Il Tribunale di Albenga è stato soppresso. La decisione è inaccettabile sia per motivi di merito che per il metodo utilizzato.
Per motivi di merito perché il Tribunale di Albenga è, fra le Sezioni Distaccate di Tribunale, uno dei presidi giudiziari che ha maggior carico di lavoro in tutto il territorio nazionale (la media fra il 2006 ed il 2010 di fascicoli sopravvenuti è pari a 4.074 secondo il parere della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati del 1 agosto 2012).
Per motivi di metodo perché, prima, si istituisce una Commissione Ministeriale alla quale demandare il compito, in base a dati oggettivi, di stabilire quali Sezioni Distaccate di Tribunale devono essere soppresse e poi, invece, per non sbagliare, vengono tutte indiscriminatamente eliminate.
Tuttavia è bene chiarirsi fin da subito: se oggi Albenga perde il Tribunale dipende non solo dal Governo ma dal fatto che la politica locale di ogni grado e colore, fin da tempi non sospetti, non ha saputo tutelare gli interessi del Ponente, almeno per quanto concerne la Giustizia, in maniera efficace.
E’ bene fare un po’ di ordine e un po’ di storia.
Nel 1990 venne presentato alla Camera dei Deputati il progetto di legge n° 5185 dal titolo “Istituzione del Tribunale di Albenga”, ma lo stesso si è arenato nelle paludi del Parlamento. (leggi…..)
Fra le ragioni che giustificarono la presentazione del progetto vi erano la crescita economica del territorio ingauno, accompagnata però dall’aumento della criminalità con la conseguente necessità di un forte presidio giudiziario sul territorio, il disagio per i cittadini costretti a recarsi a Savona con i relativi costi specie considerando la distanza fra il capoluogo e i comuni dell’entroterra.
Sette anni dopo, il 3 febbraio 1997, venne presentato un altro progetto di legge alla Camera dei Deputati (il n° 3135): la prospettiva cambiava, però, almeno in parte. (Leggi….)
A giustificazione della istituzione del Tribunale di Albenga si rimarcava maggiormente il fatto che al Tribunale di Savona era aumentato considerevolmente il carico giudiziario incidendo in maniera inevitabile sulla durata dei processi.
Si faceva maggiormente leva sull’efficienza del sistema giustizia pur riconoscendo le peculiarità economiche e sociali del Ponente ed in particolare della Città di Albenga.
Ma anche quel progetto di legge restò lettera morta.
Il Ponente ha talvolta sentito la necessità di dover acquisire un proprio spazio e la propria autonomia rispetto a Savona ma sul versante politico non è riuscito in questa operazione.
Persino Savona guardava a Ponente e voleva “staccarsi” da Genova dal punto di vista economico (si veda su La Stampa del 10-09-94 un interessante intervento dell’allora Presidente della Camera di Commercio Pietro Picciocchi), ma sul piano politico tutto era fermo. (Leggi….)
E’ strano, però, a ben pensarci dal 1995 ad oggi tutti i Presidenti della Provincia erano marcati Ponente, ma, nonostante questo, la Riviera e il suo entroterra non sono stati capaci di comprendere che la necessità di mantenere e potenziare strutture statali periferiche autonome rispetto al capoluogo, non serviva solo ad acquisire un maggior “prestigio” sul piano amministrativo, ma soprattutto a rendere più efficienti i servizi per i cittadini.
Non si deve pretendere di avere servizi pubblici sotto casa, ma neppure è accettabile che tutti i più importanti di essi siano demandati a strutture presenti solo a Savona.
In quegli anni sono state invece prodotte una serie di leggi che volevano aumentare e potenziare l’autonomia degli enti locali dimenticandosi però che da una efficace articolazione periferica degli organismi statali non si poteva comunque prescindere.
Questo è stato un grave errore.
Nel frattempo, in materia di Giustizia, a livello nazionale nel 1989, sparivano le preture mandamentali e nel 1998 una scellerata “riforma” (le chiamano così) sopprimeva il Giudice del Territorio per eccellenza (il Pretore) ed iniziarono i guai perché Albenga divenne sede di Tribunale, ma quale Sezione Distaccata del Tribunale di Savona.
