Gentilissimo trucioli.it, sempre di più mi ritornano in mente, quasi un’ossessione, le frasi scritte dal martire autonomista e antifascista valdostano Emile Chanoux in “Federalismo e Autonomie“: “Tutti i popoli hanno diritto alla vita, i piccoli come i grandi. Tutti i popoli hanno diritto di conservare i propri caratteri, la propria personalità etnica e storica, a qualsiasi complesso politico appartengano. Come l’uomo persona ha diritto a vedere salvaguardata la propria personalità, così le collettività umane devono poter sussistere serbando intatte le caratteristiche della loro personalità. È una legge di giustizia” .
Alcuni mesi or sono mi ero rivolto ai Sindaci ed agli amministratori delle valli e non solo, in merito all’approvazione della pessima legge sulla montagna votata da tutti gli schieramenti presenti nel consiglio regionale del Piemonte, sia di sinistra, sia di centro destra. Adesso ne stiamo pagando il prezzo di questa legge che in effetti autorizza l’ennesima rapina alla montagna. Forse pochi di voi lo sanno, ma tutti i dipendenti delle disciolte comunità montane che hanno scelto la mobilità lavorativa e quindi prestano la loro opera al di fuori della zona alpina, il 70% del loro stipendio per cinque anni verrà pagato dal fondo montagna ossia 130.000,00 euro ogni dipendente.
Oggi – se non erro – sono già 52 i lavoratori che sono in questa situazione ossia vuol dire che in cinque anni dai fondi destinati alla montagna saranno dedotti 6.760.000,00 euro . Il dato è provvisorio perchè altri 10 dipendenti sono in attesa di messa in mobilità facendo così salire l’impegno a circa 8.000.000,00 di euro. Pare che il fondo montagna per l’anno 2014 si attesti su 8.200.000,00 euro questo significa che se non si interviene con altre risorse nei prossimi cinque anni alla montagna viene a mancare una annualità di finanziamento. Questo per me è un furto autorizzato, ma nessuno dei consiglieri della vecchia – eccetto l’ex consigliere William Casoni – e nuova amministrazione regionale sono in grado di opporsi e cercare di migliorare questo furto legalizzato a danno dei poveri? Questo significa che la montagna non interessa a nessuno anzi pare che la democrazia non interessi a nessuno, basti notare il listone unico per il nuovo consiglio provinciale L’ennesima ammucchiata di politici non espressi dal popolo, ma solo tramite accordi di partito! Tanti amministratori onesti mi dicono con disgusto “le Unioni sono la brutta copia delle ex Comunità Montane” ed io rispondo loro “non la brutta ma la pessima copia delle vecchie comunità montane perchè mentre la Comunità Montana poteva contare su fondi che arrivavano da vari canali Stato, Regione ecc..l’Unione finanziariamente deve essere sostenuta direttamente dai Comuni che già hanno gravi difficoltà di bilancio” .
Il premier Renzi ci spinge a ricorrere ai fondi europei, ma per la montagna è impossibile in quanto nè lo Stato per quota del 20% tramite il fondo nazionale di rotazione, nè l’Unione dei Comuni sono in grado di finanziare la loro quota parte. E’ l’ennesima presa in giro di un sistema che ha decretato la fine della montagna e della collina svantaggiata. Ma questa gente si rende conto che quando in montagna ed in collina non ci sarà più la presenza dell’uomo, del montanaro, tutto questo territorio diventerà un costo enorme per la collettività che non sarà sicuramente – dati i tempi – in grado di sopportare? Le conseguenze le possiamo già notare oggi con i continui smottamenti, frane, intasamenti di torrenti a valle ma il fenomeno è drasticamente in aumento. Oggi si parla di accorpamento dei Comuni con meno di 5000 abitanti . I grandi media, su questo argomento, tacciono ma la riforma della pubblica amministrazione va in questo senso e le Unioni dei Comuni seguono questa logica. Dove dovranno quindi recarsi per parlare al loro Sindaco , espressione di un partito che non conosce il territorio, gli abitanti di Paroldo, Mombarcaro, Bergolo, Argentera, Castelmagno, Acceglio, Elva , Bellino, Oncino Crissolo ? A Cortemilia, Ceva, Dogliani, Borgo San Dalmazzo, Caraglio, Dronero, Verzuolo, Sanfront o Revello con spostamenti minimi di 20 – 30 chilometri ? Le nostre menti riformatrici si rendono conto della geografia della montagna cuneese per non parlare dell’Alta Langa che spesso vive situazioni forse ben più critiche delle nostre valli?
