Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Urla di dolore di 149 operai: in Regione Liguria stipendi da 15 mila euro il mese, noi 747 € ma ‘Burlando company’ licenzia


“Gentili giornalisti di Trucioli.it, Vi scrivo con la speranza di trovare qualcuno disposto a dare voce ai 149 operai anti-alluvione della Regione Liguria. Dal 31 agosto siamo senza lavoro. Mi chiamo Daniele Marconi e sono uno dei lavoratori dei cantieri scuola-lavoro nati dopo la tremenda alluvione del 25 ottobre 2011 che, ricorderete, ha portato morti e distruzione. Il nostro appello è stato inviato ai principali quotidiani nazionali e liguri, ma ignorato o censurato. Meno di una decina i blog o giornali on line che hanno dato spazio alla notizia”. Sono esseri umani che erano impegnati 20 giorni al mese e in caso di assenza, anche forzata, nessuna paga. Almeno noi, figli della terra ligure, non possiamo lasciarli soli. Disinteressandoci. Ignorando il loro dramma. Il 28 ottobre, a La Spezia, ci sarà un incontro tra una delegazione maestranze coinvolte e gli assessori Paita, Vesco, Guccinelli. La Lettera-appello così prosegue. “Non solo la ricostruzione è ancora lenta e arretrata, ma, oltre al danno, la popolazione deve subire anche la beffa. Mentre infatti scandali di ogni genere animano il Consiglio regionale ligure, mentre sono stati stanziati 800 milioni di euro per il valico dei Giovi della TAV, mentre si sono sperperati 27 milioni di euro per la banda larga di internet che non funziona, mentre i dirigenti aumentano il loro stipendio del 10%, 149 persone dello Spezzino restano disoccupate, nel più totale disinteresse di politici e istituzioni.

La Regione Liguria spende e spande, ma  ha pochissimi soldi per la prevenzione ambientale o per gli interventi post-alluvione: emeriti assessori con stipendi da 15.000 euro al mese continuano a ripeterci che la regione non può più pagare le nostre buste paga da 747 euro netti al mese. Chiediamo dunque il Vostro aiuto: siete Voi l’ ultima speranza per un territorio così devastato e per 149 persone. Siamo rimasti soli a combattere la guerra di Golia: non avendo alcuna conoscenza -perché è così che funziona-, non siamo riusciti a far approdare la nostra storia sui giornali nazionali.

Abbiamo rimediato solo qualche trafiletto sulle pagine locali. Non parliamo delle trasmissioni televisive. I sindacati non organizzano manifestazioni. I sindaci che, a parole, ci hanno sempre supportato, non vogliono esporsi contro i politici della Regione. Vi ringraziamo anticipatamente per la vostra cortesia e disponibilità e restiamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento. Vi lascio anche la nostra pagina facebook https://www.facebook.com/cantieriscuola.laspezia Distinti saluti Daniele Marconi

NOTA DI REDAZIONE DI TRUCIOLI.IT- Immaginiamo quanto sia difficile per gli ‘ultimi’ e gli ‘indifesi’ dispersi in ogni angolo dello ‘spezzino rosso’ organizzarsi, essere uniti, alle prese con la sopravvivenza. Quella stessa che nella vita di cronisti di strada non abbiamo riscontrato in tanti sindacalisti di professione. Dei signori della partitocrazia inutile parlare, gli eleggono i cittadini, anche quelli che disertano le urne. Non sono tutti uguali, ci sono gli onesti ed i preparati, magari giovani  e ovviamente non bisogna illudersi. Perlomeno di si può non votare chi ha deluso impegni, promesse, meritocrazia, lungimiranza.

