Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Mendatica convoca gli studiosi: ‘L’aria di montagna rende felici’


E’ nato il ‘laboratorio sperimentale‘ affinchè riviva l’entroterra ed esca dal tunnel di ‘zona depressa’. E’ l‘alta Valle Arroscia, unita alla mitica Triora (Valle Argentina). Dopo la transumanza e la cucina bianca (Mendatica), la festa del vino (Pornassio), la festa delle erbe (Cosio d’Arroscia), strigoria, (Triora), quattro comuni fanno rotta sulla Festa dell’Arte e della Cultura di Mendatica. Una svolta decisamente inedita, impegnativa, in quella che per decenni è stata ‘culla della pastorizia‘. Sono stati coinvolti, nella prima edizione di domenica 1° settembre, l’Università degli studi di Genova (patrocinio) e un personaggio valoroso, benemerito per la cultura, l’editoria ponentina: Gerry Delfino,  ambasciatore  e memoria storica della terra ligure, sopratutto del ponente. ‘Divoratore‘  di libri: fino a 400 l’anno. Gerry ha esordito nel ruolo di moderatore: “Sono tornato a Mendatica dopo 40 anni“.   ‘Figlio della costa‘  vive tra “carta” e botanica (piante)”.

Mendatica, il tavolo dei relatori del convegno MontagnArt: da destra, Franco Manti, Gerry Felfino (moderatore), Luisella Battaglia, Natasha Cola, Sara Medica

Una sfida impegnativa per Mendatica, in una giornata splendida e gioiosa di inizio settembre. Un nuovo, forse estremo tentativo, di dare avvio ad un lievito promettente. Un contesto socio-economico zeppo di difficoltà, ma anche diffusa indifferenza. Ad iniziare da una certa classe politica imperiese – non è una novità – che non ha brillato nell’opera di sviluppo e vera valorizzazione della ‘sua’ montagna. Parole e promesse tante, obiettivi strategici zero. Per fortuna non tutta è andato perso. E’ rimasto l’immenso valore-patrimonio di un’ambiente in grandissima parte vergine, incontaminato, scampato agli scempi che caratterizzano buona parte della costa ligure (dati alla mano la  Regione più cementizzata d’Italia negli ultimi 50 anni), dove il mattone ha creato immense fortune, ricchezze soprattutto a beneficio di pochi prediletti,  affaristi spesso mascherati dall’alone partitico, lasciandosi dietro degrado, ingiustizie e disuguaglianze sociali, la cultura dell’edonismo e del potere per la sete di potere. Infrastrutture pubbliche che paragonate a quella della ‘cugina’ Costa Azzurra confermano l’abisso. I tanti motivi della lunga crisi in un territorio che tanti sbandierano come ‘il più bello del mondo‘.

Oggi le nuove generazioni di amministratori locali, con la presenza di giovani e meno giovani, coscienti dell’arretratezza e della potenzialità, stanno spingendo al massimo il piede sull’acceleratore. Cercando aggregazione, sensibilizzazione, strumenti di informazione adeguati. Ci riusciranno? Ci vuole tenacia, grande coerenza e impegno ad eliminare gli steccati della difesa del campanile o vittime di miopia. Con un’opera di convincimento, moderazione, ma fermezza nelle strategie di più ampio respiro. Una tabella di marcia, con scadenza da rispettare, a breve, medio e lungo termine. Certo non è il massimo che all’appuntamento di domenica ‘brillasse’ l’assenza di Montegrosso e soprattutto Pieve di Teco, centro capofila della valle. Speriamo si possa presto rimediare.

Occorre, inoltre, prendere coscienza del danno casuato alla comunità tutta con lo strumento degli annunci-illusione. Chi ha fatto cronaca e informazione è tstimone  quanti convegni,  incontri, impegni, sistematicamente disattesi. Quanti politici esperti in passerelle si sono alternati nei nostri paesi. E purtroppo, non sempre, gli strumenti dell’informazione sono stati seri e rigorosi. Decine di titoli, articoli all’insegna di annunci di opere pubbliche, interventi, progetti di sviluppo, svolte, soluzioni a portata di mano di questo o quel problema. Pochi si sobno preoccupati o ricordati di procede ad un’opportuna verifica. C’è anche il capitolo dei finanziamenti a pioggia, che diventavano pure strumenti e demagogia da campagne elettorali. C’è chi quando indossava i panni del politico-eletto non disertava neppure le processioni dei paesi, si esibiva persino a portare la ‘cassa’ del santo. Trombato alle elezioni o dal partito, non si sono più visti. Scomparsi?

I questo  ruolo non si può certo fare di ogni erba un fascio, tra il livello di responsabilità ‘locali’ (sindaci, giunte, consigli comunali) e quelle più robuste – anche per le relative prebende – in provincia, regione, parlamento. Oppure nei posti chiave del sottogoverno di enti e partecipate.

Una lunga premessa – ci perdoneranno i lettori – per spiegare quale potrebbe essere l’importanza dell’iniziativa di “MontagnaArt” di Mendatica e comprensorio. Aver ottenuto la presenza attiva dell’Università di Genova, attraverso  la Scuola di Scienze Umanistiche-Dipartimento di Antichità, Filofia e Storia, è già un risultato concreto, fa ben sperare. Tra i relatori della giornata si sono alternati gli esperti.

Luisella Battaglia docente e del Comitato Nazionale di  Bioetica: “La coscienza ecologica dovrebbe realmente affermarsi e Mendatica ha intrapreso questo virtuoso cammino”. Gerry Delfino ha fatto notare che nell’enciclopedia Treccani la voce ‘bioetica‘ è opera di Luisella Battaglia.

