Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Loano / ‘Bossero edilizia’ ha chiuso a Borghetto S.Spirito


‘Piange il cuore’ quando si assiste alle difficoltà di un’azienda modello, con un imprenditore serio e coerente che non ha mai avuto bisogno di esibizionismo per lavorare. Con 35 anni di onorata attività la Bossero Srl di Loano ha fatto un passo indietro e ha chiuso la sede (e piazzale) di Borghetto S. Spirito. La crisi deve aver avuto il suo peso, ma a Loano l’edilizia ha sempre tirato la volata. Anzi, grazie ai ‘partiti del cemento’ si continua a rinviare l’adozione del Puc per ‘punire’ gli ‘amici degli affari’? Sempre più soffocati dal ‘troppo pieno’, in compenso niente ‘forno crematorio’ per non deprezzare l’ambiente ed il valore di mercato. Una barzelletta di politicanti falliti in una città dove persino la Cultura ha fatto scempi e vorrebbe farci bere l’amaro calice a suon di pillole, di confraternite, associazioni. Un disegno fin troppo smaccato, con una comunità in gran parte piegata da interessi di bottega. Vuoi professionali (parcelle), immobiliari, diffuso senso di impunità e di paura. Nei cantieri le misure di sicurezza, salvo lodevoli eccezioni, restano un optional, in centro, sull’Aurelia, nell”immediata periferia. Perché  allora stupirsi se la famiglia Bossero deve subire crisi e selvaggia concorrenza più  sleale che leale? Anche dal comprensorio loanese, non sveliamo nulla,  vanno a rifornirsi di materiali edili nel vicino Piemonte, dove  la ‘spesa’ costa meno, si possono organizzare ‘carichi’ in nero, magari di notte. Opera soprattutto della miriade di imprese artigianali, in maggioranza albanesi, romene, di qualche sudista e pure indigeno. I ‘fai da te’ in sub appalto. Basta fare un giro nei cantieri. Chiedere qualche preventivo e spiegazioni sui costi. Ormai si convive.

Ricordate lo ‘stupore’ idiota di quando le locandine davanti alle edicole annunciavano che era stata posta sotto sequestro ‘villa Fameli‘ arricchita con un corollario di mono e bilocali venduti o affittati? Tutto abusivo o quasi. In pieno centro, sull’Aurelia, a 10 metri dalla sede del Pd (ora chiusa), una zona dove ogni giorno transitano vigili, carabinieri, finanza, assessori, consiglieri comunali. Nessuno si era accorto che forse occorreva avvertire l’ufficio tecnico, verificare, prevenire? C’è qualcuno che può alzare la mano e dire: “Io avevo segnalato, fatto un’interrogazione, chiesto chiarimenti”.   Non prendiamoci in giro.

Un’azienda sana, gestita con oculatezza, può essere messa in ginocchio  favorendo la trasversalità affaristica. Se non è così ben vengano le analisi contrarie e smentite documentate.

Le credenziali di Bossero, riporta il sito internet: “Soddisfare le esigenze dei clienti in un mercato altamente dinamico ed in continua trasformazione”. Da quando è iniziato il confronto impari con la ‘concorrenza’? La Bossero srl è nata 1979, socio unico, capitale interamente versato  99 mila 800 euro. Dna: “applicare quei sani principi di quotidiana economia e morale domestica che sono alla base del lavoro e che i clienti hanno riscoperto come qualità totale”.

E’ fuori dubbio che a nessuno viene in mente di sostenere che solo Loano sia isola felice per evasori, zone grigie dell’evasione, dove non si rispettano le norme e la disciplina sul lavoro, la sicurezza nei cantieri. Domina l’humus di imprese artigiane dell’ Est europeo, dei Balcani e taluni personaggi del Sud che magari fanno ‘lavorini’ in nero per qualche pubblico amministratore che possiede la casettina di campagna.

