Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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I volontari della libertà di Savona e don Aldo, 89 anni, tra i protagonisti a Boves


Domenica, 22 settembre 2013, La Federazione italiana volontari della libertà (FIVL) di Savona, con una sua delegazione composta dal Vice presidente nazionale Lelio Speranza, dal Consigliere nazionale Gianfranco Cagnasso, dal Rappresentante per le Albissole Antonio Rossello, alfiere, e dalla Delegata alla Cultura Mina Bencardino, ha partecipato alle manifestazioni indette dal Comune di Boves (CN) per il 70° anniversario dell’eccidio, il 30° della fondazione della “Scuola di pace” e il gemellaggio con Castello di Godeco.

 

Boves, paesino a pochi chilometri da Cuneo, è tristemente famoso per aver dato il nome alla prima strage nazista in Italia. È qui che il 19 settembre 1943, con un banale pretesto, si verificò il primo atto di rappresaglia contro la popolazione civile inerme. Ne fu responsabile la 1ª Divisione Panzer SS “Leibstandarte SS Adolf Hitler”, la quale colpì la città a partire dalle colline circostanti, incendiando  oltre 350 abitazioni e lasciando sul terreno decine di vittime fra la gente in fuga. Questo tragico avvenimento, secondo il parere di diversi storici, comportò la nascita del movimento resistenziale in Italia.

Il sangue degli innocenti, però, non finì di scorrere: fra il 31 dicembre 1943 e il 3 gennaio 1944, si ebbe un secondo eccidio durante un rastrellamento per debellare le formazioni partigiane operanti in zona: il paese fu nuovamente bruciato, e nuovamente si ebbero decine di vittime tra civili e partigiani. La medaglia d’oro al valore civile fu, pertanto, attribuita a Boves nel 1961, con motivazione: «con eroico comportamento e stoico coraggio, per ben due volte, la rappresaglia crudele del nemico invasore, subendo la distruzione di numerose abitazioni e sacrificando la vita di molti suoi figli all’ideale patriottico». Nel 1963, la località piemontese fu ulteriormente ricompensata con la medaglia d’oro al valore militare: perché «Martoriata dalla ferocia teutonica, la città di Boves, culla della Resistenza armata piemontese, il 19 settembre 1943, con il primo sacrificio di 45 cittadini trucidati e 350 case incendiate, aggiungeva una pagina di gloria alle glorie d’Italia».

Ogni anno che passa aumentano consenso e partecipazione agli eventi che Boves dedica alla Resistenza e all’importanza di ricordare quei momenti di storia nazionale e trasmettere il ricordo alle generazioni future.  La manifestazione 2013, con la presenza delle massime autorità civili e militari, molti gonfaloni comunali, tra cui quelli delle città martiri  Boves, Marzabotto e Stazzema, nonché le rappresentanze di svariate associazioni locali,  fra le quali quelle degli Alpini e dei Partigiani, è iniziata alle ore 8.30, con il rinnovo del gemellaggio tra i giovani di Boves e Castello di Godego.

Alle 9, è avvenuta la cerimonia di commemorazione con la deposizione delle corone d’alloro ai due sacrari, con tanto di onori da parte delle autorità e della cittadinanza intervenuta numerosa all’evento. Si è, quindi, proseguito con l’intervento del Sindaco, prof. Mario Giuliano e della VVN-BdA, Associazione dei perseguitati dal Nazifascismo – Unione Antifascisti di Ravensburg-Altasvevia (Germania). E’ dunque sfilato il corteo accompagnato dalla Banda Musicale Cittadina “Silvio Pellico” – La Rumorosa.  Alle  10.30, si è tenuta la Santa Messa per la Riconciliazione e la Pace, concelebrata sul Sagrato Parrocchiale, da Don Bruno Mondino, parroco di Boves, Don Dionisio Salvadori, parroco di Castello di Godego e Père Jean Claude Casas, curé de Mauguio.   Alle 12, è stato predisposto il Pranzo, a base di prodotti tipici, per delegazioni ospiti e partigiani presso la sede degli Alpini, in collaborazione con “Donne Impresa Coldiretti”.

