Che peccato essere orfani di una punta di penna nell’affaire leader delle cronache di questi giorni. Scandalo (sic!) sanità…Usl 2. Alessio Albani, fisioterapista, sotto attacco. Alle spalle tintinnio di manette preelettorali. Scongiurato ? Leggi anche comunicato stampa di Marco Melgrati (vice segretario regionale Forza Italia) a fondo pagina in merito al Santa Corona..
I ‘navigatori’- lettori ci perdoneranno almeno questa volta. Dando spazio alla testimonianza dell’anziano cronista di strada e di giudiziaria, nella lista dei non paracadutati, di questo ‘meraviglioso’ angolo di Liguria. Andiamo in ordine di eventi che più ci hanno segnato umanamente, oltre che professionalmente. Anche se in realtà sono tanti, forse troppi e inducono a qualche umile riflessione, considerazione.
1) Ai tempi dell’inchiesta sulle ‘bombe di Savona’ a testimoniare al Consiglio Superiore della Magistratura contro chi aveva dribblato nelle indagini (fallite) eravamo solitari a puntare l’indice, ma il merito finale era diventato enfasi collettiva. Quasi a gara a salire sul podio dei coraggiosi che scalzarono un allora potente, riverito, rispettato (anche dalla carta stampata, radio e Tv locali) procuratore della Repubblica che, nel silenzio tombale, a Natale doveva far ricorso ad una stanza del vecchio carcere Sant’Agostino per ‘ospitare’ gli omaggi dei cittadini savonesi: imprenditori, professionisti anche del foro, commercianti, commercialisti, esercenti, frequentatori di confraternite .
2) Eravamo in due (col direttore responsabile), sul banco degli imputati del tribunale di Genova, processati per direttissima, ripresi dalle tv regionali e sulle prime pagine di quotidiani ‘liberi’, per aver ‘aperto le danze’ dei ‘senza bavaglio‘ della Teardo story. Quando il signor Alberto era il ‘re di Savona‘ e dintorni, nonchè potentissimo presidente piduista della Regione Liguria socialista. L’Alberto, ancora libero, ma indagato, suscitava titoloni e comunicati stampa in cui annunciava richieste danni miliardarie per diffamazione a ‘pubblico ufficiale’, si fa per dire. Ci trovammo terribilmente soli, improvvisamente isolati, anche a palazzo di giustizia. Alcuni magistrati inquirenti preferivano, per prudenza (?) sopraggiunta, tenere le distanze. Teardo faceva paura, aveva ‘protettori’ altolocati nella stampa ‘libera ed autorevole’, nelle istituzioni ? Con la retata ‘agevolata’ dal compianto dr. Antonio Petrella (che tutti dimenticano), i mandati di cattura dei giudici istruttori Granero e Del Gaudio, richiesti dal sostituto Pm, compianto Stipo, poi i processi e le condanne, il popolo antiteardiano era diventato fiume in piena. Quanti cittadini audaci, nonostante persino egregi giornalisti avessero deposto il falso, nell’aula del tribunale, pur di aiutare un potente che forse mirava ad intimidirne, colpire uno per educare gli altri, non molti per la cronaca.
3) Quando furono condotti al ‘massacro’ i procuratori della Repubblica prima Michele Russo, poi Renato Acquarone, per vicende diverse, con una formazione culturale e giuridica diversa, temperamento dissimile, il coro di chi non condivideva l’assalto del ‘diamo addosso’ ai due magistrati non era proprio numeroso. Archivio stampa e comunicati docet.
4) Quando la Mantide di Cairo Montenotte, in prossimità della sentenza di primo grado della Corte d’Assise (presidente Becchino) alla vigilia della sentenza, dichiarava falsamente di essere stata l’amante del giudice Maurizio Picozzi nel periodo in cui era pretore a Cairo Montenotte, nell’allora redazione di via Paleocapa (Il Secolo XIX) si levò una solitaria voce di dissenso alla pubblicazione integrale della lettera j’accuse che metteva alla berlina il magistrato, il suo operato. Stesso discorso per la scelta del titolo della locandina delle edicole:….Picozzi è stato il mio amante... Dopo tre anni arrivò la sentenza di condanna per diffamazione, la verità giudiziaria dava torto alla Guerinoni che ha saldato il suo conto con la giustizia terrena. Ha diritto di essere lasciata in pace, ma non dimenticata.
