Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Alassio non solo fiori, il triste benvenuto del sindaco Canepa ai turisti


Domenica di fine febbraio sul lungomare di Alassio. Qui non si festeggia San Policarpo vescovo, eppure la ‘capitale’ del turismo ponentino è affollata come nei mesi estivi. Non c’è il Festival. E’ Riviera delle Palme anziché dei Fiori e i segni sono evidenti. Le aiuole curate, adornate, ideale biglietto da visita ? Non se ne parli neppure, la tradizione continua: Erbacce, qualche margherita selvatica fa capolino. Non mancano le bancarelle improvvisate, la merce stesa su tappeti con cianfrusaglie e immancabili contraffazioni. Pochi nordafricani, sostituiti da bengalesi ed asiatici. In corso Marconi è ‘festa della cioccolata’? Siamo ad Alassio, tutto rincara. Alcuni ‘artigiani’ sono gli stessi che erano a Pietra Ligure e ammettono: “Se non ritocchiamo i prezzi nella Baia del Sole ! C’è tanta bella gente, ci ha fatto i complimenti un giornalista della televisione”.

Alassio in fiore sulla passeggiata a mare in centro città, 23 febbraio 2014

Alassio fa il pieno di villeggianti anche se non è iniziata la stagione balneare. Alcuni sono gruppi italiani, in gita domenicale. Altri ospiti delle ‘seconde case’. Prendono d’assalto, si fa per dire, l’unica spiaggia privata aperta 365 giorni l’anno, in centro città. Non c’è posto per tutti e  cercano di arrangiarsi. I turisti invernali, soprattutto vacanzieri ‘mordi e fuggi’, non vogliono perdersi l’emozione di camminare, prendere la tintarella sulla più pregiata sabbia della Liguria, senza dimenticare le foto ricordo. Bisogna evitare però che l’obiettivo metta in mostra la brutta cartolina di Alassio disadorna, con gli angoli verdi del lungomare trascurati, abbandonati all’incuria. Scene e quadretti, per completezza di informazione, già presenti qualche anno fa sul blog trucioli savonesi e l’archivio fotografico documenta. Allora c’erano altri sindaci, altri assessori, qualcuno è rimasto. A quanto pare non è un problema di persone, ma di ‘cultura alassina’, si dice così’? Emancipazione sociale e qualità ambientale. Se sono riusciti a divorare col cemento ogni angolo di verde, di orto, di giardino, perchè nel Dna ci dovrebbe essere il rispetto per la Riviera dei fiori 0 delle Palme?

Alassio, domenica di tintarella nello stabilimento balneare aperto 365 giorni l’anno

Chissà come sarà il giardino di casa loro? C’era una volta un presidente della Camera di Commercio di Savona, uno dei pochi veri imprenditori della storia dell’ente, il dr.  Andrea De Filippi. Un passato da partigiano ed era stato presidente dei concessionari d’auto italiani. Tra i fondatori dell’Università di Savona, al vertice camerale dal 1984 al 1991, fu vice presidente dell’Unione Industriali e presidente della Piccola Industria. Fra le passioni c’era l’alpinismo. Al cronista che si occupava  anche di turismo, al Secolo XIX, amava ripetere: “Si reclamano grandi opere strutturali per rilanciare  l’industria turistica, invocano più finanziamenti – già si parlava di rilancio ndr -; ebbene potrebbe cambiare la nostra immagine se già da subito iniziassimo a dotarci tassativamente  di fiori e pulizia dove la statale Aurelia lo permette; all’ingresso delle località rivierasche, nelle aree occupate da stazioni ferroviarie: Si avesse cura, non solo un paio di mesi all’anno,  almeno delle aiuole delle passeggiate a mare. Non siamo la Svizzera, pulita, ordinata. Che immagine offriamo ai visitatori ignorando il degrado? Anzichè spazi pubblici e privati ricchi di fiori, profumi, valorizzando la bellezza  di madre di natura. Si cominci almeno dalle aiuole negli spazi più frequentati e fotografati”. Come sia andata a finire dovremmo saperlo tutti.

