Sono ormai passati più di tre settimane da quando mi sono permesso di fermare una Vigilessa che stava transitando davanti all’Hotel Italia con il cellulare all’orecchio. Motivo? Informarla che davanti al Bar Torino, il contenitore per la raccolta differenziata delle pile sistemato nelle aiuole, era stracolmo da moltissimo tempo. Chi depositava un sacchetto di pile come il sottoscritto, si rendeva conto che lo stesso non poteva stare in bilico sul frontale; in effetti, già il giorno dopo il sacchetto non era più sul bordo del contenitore, sempre inutilizzabile perchè non svuotato e neppure per terra. Da notare che ancora oggi 26 settembre l’aiuola è pulita, il chè significa che chi pulisce continua a raccogliere tutto, per depositarlo dove?.
Cose che possono succedere, nulla di eccezionale, così come ritengo civilmente doveroso far presente a chi è direttamente interessato a controllare (passando) la non funzionalità del sistema (in questo caso senza multe per chi è costretto a non conferire come previsto, il sottoscritto appunto). Molto meno normale, inacettabile, sentirsi rispondere : “bisogna avvertire l’ufficio tecnico”. Un attimo di perplessità da parte mia, per chiedere ancora: “ma devo andare io?”; alla risposta: ” se vuole si ” non ho difficoltà a replicare: ” no, guardi che è compito suo “.
Colloquio terminato con tanto di svolta sui tacchi per proseguire il cammino sempre con il cellulare all’orecchio. E, ripeto, ancora oggi 26 settembre, il contenitore è sempre in attesa di essere svuotato, e…mi spiace se la Vigilessa ha inteso, erronemante, che era compito suo svuotare il contenitore.
COSE DI CASA MIA
Capita sempre più spesso di parlare a tavola di politica locale. Le mie prime due nipoti dimostrano sempre più interesse a fare domande, come è nella logica di chi vuol crescere arricchendo il bagaglio di conoscenza, come è naturale sia. Le risposte devono essere valutate attentamente, sia dai nonni, dai genitori che dagli zii per non creare disagio o partigianeria, in sostanza semplici spiegazioni ma supportate da esempi validi per essere maggiormente recepite.
Non ho difficoltà a ricordare l’argomento trattato venerdi scorso: l’educazione civile che dovrebbe essere prevista nella didattica scolastica. Negli anni in cui i miei due primi figli erano alle scuole medie ed io ero rappresentante del consiglio d’istituto oltre che Sindaco, avevo proposto al Preside di allora la disponibilità a stabilire la seduta annuale di Consiglio Ordinario, quella del bilancio preventivo, in una mattinata con orario di lezione per la sola terza media.
Assistere, anno per anno, al dibattito tra maggioranza e minoranza a confronto sulle scelte proposte, accettate, non condivise e perchè. Questa mia proposta che ritengo tutt’oggi valida (allora respinta) aveva lo scopo di avvicinare il giovane alle problematiche del proprio territorio, comprese quelle economiche, stimolarlo, iniziarlo a sapere prevedere e predisporre delle sue personalissime scelte. E’ una constatazione amara che scaturisce da un pour parler tra amici: a Noli, dove trovi i giovani interessati ad impegnarsi seriamente per il benessere della comunità in cui vive ?
L’educazione civica non è nè di destra nè di sinistra, è, in buona sostanza, supporto a ciò che di buono ed essenziale il giovane ha acquisito nell’auspicabile sana educazione familiare. Bene comune, mai interessi personali. Sì, insegnare cos’è, come comportarsi per il bene comune; sapere inoltre riconoscere l’incapacità, l’errore commesso. Imparare ad ascoltare ed altresì, saper considerare ed eventualmente assumere l’alto valore morale/umano delle dimissioni, simile allo sculaccione che si merita il bambino che sbaglia ripetutamente o colto con le mani nella marmellata…, è l’auspicabile di una educazione civica responsabile.
Resta la nostalgia, inoltre, delle riunioni nelle sedi di partito, allorquando si discutevano le problematiche cittadine; simili brutture non avrebbero avuto spazio. Dico che urge una riforma sui programmi scolastici da adeguare. Con la speranza di non sentirmi più dire da una mia nipote, come oggi, sempre a tavola : “ma perchè nonno la politica è sporca?” Con difficoltà ho spiegato che non è proprio così.
