Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Antonio Ricci e il Gabibbo, la brutta ferita di Ormea. Salta la cittadinanza onoraria tra astiose polemiche


Qualche giorno prima ero stato informato che sabato 31 agosto, in occasione della manifestazione “C’era una volta a Ormea”, sarebbe stata conferita la cittadinanza “ad honorem” ad Antonio Ricci e a Lorenzo Beccati, meglio noto come il Gabibbo. Ho deciso di partecipare anch’io, sperando di chiedere a questi nuovi cittadini, immensamente più noti di me, un appoggio al mio nuovo libro su Ormea, lanciato in anteprima proprio in questi giorni. All’ultimo momento sono stato avvisato da un amico che qualcosa era andato storto e mi è stato suggerito di non andare. Ma ormai avevo preso un altro appuntamento e sono andato lo stesso.

Ormea, una delle locandine annuncio per la cittadinanza onoraria

Quando sono arrivato, la notizia è stata subito chiara: il conferimento ufficiale della cittadinanza doveva essere deliberato dalla giunta; la giunta era stata convocata solo il giorno precedente: all’ordine del giorno c’erano quattordici punti e i primi undici erano stati approvati tutti, incluso il conferimento della cittadinanza al professore Douglas G. Fox, canadese, Premio Nobel 2007, che ad Ormea nel 2013 ha diretto il corso “Ipromo“, Scuola di alta formazione post laurea per lo sviluppo montano sostenibile patrocinata da Unesco e Fao. Ma quando è arrivato il dodicesimo punto – quello della cittadinanza ad Antonio Ricci – i consiglieri di minoranza se ne sono andati impedendo la delibera, perché la maggioranza da sola non aveva il numero legale.

Così, il giorno dopo ho cercato di capire non solo il perché di ciò che è successo, ma anche quali fossero gli umori della gente. Alla prima domanda non ho avuto risposte soddisfacenti: la maggior parte delle persone pensava che i due consiglieri di minoranza se ne fossero andati per far dispetto al sindaco, qualcuno pensava che il dispetto fosse piuttosto diretto ad Antonio Ricci, qualcuno parlava di una decisione presa in base ad un vizio di forma. Molti accusavano di leggerezza proprio il sindaco, per aver messo all’ordine del giorno la delibera all’ultimo momento. Qualcuno lo scusava adducendo che nessuno avrebbe potuto immaginare una simile frittata, visto che il conferimento della cittadinanza ad Antonio Ricci dava lustro all’intero paese. Fatto sta che erano tutti arrabbiati e una signora anziana ha addirittura detto che “Ormea sta morendo ed è incredibile che quando si cerca di far qualcosa per invertire la tendenza qualcuno faccia fare a tutti la solita figura da scemi“. Qualcun altro parlava di persone che “si tagliano le palle per far dispetto alla moglie“.

Nessuno tuttavia sembrava aver colto, in questo avvenimento, un aspetto fondamentale: se l’opposizione avesse dato voto negativo, la cittadinanza ad Antonio Ricci sarebbe stata bocciata con poca o nulla speranza di poterla riproporre. L’aver fatto mancare il numero legale, invece, non è stata una bocciatura: l’intera faccenda potrà essere votata di nuovo in una seduta successiva, infatti il consiglio comunale è stato aggiornato: in altre parole, l’aver fatto mancare il numero legale è stato un modo per esprimere sfiducia nel sindaco o addirittura nell’intera maggioranza, priva di numeri in consiglio. E, al di là dell’inopportunità di una mossa che pare abbia irritato Ricci e deluso un mare di ormeesi, mi domando se questa sfiducia non avesse un minimo di base.

Il sindaco Gianfranco Benzo (al centro della foto) , con amici, sul piazzale del salone della Società Operaia di Ormea

Ecco, io innanzitutto contesto che Ormea stia morendo, anche se è popolata soprattutto da anziani, perché molte sono le sue attrattive e molti sono i giovani che ci credono. Ma molti di più potrebbero essere se ci fosse una strategia politica lungimirante che invece sembra stranamente inesistente: o, almeno, se venisse resa nota. Il luogo è splendido ed è soprattutto carente di una comunicazione adeguata. Così Ormea non è ancora abbastanza conosciuta: neppure al suo interno, nonostante i corsi di alta formazione, malgrado i premi Nobel, e malgrado le iniziative del Comune. E non è conosciuta proprio per carenza di comunicazione. Anzi, per carenza di come si possa e si debba fare una comunicazione utile. Ho trascorso parte della mia nell’approfondire in Italia e nel mondo le tematiche della ‘promozione’.