Nel primo pomeriggio le delegazioni si sono recate in località Punt dei Sergent: ove sorge una  stele (opera di Nardo Dunchi, Carrara, 22 febbraio 1914 – Carrara, 7 maggio 2010, l’artista eroe. Scultore internazionale, partigiano, medaglia d’argento al valore civile.) in onore della medaglia d’oro Ignazio Vian, Tenente di complemento degli Alpini, la cui formazione diede avvio alla resistenza.  Nel marzo del 1944, i partigiani di Vian confluirono formazioni di Martini Mauri e l’ufficiale divenne comandante in seconda del 1° Gruppo Divisioni alpine degli “Autonomi”. Recatosi a Torino in missione, il 19 aprile 1944, il comandante partigiano fu fermato dai nazifascisti. Non cedette sebbene più volte  torturato, perché rivelasse nomi e luoghi della Resistenza, ma. Nel timore di non riuscire ulteriormente a resistere, dopo settimane di sevizie, si svenò nel carcere. Fu curato, dopo tre mesi dall’arresto, non appena a malapena in grado di stare in piedi, i fu impiccato a un albero nel centro di Torino, con altri resistenti: Battista Bena, Felice Bricarello e Francesco Valentino.

Alle 14, è partita da Cuneo Carovana della Pace per giungere a Boves. Un percorso nella storia, tra le strade delle città,  per  lasciare ai posteri il ricordo di quanti, nelle guerre e in particolare nella lotta di liberazione,  hanno dato la vita per un’Italia libera e democratica. L’edizione di quest’anno ha avuto come tema “Conoscere: cammino di Pace e di Libertà”, tutti argomenti al centro di dibattiti e discussioni nelle dinamiche politiche attuali, ed è stata organizzata dalla Commissione Giustizia e Pace; vi è stata la partecipazione dei commercianti bovesani al punto tappa di Sant’Anna per la distribuzione del Pane della Pace. All’arrivo della marcia a Boves, sul palco allestito nella piazza principale, vi sono state in successione: l’accoglienza dei giovani godigesi, dei ragazzi della Consulta Giovani e della Parrocchia di Boves, l’apertura canora a cura delle voci soliste del coro Pacem in Terris, Valeria Arpino e Luca Pellegrino ed il saluto del Sindaco, prof. Mario Giuliano.

Nelle fasi conclusive, ha avuto luogo l’Orazione ufficiale del Sindaco di Stazzema, ing. Michele Silicani; dopodichè il conferimento della Cittadinanza onoraria a Don Aldo Benevelli, 89 anni, sacerdote partigiano e fondatore dell’Lvia. L’ LVIA – Associazione internazionale volontari laici – con sede a Cuneo in c.so IV novembre, 28, è  un’associazione di solidarietà e cooperazione internazionale che si ispira ai valori evangelici, nata nel 1966 con l’obiettivo di operare per lo sviluppo umano e contro le disuguaglianze mondiali. E’ attualmente presente in 11 paesi africani ed est-europei con 24 volontari espatriati e 180 operatori locali. Il suo impegno più che quarantennale ha permesso di garantire acqua e salute, rafforzare le competenze professionali e la piccola imprenditoria, migliorare la qualità dell’ambiente e le dinamiche di partecipazione della società civile a beneficio di milioni di persone. In caso di crisi umanitaria operiamo per affrontare l’emergenza. La motivazione scritta sulla delibera è discussa e approvata il 29 luglio dal Consiglio comunale di Boves è: «Sacerdote, testimone di giustizia, paladino di legalità, difensore dei valori sociali per il contributo e l’impegno profusi a favore dei diritti dell’Uomo, con la consapevolezza che occorre non dimenticare il passato per costruire e delineare il futuro».

Benevelli, figura di primo piano anche nella lotta partigiana locale, rimasto sempre legato ai suoi compagni di allora, tuttora non manca di partecipare agli incontri e alle manifestazioni celebrative della Resistenza.  Per lui sono intervenute delegazioni da più parti del Nord d’Italia. Al termine, sono intervenuti il presidente nazionale, FIVL Guido De Carli, ed il segretario nazionale, Paolo Rossetti, i quali con passione hanno delineato le finalità della FIVL, evidenziando il determinante impegno associativo per un positivo futuro della società italiana, e, dopo, hanno appuntato sul gonfalone la “Medaglia d’Argento della FIVL” conferita al Comune di Boves. La serata si è conclusa tra gli applausi della gente presente, la quale ha assistito ad un evento culturale e musicale creato per intrattenere e, soprattutto, per affermare il valore della Pace e il legame indissolubile fra la Repubblica e la Costituzione, riconoscendo le loro comuni radici nella Resistenza, quale moto popolare di donne e di uomini che ha liberato il Paese dall’occupazione tedesca, dalla dittatura fascista e riunificato l’Italia.

 Antonio Rossello


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A. Rossello

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