Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Addio Saveria addio


La provinciona è bell’andata- Tornerà? –Ai posteri l’ardua sentenza- Intanto c’è Sanremo- facciamoci una canzonetta, elezioni permettendo-

    Ebbene sì, lo confessiamo ! Come sanno i nostri quattro lettori, a “Saveria”, per denominare la provinciona Savona- Imperia, non ci avevamo pensato.

    La grottesca sparata berleghista dell’ultima ora, operando per mandare allo sfascio gli atti finali della legislatura in una con l’inviso Governo, ha prodotto, come effetto immediato, l’interruzione dell’iter relativo alle riforme in fieri, prima fra tutte, quella relativa all’accorpamento delle Province.

    Rimanendo la situazione attuale, una specie di stallo, occorre provvedere al coordinamento con la legge di stabilità ( o finanziaria che dir si voglia) perché, avendo quest’ultima presupposto l’attuazione della riforma, si rischia di perdere il necessario finanziamento per l’erogazione dei servizi provinciali, dalle scuole allo…spargimento di sale sulle strade ghiacciate, come paventa il Presidente Vaccarezza.

    Noi crediamo che, in qualche modo, i problemi tecnico-finanziari, a breve termine, derivanti dalla sostanziale sfiducia a Monti spiccata da “Lui”, per i suoi interessi personali e del gruppo residuale della baracca populistica, saranno affrontati e risolti, e non certo con i decreti ingiuntivi di pagamento contro Stato e Regione minacciati dal nostro poderoso Angelo. Ciò, malgrado il caos istituzionale di cui ha parlato il Ministro Patroni Griffi.

    Quello che invece non sarà ora risolto e che, quindi, attraverserà, come al solito, le remore, i micidiali ritardi, l’ansimare dei campanilismi, gli sprechi di energie e risorse, sarà il problema della permanenza delle Province.

    Su questo tema ci siamo già ripetutamente espressi e non ci ripeteremo, se ne parla dagli anni settanta del secolo scorso, da quando si sono istituite le Regioni a statuto ordinario.

    Ci piace però addentrarci nei fondali della denominazione che abbiamo ora saputo essere stata adombrata in “Saveria”, una crasi discutibile di Sav (ona-Imp) eria che però assume una sua valenza autonoma con rinvio al nome di un importantissimo Santo spagnolo, tra i primi dell’ordine dei Gesuiti, San Francesco Saverio (Juan Francisco Javier o Xavier, 1506- 1552).

    Ma, mi dice l’alter ego, che cosa c’entra San Francesco Saverio ? C’entra, c’entra.

Intanto il sanfedismo western dell’imperiese, tradottosi nelle consonanze destrorse di copertura della profonda deriva pecca fortiter, con casinò sanremasco in viziosa attrazione (a proposito, l’onorevole Scajola come se la cava, contrario com’è al gioco d’azzardo rovinafamiglie da lui avversato per le macchinette ?), è di speciale rilevanza. Anche i mafiosi, come è noto, amano grandi croci sui bestiali villosi petti, immagini sacre negli abituri, devote processioni nei quartieri. L’assalto di cotali figuri al ponente ligure, e non solo, troverebbe, nella denominazione occasionalmente mistica della novella provinciona, un sintomatico contrappasso. Per contrastare, infatti, la probabile insinuazione ad est riviera della organizzazione malavitosa sullo stesso terreno ideologico-religioso nel quale ama sguazzare, il riferimento al santo Saverio è quanto mai appropriato . Essendo evidente che, chiamata Saveria la provinciona, non resta che darle come protettore Francesco Saverio; nessun miglior beato potrebbe essere collocato a tali funzioni. Nato nel castello di Xavier, in alta Navarra, che da poco aveva perso la sua autonomia, passando anche in parte alla Francia, il santo era di lingua basca. Un uomo da confine occidentale dunque, che ben si adatta alla condizione del nostro West, con fronda antigenovese permanente e decadente da Loano alla frontiera, comune denominatore della destra ansiosa di provinciali irrealistiche vetero scissioni occitanico-piemontarde.

    Naturalmente, divenuto gesuita e missionario viaggiator del mondo, il Santo si prodigò in ben altre attività e passioni di evangelizzazione, lasciando queste minuzie (per lui) localistiche al secolo; e tuttavia, oggettivamente, “Saveria” aveva una sua valenza indiscutibile.

    Ora, pare che i già nostalgici del non verificabile abbiano assunto come inno alcuni versi da cantarsi, nelle notti di luna, sull’aria di “Addio, mia bella, addio…”:

    Addio, Saveria, addio,

    la riforma l’ha finì,

    para bùm zi bùm,

    ma però ci resto io,

    in attesa del Papì.

     BELLAMIGO



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Bellamigo

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