Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Per i ladri! Il negozio di Albenga che si ‘difende’ con cartelli e col volontariato


Un cartello affisso alla vetrina del negozio, nel centro storico ‘covo’ di irruzioni ladresche, recita: “Per i ladri ?! E’ inutile che vi date da fare…”. Un messaggio nella città che si racconta sia assediata da malfattori ? Impotente a prevenire. Rassegnata ? 

Via Roma, nel centro storico di Albenga, si difende dai furti

Il testo prosegue: “ Per entrare qui l’unica ricchezza disponibile è la volontà e la forza di rendersi utile con il volontariato (non soldi, non computer). Grazie”. Un manifestino stampato in tipografia ricorda  ‘L’Associazione circolo La Goccia nel mare’. E’ un bombardamento di notizie, locandine, di allarme, di colpi ladreschi. Dichiarazioni di esercenti e commercianti colpiti, impauriti, timorosi: ‘Non ne possiamo più. paghiamo le tasse…”. Si accavallano e si alimentano allarmismi “sulla raffica di furti in negozi, laboratori, agenzie, persino una scuola di lingue”. Come non bastasse, i mass media lanciano un’ipotesi inquietante, peraltro priva di riscontri.  Scrivono “che a preoccupare  è anche il fatto che altri episodi simili potrebbe essere avvenuti senza che le vittime si rivolgono alle forze dell’ordine, un po’ per scoramento e un po’ per la tendenza da parte di diversi commercianti a non divulgare informazioni che possano gettare sulla città p perlomeno sulle vie dove si trovano i propri negozi, l’ombra della insicurezza che potrebbe scoraggiare lo shopping da parte dei residenti e soprattutto dei turisti. Il fenomeno furti, insomma, potrebbe essere ancora più consistente”.  Albenga, come Napoli. Pare di si, se un concetto più o meno analogo è già stato scritto sulle pagine del Mattino , il quotidiano più diffuso a Napoli e provincia.

E dire che Albenga, negli anni ’50 e ’60, era la capitale dei ‘magliari’ che facevano affari d’oro nella stagione estiva. Non erano ladri, ma abili truffatori, poliglotta. Vendevano patacche, orologi e catenine con  marchi contraffatti di prestigiose ‘firme’, Rolex compresi. I bersagli preferiti erano i turisti stranieri e qualche ‘pollo’ in vacanza del Nord Italia. I magliari operavano soprattutto sulla spiaggia e in luoghi stradali strategici. Spesso quando le vittime si rendevano conto, magari entrando in una gioielleria, era troppo tardi. I bidonisti ormai lontano. Inutili le denunce. Si spostavano, attraverso una rete capillare, nei centri della Riviera ed avevano lae base operativa proprio Albenga dove in realtà si sono poi stabilite alcune famiglie, le nuove generazioni con ben altro lavoro ed altra sorte. In qualche caso con fortuna commerciale e professionale. Ora il fenomeno della micro criminalità ha lasciato il posto, da tempo, agli sventurati immigrati. Non fanno truffe. Gruppi che hanno scelto Albenga e trovato un terreno fertile.  Con il centro destra ed il centro sinistra. A partire da quel centro storico che in origine, nel dopoguerra, era stato abbandonato dagli albenganesi e si insediarono gli  immigrati del Sud. Ora è la volta degli extracomunitari.

Il tempo passo, si dimentica, le nuove generazioni non possono sapere tutto. I vecchi cronisti hanno vissuto tempi assai peggiori, dove non facevano paura tanto i ladri quanto una criminalità spietata e organizzata, tra rapine, estorsioni, omicidi. Ma anche quando il reato più comune (anni ’70) erano i furti d’auto e di moto. Ora la nuova ‘piccola criminalità’, a cielo aperto, è figlia soprattutto della miseria, mancanza di lavoro, disgregazione delle famiglie e dei valori, ma anche dal mercato dello spaccio. Spacciatori, molti i giovani nordafricani soprattutto, che smerciano a chi sniffa magari a festini di benpensanti e borghesi. Spacciano perchè a loro volta sono consumatori e schiavi dell’astinenza. Una spirale che non è facile arginare. Ci sono zone, come l’area di Pontelungo, dove agli indigeni commercianti si sono sostituiti gli ‘stranieri’. In maggioranza non delinquono, gestiscono attività, ma ci sarà pur qualcuno che affitta, vende, fa affari. Attenzione perchè ‘qualcuno’ sta per albenganesi.  Alla stessa stregua c’è chi affitta gli alloggi, specula. Spesso il numero degli inquilini è da ‘bassi’ napoletani. In una stanza vivono assiepati. Chi controlla con sistematicità ed efficacia ? Si è mai letto il nome e cognome dei proprietari di locali pizzicati nell’illegalità degli affitti ? E le seconde case ?