L’elenco ‘siamo tutti prodi’ potrebbe continuare in un rosario di casi ignorati, fatti archiviati, personaggi ‘baciati’. Non per malcelato gusto dei primi della classe, tantomeno l’esaltazione di voler apparire, bastano già i pezzi firmati e non, la passione, la dedizione al lavoro, senza protettori e senza clan. Lo riproponiamo perchè la cronaca si ripete con l’ortopedia story all’ospedale di Albenga. Dove non molti anni fa, anzi, si pubblicava perfino una foto di gruppo in cui veniva coinvolto, a sua insaputa riteniamo, un monsignore quotato ed importante della Curia vescovile di Albenga che si era distinto per dichiarazioni pubbliche antimassoneria. Chi gli aveva teso la trappola giornalistica pro Gsl, pro sponsor, pro massoni ?
Quando, in tempi non lontani, si affacciò l’avvento del ‘gruppo Gsl’ di Albani e C. (famiglia Dellepiane allora chiamata pesantemente in causa nel libro di Bruno Lugaro per il Crescent) nell’ortopedia ‘d’eccellenza’ – così titolavano a piè sospinto nel marzo 2013 i media locali più diffusi e indipendenti – ci siamo permessi di porre interrogativi non proprio di entusiasmo. Le email all’Asl 2, con richiesta di chiarimenti e dati, restavano senza risposta, motivo privacy. Curiosamente in contemporanea la strada era lastricata di servizi ad hoc ed immagini, a ripetizione, fiumi di dichiarazioni, interviste a personaggi oggi ‘sotto attacco’, ci ripetiamo.
Passano gli anni, non troppi ed emergerebbe una costante: si fa a gara a sparare ? Non è proprio cosi. Sono bravi e attenti i cronisti a raccogliere materiale interessante dalla mole di atti depositati dagli inquirenti. Un diritto dovere. Purtroppo ieri alle stelle, con codazzi nelle visite in redazione. Oggi nella stalla. Gli artefici, ma accusati di reati poco onorevoli, tutti da provare con sentenza passata in giudicato, sono gli stessi, quelli che al battitore libero di un blog senza pretese chiudevano la porta con spavalderia e arroganza. Fa davvero sorridere rileggere qualche nostro pezzo in cui esibivamo il curriculum di un certo dr. vertice. Da tecnico informatico, alla laurea (dal finalese emigravano in gruppo a laurearsi in sociologia indirizzo politico ed economico), a sommo amministratore, scelto dalla politica al potere, della maggiore azienda pubblica della provincia. Sull’altro fronte un fisioterapista assurto a ideatore di un progetto innovatore nella sanità ‘malata’, spesso sprecona, delle liste d’attesa impresentabili, delle nomine di primari magari pilotate e gradite. GSL società privata allargata a medici, forte della solidità finanziaria e patrimoniale della famiglia Dellepiane (oggi depotenziata anche da vicende coniugali) e di banche generose. Evviva ! avrebbe scritto ironico il compianto Luciano Locci, commercialista di lungo corso, giudice tributario, che di sanità e dintorni /contorni savonesi qualcosa sapeva. Ha anche scritto, ignorato e deriso.
Evviva la formidabile armata dei senza memoria, dei ‘coraggiosi’ dell’ultima ora. Di chi non sapeva precedere (nella denuncia giornalistica) l’arrivo della Guardia di Finanza, dei carabinieri, della polizia, perchè non praticava, direbbe Beppe Grillo guerriero, il giornalismo d’inchiesta rigoroso e serio, in primis scomodo ai forti. Non è colpa di nessuno se per anni hanno proposto ai lettori, pochi interrogativi ed approfondimenti, molti titoli ed articoli da specchietto delle allodole. Salsa mielata e raramente graffiante – commenterebbe il maestro del giornalismo Piero Ottone – sui ‘benefattori’- inventori del taglio alle fughe di pazienti verso altre regioni, osanna ai risparmi dei bilanci Asl 2 e della Regione Liguria. E i medici specialisti che riescono a ‘frequentare’ per la gioia dei pazienti una decina di posti di lavoro ?