Ho scritto un libro di trecento pagine, zeppo di foto a colori. Ho descritto Ormea in ogni particolare, incominciando dall’idea inedita delle “dolomiti della Liguria” e dalla storia di Eugenio Arduino, gloria di Ormea, tradizionalmente dimenticata e poco apprezzata. Ho raccontato Ormea, frazione per frazione; ho descritto venticinque itinerari per passeggiate e per escursioni; ho descritto trecento piloni uno per uno. E ho persino disegnato una mappa al 20.000 dove sono indicate tutte le strade, tutte le “cose” che contano.

Questo libro ha molti scopi, ma quello principale è di far conoscere Ormea, almeno in Italia. E, possibilmente, al mondo, visto che tra i suoi affezionati c’è un premio Nobel canadese ed una diligente comunità (a Barchi) di cittadini della Germania, locomotiva d’Europa. E visto che mi sono reso disponibile a tradurlo in inglese, anche se finora non l’ho fatto per non sprecar tempo. Ebbene, per pubblicarlo, l’editore più disponibile mi ha chiesto settemila euro. In due anni, il Comune di Ormea non è riuscito a trovare qualcuno che lo finanziasse e non ha voluto prenotare neppure quel minimo di copie. Un omaggio può essere sempre utile in alcune circostanze.

Ormea, si offre l’apertivo prima dell’inizio di una serata rovinata dalle polemiche

C’è di più: per esempio, il giornalista Luciano Corrado aveva suggerito di proporre una copia alle migliaia di Ormeesi espatriati. Per farlo si sarebbe dovuto fare una ricerca degli indirizzi e scrivere a tutti: si è promesso di farlo, ma non si è fatto nulla. In più, è noto che almeno una cinquantina di nuclei familiari recenti sono tedeschi: non sono molti, ma molto più di nulla, perché rappresentano un paio di centinaia di persone, più del dieci per cento della popolazione attuale di Ormea. Ebbene, il mio libro su Ormea potrebbe essere tradotto in tedesco e diffuso in Germania. Ma, anche qui, nulla.

Onestamente, a questo punto non capisco cosa stia succedendo. Per Ormea, un libro come questo non è mai stato scritto e non verrà scritto mai più, perché mai si troverà un altro (sbaglio?) che dedichi tre anni di vita a un’opera che, nei fatti, sembra considerata inutile proprio dalle massime autorità del luogo. Obbligando me – che non ho né l’autorità, né la capacità, né il tempo – a fare cose (promuovere, distribuire, cercare finanziamenti ecc.) del tutto diverse da quelle che so fare. Così. se qualcuno mi fornirà gli indirizzi, al premio Nobel e agli altri docenti cercherò di inviare il libro direttamente. Altrimenti glielo consegnerò di persona alla prossima occasione. Intanto, se esiste qualche editore che voglia impegnarsi, si faccia avanti. Non ho ‘padrini’ al potere. Io, per ora, il libro l’ho pubblicato a spese mie e continuerò finchè troverò l’editore. La differenza fondamentale, fra me e l’editore, è che costui può contare su una distribuzione mentre io no: è per questo che l’editore deve stampare un certo numero di copie, altrimenti non può distribuirle. Ma questo è il suo mestiere, e questo serve a Ormea: perché le copie vendute da me a Ormea, dal punto di vista della comunicazione, servono davvero a poco.

Ormea: il vice sindaco Roatta sul piazzale della Sala Società Operai discute con un concittadino

E, poi, è ora di smetterla di piagnucolare che Ormea sta morendo, solo perché per Ormea si fa troppo poco e solo perché si fanno errori come quello del 31 di agosto. E’ ora di buttare nella pattumiera una depressione incoraggiata da un pessimismo del tutto fuori luogo, anche se riconosco che uno dei problemi attuali più ridicoli e simbolici di Ormea è proprio quello della pattumiera, sul quale finirò con lo scrivere un pezzo apposta perché ne vale la pena. Probabilmente, anche Antonio Ricci avrebbe reagito solo con una risata, se avesse capito cosa si sta facendo per rinascere.

E’ ora di prendere la situazione in mano e di fare qualcosa con il riscontro dei risultati. Io lo sto facendo con questo dannato libro e, negli ultimi due anni, ho tentato di farlo con altre iniziative: per esempio, suggerendo soluzioni pratiche per il treno (la famosa idea di trasformarlo in tram e in un’attrattiva turistica), proponendo che il castello venga ricostruito per farne un’altra attrattiva turistica e suggerendo che i piloni vengano come minimo messi in sicurezza perché non spariscano, facendo svanire nel nulla una delle  potenziali attrattive di cui Ormea può meglio gloriarsi: per chi lo voglia, ho le fotografie dei mucchi di sassi in cui alcuni piloni si sono trasformati.

