Un personaggio unico e ai più sconosciuto. Vive a 615 metri sul livello del mare, un’ora d’auto da Savona. A Montefreddo, frazione di Mallare. Da 4 anni non si taglia i capelli, le trecce arrivano sui fianchi. Quando la mamma festeggiava 60 anni, il figlio le ha fatto un regalo inatteso: è andato dal parrucchiere, rinunciando al guinnes delle ‘dreadloock‘ fino al tallone. Bruno Muscò, 40 anni, origini a Crotone, savonese dall’infanzia. Eccentrico nella capigliatura e nella musica. Dal 2000 è l’anima del gruppo Kalafrica. Suono il djémbé, dopo aver frequentato, a Genova, il maestro Ibrain Sampau. Bruno è un “Ratta”; non è una setta, ‘devoti’ di Natuzza Evolo, mistica stigmatizzata in odore di Santità; di Nelson Mandela, di Maria Teresa di Calcutta. Si definiscono seguaci del negus neghesti d’Etiopia Hailè Selassié (1892-1975). Bruno, sposato, una figlia di 9 anni, ha tra i primi comandamenti l’amore e il rispetto del Creato, la fedeltà coniugale.
Un incontro casuale, un’intervista improvvisata al tavolino al Piccolo bar di Cairo Montenotte, davanti al complesso ospedaliero. I titolari del locale lo conoscono di vista, sanno che è di Savona. Anche loro ‘stupiti’ delle lunghe trecce, sempre curate. Indossa ls tuta da lavoro, sorseggia un caffè. Risponde gentile e garbato alla spontanea curiosità del cronista.
Una scelta di vita portare quella capigliatura, spesso esibizionismo praticato da tanti giovani, non a questi livelli però. Iniziamo il discorso. E’ raro incontrare uno come lei ! “In effetti – risponde – chi non mi conosce sulle prime guarda con una certa diffidenza o curiosità, pensa allo straniero. Invece sono un cittadino qualunque, nato a Crotone il 10 luglio 1973 e da piccolo sono arrivato a Savona con i genitori. Sono sposato con Michela Zunino, nata e cresciuta nella città della Torretta. Siamo insieme da 22 anni, da tanto dura la mia fedeltà, da quattro anni siamo sposati; abbiamo una figlia di 9 anni, Eleonora. Dal 2005 lavoro in un’azienda di pulizie. Sul lavoro faccio il mio dovere, poi vivo per la famiglia, ho l’hobby della musica e credo nell’adilà“.
Fede in Cristo o in qualche santone, santona? Bruno: “Ripeto, sono Ratta, siamo persone che scelgono di vivere solo per amore, rispettenado tutto ciò che ci circonda; mia moglie non mi ha seguito in questa scelta e non faccio nulla per invogliare mia figlia. Non siamo moltissimi nel mondo, assai pochi nel savonese, non ci conosciamo neppure tutti. Non sono cattolico praticante, ma orgoglioso che la bimba abbia fatto la Santa Comunione. Mi sento in simbiosi con mamma Natuzza Evolo, di Paravati (Vibo Valenzia); l’ho conosciuta, mi ha accarezzato. E’ morta in odore di santità il primo novembre 2009, festa di Ognissanti. Aveva 84 anni, ha lasciato un ricordo indelebile, opere di bene e tanti seguaci”. (VEDI IL SERVIZIO-INTERVISTA DI CANALE 5- I SEGRETI DI NATUZZA EVOLO).
Natuzza Evolo, analfabeta, come padre Pio aveva le stigmate, comparse all’età di 10 anni sulle mani e sui piedi. Il 15 agosto 1938 le apparve la Vergine Maria di cui è rimasta devota tutta la vita. Più avanti ha avuto apparizioni anche di Gesù, degli Angeli e di defunti. Sudava sangue, soprattutto nella Settimana Santa. Il vescovo della sua diocesi intervistato ha risposto che per la ‘beatificazione’ occorre i cosiddetti ‘tempi tecnici’.
Dove si sente diverso rispetto ad altri, senza offesa, ‘capelloni’? “Io ho parecchi amici, ma vivo intensamente l’amore per il prossimo, il rispetto, altri preferiscono mostrare ed esibire il look. Noi non disprezziamo i ricchi, chi ha tanti soldi, semmai chi li utilizza in modo sbagliato”.
Si sente una persona realizzata? “Credo di essere un buon padre e marito, la mia anima raggiunge la massima felicità quando posso suonare il djémbé, strumento a percussione con origini nella Guinea Mali. Mi sono impegnato tanto e credo di meritare il successo. Ci siamo esibiti molte volte a Savona ed in altre località, siamo in sei, uniti ed affiatati. Siamo presenti su Facebook; il nostro è un ritmo coinvolgente, con una tradizione secolare”.
Abbiamo accolto l’invito di Bruno Muscò di ‘visitare’ i siti internet che narrano di Natuzza Evolo, la descrivono veggente che riusciva a diagnosticare problemi e malattie, perfino ad esprimersi con linguaggio medico; riusciva a pronunciare , durante la Quaresima, parole in latino, greco, aramaico; emanava un fortissimo odore di rosa. FenomenI soprannaturali. Inspiegabili, come le ‘documentate’ guarigioni.