‘Fratello, ricordati che devi morire‘: era il beneaugurante saluto che si scambiavano gli appartenenti all’Ordine dei Frati Trappisti fondato dall’Abate de Rancè in Francia nel 1140. A Ceriale, invece, è il monito rivolto all’esigua schiera di ostinati contro il crescente degrado socio-politico-economico-culturale. Avevamo promesso ai lettori di trucioli.it
il racconto fotografico di cosa può accadere in una cittadina, per secoli a vocazione agricola e marinara, che ha sciupato gran parte del suo futuro turistico e anche ‘ostaggio’ di ordinaria illegalità. Non si uccide, non scorre sangue. La ‘mafia’, qualunque sia l’origine, per ‘fare soldi’ ha bisogno di ‘tranquillità apparente’. Non accendere i riflettori dei mass media. Se accadono fatti eclatanti vuole dire che sono in lotta gruppi rivali. Ci vorrebbe un giornalismo d’inchiesta, approfondimento. Non è facile e ci mancano capacità e forza. Almeno tiriamo le giacchette.
Osserviamo Ceriale da più angolature, tralasciando la ‘famigerata’ T 1, complesso immobiliare di palazzi in abbandono, infestata da un esteso lago d’acqua stagnante. Bisogna attendere l’evolversi della giustizia e l’esito del fallimento, con eventuale vendita della proprietà: si estende per 65 mila mq., una volumetria di 56 mila mc. di cui il 30 % residenziale, il 50 % turistico ricettivo, il residuo a destinazione terziaria. Il termine per la presentazione di ‘manifestazione di interesse‘ scadeva il 15 ottobre 2103. Chi si è preoccupato di far sapere notizie provenienti dal curatore fallimentare dr. Alberto Marchese? Informare la cittadinanza, tenuto conto dell’impatto sociale della vicenda. Del diffuso malumore, del danno che subisce la città e soprattutto la zona attigua.
Ma occupiamoci di cose più leggere, meno intrigranti. Parliamo, ad esempio, del benvenuto, del biglietto da visita di Ceriale agli ospiti, ai turisti, anche di passaggio. L’ultima cartolina ‘Saluti da Ceriale, la città dell’accoglienza’. Non è la prima volta che ne parliamo prima su trucioli savonesi, da quasi due anni su trucioli.it, E’ come lavare la testa all’asino, dicevano i nostri vecchi.
L’ufficio Iat di informazione turistica? Vi proponiamo due foto, valgono più di ogni descrizione e commento. Un tempo Ceriale beneficiava di un’efficiente Azienda Autonoma di Soggiorno (indimenticabile l’attivismo, l’impegno, la passione del compianto Carlo Camino, politico socialista di lungo corso, con incarichi nella giunta provinciale). Uffici in centro città, sul lungomare.
Soppresse le ‘aziende’, è stata la volta dell’ Apt Riviera delle Palme (con un valido direttore generale, dr. Emanuele Ravina, cerialese, ritiratosi a vita privata, per un periodo designato dalla politica in Fondazione Carisa). L’Apt, da ultimo, aveva una sede distaccata sull’Aurelia, a fianco dell’immobile che ospitava i vigili urbani. Si è scelto di risparmiare l’affitto e lasciar spazio al ‘raviolificio San Giorgio‘, con trasferimento nella pineta di levante che, negli anni ’50 e ’60, ha ospitato il più frequentato campeggio della Liguria, in riva al mare, per vacanzieri tedeschi, olandesi, svizzeri. La stagione iniziava a Pasqua e terminava ad ottobre.
Invano ci eravamo opposti, allora giovani cronisti alle prime armi, alla sua chiusura, ad improbabili alternative. Anche in quella circostanza eravamo ‘quattro gatti’. A titolo informativo è difficile dimenticare che al termine di un’assemblea pubblica sul tema campeggio trovammo una sgradita sorpresa. Quattro gomme dell’auto (vecchia Fiat) bucate, righe su una fiancata. Avevamo ribadito e poi scritto che si era dato un calcio definitivo ad una inesauribile risorsa di arrivi e presenze turistiche, addio ad una manna economica, ad iniziare dal tessuto commerciale del centro storico.
