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Liguria e Basso Piemonte

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Tribunale di Savona, gli sfrattati, i volti del dolore e la Riviera da Bere


Mercoledì mattina. Tribunale di Savona. Aula 1 Sfratti. Fra il pubblico molta gente: gli sfrattati. Sono quelli che non hanno i Sindacati alle spalle perché, evidentemente, non sono metalmeccanici (a dirlo è il figlio di un metalmeccanico e non di un industriale) nè sono dipendenti pubblici: uniche categorie sociali per le quali i Sindacati non registrati ex art. 39 Costituzione si stracciano le vesti.

 

Sono quelli che non hanno la possibilità di pagare un affitto (a proposito la legge sull’equo canone l’ha abolita la Sinistra) e quindi figuriamoci quella di pagarsi un avvocato per difendersi e poi da che cosa ? Dal principio del canone libero, che è poi è il canone del prendere o lasciare ?

Sono i bambini, le madri e i padri che non riescono a mantenersi una casa.

Sono quelli ai quali il Governo Letta voleva far pagare le imposte che spettavano ai proprietari.

Sono quelli che vivono nella Riviera da Bere, dove imprenditori e politici hanno saputo fare un uso straordinariamente lungimirante del territorio, costruendo case per tutti, di buona metratura e dai prezzi accettabili.

Ciò che più colpisce di queste persone è il fatto che non si parlano neppure fra di loro mentre attendono di essere chiamate dal Giudice: ognuna di esse è chiusa nel proprio silenzio, che, forse, spesso si traduce in dolore.

Ognuna di loro è semplicemente considerata una busta verde per atti giudiziari.

Il numero di sfratti che mercoledì è stato chiamato in Tribunale era impressionante.

Avvocati e Magistrati svolgono il loro compito meramente tecnico e nulla di più possono e debbono fare.

Ancora una volta Politica e Imprenditoria sono responsabili del disastro sociale.

Già negli anni 80′ il Pretore di Finale Ligure pose il problema del diritto alla casa dinanzi alla Corte Costituzionale.

Sinistra e Destra sono accumulate dalla stessa incapacità di affrontarlo.

Dietro i volti tanto rassegnati quanto preoccupati delle persone presenti in Tribunale c’è una sconfitta politica e sociale inimmaginabile.

Ci sono giovani già segnati da difficoltà economiche ai quali fin da piccoli è negato il diritto di vivere almeno una infanzia e adolescenza non segnate da conflittualità sociali legate alla casa.

A proposito: dimenticavo che, fra chi ha intentato l’azione di sfratto, c’era anche una Parrocchia, della quale non indico il nome per non coinvolgere l’incolpevole Santo che ad essa da il nome.

Non c’è più religione nella Riviera da Bere.

Giovanni Sanna


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G.Sanna

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