La montagna ha necessità di una ampia autonomia politica e soprattutto finanziaria e fiscale . Nessuna persona coscienziosa oggi può onestamente incoraggiare un giovane a intraprendere un’attività di qualsiasi tipo in montagna o nell’Alta Langa se prima non si riesce a applicare un regime fiscale speciale. La montagna per ripartire ha necessità di diventare zona franca, le nuove imprese devono essere defiscalizzate totalmente almeno per i primi anni di attività. La Provincia autonoma di Bolzano in questi giorni ha deliberato un contributo speciale minimo di 15.000,00 euro per le attività commerciali dislocate in zone emarginate in modo che queste riescano a svolgere un servizio essenziale e di presidio del territorio. Non ci vogliono molti soldi, ormai siamo rimasti in pochissimi quassù, ma perchè nessuno ci pensa . Quassù a Coumboscuro è ripresa l’attività scolastica, il pulmino de l’ Escolo va a valle e porta su i piccoli allievi e quando li vedi arrivare la mattina ti salutano, ti vengono incontro, li abbracci e chiedi loro ” Coumo la vai” e ti rispondono in lingua provenzale orgogliosi in coro “Vai ben sen la coumpanhìo di bouric” ( va bene siamo la compagnia dei buric) anche se la maggioranza di loro non sono di madre lingua provenzale. Allora mi ritornano in mente le parole di don Sturzo che rimproverava i parlamentari della DC partito da lui fondato, che non erano in grado di smembrare il mastodontico e faraonico sistema governativo di fascista memoria, perchè ognuno correva per trovare uno scranno, un posto per sedersi anche solo uno sgabello e allora con un pò di rabbia affermava “si accostano uomini competenti e uomini incompetenti e il governo viene fuori come il vestito di arlecchino” . Faccio appello a voi sindaci delle valli e dell’Alta Langa, unitevi per difendere la vostra terra, la vostra storia il vostro Comune!
Mauro Arneodo
Il FAI – Fondo Ambiente Italiano
è lieto di presentare la seconda edizione di:
“C’ERA UNA VOLTA… UN MONDO COSÌ!”
Castello della Manta – Manta (CN)
domenica 5 ottobre 2013, dalle ore 10 alle 17
Domenica 5 ottobre 2014, dalle ore 10 alle ore 17, il Castello della Manta, splendido Bene del FAI – Fondo Ambiente Italiano a Manta (Cn), sarà teatro della seconda edizione di “C’era una volta… un mondo così!”, una giornata speciale alla scoperta della cultura popolare e dei
prodotti di eccellenza delle Alpi, con momenti di musica e narrazione teatrale.
A partire dalle ore 10 fino alle 17, il Castello ospiterà alcuni degli antichi mestieri del Presepe vivente di Pianvignale, a cura della Pro Loco del Comune di Frabosa Sottana. I visitatori potranno riscoprire modi di vivere e abilità spesso dimenticate, arti tramandate di padre in figlio e mestieri quali il falegname, il costruttore di carriole e gli scultori del legno, i robivecchi e il cordaio, il ceramista e l’impagliatore di sedie, il cestaio, il filatore di lana con il ruet e il moleta che affilava coltelli e attrezzi agricoli. A partire dalle ore 14.30 verrà ricreata, all’interno della cantina del castello, l’atmosfera di un’antica osteria con le tipiche canson da ostu, canzoni popolari piemontesi e provenzali, a cura dei Dansaires de Coumboscuro. Le animazioni sono parte integrante del progetto Vite d’Alpe: lou minjar a nosto modo – el mangé a nosta manera.