Oggi, come ieri, si sopprimono Uffici Giudiziari in nome dell’efficienza del sistema Giustizia.
Ma più si va avanti peggio è.
Ad ogni riforma ne segue un’altra che è più disastrosa della prima.
La decisione del Governo Monti, che sopprime 220 Sezioni Distaccate di Tribunale, è solo l’ultimo capitolo di un romanzo mal scritto da tutti i suoi protagonisti a livello nazionale e locale.
Non ricordo un solo recente intervento (chi può mi smentisca) di un Parlamentare della Provincia di Savona a sostegno del mantenimento del Tribunale di Albenga.
Troppo tardi la politica si è mossa, salvo una iniziativa pubblica assunta da Sinistra Ecologia e Libertà il 30-03-12, alla quale poi sono seguiti interventi sporadici di politici locali che non sono riusciti a raddrizzare una situazione oramai compromessa. (Leggi….)
E’ mancata un’ azione comune: politica e società civile insieme per dire che lo Stato non poteva abdicare e che non era possibile demolire uffici pubblici in nome di un risparmio che, nella sostanza, non ci sarà.
Infatti chi oggi lavora presso il Tribunale di Albenga, ovunque venga collocato, dovrà continuare a essere retribuito.
I costi di mantenimento della struttura a carico del Comune di Albenga, che, se non erro, si è fatto carico di un mutuo per la realizzazione dell’edificio, che oggi ospita il Tribunale, permangono tutti.
Forse è sfuggito il costo maggiore a carico dei cittadini per gli spostamenti a Savona, ma si pensi, ad esempio, anche a tutti i trasferimenti di arrestati dal Ponente fino a Savona, alle trasferte degli Ufficiali Giudiziari che da Savona dovranno percorrere distanze non irrilevanti per effettuare notifiche e pignoramenti nel Ponente … gli esempi potrebbero essere molti.
Senza considerare che costringere tante persone a spostarsi per distanze non brevi significa (non è una battuta) aumentare l’emissione di CO2 …
La realtà è un’altra: la giustizia è destinata ad essere un lusso e, come tale, diritto per pochi.
Eppure rendere giustizia è uno dei fondamentali doveri dello Stato.
Non si comprende come sia possibile garantire più efficienza allontanando sempre di più i cittadini dai presidi giudiziari: basti pensare alla delicata materia della volontaria giurisdizione.
Difendere il Tribunale di Albenga significava difendere i beni pubblici, un bene comune, significava amare l’ idea di uno Stato del quale dovremmo essere reali protagonisti.
Durante il convegno del 30-03-12 era stato chiesto di approntare una sorta di task force con in testa il Sindaco di Albenga, che in quell’occasione fu invitato a prendere la parola.
Tutti insieme e con la massima pubblicità alla iniziativa, Sindaco di Albenga, Presidente della Provincia, Parlamentari Locali, Consiglieri Regionali, Presidente dell’ Ordine degli Avvocati, una delegazione di Magistrati, dovevano chiedere di essere ricevuti dal Ministro della Giustizia o domandare a quest’ultimo di venire ad Albenga (a Chiavari il Ministro ci è andato), per far constatare, con mano, la necessità del mantenimento del Tribunale.
Ma questo invito ad una azione unitaria si è arenato, come i progetti di legge di cui sopra …
Nessuna manifestazione di massa è stata organizzata come, invece, è stato fatto (giustamente) per l’Ospedale di Albenga.
L’avvocatura ha fatto ciò che ha potuto in questi mesi ed è giusto riconoscerlo.
Lottare per il Tribunale di Albenga significava lottare per la legalità e per la dignità del Ponente.
Ora si sopprimono Tribunali ed Ospedali e domani si taglieranno scuole e università.
Non tutti hanno però hanno voluto o saputo comprenderlo.
Giovanni Sanna