Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Loano quel Seghezzi e la storia gloriosa del ciclismo loanese affossato e dimenticato. Carlo Anselmo un testimone eccellente


A fine ottobre i media hanno pubblicato l’addio a Vittorio Seghezzi, 95 anni, “storico gregario di Bartali”. Il sindaco Pignocca a ricordare che “dopo aver sposato Anna Marengo, loanese,  Seghezzi ha abitato buona parte della sua vita in Riviera e una volta cessata  l’attività agonistica è stato un importante  animatore  della sezione cittadina dei Veterani dello Sport per i quali ha organizzato numerose iniziative”.  Seghezzi che a luglio rilasciava la sua ultima intervista televisiva a Rai 3 Sport, messa in onda a settembre in seconda serata, senza che qualcuno dei tanti ‘tifosi’ social e Facebook dessero conto, almeno una piccola citazione. Distratti, tanto per cambiare. (Vedi l’interessante testimonianza……).

E ancora le feste appuntamento dello Sportivo dell’Anno. Si poteva aggiungere che a Loano il dopo Seghezzi e soprattutto il vivente Carlo Anselmo, il ciclismo e ciò che aveva rappresentato per la città, in termini agonistici, sportivi, di richiamo e promozione, eventi, si è infranto nell’indifferenza dei più lungo la china del dimenticatoio. E di fatto l’unico sport che dalle gare locali, nazionali ed internazionali, è naufragato, sepolto nell’album dei ricordi, della rassegna stampa, con le serate al ristorante Cabiria, al Garden Lido, con le squadre professioniste che soggiornavano anche all’hotel Perelli.

Vittorio Seghezzi al suo 93° compleanno con la figlia Rosella. Ora è sepolto  nella tomba di famiglia a Castelletto Ticino, lui originario di Romano in Lombardia
Una serata al ristorante hotel Cabira 1977 in occasione dello Sportivo dell’Anno, con Carlo Alselmo, con la maglia del Velo Club Loano, alla sua destra Seghezzi, con il premiato giornalista Luciano Corrado

Poi il ciclismo amatoriale e Veterani sportivi, gare, corse, premi, riconoscimenti, personalità dello sport delle due ruote, dai ciclisti, ai direttori sportivi delle squadre, ai cronisti di tappa della Rai ed inviati speciali di quotidiani e settimanali, direttori di testate giornalistiche.  Personaggi di caratura nazionale e non solo. E Loano che poteva brillare facendo promozione senza dover ricorrere alla pubblicità a pagamento. Una lunga stagione d’oro, di entusiasmo, partecipazione, passione e che aveva un testimone eccellente, quale Vittorio Seghezzi, ma anche una mente operativa, di slancio, organizzativa, quale si dimostrava sul campo Carlo Anselmo loanese doc.  Che forse con l’ex sindaco e giudice internazionale di ciclismo Franco Cenere sono rimasti le più affidabili memorie storiche di quella lunga attività. Che iniziò già con i sindaci Giuseppe Guzzetti e Elio Garassini, proseguiranno con Cenere e con Angelo Vaccarezza l’avvio del declino e le prime delusioni.

Non è questo il momento di recriminare, non lo fa neppure Carlo Anselmo  il più titolato ad essere amareggiato per la sorte del ciclismo loanese. Che però non può smentire quanto lo stesso Seghezzi scrisse al cronista, ignorato e rammaricato perchè “non mi danno più il sostegno necessario per organizzare gare ed eventi”. La tappa del Giro d’Italia non ebbe più un seguito, in piazzale Marconi, sede dell’arrivo, furono realizzati i giardini. E poi il problema dei contributi. Ogni associazione aveva i suoi sponsor a Palazzo Doria e a farne le spese, per una serie di concause, più o meno colpose, fu proprio in ciclismo cittadino, le sue potenzialità.

Vittorio Seghezzi festeggia il 91° compleanno

E’ finito tutto a ramengo – conferma Carlo Anselmo -, non posso certo gioire, ho ben altri problemi di salute con cui combattere e convivere.  Ho dedicato tutta la forza, le capacità e le risorse che disponevo, iniziavo a Natale per arrivare pronto alla stagione delle corse, iniziava ad aprile. Loano poteva esibire e vantare la presenza di squadre straniere di portata internazionale, Loano che con lo slancio e la collaborazione dei Gentleman veterani sportivi brillava in provincia di Savona e non solo. E Vittorio era a sua volta entusiasta, partecipativo e concreto, remava con il Velo Club. Con lui ho avuto rapporti commerciali quando avevo aperto il negozio (dopo aver ceduto la Stazione di Servizio in centro città ndr), acquistavo le maglie da suo maglificio. L’ultima volta ci siamo sentiti al telefono, dal paese dove si era trasferito, una ventina di giorni prima che morisse. Ci sentivamo spesso  dopo che aveva perso la venerata moglie“.

Loano da ‘signora del ciclismo‘ che finisce per dimenticare quanto importante fosse stato il ruolo di Seghezzi, Anselmo e un gruppo affiatato di amici, ma soprattutto cosa rappresentava nel contesto socio turistico sportivo. Due veterani che alla fine si sono arresi, ma restavano scolpite le loro testimonianze, i traguardi di tappa come i risultati sul fronte della promozione e destagionalizzazione turistica.  Per Seghezzi  la delusione della mancanza o carente collaborazione (una lettera al cronista usa termini più severi e crudi) con l’amministrazione

Seghezzi alla sua ultima Milano Sanremo coinvolto in una caduta

comunale dell’epoca, la tiepidezza che lo circondava (“a parole tutti forza Vittorio, pacche sulle spalle tante, promesse pure….poi ti ritrovi solo….”). Seghezzi che ha sofferto quanto solo lui poteva sapere dalla separazione dell’unica adorata figlia da Gianfranco Funari (Roma, 21 marzo 1932 – Milano, 12 luglio 2008), giornalista, conduttore televisivo, opinionista e cabarettista italiano, autodefinitosi il giornalaio più famoso d’Italia.  E poi la sorte ereditaria della villa di Boissano, ora acquistata, dopo essere stata a lungo abbandonata, da un imprenditore di Pietra Ligure. Funari sepolto a Boissano. Si rese celebre con uno stile comunicativo particolare, intenso, caratterizzato da un linguaggio molto diretto, caustico e spesso volgare. Una ferita per Seghezzi che si è trascinata fino alla tomba. Il campione Vittorio ha lasciato la vita terrena  confortato dalle tante iniziative  portate avanti a favore delle ricerca oncologica. Un ‘campione’ che non ha mai dimenticato valori e ideali della Resistenza di cui si sentiva partecipe per i suoi trascorsi di vita, dei genitori. E forse proprio il suo ‘credo politico’, la sua coerente franchezza, dava fastidio.

E Loano, c’è da sperare e augurare, lo ricordi con riconoscenza. Noi continueremo ad ascoltare la sua voce sonante. (L.Cor.)

Seghezzi con la moglie Anna Marengo loanese, quel giorno doveva essere a Cuneo per dare il via ad una tappa ciclistica

 

 

 

 

 

 

 

 

Era il 2013 Seghezzi festeggia sereno con la figlia e la moglie 89 anni
Seghezzi  ritratto sulle figurine storiche dei ciclisti professionisti

Vittorio Seghezzi con in braccia la figlia Rosanna
Seghe e Ginaccio Bartlani sorridenti e ormai veterani nella storia del ciclismo italiano
Fine anni 90 al Grand Hotel Garden Lido serata dello sportivo e della premiazione tra i protagonisti ed organizzatori Vittorio Seghezzi

L.Corrado

L.Corrado

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