Trucioli

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Noli, da semplice cittadino osservo la giustizia contradditoria


Il quotidiano “La Repubblica” di martedì 29 gennaio scrive in seconda e terza pagina sulla sentenza della Cassazione, sezione civile, riguardante la tragedia di Ustica. La giornalista Alessandra Ziniti la definisce < Un verdetto in netto contrasto con quello della stessa Cassazione che in sede penale avallò invece la tesi dell’ordigno a bordo cancellando le accuse di omissioni, depistaggi e alto tradimento rivolte ai vertici dell’Areonautica militare italiana>. Riporta di seguito le dichiarazioni dell’ex Capo di Stato Maggiore dell’Areonautica, Gen. Leonardo Tricarico: ” L’assurda contraddizione tra la sentenza civile e quella penale della stessa Cassazione è la ennesima dimostrazione che in Italia la giustizia non funziona”.

Dopo trentatre anni è la verità giusta ? viene da chiedersi. Personalmente credo lo sia. Quella mezza parola “”GUA…”” indirizzata dal Comandante del DC9 al suo copilota, incisa nella scatola nera, non terminata perchè troncata da un boato, da morte istantanea, a chi giovava non valutarla nella sua specificità? Forse, e prima fra tutte, quella di assolvere dall’accusa di alto tradimento i quattro generali dell’areonautica che fra il 2000 ed il 2005 erano ritenuti responsabili di aver depistato le indagini per motivi di segreto di stato?

“Strage senza colpevoli” constatò amaramente un altro Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, indicando ” …insieme con opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato “.

Le considerazioni virgolettate della giornalista sopra riportate, assieme ad altre, e comprese quelle del secondo giornalista Michele Smargiassi sempre sullo stesso oggetto, ancora una volta mi riportano a Noli. Sono domande che vengono spontanee da porsi, anche se premature per quanto concerne l’esito finale, per uno come me quando constato, con rammarico, evidenti, inspiegabili contraddizioni procedurali, ad esempio, sulle responsabilità penali nella vicenda di Via Belvedere, sulle quali ho da sempre scritto.

Ha ragione il Gen. Tricarico ? Evidentemente si, a mio avviso. Le ragioni? Perchè da semplice cittadino osservo, constato oggi, memore dell’insegnamento e dell’esperienza quindicennale da ex Sindaco, al servizio pubblico per lo Stato, che le leggi così formulate, ultimamente anche modificate, quando interpretate in maniera soggettiva, senza la certezza della pena (escluso il ladro di mela…per fame o caso unico per <vasa vasa> Totò Cuffaro) da scontare nelle patrie galere, confermano che l’esito finale del corso della giustizia lo ritrovi nella prescrizione. Oppure, al massimo, per i “potenti di turno” condannati (si fa per dire) ai servizi sociali…

Carlo Gambetta



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C.Gambetta

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