Non solo, di pari passo iniziava l’edilizia ‘allegra’ , fotocopia di Borghetto S. Spirito. L’ addio al turismo alberghiero e di qualità . Ad una cittadina che doveva rifiutare i grigi palazzoni e contenere lo sviluppo a suon di seconde case (8 mila), creando pochi insediamenti, in aree ben precise, valorizzare lo stile borgo ligure. I giovani, le nuove generazioni, il mondo dei 5 stelle, a destra come a sinistra, non sanno, non conoscono il vero passato di Ceriale. La vittoria degli intrighi, la sconfitta degli onesti. E senza memoria storica non si va da nessuna parte. Si confondono i ruoli, le responsabilità, una realistica visione del futuro. Vengono isolate le persone perbene.
Potremmo aggiungere di essere stati accaniti sostenitori – carta canta – di uno strumento di pianificazione urbanistica con vincoli in zone agricole da non sacrificare massicciamente al vile denaro della speculazione edilizia mordi e fuggi. Proprio qualche famiglia di Ceriale e non solo (citiamo Loano, Pietra Ligure, Albenga, Cuneo) operava sul mercato immobiliare. Lunga mano ieri, comandano oggi, per imporre sindaci, assessori (in loco e in Provincia). Abbiamo già pubblicato documenti con particelle catastali, nomi e cognomi, incluse società, imprese edili. Nessuna reazione efficace. Tiepidezza tra le forze dell’ opposizione. A parte qualche isolato abbaiare alla luna. Resiste un collante di interessi in gioco, predominio professionale, commerciale, artigianale. Ci sono i figli, l’impiego, il posto di lavoro. Anche a Ceriale gli amministratori-politici-consulenti del Comune indagati non lasciano gli incarichi, il potere (non perché colpevoli prima della sentenza definitiva), ma per rispetto dell’etica pubblica. Il buon nome della moglie di Cesare.
Nel 2014 si deve lottare per non perdere del tutto il senso collettivo della speranza, per allontanare la sensazione di vuoto, incoraggiare il riscatto. Chiediamo scusa per questo inciso, miscela tra cronaca e commento.
Torniamo alla sede Iat di Ceriale. Due cartelli, ripresi in mesi diversi, sulla vetrata della sede Iat. Siamo al 3 di marzo, il cartello, con sorpresa, descrive ancora gli orari di gennaio.
PRIMA FOTO
SECONDA FOTO: è il 2 marzo, domenica, il cartello con gli orari fermi al mese di gennaio
TERZA FOTO: il lungomare, una domenica d’inverno. Un collega dei Rai (non il presidente di un istituto di giornalisti che dimora a Ceriale) ci ha inviato un’immagine non abituale. Con il rispetto a chi è in Italia legalmente, resta fedele a costumi e religione della terra natia. Non molti decenni fa, anche a Ceriale e Peagna, tutte le pie donne entravano in chiesa con il velo sul capo. Ora entrano pure in minigonna.
QUARTA FOTO: decoro urbano. Non è cambiato il paesaggio all’ingresso di Ceriale, a ponente. E’ domenica, l’immobile della famiglia del primo cittadino offre la laboriosità domestica del bucato. Panni stesi e colorati. Per fortuna non tutti copiano l’esempio da singoli terrazzi della cittadina.
QUINTA FOTO: due immagini di un fiorente avvicendarsi, davanti all’ingresso della chiesa parrocchiale, di questuanti accompagnati, a Ceriale, da una presunta organizzazione di sfruttatori. Alcuni si sono avvicendati. I primi fotografati risalgono alla festa di San Rocco, 16 agosto. Casualmente frequentano anche Genova, Varazze, Savona, Imperia, Arma di Taggia, Sanremo, solo per citare alcune località. Si alternano, spartendosi le zone. Perché hanno scelto, tra le basi di ‘lavoro’, proprio Ceriale ? Perchè i fedeli, gli abitanti, i villeggianti sono generosi, oppure ci sono località dotate di sistematica prevenzione e disincentivo? Lasciano stare le ordinanze, i divieti. Servono ai burocratici e alla propaganda politica. Purtroppo non può sfuggire il fatto che solo a Ceriale ed Albenga (in provincia di Savona), a Sanremo (Imperia) resiste la tratta delle schiave della prostituzione su strada. Da qualche mese, pure in pieno giorno, suscitando lo stupore e l’incredulità di migliaia di persone che transitano sull’Aurelia. Promozione per Ceriale, per la sua industria turistica? Il consiglio comunale ha per caso inviato un ordine del giorno al prefetto, al ministro dell’Interno?