Franco Manti, imperiese, docente, Istituto Italiano Bioetica, studioso di filosofia e medicina: ” Con mia nonna frequentavo Mendatica, qui vivevo momenti particolari di benessere. Al punto che darei un titolo-slogan a questa giornata “L’aria di montagna rende felici”. Manti ha parlato di “Economia del benessere e qualità della vita in montagna”. E ancora: “L’elemento centrale non è solo benessere del territorio, sovranità di chi ci abita… E’ necessario mettere al centro  tutte le comunità bilogiche (animali), la natura (ambiente e flora). Non basta la salvaguardia ambientale, occorre coniugare benessere economico con la qualità della vita, i limiti di sostenibilità. …Si è privilegiato in termini di sviluppo soprattutto la costa, con i relativi benefici (e aggiugniamo noi tanti danni ndr).  Occorre accelerare il rapporto monti-mare anche attraverso la promozione della cultura del cibo….”

Natasha Cola, di Sassello, dell’Istituto Italiano Bioetica: ” Collaboro con Franco Manti e Luiselle Battaglia….condivido le riflessioni sulla simbiosi uomo-animali…sulla necessità di un ritorno alla natura…sul recupero della bellezza e delle tradizioni locali… I vegetarini ? Sembra la scelta del futuro. Gli animali ? Occcorre prendersi cura perchè se stanno bene loro, stiamo bene anche noi”. Riferito, a quanto pare, al contesto montano, almeno in questo caso.

Sara Medica (Ethos-Team): “Ho scritto la mia tesi di lauea sul rapporto uomo-ambiente della Valle dell’Aveto (levante ligure), in particolare approfondendo l’antropologia culturale. …Ci sono le tradizioni alimentari della montagna ligure…, l’invasione del modello urbano del consumo, il declino e la perdita di antichi mestieri, di saperi..”

Gerry  Delfino, interloquendo nella veste di moderatore, ha rivelato che gli Statuti di Albenga del 1250 prevedevano la salvaguardia degli alberi. “La salvezza di un solo albero – ha rimarcato – era punita in modo ancora più severo rispetto all’uccisione di una persona”. Se lo dice lui…! Ha ricordato che nei tempi antichi esisteva anche in queste aree lo scambio. Castagne di montagna in cambio dell’olio….  Ha accennato che nei nostri monti viveva la lontra…ora scomparsa (carnivoro della famiglia dei Mulestidi, ottime tuffatrici e nuotatrici ndr)”.

Delfino, un’esperienza di pubblico amministratore e per 2 anni assessore alla Cultura,  musei, centro storico e pubblica istruzione ad Albenga. Erano gli anni ’90, con la giunta del sindaco Mauro Zunino (centro destra). Delfino, cattolico fervente e praticante, ‘nemico’ di chi combatte il Concilio Vaticano II. Era stato per 15 anni tra i sostenitori della prima ora della ‘Rassegna del Libro di Peagna‘,  ‘capitale’ della editoria ligure; Delfino coofondatore dell’Associazione Amici di Peagna.

Nella stanza dedicata agli archivi del suo “Centro Letterario” custodisce  10 mila volumi, alcuni di eccezionale valore, in gran parte acquistati da famiglie che non hanno più eredi. In altri spaz,i 30 mila volumi. Nel ‘giardino’ dove si organizzano incontri letterari, un “orto” impreziosito da 1500 piante, alcune di grande rarità. Molti i frequentatori illustri, ma anche semplici cittadini con la passione della storia e del “sapere”. Non mancano le scolaresche.

Gerry Delfino al tavolo di lavoro, ad Albenga, quando ci rilasciò l’intervista sei anni fa

In un’intervista di sei anni fa ad una mia domanda sull’esperienza e sull’abbandono della “rassegna di Peagna” rispose: ”

Altro che rottura, me ne sono andato senza rimpianti. Don Gerini e Franco Gallea si sono lasciati prendere la mano da personaggi che definirei “loschi”. Il mio obiettivo era quello di portare la rassegna a livello europeo, con un salto di qualità, di interesse. Per me era indispensabile uscire dai nostri confini. Vedere le produzioni librarie, per fare un esempio, dei paesi baschi, del Belgio. Procedere a scambi. Ricordo che Rainer Kriester portò proprio a Peagna la sua prima scultura. E qui incontrò Enrica Merlo, figlia dell’ex sindaco di Ceriale. Una donna eccezionale che lavora per Einaudi, traduttrice ufficiali di libri dal francese, spagnolo.

Tra i miei obiettivi, con lo scopo di promuovere la nostra zona, quello di far fotografare da un grande fotografo le copertine dei libri di medicina custoditi nell’archivio diocesano del vecchio vescovado. Poi organizzare una mostra nei paesi del Nord Europa, nostro bacino d’utenza nel movimento turistico. Insomma, attraverso la cultura, fare anche turismo.

Ad un certo punto ho avuto pure difficoltà a capire il comportamento dell’amico Gallea. Un grande uomo che ho sempre stimato. Però non ho mai condiviso che nelle sue numerosissime presentazioni di libri, tutti siano uguali. Il grande scrittore, come l’ultimo… Sono dell’avviso che bisogna fare distinzioni, non illudere la gente. Gallea mi pare non abbia mai scritto un libro, è l’uomo delle prefazioni, degli articoli. Penso che tra intellettuali e potere non esistano rapporti, ma solo chi vuole sempre guadagnare a tutti i costi.

Non condivido, infine, per la cronaca fresca l’atteggiamento assunto, alla rassegna, contro Antonella Tosi. Ho letto che sarebbe stata respinta perché si è presentata col cagnolino.

L. Cor.

 

 


L.Corrado

L.Corrado

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