Il ‘caso Loano‘ è forse più eclatante perché la cittadina viene sempre portata ad esempio di vitalità e dinamismo imprenditoriale, dove l’iniziativa privata ha creato sviluppo, benessere, buone prospettive nel futuro. C’è chi ha potuto vantarsi, tra le forze politiche al timone di comando, di essere orgoglioso del ‘modello  di crescita Loano ‘. Capace di attrarre investimenti pubblici e privati più che in ogni altra località della provincia.  Non sono opinioni, frasi riportate dalla stampa e da web con fama di credibilità, serietà e buon giornalismo. Aggiungiamo, è questione di punti di vista. L’imprenditore fa bene a ‘fare i suoi affari’, infischiarsene di cosa accade attorno? E’ informata a dovere l’opinione pubblica? Matura alla stregua delle democrazie più partecipate e prime in graduatorie nella giustizia sociale?

Se a Loano, alla chiusura di hotel e perdita immediata di posti di lavoro, erano stati riservati titolini ad una colonna, a volte neppure quello (Savoia della famiglia Vaccarezza), ci sarà pure un ragione. Basterebbe ricordare quando chiuse il Moderno (4 stelle), il Continental, il Savoia, il Konig, il San Carlo (per dissesto). Una strategia molto particolare di fare informazione; oggi invece fa notizia anche la chiusura di un negozio. Meglio così.

Tra l’altro, l’albergo ha bisogno continuo di manodopera e professionalità. Un cantiere edile è necessariamente a tempo. E che dire di un complesso alberghiero, fiore all’occhiello (Ai Pozzi), dove un’ispezione, causa incidente (ma titoloni scandalo), si era conclusa con i complimenti dei ‘controllori’! Eppure dall’apertura dei battenti pare non abbia ancora ospitato una manifestazione ‘pubblica’ degna di questo nome. L’investimento ricettivo turistico non merita di essere portato ad esempio in campo locale, provinciale e soprattutto regionale?

Non sappiamo quale sia stato, nel tempo, il premio alla filosofia dei Bossero di “selezionare i prodotti commercializzati con cura e attenzione sul mercato nazionale tra le alternative di medio- alto livello qualitativo, con prodotti affidabili, sicuri…con adeguato supporto tecnico e commerciale”. A Loano, per ironia della sorte, ci troviamo con un porto modello che avrebbe rischiato grosso se non fosse finito nella proprietà del maggiore gruppo assicurativo e bancario di stampo cooperativo rosso (Unipol). Un’opera costata, a bilancio, oltre cento milioni di euro. Quanto si è riversato nell’unica azienda del settore edile del comprensorio, quale la Bossero? Quanto hanno giovato palazzi e palazzine che con la legge regionale sulla casa (e sottotetti) moltiplicano appartamenti, fanno lievitare la consistenza abitativa in aree già sature; prive di parcheggi ed adeguata viabilità urbana ed extraurbana?  A Loano si continua ad incrementare abitanti in zone dove le strade strette, a prova di pedone, rappresentano un rischio continuo. Con  disincentivo a percorrerle di notte. Con automezzi pesanti da trasporto che sconvolgono l’asfalto, le coperture dei tombini,  danneggiano ringhiere.

Vanno a gonfie vele gli ampliamenti di edifici esistenti, a cubatura zero, Peccato che in maggioranza siano immobili destinati al mercato (saturo) di seconde case. Sarà vero che gli uffici comunali fanno aspettare fino due anni per rilasciare una concessione. L’attesa premia.  C’è qualcuno che si domanda perché laddove abitava una famiglia, ora si ricavano sei, sette alloggi.O addirittura un mini grattacielo (vedi ex fabbrica delle scarpe).  Questo è fieno per il bue che ingrassa? E’ il tessuto urbanistico da indicare a vanto e modello? Favorisce l’industria alberghiera e del turismo di qualità, l’occupazione non effimera?