PETTEGOLEZZI DI STRADA
L’opinione pubblica locale è sempre stata informata e portata a conoscenza dai responsabili del potere, sia in pubblico che in privato, che la frana di Via Belvedere è stata causata (anche e sopratutto) dal diniego dei privati nel non permettere l’installazione di palificazioni. Mi viene da pensare oggi, non tanto scherzosamente, quel che “ Noli che cambia “ ha inteso riesumare da una certa educazione politica: “quel che è mio è mio, quel che è tuo è mio “. In seguito è stato sussurrato, che i proprietari del civico 18, con la casa definitivamente lesionata, irricuperabile, oltre che evacuati, volevano fare speculazione e farsela ricostruire.
Oggi vengo a conoscenza di un’ulteriore testimonianza, e cioè che il famelico civ 18 pretendeva anche i garages sotto casa, per cui la Ditta era ancor più costretta ad abbandonare il cantiere. … Lanciare il sasso e nascondere il braccio; il via ad un’ulteriore e più interessante operazione economica/finanziaria/ sta sorgendo con all’orizzonte una nuova società, la LEVY S.R.L. ben pilotata da tutti gli aventi causa, per subentrare con tanti soggetti già conosciuti ed a licenziare un mausoleo piramidale, senza impatto ambientale inesistente, anzi… architettonicamente all’avanguardia… Sono i famosi salvatori, sempre in agguato nei porti strategici intorno al mondo e di cui accennavo recentemente, pronti a rimorchiare il relitto in porto alle loro condizioni. Ma chi ha portato la nave nelle secche?
COSE DA NON DIMENTICARE
Il 22 settembre il quotidiano Il Secolo XIX descrive la risoluzione della Conferenza dei Servizi Deliberante regionale che ha bocciato in maniera definitiva il progetto per realizzare un porto turistico tra Noli e Spotorno. Con quest’atto burocratico si chiude, si cancella per sempre la possibilità, motivata nel rispetto delle regole, di inserire in mare una struttura portuale. Regole deliberatamente, per non dire di peggio, sottovalutate dai proponenti regionali allorquando hanno votato in Consiglio nel 2001 la possibilità di costruire un porto nel golfo.
Le stesse regole che, ancora una volta sottovalutate, hanno dimostrato incapacità o malafede da parte degli amministratori locali facendo credere di poterle superare con il metodo Italian Style, iniziando dal Sindaco Niccoli, illudendo così i privati, con tutte le conseguenze economiche negative. Il fallimento annunciato, voluto testardamente portare avanti dal Sindaco “padre di tutti” Repetto subito dopo il suo inserimento nel 2004 anche a seguito della prima bocciatura, ci conferma l’incapacità di gestire ciò che si rivelerà come uno sperpero di risorse finanziarie nell’ambito della casa e dei suoi figli.
Carlo Gambetta
NOTA – A proposito di porticcioli turistici, Il Sole 24 Ore di martedi 25 settembre a pagina 45, titolava: ” Stop a nuovi porti turistici. Nautica. Assomarinas a Governo, Regioni e Comuni ‘posti barca in eccesso rispetto alle richieste’. Crolla la domanda di ormeggi, con cali compresi tra il 15 e il 50 %. “. Nel sommario per “Il presidente Perocchio ‘occorre dare la precedenza alle strutture che sono già sul mercato, rispetto a quelle in fase progettuale”.
Da un grafico delle regioni è indicato che in Liguria i posti barca in costruzione sono 3.319 e quelli pianificati 4.205. Notizie del giornale degli industriali italiani. Ma fino a ieri molti esponenti politici e imprenditoriali, anche savonesi, non sostenevano la necessità di costruire posti barca per incrementare il turismo, l’economia, i posti di lavoro, il commercio, l’artigianato? E qualche giornale titolava: un’occasione da non perdere?
Il servizio del prestigioso giornale, firmato da Raoul de Forcade, è stato scritto proprio da Genova. Ed il presidente nazionale degli operatori ammoniva ancora “Non possiamo fare gli struzzi…se non si vuole rischiare una catena di illusioni e fallimenti”. Per fortuna che il porto di Spotorno-Noli è rimasto dove meritava, fisso al palo. Stoppato, infine, dalla Regione Liguria. Speriamo per sempre e non certo perché siamo nemici di un vero ed equo sviluppo economico-sociale- turistico-commerciale. Basta non avere il paraocchi o peggio l’ignoranza da demagogia.