Le recentissime polemiche sul registro elettronico, largamente riportate dai quotidiani di casa nostra –La Stampa: Registro elettronico, i prof: “Ci fa perdere tempo in classe”– fanno tornare alla mente una disavventura sul tema capitata tempo fa al Liceo Sociale “Giuliano Della Rovere” di Savona.
Correva l’anno 2005 e l’allora istituto magistrale, non ancora assurto al rango di liceo, aveva deciso di introdurre, fra i primi in provincia, il nuovissimo sistema informatico al posto del decrepito fascicolo “Spaggiari” con cui si erano confrontati e spesso picchiati intere generazioni di professori. Nel primo collegio docenti di settembre la dirigente scolastico Graziella Rosso non c’era: si era infortunata ad un ginocchio durante gli allenamenti per portare la fiaccola olimpica delle olimpiadi di Torino e al primo collegio docenti di settembre non era potuta intervenire; così l’onore di presentare pregi e potenzialità del nuovo registro era toccato a Roberto Bertola, un professore di matematica che, del resto, era il fautore dell’iniziativa.
Nelle intenzioni della scuola lo strumento informatico avrebbe dovuto semplificare notevolmente il lavoro del docente, velocizzando la gestione di assenze e giustificazioni assai più di quanto accadeva con il vecchio e ormai obsoleto registro cartaceo. Nella quasi totalità delle aule, però, non era installato alcun computer e presto si era capito il perché: il registro cartaceo, in realtà, non era sparito ma si era trasformato in una complicata agenda piena di minuscoli pallini in carta carbone che ogni docente doveva annerire ad ogni assenza, ingresso, uscita e quant’altro di qualsiasi studente. Un tecnico della scuola avrebbe poi provveduto a trasferire il tutto su computer. Il problema più grande, però, non era la marea di minuti che i malcapitati professori dovevano perdere ad ogni lezione per spuntare in doppia copia i pallini; il fatto era che sul registro pseudoelettronico non si poteva segnare tutta una serie di episodi (ingressi alla seconda o terza ora, uscite temporanee con rientri all’ora successiva e così via) che in ogni scuola accadono continuamente. E così, alla fine i docenti non potevano sapere quante ore di lezione avesse effettivamente frequentato lo studente: mancava, insomma, l’informazione essenziale per stabilire se un alunno potesse essere scrutinato o meno alla fine dell’anno scolastico. Allora non c’era stato bisogno di COBAS e quant’altro:
-Savona. I Cobas chiedono la sospensione di registro e scrutinio elettronico-
alla fine del primo quadrimestre il registro elettronico era silenziosamente sparito e al suo posto era tornato il vecchio registro cartaceo. Cosa che nelle scuole savonesi molti professori si augurano che accada di nuovo.
Massimo Macciò