Il libro di Filippo Bonfiglietti “L’illusoria libertà del pensiero“, col suo taglio razionale, quasi scientifico ma accessibile a tutti, si rivela una messe di consigli utili a renderci consapevoli di come la mente – insieme alle sue scelte, paure, avversioni – possa spesso essere influenzata dalla mente stessa (la propria o l’altrui).
Molto acuta la diagnosi dell’autore dell’autore (ingegnere ed esperto di psicosintesi e di esoterismo orientale) sviluppata in anni di ricerche anche storiche, circa le cause per cui ci adagiamo inconsapevolmente, sulle illusorie libertà che ci prospetta il nostro modo di pensare abituale, acritico e male informato.
La diagnosi essenziale che ne trae l’autore, è che quasi sempre (addirittura quasi geneticamente) siamo mossi dal bisogno di potere, di prevalere (e non sempre verso fini nobili, ma semplicemente utilitaristici o aggressivi). Senza accorgersi però che la coscienza (individuale e collettiva) oggi è sempre più influenzata dai media, da internet, da chi li controlla e da certi presunti leaders o guide spirituali. Spesso, però, miranti più a modellare e condizionare gli animi alle proprie egoistiche mire di potere, di successo, di ricchezze.
Ne consegue che quando il nostro bisogno di potere non è soddisfatto o “supponiamo” che ci venga conculcato (anche dal caso), ci sentiamo impotenti. Allora l’ansia dovuta alla nostra impotenza presunta o immaginata ci fa cercare potere e sicurezza in chi ci si presenta “forte”. Fino a farci innamorare delle “sue” credenze spacciate regolarmente per idealistiche o spiritualistiche. Così tanti lestofanti, suggestionando la nostra mente e giocando sulle nostre ansie, riescono a farci credere di poter ottenere attraverso di loro quel senso di potenza, di libertà e di sicurezza che non sappiamo trovare in noi. E così riescono ad aumentare il proprio potere a nostre spese.
Bonfiglietti, nel renderci consapevoli di tali comuni inganni dovuti ad una mente condizionata dal nostro ego o dalla suggestione altrui, ci porta a riflettere sul come rivedere e quasi riprogrammare il nostro abituale modo di pensare: quel modo che, nelle situazioni di stress, anzichè farci agire con razionalità e distacco emotivo, ci induce a comportamenti condizionati,quindi automatici e irriflessivi.
Bonfiglietti sviluppa efficacemente in maniera agile ed accessibile l’affrancamento dal comportamento automatico nel secondo capitolo dove tratta l’arte della manipolazione, nel terzo dove tratta l’etica del potere e nel quinto dove insegna a conoscere i propri condizionamenti (facendo riflettere a certi insegnamenti del Buddha sul Samadhi e sull’educazione alla “Presenza mentale, qui ed ora”) e dopo, dove discute dell’egocentrsmo, degli equivoci della parola amore e perfino della possibilità di giungere a conoscere il trascendente spirituale con i metodi dell’analisi scientifica.
In questi capitoli l’autore ci illustra in maniera semplice e diretta, non riservata agli addetti ai lavori, la possibilità di usare in modo consapevole alcuni strumenti liberatori già presenti in noi stessi sebbene ignorati, dunque solo nostri e non delegabili ad altri – a meno di avere a che fare con altri davvero capaci di amarci in modo disinteressato – per non cadere più nelle trappole del “pensare” in maniera emotiva e quindi per non essere prede [servi volontari diceva De La Boetie, amico di Montaigne] dei predatori senza scrupoli che mirano solo al proprio tornaconto. Solo così usciremo dalle nostre ansie, dagli stress e dalle reazioni irate: fidando cioè nella nostra libertà interiore (qui ed ora, senza immaginare fughe dalla realtà in luoghi lontani…): una liberta’ che solo il nostro sé, psiche, anima, spirito, (o comunque lo si voglia definire) ci sa donare gratuitamente.
Infine, quanto al concetto del trascendente/metafisico collegato all’anima individuale/ coscienza/spirito, ho trovato molto stimolante e innovativo l’approccio scientificamente possibilista di una esistenza dell’anima (vista dal Bonfiglietti quasi come una specie di navigatore al nostro fianco che però mai ascoltiamo perché non la percepiamo coi sensi fisici) e di qualcosa al di là di noi. Tale possibilità quasi dimostrata, di un “trascendente spirituale” al di là del percepibile, viene ben evidenziata dall’autore in chiusura di questo affascinante e insolitamente “nuovo” bel libro quando afferma: “l’indagine scientifica sul trascendente spirituale potrebbe essere la nostra sfida del futuro, così come quella del trascendente fisico è stata quella degli ultimi secoli [esempi di uomini giunti a scoprire il trascendente fisico, oltre i nostri sensi: Galilei-Copernico (Aristone-Ipazia), Newton, Lavoisier, Marconi, Einstein, Curie, Fermi, tanto per citare alcuni di coloro che penetrarono oltre le apparenze macroscopiche del mondo fisico].
Una particolare attenzione va dedicata agli esempi, anche storici, che l’ autore sintetizza in numerosi sintetici illuminanti “blocchetti” .
a cura di Ettore Fili