Tuttavia, per quest’estate ho proposto di presentare il libro al pubblico. Mi è stato detto di si, poi è stato fatto di no, poi è stato fatto il 24 agosto con una trentina di persone: dieci giorni prima avrebbero potuto essere trecento. Per quest’estate ho proposto di fare una mostra fotografica dei piloni. Mi è stato detto di sì, poi non è stato fatto nulla: c’è qualcuno che capisce la differenza tra fare le foto (le ho fatte io), sceglierle (l’ho fatto io), farle stampare, trovare i locali, pubblicare e diffondere notizie e locandine, gestire la mostra. C’è qualcuno che capisce come, da solo, non posso fare tutte queste cose, tenuto anche conto della non più giovane età? C’è qualcuno disposto a capire che l’autore ha un certo ruolo, ma che gli altri appartengono ad un’organizzazione, a un ente, a qualcun altro? C’è qualcuno disposto a capire che la strategia di comunicazione deve scendere dall’alto come la scelta delle priorità? E che, in mancanza di queste cose, non si fa nulla? C’è qualcuno disposto a capire la differenza fra uno scrittore, un organizzatore, un pubblicitario, un esperto di marketing e un editore?

L’idea del treno-tram è svanita nel nulla dell’indifferenza generale, complice anche la cervelloticheria di chi s’impunta a voler far proseguire la ferrovia da Garessio ad Albenga con il modico investimento di 400 milioni di Euro, come se ce li mettesse lui. L’idea del restauro del castello si scontra contro leggi, regolamenti e ferree opinioni contrarie. I piloni si deteriorano e crollano anche per l’indifferenza e per l’ignavia di molti ormeesi che, invece di piangere su se stessi, potrebbero dedicare un po’ del loro tempo per metterli in sicurezza, spendendo davvero quattro soldi, meno di cinquanta euro per pilone. Lavorando gratis per se stessi: gratis così come ho fatto io per tre anni, scrivendo un libro che potrebbe contribuire al rilancio.

Il salone della Società Operaia allestito per ospitare almeno 200 persone che avevano prenotato per assistere alla consegna della cittadinanza onoraria a Antonio Ricci e al Gabibbo

Io, che non sono ormeese – nel mio piccolo, mi onoro di essere romano, anche se riconosco che Roma è solo un anagramma di “Ormea meno e” –, che sono arrivato solo qualche anno fa, che acquistato una mansardina solo perché incantato dal luogo (pensate: un romano incantato da un borgo moribondo in val Tanaro. Ma andiamo!). Io, a cui nessuno ha offerto la cittadinanza onoraria pur essendo pienamente consapevole di aver fatto, per Ormea, molto più di tanti Ormeesi, cittadini naturali oppure onorari che siano, compresi Antonio Ricci e il premio Nobel professore Douglas G. Fox, a cui avrei dovuto essere presentato perché mi interessava contribuirea ciò che faceva, e invece no perché sono stato ignorato.

Svegliamo, gente, e diamoci da fare, se ne avete l’animo e il coraggio! Qui non muore nulla, basta volerlo. Qui, per rilanciare tutto, basta volerlo ed essere coerenti, capaci. Purché ci si renda conto che, se non vi date da fare voi, se immaginate che qualcun altro possa o debba venire in aiuto, allora non succederà proprio nulla: e perché mai qualcuno dovrebbe aiutarvi, se prima non vi aiutate da soli? E, quanto alla qualità di Ormea, se non ci credete, guardatevi intorno, paragonate Ormea a tutti i luoghi di montagna che volete e ditemi: quanti ne trovate, nelle vostre valli, che siano meglio? Perché non provate a mettervi nei panni di uno che viene viene da Roma e e si crea un punto d’appoggio proprio ad Ormea?

E se qualcuno vuole l’elenco dei piloni più urgenti, più importanti e più belli da riparare (ma non solo i piloni), basta che me lo chieda: è pronto da anni. E nessuno me lo ha chiesto.

Filippo Bonfiglietti

L’AMAREZZA DI UN SINDACO E IL RUOLO DELL’OPPOSIZIONE 

Un giorno triste, anzi tristissimo, da dimenticare (impossibile) per il primo cittadino di Ormea, dr. Gianfranco Benzo. Un plurilaureato, già dirigente d’azienda in Italia e all’estero, tornato alla guida del suo paese (1.800 abitanti) con le elezioni del giugno 2009. Il tam tam sostiene che non voglia ricandidarsi nella primavera del 2014 .

