Un noto opinionista del Corriere della Sera, lunedì, si chiedeva come Renzi affronterà la questione del finanziamento ai partiti : “Renzi ha due ottime ragioni per affrontare la questione. Se non ne viene a capo non potrà sconfiggere definitivamente il vecchio partito di apparato. E se lo farà si ritroverebbe al verde o quasi. Le donazioni che affluirebbero dai suoi sostenitori probabilmente non gli basterebbero”.
Ma il Parlamento appoggerà concretamente la sua proposta di cancellare il finanziamento? Non credo anche perché la bozza passata alla Camera è molto blanda rispetto alla proposta del sindaco di Firenze e per di più diluita in tre anni. Inoltre Renzi sa che si dovrebbero risolvere anche i problemi economici/finanziari legati al suo partito e non solo al suo.
Situazione dei partiti ( i dati sono stati ripresi da vari articoli sui quotidiani )
Nel 2007, quando venne alla luce il Partito Democratico, i suoi genitori PDS e Margherita scelsero il regime della separazione dei beni. Gli eredi del Partito Comunista possedevano 2.400 immobili, gran parte dei quali sono sedi del Pd ( dati in affitto ) ma ci sono pure uffici e locali commerciali, la cui proprietà è stata blindata dal tesoriere del partito ( PCI ) Ugo Sposetti in oltre 50 fondazioni costituite dalle federazioni locali. Il PCI aveva debiti per 150 milioni e li ha ancora ma nessuno ne parla ( neanche le banche creditrici ! ).
La Margherita aveva ancora a fine 2011 19,8 milioni liquidi in banca più 371.743 euro investiti in una gestione patrimoniale. Il tutto, dopo che 22 milioni erano già spariti nella vicenda che ha coinvolto l’ex tesoriere Luigi Lusi.
L’ex Popolo della Libertà a fine 2011 aveva 55 milioni di debiti bancari .
L’ex movimento sociale nel 2010, pur essendo già deceduto da ben tre anni aveva in cassa disponibilità liquide per 74 milioni di euro scesi nel 2011 in 11 milioni . E tutto il patrimonio è stato intestato a tre società immobiliari gestite dai vecchi leader del partito. Valore dei beni trasferiti: 61 milioni al costo storico che rivalutati ad oggi possono valere dai trecento ai quattrocento milioni di euro.
Italia dei Valori , alla fine del 2012 aveva un patrimonio netto di 16,6 milioni: 4,4 milioni in banca e 8 milioni investiti in prodotti finanziari ed il resto in immobili ( intestati però a Di Pietro e famiglia ! ).
Il Carroccio al 31 dicembre 2011 aveva 12,8 milioni in banca e ben 20,3 milioni investiti in titoli, pronti contro termine e certificati di deposito. Per non parlare del patrimonio immobiliare, iscritto a bilancio per 8,3 milioni, e dei sette milioni e mezzo di partecipazioni azionarie. Ma nessuna voce poteva sorprendere più del valore degli automezzi di un partito: un milione 241.307 euro e che contava un anno fa 72 dipendenti.
Come ha funzionato il finanziamento.
Con la legge n. 157 del 3 giugno 1999 il rimborso elettorale era di 193.713.000 euro, erogabile in rate annuali, in caso di legislatura completa ( € 38.742.600 annui ).
La legge n.156 del 26 luglio 2002 ha trasformato in annuale il fondo ed abbassato dal 4 all’1% il quorum per ottenere il rimborso elettorale. L’ammontare da erogare, nel caso di legislatura completa, più che raddoppia, passando da 193.713.000 euro a 468.853.675 euro ( € 93.770.600 annui ).
Con la legge n. 51 del 23 febbraio 2006, l’erogazione di 468.853.675 euro è dovuta per tutti e cinque gli anni di legislatura, indipendentemente dalla sua durata effettiva.
Con la crisi politica italiana del 2008, che ha fatto seguito a quella del 2006, i partiti iniziarono a percepire il doppio dei fondi, giacché hanno ricevuto tutto il contributo relativo alla XV ( durata 2006-2208) e di quello della XVI Legislatura ( durata 2008-2012 ). Abbiamo votato nel 2013 e, dando per scontato che la Legislatura finirà nel 2015, i partiti prenderanno contemporaneamente per intero quelli della XVII. In altre parole per le ultime tre Legislature il finanziamento ai partiti di 468.853.675 euro va moltiplicato per tre ma le Legislature non sono durate 15 anni ma solo 8 e quindi i finanziamento corrisponde a € 175.819.875 annui contro i 38.742.600 del 1999.
I rimborsi elettorali
Ogni cittadino italiano (senza considerare i contributi ai gruppi parlamentari o ai gruppi consiliari regionali) spende per mantenere i partiti mediamente circa 3 euro l’anno ( considerando la media delle ultime 3 legislature ) la Spagna 2,30 euro, la Germania 1,61 euro, la Francia 1,25 euro. Il confronto proprio non regge !!!!!!
Oltretutto è incontestabilmente provato che il passaggio da “rimborsi elettorali” a “finanziamento ai partiti” è illegittimo, quindi si può affermare, a mio modesto avviso, che si tratta di una truffa perpetrata dei partiti nei confronti dei Cittadini con la ” benevolenza” del Capo della Stato, dei presidenti delle Camere, della Corte Costituzionale, della Corte di Cassazione, del TAR del Lazio, e sino all’altro giorno anche da parte della Corte dei Conti e con la complicità dell’informazione sia della carta stampate e sia della televisione pubblica e privata.
Coerenza e coraggio Renzi perché è una vergogna da chiudere urgentemente.
Luciano Locci