I giovani spezzini non possono neppure accusati di ‘dipendenti pubblici’ inclini all’assenteismo (decine le inchieste, le denunce, in qualche caso arresti in tutta Italia, tali fa offuscare i tanti dipendenti ligi al loro dovere, quasi sempre malpagato rispetto ad altri Paesi Europei diciamo del G 7).  Loro, si badi bene, non avevano né ferie, né assistenza integrale; 20 giornate lavorative al mese e in caso di assenza, anche a causa di forza maggiore, niente retribuzione. Un j’accuse in gran parte condivisibile, a completezza di informazione manca un non secondario aspetto. Documentano le statistiche internazionali che proprio le Regioni sono all’origine della voragine principale della  vertiginosa ascesa della spesa pubblica. E la parte del leone è appannaggio degli stipendi e della sanità da sempre vivandiera della partitocrazia di volta in volta al potere. E ancora. Il maggiore istituto di credito della Regione, ovvero Carige (non conosciamo i dati della banca spezzina), in questi anni ha continuato ad erogare milioni (prima erano miliardi) a tutto gas per finanziare la speculazione edilizia, causa principale del disastro (idrogeologico) del nostro territorio. Non solo,  scopriamo dopo un’ispezione – bis della Banca d’Italia che ci sono in ballo una montagna di crediti inesigibili. Dati a speculatori e affaristi attraverso le loro società, quasi sempre srl.  Sponsorizzati dalla politica affine agli affari, in odore di corruzione ambientale. Banche che hanno concesso fidi facili anche a giornali ed editori liguri (cooperative incluse). Dati non troppo pubblicizzati ed è facile capire la ragione. Quel credito che un semplice cittadino mortale tante volte, abbiamo letto anche sui giornali, si è visto rifiutare dal suo direttore di banca. Vogliamo aggiungere che spesso questi capitani di industria – oggi indicati tra i beneficiari Carige – occupavano intere pagine, interviste, fotone nelle cronache dei più diffusi quotidiani liguri?

La tivù di Stato ripropone con efficacia in alcune trasmissioni (Ballarò) fatti e misfatti di mister Berlusconi, proprio utilizzando le sue apparizioni pubbliche, campioni di contraddizioni, bugie, scuola di demagogia. E che dire di Anno Zero e Servizio Pubblico del giornalista Doc, Santoro? La televisione- servizio pubblico, potrebbe raccontarci qualche storia in modo più approfondito, da inchiesta nella nostra martoriata Liguria. Andare sulle tracce di frane, la loro storia, la loro causa, le ditte, le Srl, chi ha firmate le concessioni edilizie, quanto hanno fruttato in oneri di urbanizzazione, come sono stati spesi i soldi introitati. Beati coloro che non hanno letto o hanno dimenticato quel libro intitolato (Il partito del cemento). Gli autori, coraggiosi, non hanno avuto il tempo per seguire la sorte di alcuni ‘casi clamorosi’. Gli editoriI preferiscono non impegnare troppo la linea del giornale ‘indagando’ sulle società e sui personaggi che nelle nostre Riviere? A ponente e a levante (che non conosciamo) ci sono artefici di stupende ‘colate’, promozionate con paginate di pubblicità, anima del commercio e dei bilanci, soprattutto in periodi di recessione.

I 149 esseri umani  vivono in Liguria (e non in Africa o Medio Oriente devastati dalle ricchezze sfondate di materie prime, oppure da estremismi, povertà, ignoranza, analfabetismo) avevano trovato una ‘zattera’ che approdava a  ‘privilegi’. Voltiamo pagina. Leggiamo: lavoro di 6 ore al giorno, per 5 giorni in settimana, 20 giorni al mese, con un compenso di 40 euro al giorno lordi; equivale a poco più di 6 euro l’ora netti. Contributi previdenziali minimi, mentre potevano disporre solo dell’infortunio sul lavoro, nessun indennizzo per malattia. Non era possibile eccedere oltre i 20 giorni il mese, mentre a chi, per un qualche motivo diverso dall’infortunio sul lavoro, non raggiungeva i 20 giorni venivano pagate solo le giornate svolte.

Non era una forma di cooperativa: i comuni versavano individualmente lo stipendio, i quali a loro volta ricevevano i fondi dalla Provincia, che a sua volta era finanziata dalla Regione. Non conosciamo i tassi di produttività. (l.c.)

 


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