Chissà se a qualcuno interessa ricordare l’addizionale regionale della Liguria che ‘taglieggia’ le buste paga, le pensioni dopo il lavoro di una vita in aziende, oppure in redazioni dove non si timbrava il cartellino. Chissà perchè alcuni dei personaggi ora ‘infangati’ dagli atti depositati dai magistrati inquirenti (ai quali bisogna riconoscere dedizione e professionalità), fino a qualche tempo fa davano l’idea di essere imbattibili padroni del vapore e promossi dalla buona stampa. Chissà se è ancora utile riproporre articoli, date, firme, colonne, a volte persino con cadenza a fagiolo, alla vigilia di qualche scelta importante. E’ triste, ammettiamolo, trascinarsi dietro l’ossessione del vecchio cronista di strada. Rendersi conto che le trame denotano tentacoli soffocanti, da terra bruciata, per chi fa giornalismo senza pretese, senza rispettare le ‘cordate’. Ci sono le redazioni assemblate, le stanze blindate del potere che conta, capace di scegliere, riconoscere ed essere riconoscente. Soprattutto verso i ‘silenziosi’, i pantofolai veri e coerenti. I prediletti per il loro ‘spessore’ culturale e di penetrazione nei vitali gangli, anche editoriali.
E’ vero, alla Procura della Repubblica di Savona, dal 1970 in poi, si sono avvicendati pure personaggi mediocri, altri da dimenticare. Non sono mancati magistrati preparati, estranei ai salotti, per nulla vogliosi di mettersi in mostra per la gloria terrena. Ligi al dovere di applicare la legge senza scelte di ‘politica giudiziaria’ o ‘ambientale’. Vale a dire perseguire alcuni reati, definiti socialmente pericolosi, e di fatto assicurare un salvacondotto ad altri “non socialmente pericolosi”. Fare giustizia verso alcuni e ‘perdonare’ tanti altri (quanti ?) magari per prescrizione del reato. O ancora firmare la richiesta di archiviazione al Gip, alla vigilia del trasferimento ad altra sede, ad una manciata di giorni dal colpo di spugna legale e legittimo.
Conseguenze pratiche. C’è chi finisce nel frullatore, giustiziato dal popolo lettore, chiamato a pagare colpe vere o presunte. Si può rispondere con interviste ‘acqua di rosa’ o ‘ acqua e sapone’ , si può essere baciati dalla fortuna per essere sfuggiti alle cronache e ai cronisti diligenti, attenti, informati e dopo averla fatta franca a palazzo di giustizia.
Ieri l’ Asl 2 ed il suo vertice erano un ‘mito’. Alessio Albani non andava a cena solo con ex presidenti dell’Amministrazione provinciale, anche fustigatori. Ora è tempo di forcaioli di massa, di giornalisti che non fanno sconti. E’ troppo chiedere ieri dove erano e con chi stavano ? Chi faceva a gara, piccolo esempio, a descrivere in punta di penna, di tutto e di più, sulle strategie del simpatico e brillante Nino Miceli ? Peraltro non figura tra gli inquisiti nell”eccellenza ortopedica story‘, pur esperto di sanità del ponente savonese. Non risulta, dalla rassegna stampa, che ci sia stato il giusto allarme- attenzione- informazione per l’attività trasversale di alcune logge, proprio nella sanità. Ci voleva il dossier della Finanza per portare alla ribalta la mancata prevenzione ‘ambientale‘ Asl, non necessariamente reato dell’auri sacra fames , come scrisse il savonese giudice, ora in pensione, Vincenzo Ferro ?
Una lobby provinciale mai stata così forte, merito degli attori o colpa degli spettatori ? Il lobbismo non è reato. Neppure il giornalismo supino che si sveglia con l’orologio munito di datario. Non c’entra il dimmi con chi vai e ti dirò.…Chi è davvero il lupo mannaro (o i lupi) di questa bellissima provincia delle palme e dei fiori ? Dove si nascondono gli intoccabili ? Anche i Ligresti e soci, su queste spiagge, pare siano usciti indenni investendo la bellezza di 134 milioni di euro senza sciupare un centesimo in lubrificazione. Veri e propri geni rispetto ad un Alessio Albani che si tradisce perfino al telefono. E la sposa, figlia di Dellepiane, pare sia stata la prima a dare il benservito al marito. Senza reati beninteso e in silenzio stampa. Fatti privati.