SESTA FOTO: la principale festa popolare di Ceriale (San Rocco) è un atteso appuntamento religioso con la solenne processione, un tempo pomeridiana, ora serale. La presenza di decine di bancarelle sul lungomare, i fuochi artificiali,
Non accade soltanto a Ceriale. Mentre sfilano crocifissi, confraternite, ’casse dei santi’, sacerdoti celebranti, canti e preghiere, ostensorio, due ali di folla si accalca, la presenza delle autorità, le divise dei ‘comandanti’, oltre agli agenti in servizio d’ordine (carabinieri e polizia municipale).
Quale immagine si offre – tralasciamo i commenti dei commercianti ambulanti presenti che pagano il suo pubblico, con l’obbligo dello scontrino fiscale – contare 37 spazi pubblici occupati da mercanti abusivi dove si trova merce di ogni tipo, contraffazione inclusa. Mercato nero, illegale e non soltanto. In alcuni casi – forse si saranno divertiti con noi ? – alla richiesta se era possibile comprare ‘polverina’, rispondevano di sì e dovevano chiamare l’amico. In realtà stupiti e perplessi dal nostro aspetto non più giovanile. Temendo una trappola. E che dire dello spettacolo di biciclette legate o ‘parcheggiate’ all’interno delle aiuole, in fiore o con tappeto erboso. Oppure aiuole del Comune utilizzate per deporre mercanzie dei vu’ cumprà. In piazza le autorità, i fedeli, le confraternite, la predica, la benedizione, l’Eucarestia, a pochi metri un gran bazar di ‘intoccabili’ nel giorno di San Rocco, patrono degli animali veri.
Nessun timore a vendere in nero davanti agli esercizi pubblici
La mercanzia extracomunitaria è un’immagine abituale del lungomare di Ceriale
Municipio di Ceriale, all’interno prima della rampa di scale, libero rifornimento di carta per fotocopiatrici, stampanti laser, incredibile ma vero
Don Leandro Caviglia in una foto d’archivio di Silvio Fasano
ULTIMA IMMAGINE: FELICI PER IL RITORNO DI DON CAVIGLIACeriale ha avuto un parroco, don Leandro Caviglia, che per la prima volta nella storia locale era stato invitato dal vescovo a ‘lasciare’ per motivi di opportunità. Forse è noioso ripercorrere vecchie polemiche, diatribe, riprese con molta evidenza dagli organi di stampa locale. Fino a sfociare in denuncia querela per un errore -ammesso da don Caviglia – a proposito di un’azione partigiana al paese d’origine, Vessalico. Erano scesi nella disputa l’Anpi, l’amministrazione comunale. Don Caviglia, avrà commesso qualche errore (caso del falso seminarista lombardo, ospitato in canonica, rivelatosi truffatore, ladro di oggetti personali e della chiesa). Don Caviglia non apparteneva alla ‘casta diocesana’ dei preti chiacchierati per facili costumi, è sempre stato un sacerdote galantuomo, pulito. Ha sempre dato quanto era nelle sue umane possibilità. Allergico allo sport praticato da molti ‘ministri del culto’: gli affari e dintorni. Ha vissuto nella sobrietà, senza lasciare in eredità una casa propria. In precedenza parroco benvoluto a Toirano.
Ebbene, ora lo strappo con i parrocchiani pare sia stato superato. Don Caviglia è tornato nella ‘sua’ chiesa in occasione delle cresime, officiate dal vescovo Oliveri. Con la apprezzata presenza del parroco don Antonio Cozzi, classe 1946, originario di Cerro Maggiore (Milano), ordinato sacerdote il 17 maggio 1971. Dai fedeli più assidui alla vita parrocchiale si ascoltano parole di elogio verso don Antonio, al suo impegno vincente di avvicinare i giovani, coinvolgerli, renderli partecipi. C’è un fiorire di gioventù che si avvicina alla chiesa, un rinnovato interesse verso le attività della parrocchia. Una giorno felice per don Leandro Caviglia, uomo di altri tempi, pastore di anime che ha dedicato l’esistenza alla missione, con slancio, impegno, rigore. Curando e combattendo, a volte con grinta e determinazione, alcune ferite sanguinanti della sua diocesi. Dopo essersi allontanato dalla ‘chiesa’ di Ceriale, finché ha avuto la forza e la salute, raggiungeva il Santuario della Madonna della Guardia di Genova dove prestava collaborazione. Speriamo siano tramontate le incomprensioni e don Leandro possa concludere il suo cammino appagato dalla stima, dall’affetto, dalla vicinanza di quanti l’hanno conosciuto fin dall’esordio dell’ordinazione sacerdotale.