Il percorso di visita – condotto dalle guide del FAI – svelerà i maestosi interni della dimora, famosa per i suoi ampi saloni cinquecenteschi e per gli straordinari affreschi del
Salone Baronale – gioiello dell’inizio del Quattrocento con importanti testimonianze figurative del gotico internazionale tra cui la celebre Fontana della Giovinezza. Al termine del percorso di visita, Andrea Carretti e Fabrizio Giacomazzi dello Studio Associato Attori di Genova animeranno alcune azioni sceniche dal titolo “Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia… Il ringiovinometro: uno strumento per tornare indietro nel tempo”.
Nella Chiesa di Santa Maria del Rosario risuoneranno antiche melodie: viella, flauto, cromorno, dulciana e organo accompagneranno l’esecuzione di brani quattrocenteschi e cinquecenteschi tratti dal repertorio della musica sacra rinascimentale, a cura dell’Associazione Pro Musica Antiqua di Savona. Orari: 11.30, 12.30, 14.30, 15.30 e 16.30.
Nel pomeriggio, dalle ore 14 alle 17, torna per la 13^ edizione il “mercatino del libero scambio”, dove barattare ciò che si vuole: dai giocattoli poco usati ai giornalini troppo letti, dalle schede telefoniche alle biglie, dai pupazzetti alle scatole, dalle conchiglie ai francobolli, ai doppioni delle collezioni più fantasiose.
I ragazzi potranno partecipare inoltre a laboratori manuali e ricreativi a cura di istituzioni quotidianamente impegnate nello studio e nella promozione di percorsi culturali e formativi rivolti al pubblico più giovane. Il Museo della Ceramica di Mondovì (CN)
proporrà un laboratorio di manualità dal titolo “Più bello del vero” dove sarà possibile ottenere splendidi manufatti simili al marmo e alle pietre preziose grazie a terre di colore diverso mescolate secondo l’antica arte dei Maestri ceramisti, mentre la Ludoteca Mago Merlino di Manta allestirà uno spazio dove i bambini potranno divertirsi e giocare insieme.
Durante l’intera giornata di domenica sarà possibile conoscere prodotti e produttori di eccellenza della rete Paesi e Paesaggi – Bel Andè, Bel Anar: il
Quistamanh – Toumo duro formaggio prodotto con il procedimento storico del Castelmagno, creme e terrine a base di aglio, i salumi di pecora e il prosciutto di Roccaforte, le raviole di Frabosa, i formaggi di capra di Ormea, le
batiaie ossia le paste di meliga di Sanfront, affiancati dalla fontina di alpeggio della Valle d’Aosta nell’ambito del progetto perequativo “Promozione dei formaggi di montagna” e dal bitto storico di Gerola Valtellina.
I visitatori potranno prenotare il “pranzo del visitatore” con un menu bistrot al prezzo di 15
€ (prenotazione obbligatoria: faimanta@fondoambiente.it; 0175-87822). Il menu comprende
tris di formaggi e prosciutto
♦ raviole di castagne frabosane fatte a mano con ricotta e farina di castagne ♦ le
batiaie
paste di meliga
♦ acqua minerale naturale ♦ un bicchiere di vino.
Sarà possibile degustare i prodotti elencati in soluzioni differenti anche per piatti singoli, acquistabili in loco.
La manifestazione si svolgerà anche in caso di maltempo.
Con il Patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Cuneo e del Comune di Manta.
In collaborazione con l’Escolo de Sancto Lucìo de Coumboscuro.
Con il Contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
Si ringrazia la Regione Autonoma Valle d’Aosta e il Consorzio di salvaguardia del Bitto storico di Gerola Valtellina.
Orari: domenica 5 ottobre dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 17, visite ogni 30 minuti.
È consigliata la prenotazione delle visite al numero 0175/87822 (gruppi di massimo 35 persone).
Costo del biglietto
Adulti: 10 €;
Ragazzi (da 4 a 14 anni): 5 €;
Iscritti FAI e residenti: 5 €
Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
FAI – Castello della Manta (Cuneo): tel. 0175/87822; e-mail: faimanta@fondoambiente.it.
Per maggiori informazioni sul FAI: www.fondoambiente.it
Ufficio Stampa FAI: Serena Maffioli – tel. 02-467615344; s.maffioli@fondoambiente.it