Hanno fatto unicamente un dispetto a me – ha commentato, a caldo, domenica pomeriggio -; non c’è altra spiegazione al fatto che la minoranza prima abbia votato per la cittadinanza onoraria al prof. Douglas G. Fox, Premio Nobel, e poi abbia abbandonato l’aula  quando si doveva votare per la cittadinanza all’albenganese-alassino Antonio Ricci e  Lorenzo Beccati. E’ vero che maggioranza e minoranza erano assenti al 50 per cento, qualcuno giustificato, altri no; è vero che era venerdì e la cerimonia è stata fissata per domenica; è vero erano già state affisse locandine della festa, ma mai più immaginavo che sulla cittadinanza onoraria a persone, direi personalità, più che presentabili e benemeriti del nostro Paese, non arrivassimo a dividerci. Potevano criticarmi, fare una dichiarazione di voto di censura… Che senso organizzare un becero dispetto quando, tra l’altro, il consiglio comunale è stato sospeso e riprenderà appena possibile, riproponendo lo stesswo ordine del giorno?. La cittadinanza Ricci e Beccati l’avranno, lo meritano non solo da un’Ormea che li aveva ospitati da giovani turisti….

Visibilmente imbarazzato, scosso, nervoso, per nulla taciturno, il navigato Gianfranco Benzo, persona assai conosciuta anche per gli incarichi di spessore (passati), da Genova e Ventimiglia, oltre ovviamente nella sua provincia di origine,  si è congedato: “Forse non è casuale che uno dei due consiglieri di opposizione presenti (Italo Vinai, (nella foto), classe 1950, pensionato, già vice sindaco dal 2004 al 2009 e  la dr. Alessia Castagnino (foto a ds), 29 anni, due laure umanistiche all’Università di Torino, due 110/110 e lode con dignità di stampa ndr) sia moglie del segretario del Circolo Pd dell’Alta Val Tanaro. Tra l’altro, credo che Antonio Ricci, non da oggi, abbia simpatia per la sinistra. Ma lasciando da parte la politica qui c’è in ballo il nome di un paese…“.

Siamo risaliti attraverso internet a Sebastiano Carrara, titolare della “Nord Ovest Tecnoligie” di via Roma, nel cuore commerciale della vecchia Ormea, che al telefono ha serenamente spiegato alcuni concetti e altre utili infomazioni. “E’ vero, mia moglie è consigliere di minoranza, ci ha sposato l’ex sindaco Giorgio  Ferrraris; dico subito che si tratta di una vicenda civica,  nulla di politico e men che meno ideologico. Aggiungo, parlo a titolo personale e ho saputo che il consigliere Vinai ha avuto modo di spiegare alla stampa il movito del dissenso, dell’abbandono dell’aula consiliare. Intanto sarebbe utile aggiungere che mia moglie quel giorno era influenzata, non voleva andare, ma senza di lei sarebbe mancato il numero legale e saltavano il bilancio e argomenti inerenti lavori pubblici”.

Quindi lei condivide la scelta di far saltare la cittadinanza onoraria a Ricci e Beccati, dopo aver detto sì  a Douglas Fox ? Due no e un sì! Ad personam?

Credo sia una questione di merito; ribadisco sarebbe utile rivolgersi ai diretti interessati, mia moglie oggi (mercoledì) è a Viterbo per un convegno internazionale. Personalmente posso dire che da tre settimane c’erano affisse locandine sulla manifestazione del primo settembre.  La giunta ha ignorato di fatto quello che è l’iter istituzionale di una pratica su cui era chiamato a pronunciarsi il parlementino locale. E poi, se proprio si vuole sapere come hanno reagito i cittadini di Ormea, ebbene la scelta della minoranza ha riscosso successo ed apprezzamento“.

Non era forse il caso, per spersonalizzare la vicenda, se così’ stanno le cose, che il capogruppo di opposizione prima di abbandonare l’aula facesse una dichiarazione in modo da chiarire le ragioni di quella scelta? Non è forse mettere in imbarazzo la stessa sinistra che la minoranza rappresenta, di fronte ad una personalità della statura morale e della caratura professionale di Antonio Ricci?

Risponde Carrara: “Chi si è comportato male,  anche verso gli interessati, semmai, sono gli esponenti della maggioranza scegliendo un percorso decisionale che umilia il ruolo del consiglio comunale. In quanto a Ricci non ho nulla da dire, da aggiungere. Non ho mai seguito Striscia la Notizia. Per ultimo non credo che tra i consiglieri di minoranza di siano iscritti al Pd, sono stati eletti in una lista civica”.

Non si è sciupato un’occasione per promuovere in tutta Italia il nome di Ormea, Ricci, il Cabibbo, sono due ‘ras’ della comunicazione di massa, della tv anche impegnata nella moralizzazione della vita pubblica, nella sensibilizzazione di tematiche ambientali e storiche, nella difesa dei valori della Resistenza. Un’occasione d’oro si direbbe e lo documentano centiniaia di servizi, in 25 anni, dalla Sicilia alla Val d’Aosta? Sebastiano Carrara: “Non scherziamo ! Le occasione ed i modi per promuovere Ormea, la sua economia turistica e non, sono di ben altro genere. Basti darsi da fare e rendere il territorio risorsa, sviluppo, non apatia ed inconcludenza continua”.

L.Cor. 


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F.Bonfiglietti

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