – ha indicato in 40 unità la forza di polizia presente ad Alassio, nessun dato sui distaccamenti di polizia stradale che potrebbero essere soppressi.

Abbiamo già scritto che fu battaglia di polemiche quando, a Vado Ligure, venne soppresse il commissariato. Si misero in campo dati, statistiche, il terminal traghetti, le industrie, gli scioperi, il comprensorio (Quiliano, Bergeggi, Spotorno, Noli). I fatti, il tempo, hanno dimostrato che si trattò di una razionalizzazione utile alla comunità tutta.  Dopo qualche anno tutto dimenticato, non è cambiato nulla.

La battaglia per il commissariato di Alassio, per le caserme di polizia imperiesi (non entriamo nel merito della polizia postale in quel capoluogo per il ruolo determinante, qualificante, in inchieste difficili verso potentati locali) vede camminare lancia in resta la Lega Nord. Sulla bontà di alcune battaglie campanilistiche e demagogiche di questo schieramento e di tanti suoi esponenti pare inutile soffermarsi, parlano i fatti.  Ad iniziare dal signor sindaco di Diano Marina che non ha neppure la buona educazione di rispondere ad un giornalista che svolge il suo compito di informazione. Il signor Chiappori che è stato a lungo parlamentare della Repubblica a 18 mila euro al mese tra stipendio ed indennità. I comportamenti di  rappresentanti nelle istituzioni e nel parlamento, soprattutto del recente passato, ha gettato una valanga di discredito su un partito che cavalcava inizialmente la scopa contro “Roma ladrona” ed ha lasciato delusi milioni di cittadini elettori.

Parliamo invece di chi, in buona fede, prende per oro colato lo spirito di difesa (non c’entra il corporativismo) di questa o quella causa. Ci sarebbe da chiedersi come sia possibile che una cittadina che vantava il comando di compagnia dei carabinieri, un tempo la guardia di finanza, i vigili urbani, la capitaneria di porto (trasferita a Loano) fosse di fatto diventata (e forse lo è tuttora) la centrale  per eccellenza del commercio ambulante abusivo, di organizzazioni prima del Nord Africa, ora di clan asiatici, nello smercio di griffe false e non solo. E la spiaggia?  Da oltre un decennio operano massaggiatrici e massaggiatori cinesi. Alassio dove i giornali, tre anni fa, diedero in pasto all’opinione pubblica, per un giorno, la maxi multa ad una turista straniera che acquistò un oggetto dai vu’ cumprà.

Una città, perla del turismo,  che nonostante siano sbandierati pattuglioni antiabusivi, antimendicanti, nulla cambia; si convive con’abusivismo e illegalità. Facendo credere che la colpa è dell’assessore Tizio o del sindaco Caio. Tacciandosi a vicenda di incapacità. Ce ben altro dietro l’angolo!

Non conosciamo i dati della produttività del commissariato alassino, neppure quelli delle mini-caserme dei carabinieri (vedi Laigueglia), conosciamo i costi sui bilanci dei ministeri competenti. Il cittadino ragiona sulla trasparenza di dati  parziali, del tipo arresti, denunce a piede libero, numero di furti, scippi, rapine. Se non ci sono omicidi, rapine clamorose va tutto a gonfie vele.

Non sappiamo quanto costa ai contribuenti italiani un poliziotto, un carabiniere che presta servizio in una delle caserme che si vuole sopprimere o razionalizzare, riducendo prima di tutto le spese di affitti, manutenzioni, mettendo  a confronto realtà di altri paesi. E fortunatamente non dobbiamo convivere con l’emergenza camorra, mafia, ‘ndrangheta, corona unita, delitti e fatti di sangue quotidiani. Le quattro regioni dove fa più ‘paura’ la malavita organizzata che lo Stato. Dovrebbero obbligarci a vivere qualche mese in quelle aree per renderci conto  di cosa significhi l’altro Stato o quello parallelo. E purtroppo in alcune aree del Nord ci sono le avvisaglie, non da oggi.

Piera Olivieri non dubitiamo che disponga di dati che noi non abbiamo. Ha fatto una proposta da dieci e lode (via le slot machine….), un’altra sul commissariato che lascia quantomeno perplessi. Il sindaco Canepa ha giocato male la risposta su quest’ultimo intervento coinvolgendo il sindacato di polizia che svolge un proprio compito, diciamo politico. Non a caso l’Italia si distingue anche nel numero di sigle sindacali, spesso veri e propri centri di contropotere come accade sul delicatissimo fronte della magistratura. E su questo aspetto Berlusconi ha ragione da vendere, peccato che sia sempre stato un cittadino assai poco ligio alle leggi e al buon esempio di statista.

Il centro destra, infine, poteva evitare che fosse proprio l’esercente Vinai a rispondere in merito alle macchinette mangiasoldi nei locali pubblici.  Lui stesso, senza perdere l’onore che si è conquistato nella vita pubblica, poteva astenersi per ‘opportunità’.

Infine forse si è trovato una ‘sistemazione’ all’irrequieto Rocco Invernizzi. Si ricorderà le prese di posizione quando la giunta designò assessore per un giorno il presidente Vaccarezza, in missione a Roma a rappresentare Alassio ad un convegno Anci sulle spiagge. E altri confronti senza peli sulla lingua. Ora il presidente della Provincia ha chiesto ed ottenuto che Invernizzi sia designato nella commissione CAL dell’Anci,  sezione ad hoc che si occupa  di esaminare i disegni di legge della Regione ed esprimere un parere. Chissà se basterà  a calmare le acque.


Avatar

Trucioli

Torna in alto