Le casse comunali incassano oneri di urbanizzazione. L’assessore ‘pio’ o meno può annunciare opere pubbliche  a dimostrazione di “quanto siamo bravi” . Si è migliorato o peggiorato la qualità complessiva della vita, l’ingolfamento di strade, piazze, caos sempre più caos in certi periodi dell’anno, nonostante le migliaia di due ruote a motore, il carosello alla ricerca di un posto auto anche a pagamento (per fortuna ci sono gli spazi del porto)’. Si ignora come nulla fosse la lezione di Borghetto S. Spirito. Quanti sono gli alloggi che restano vuoti gran parte dell’anno anche fronte mare e quanti sono in vendita da anni.  Eppure per una dinamica economica complessa i centri rapalizzati finiscono per attrarre quel turismo ‘povero‘  dirottato dalle località più ‘care’. Andando avanti di questo passo ci ritroveremo a contare gli alberghi sulle dita di una mano, con più giovani senza prospettive, un movimento di arrivi e presenze concentrato nel ‘mordi e fuggi’, in pochi week end affollati all’inverosimile. E’ vero: discorsi inutili, a Loano vince ‘il lavorio della vita moderna’. Il segreto non segreto di chi ti sussurra nell’orecchio: ” Se hai bisogno rivolgiti allo zio…all’architetto….all’ingegnere….all’avvocato….ai due bassotti “. Non c’entra la criminalità, sono i colletti bianchi di Loano rispettati e riveriti, riservati, facoltosi, fortunati, capaci.

Anche un’azienda ricca di credenziali come Bossero, presente sul territorio quasi in regime di monopolio (a Ceriale ha chiuso anni fa Ravera, grossi contraccolpi aveva attraversato Lamberti di Albenga), si ritrova a fare i conti con la ‘realtà Loano’. E’ possibile che abbia perso clienti e lavoro perchè offre il “trasporto di materiale con mezzi fino a 120 quintali e scarico gru fino a 20 metri di altezza”?  Oppure: “assistenza  nei cantieri o direttamente a casa del privato per sopralluoghi gratuiti ed assistenza post vendita”? E ancora: “Creazione di qualsiasi colore per facciate o ambienti interni con il tintometro Mapei” (azienda internazionale di proprietà del presidente di Confindustria).  Tra le offerte: noleggio di piccoli escavatori, trapani, martelli a percussione, sopralluogo e preventivi gratuiti per realizzare impianti fotovoltaici e disbrigo pratiche per agevolazioni statali, commercializzazione di materiali bio.

Una sala espositiva di ceramiche ed arredobagno di 35o mq, su due livelli. Tra le marche più vendute e prestigiose, Marrazzi ceramiche, Dolomite, Pozzi Ginori,  Fima e Fratelli Frattini, Nordica Extraflame, Edilkamin.

L’augurio è che il rigore commerciale della Bossero Srl possa superare la barriera dello sfascio con cui devono confrontarsi aziende serie e solide. Possa restare attiva la sede di via Trexende che per raggiungerla occorre essere bravi piloti e a prova di strettoie. Il by pass alla zona artigianale avrebbe dovuto essere una priorità assoluta da anni. A Loano prima si è ostacolato l’Aurelia bis (non è colpa della giunta Pignocca, ma di Cenere nella zona di ponente), con il fiume di denaro degli oneri di urbanizzazione si poteva e si doveva dare respiro ad un’area non turistica, ma altrettanto vitale ed importante, oltre che per il numero di insediamenti produttivi e di servizi. Il lungomare sarà un bel biglietto da visita, ma la città ha altre zone vitali fino ad oggi penalizzate da un’incurabile miopia (almeno a Loano).

Mercoledì Rai uno mattina ha mandato in onda il servizio di un sindaco salito alla ribalta nazionale per aver deciso due cose: tutti gli amministratori rinunciavano alle indennità a favore di cittadini più bisognosi e per far fronte al proliferare delle deiezioni canine, oltre a rimuoverle, occorre munirsi di una bottiglietta d’acqua per eliminare i cattivi odori. Chissà se a Loano i ‘cattivi odori’ sono soltanto questi. A cominciare dalle carenze di dotazioni per rifiuti urbani in zone non centralissime. Nei raccoglitori singoli ci finisce di tutto. Sono passati i tempi in cui il sindaco e gli assessori ispezionavano almeno una volta al mese le strade cittadine, dal centro alla periferia.

L. Cor.


L.Corrado

L.Corrado

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