La tradizionale divisa del titolare-cameriere del bar Lido sul lungomare di Alassio, il maglione a giro vita, jeans, scarpe sportive, camicione, berretto e visiera: il top

Alassio, alla guida della città è arrivato un sindaco-imprenditore commerciale di successo, scelto da un loanese professionista della politica e che non ha mai dovuto sudare per sbarcare il lunario. Enzo Canepa dovrebbe rappresentare la svolta. L’uomo del rinnovamento politico-amministrativo. Sarà perché ha un vice sindaco che forse un’industria privata avrebbe difficoltà a darle il ruolo di manager ? Sarà per la ‘squadra’, da manuale Cencelli, che non eccelle dove il buon giorno si vede dalle piccole cose? Sta di fatto che il benestante Canepa mostra troppi limiti operativi, tra impotenza e sudditanza, miopia. Al punto che l’anziano alassino, seduto sulla piazzetta di Borgo Coscia, sbotta: “Potevano metterci Zarrillo senior, oppure Maiellano una vita alla Confesercenti, ma anche Socco, l’uomo della cultura e della Sca servizi, di Acqua Azzurra, almeno hanno più sprint”. Battute a parte.  Chissà perché Enzo Canepa passa da un scivolone all’altro e non riesce ad offrirci una città cartolina neppure sul lungomare?  Voleva la città pulita e mancherebbe altro, forse le aiuole, le aree verdi centrali non sono degne di priorità?

Alassio i cartelli di educazione civica e il buon esempio di decoro comunale

Si vuole mettere alla prova il neo ‘bombardato’ comandante dei vigili urbani se già a febbraio, in due ore, di camminata da levante a ponente, si possono contare 37 ‘ambulanti’ in piena attività che  indisturbati  (almeno dalle 10 alle 12) invitano i passanti a non perdere l’occasione. C’è l’ombrello (giornata di sole splendido), l’orologio, la borsa ‘firmata’,  magliette e camice, collane, braccialetti, perline, mini bazar. Per fortuna non fanno concorrenza all’ottimo negozio – con orari no stop – della famiglia Canepa – . Da anni la Caporetto dell’abusivismo commerciale resiste a tutte le promesse. E dire che quando si parla di razionalizzare la presenza delle Forze dell’Ordine, come avviene in tante realtà occidentali, si fa a gara a chi grida di più al campanilismo. Pensate al doppione carabinieri- polizia. Cosa accadrebbe se località, con più residenti e con un maggior bacino, come Finale, Loano, Varazze, Cairo Montenotte, chiedessero di avere un commissariato?  La Guardia di Finanza, seppur con altri ruoli , è stata unificata ad Albenga, la Capitaneria a Loano. Perchè non creare un unico polo ad Albenga dove esiste già la polizia stradale? Bisogna ammetterlo, non siamo  maturi, ci vorrà  qualche decennio, a meno che al ministero degli Interni non arrivi un riformatore vero. Ad iniziare dall’uso del personale in divisa, sempre presente in forze a tutte le cerimonie dove basterebbe una rappresentanza. E il presidio del territorio anziché farlo  per le statistiche- come accade troppo spesso- , si dovrebbe misurare sulla base di risultati e produttività, spesa.

Vi è mai capitato di percorrere l’Aurelia tra Ceriale, Albenga e Laigueglia e trovare la domenica mattina, vigili in autovelox, polizia stradale a caccia di un’infrazione, carabinieri all’ingresso di Alassio, polizia nei pressi del Comune,  altra pattuglia di polizia sul rettilineo di Laigueglia, all’ingresso della cittadina pattuglia di carabinieri, alla fine dell’abitato pattuglia di vigili urbani. Ed è solo una normalissima domenica mattina invernale, senza manifestazioni o corse ciclistiche.  Servono foto a documentare ?

Ad Alassio, suvvia, il sindaco ed il suo vice a tempo pieno, diano un segnale di discontinuità, non facciano sfigurare i loro ‘padrini’, non si perdano in nomine e designazioni di ‘Bassa Lega’. Anche perché al prossimo appuntamento elettorale – i pronostici giurano che si tornerà presto a votare –  la consumata orchestra dovrebbe non far più incantare gli alassini, annebbiati esclusi.  Servono facce nuove e senza conflitto di interessi.  Competenti. I giovani avanzano, l’usato ha già esaurito le sue riserve. Non si potrà ignorare che il rinnovamento di Renzi è partito dal vertice, dalla testa, mentre nelle società più evolute inizia dalla base. Non ad Alassio.

Alassio, regina anche nel turismo invernale dove ovunque ha perso colpi, qui resiste negli week end

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