Contro il singolare tentativo di coinvolgere il Comitato nelle responsabilità dell’Amministrazione. Assemblea pubblica del 20/03/2014, indetta dal “Comitato Nolese per la difesa di Salute e Ambiente”sul tema delle installazioni libere di telefonia mobile sul territorio. Non sarebbe il caso di tornarci per non rischiare la ripetuta accusa di fare campagna elettorale; è giusto però mettere i puntini sulle i, anche alla luce dei documenti riesaminati. Diciamo per inciso che come Comitato lavoriamo dal 2000 su problemi ambientali e non è colpa nostra se in questo periodo sono venuti a coincidere la campagna per le prossime elezioni amministrative e l’aggravamento del problema delle antenne: non si può sminuire così l’importanza oggettiva di quest’ultima questione.
La sera dell’assemblea, ho ritenuto esaustiva la risposta dell’ex Presidente del Comitato che per la seconda volta ha ammesso pubblicamente il suo errore di valutazione risalente al 2007- 2008 e pertanto svincolato dalle successive scelte dell’Amministrazione comunale, sia per la lontananza nel tempo, sia per la natura stessa del Comitato e della sua funzione.
La questione merita di essere ulteriormente sviluppata incalzando il Sindaco sul tentativo di coinvolgere nella scelta del sito di S.Michele un Comitato che proprio nel 2008 ha intrapreso la battaglia NO ZUGLIENO-NO S.MICHELE con una raccolta firme, seguita dall’impegno del Comune a non considerare più i due problematici siti, S.Michele in alternativa a Zuglieno.
E infatti non sono stati inseriti nel Piano di fine 2008.
La volontà popolare e l’impegno comunale sono i passaggi chiave che vengono omessi.per puntare sempre sull’impegno preso dal Comune con TIM che altrimenti avrebbe installato a Zuglieno, avendo vinto il ricorso.
Certo, si correva quel rischio, ma il S.Michele, sito analogo a Zuglieno, semplicemente sulla collina contrapposta, era contestato, come questo, dalla cittadinanza, era ugualmente impattante su Scuole e abitazioni, vincolato e non sufficiente alla copertura del territorio: tutte queste ragioni avrebbero giustificato il rifiuto e l’eventuale lotta o addirittura il ricorso ad un superiore grado di giudizio, visto il precedente della perizia che tutti conosciamo.
Ma, se è corretto tener fede agli impegni, anche quello con i Cittadini ha valore e noi abbiamo contato su quello dell’Amministrazione, tant’è che il nostro Comitato, che nel frattempo aveva cambiato Presidente, ha ringraziato la stessa per aver accolto l’istanza NO ZUGLIENO-NO S.MICHELE (v. Lettera prot.il 4/12/08).
Ma forse quell’impegno che ci aveva tranquillizzati, era solo formale, perché infatti l’anno dopo, nel 2009, veniva maturata dal Comune, senza darcene informazione alcuna, l’ipotesi localizzativa su S.Michele, come da lettera di risposta dell’Ufficio tecnico a una serie di domande del Comitato: in essa però, il Sindaco riferisce di aver partecipato al Comitato tale ipotesi, affermazione priva di fondamento, in palese contraddizione con le precedenti azioni sia del Comitato che del Comune e non documentata.
Nell’aprile 2012 veniva addirittura affidato dal Comune all’Università di Genova la verifica proprio su S.Michele, verifica dall’esito scontato che di fatto lo legittimava e, quel che è grave, all’insaputa di Comitato, Commissione Ambiente e Cittadini.
Così, venivamo messi davanti al fatto compiuto da cui sono discese le attuali conseguenze. In realtà, l’idea del S.Michele aveva proseguito la sua strada, all’insaputa di tutti, mentre l’Amministrazione, anziché riprendere il Piano e approvarlo, aspettava le decisioni dei Gestori, guarda caso, proprio sul S.Michele, e riprendeva il Piano quando ormai non serviva più.
Questa lunga attesa ha favorito gli interessi dei Cittadini o dei Gestori?
E riprendere il Piano spettava all’Amministrazione o al Comitato? Tanto più che “il can che dorme”non dormiva affatto e solo l’Amministrazione poteva saperlo, visto che il Comitato era volutamente ignorato.
Se per ipotesi, esso non si fosse mai costituito, il Comune non avrebbe dovuto esimersi dal mettere in atto tutti quei provvedimenti finalizzati alla tutela della popolazione da possibili rischi e in particolare il Sindaco, responsabile della salute pubblica e della sicurezza.
Il Piano, come abbiamo messo in evidenza, è l’unico strumento per normare gli impianti e il suo fine è quello di minimizzare l’esposizione. Senza di esso la legge favorisce le libere installazioni su tutto il territorio. Questa è la verità e non il contrario e non è giustificabile perdere tempo perché intanto i Gestori lo impugnano, come ci veniva detto.
Se poi si è così convinti che non serva, tanto da motivare un’ attesa che ha prodotto l’attuale critica situazione, se si è convinti che anche il nuovo Piano corre il rischio dell’inutilità, perché farlo? Spendendo altri danari pubblici, dopo averne spesi per una Bozza (Ammin. Niccoli), per il Piano del 2008, per lo Studio sul S.Michele, per il Piano del 2013: il tutto per non averlo il Piano, ma avere invece il territorio assolutamente vulnerabile.
Certo che al punto in cui siamo il nuovo Piano, riadottato il 20/12/’13 che ha un iter lungo prima dell’approvazione e della sua entrata in vigore(era stato ripreso solo dopo l’estate 2013-parola del redattore- e non nel 2012), non servirà a tutelarci; infatti le Compagnie stanno già realizzando i loro desiderata: gli impianti di S. Michele, Zuglieno e v. Defferrari hanno procedure in corso, con prevedibili esiti favorevoli. Con tali postazioni, non sarà possibile affatto quella minimizzazione dell’esposizione prevista dalla legge, per l‘abitato e le Scuole, con fasce di popolazione sensibile che va dai 6 mesi agli 11 anni!
Poco importa che sia rispettato il limite di legge, perché non si conosce la soglia minima sotto la quale poter escludere effetti biologici a lungo termine per esposizioni prolungate, anche di bassa intensità, addirittura inferiori alla soglia termica.
Si rende conto l’Amministrazione della situazione in cui siamo o va cercando ragioni per giustificare comportamenti che di fatto non ci hanno salvaguardato dalle prevedibili conseguenze?
Quante volte abbiamo fatto presente che i siti su colline basse, in un contesto interno, non bastano alla copertura, ma richiamano la necessità di altri siti? E’ quello che sta avvenendo e non si sa se basta. Una delle nostre proposte era stata la coutenza con gli impianti già presenti o un sito unico, ma alto, con ampia visibilità su un territorio che, essendo articolato e chiuso, rischia un’amplificazione delle onde.
Abbiamo ottenuto il massimo del peggio!
Ora, in mancanza di tutele provenienti dalla politica, non ci resta, come Cittadini, che difendere il nostro territorio, lanciando, in primis, una raccolta firme analoga a quella del 2008: NOS.Michele- NO Zuglieno, con la differenza che allora S.Michele era alternativo a Zuglieno, ora sono previsti entrambi.
Si potrà firmare davanti all’Oratorio di S.Anna Giovedì 27 e Domenica 30: h. 9-13
per il Comitato Nolese
la Presidente Maria Vincenti