Luciano Corrado
ARTICOLO N. 1 DEL SECOLO XIX DEL 3 GIUGNO 2011: I SINDACATI STORCONO I NASO. PER ALBANI TUTTI CAPIRANNO LA BONTA’ DEL PROGETTO
ARTICOLO NUMERO 2 LA STAMPA 6 NOVEMBRE 2011. L’ATTACCO DI MELGRATI PER LO SCANDALO DELL’ORTOPEDIA AI PRIVATI
ARTICOLO N. 3 DEL 29 MARZO 2013. IL SECOLO XIX E L’ORTOPEDIA D’ECCELLENZA, NUOVA INTERVISTA AD ALBANI
ARTICOLO N 4 DEL 24 SETTEMBRE 2015 DEL SECOLO XIX: INTERCETTAZIONE ALBANI – SCRIVANO
I BEI TEMPI ! FORSE HANNO OSATO TROPPO ?
COMUNICATO STAMPA DI MARCO MELGRATI SUL CUPA DEL SANTA CORONA
CUPA di Santa Corona…Nel terzo millennio impossibile prenotare gli esami telefonicamente o via e mail, e bisogna presentarsi di persona…roba da terzo mondo! E il nuovo programma Asl ONESYS per refertazione e prescrizione non funziona!
Melgrati (Forza Italia): ho informato l’assessore alla Salute Sonia Viale; ed esiste anche il problema del sistema informatico che non parla la lingua dei medici e non vede i ricoveri pregressi.
L’altro giorno ho accompagnato una mia amica che necessita di una risonanza magnetica urgente al Cupa di Santa Corona per la prenotazione, perché preventivamente al telefono Le avevano detto che non si possono fare prenotazioni via telefono e via email. Per altro l’appuntamento, dichiarato dal medico curante URGENTE, è stato dato dopo 15 giorni, quindi un tempo “logico” considerando invece i tempi biblici di attesa per questi esami…
E’ incredibile che nel terzo millennio, in un epoca dove tutti accedono al Web con tablet, telefonini e computer bisogna recarsi in loco, con perdita di tempo, impossibilità por chi non guida di accedere al Cupa se non accompagnato. Questa è la denuncia del vicecoordinatore regionale di Forza Italia Marco Melgrati, che continua: questa disorganizzazione è figlia di dieci anni di occupazione del potere da parte della sinistra in regione Liguria, con attenzione ai propri “interessi” politici e non, favorendo i propri “amici”, come stanno dimostrando le indagini della Magistratura. Inoltre, apprendo da un’altra mia amica che ha dovuto ricoverare Sua madre per un temuto infarto a Santa Corona, in Codice Giallo, che, durante la visita, faceva presente alla dottoressa del Pronto Soccorso che pochi mesi prima in cardiologia del Santa Corona Sua mamma aveva avuto un intervento, e dava per scontato che potessero vedere a terminale i referti; Le è stato detto il computer del Pronto Soccorso non vede le cartelle dei ricoveri nei vari reparti , praticamente non sono collegati…incredibile!!!
Non solo. Tra i medici e gli infermieri dell’Asl n. 2 è nota l’inadeguatezza del nuovo programma asl ONESYS per refertazione e prescrizione in uso definitivo e uffficiale dai primi di luglio 2015.Tale programma non supporta l’utenza quindi si blocca ,non salva i dati, non si riescono a stampare referti e prescrizioni tranne che alle volte nelle prime ore del mattino in quanto forse, meno gente e’ collegata. Questo vale trasversalmente per tutti i reparti cardiologia, oculistica ,logopedia, ortottica etc dei vari ospedali. E questo programma gestisce tutte le cartelle cliniche ambulatoriali e di ricovero.
Questo succede in tutte le strutture ospedaliere della privincia di Savona. Cio’ comporta un grosso ritardo nella refertazione e nelle visite successive in molte mattinate si hanno ritardi stando davanti al computer a vedere” girare la ruota” almeno di un’ora. I tecnici informatici che sono stati contattati dai medici sono molto gentili e disponibili però non sanno che fare; l’ Ing Marco Vitali, responsabile del programma, a chi lo ha contattato, ha confermato queste difficoltà, sostenendo che “il programma non eè adeguatamente supportato”!!!!!! E’ allucinante che si debba lavorare cosi stante il fatto che prima c’era un programma simile e funzionava benissimo. Viene spontaneo chiedersi: chissà perchè si è dovuto cambiare il programma?
Ho segnalato questi gravi fatti all’assessore alla Sanità Sonia Viale, conclude il vicecoordinatore regionale di Forza Italia Marco Melgrati, che ha condotto per 5 anni battaglie in Consigli Regionale in minoranza sulla Sanità Pubblica, nella speranza che intervenga per risolvere questi problemi ereditati dalla passata gestione del PD della sanità in Liguria.
Alassio, 24.09.2015