Ora l’ultima notizia, positiva se sarà attuata, ma agli annunci – spot siamo abituati, è l’ipotesi di trasferimento del commissariato di Alassio ad Albenga, dove ha già sede la Polstrada. Si parla di utilizzare i locali, vuoti, dell’ex tribunale. I tempi non sono brevi. Ma ciò che serve, si è fatto rimarcare, sono gli uomini e le dotazioni di cui necessitano. C’è anche il grave disservizio della chiusura del carcere a Savona. Con le forze dell’ordine costrette a lunghi viaggi tra Genova, Imperia, Sanremo.

Basta seguire le news non c’è paese del Bel Paese che di fronte a ondate di furti, di fronte al dilagare dell’insicurezza non chieda una caserma, rinforzi, più pattuglie sulle strade.  Il sindaco avvocato  Giorgio Cangiano invoca la “qualità del servizio che si riesce ad offrire sul territorio”. Ad Albenga non c’è forse una pattuglia di vigili in divisa che fa la ronda da mattino a sera tra Piazza San Michele e Piazza del Popolo ? Uomini impegnati per ‘tranquillizzare’ i cittadini o per creare  una reale prevenzione verso chi delinque ? E le telecamere in ogni dove sono utili a disincentivare il ‘ladro di polli’ ?  Albenga era l’unica città della Riviera che si era affidata ad un comandante esterno della polizia municipale, in coabitazione con il Comune di Loano. Questa estate a La 7, il dottor Luigi Soro è stato intervistato per un reportage come esempio di impegno, con successo, nella lotta all’abusivismo commerciale e ai mendicanti.

Presenza costante, nella strada di Largo Doria, via d’Aste, di una pattuglia di vigili urbani

C’è chi sostiene che la migliore prevenzione è quella di chi sa mettere in campo, sulle strade, senza scene spettacolari e da spot, uomini motivati, preparati, che conoscono a fondo la realtà. E nelle città la lotta e la ‘pulizia’ anticrimine non si può fare a giorni alterni, a periodi, a seconda degli allarmismi. Non a caso i responsabili delle sicurezza provinciale  possono esibire statistiche e dati, sul calo complessivo dei furti che spesso vanno ad ondate. I sindacati di polizia sostengono che hanno pattuglie  con uomini di 50 – 55 anni, nuovi uomini rappresenterebbero la luce in fondo al tunnel. E’ proprio così ? C’è da dubitare alla luce di esperienze e fatti oggettivi.  E poi c’è un aspetto non proprio trascurabile da Bel Paese. E’ possibile che una processione religiosa, una inaugurazione, una manifestazione associativa finisca per impegnare, sempre, uomini in divisa, sottraendoli ad altri servizi. Non si parla di un rappresentante, ma di più persone in divisa. Fanno presenza, a chi giovano ? Forse è anche giusto rimarcare che questa abitudine pare sia stata ‘abolita’ nel corpo delle Fiamme Gialle. E’ difficile vedere la loro presenza nei cerimoniali civili e religiosi. E’ un buon segno, il buon esempio della concretezza rispetto ai parolai di turno. Il tema legalità e sicurezza purtroppo è diventato scontro politico e la politica, in Italia, ci ha rilegato a fanalini di coda in Europa, con una diffusa sfiducia dei cittadini peraltro spesso molto più sensibili quanto vengono  toccati in prima persona rispetto al ‘bene comune’.

L’auto dei vigili in sosta e presidio permanente a ridosso della cattedrale San Michele

 

Vigili urbani di guardia all’area sottoposta alla video sorveglianza in Largo Doria ad Albenga di fronte alla ‘famigerata’ Piazza del Popolo ritrovo abituale di extracomunitari e teatro di frequenti episodi di scontri e violenza tra bande dedite allo spaccio e ai furti
Sul lungomare centrale di Albenga i vigili ‘costretti’ a far la guardia anche ai cassonetti della Nettezza Urbana ?

 

 


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