Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Savona. Roberto Centazzo un ispettore di polizia scrittore tra romanzi e arte. I suoi progetti per il futuro


Roberto Centazzo, savonese di nascita, autore affermato di romanzi polizieschi, noir, racconti, commedie scritte a quattro mani con Felice Rossello e molto altro, conserva ancora, l’impegno e l’entusiasmo creativo di chi, alle prime prove, decide di fare lo scrittore.

di Gianfranco Barcella

Lo scrittore Roberto Centazzo

Dalla tenera età comincia a sentire il fascino di Euterpe e di Talia. Verso i quindici anni legge un brano di Rilke che per lui è come una folgorazione; tratto da <I quaderni di Malte Laurids Brigge>): Oh, ma con i versi si fa ben poco, quando li si scrive troppo presto. Bisognerebbe aspettare e raccogliere senso e dolcezza per tutta la vita e meglio una lunga vita, e poi, proprio alla fine, forse si riuscirebbe a scrivere dieci righe che fossero buone. Poiché i versi non sono, come crede la gente, sentimenti (che si hanno così presto), sono esperienze. Per un solo verso si devono vedere molte città, uomini e cose, si devono conoscere gli animali, si deve sentire come gli uccelli volano, e il sapere i gesti con cui i fiori si schiudono al mattino. Si deve poter ripensare i sentieri in terre in regioni sconosciute, a incontri inaspettati, a separazioni che si videro venire da lungi, a giorni dell’infanzia che cominciano in modo così strano con tante trasformazioni così profonde e gravi, a giorni in camere silenziose, raccolte, e a mattine sul mare, a mari, a notti di viaggio che passavano alte rumoreggianti e volavano con tutte le stelle  e non basta ancora poter pensare a tutto ciò. Si devono avere ricordi di molte notti d’amore, nessuna uguale all’altra, di grida di partorienti, e di lievi, bianche puerpere addormentate che si richiudono. Ma anche presso i moribondi si deve essere stati, si deve essere rimasti presso i morti nella camera con la finestra aperta ed i rumori che giungono a folate. Ed anche avere ricordi non basta. Si deve poterli dimenticare quando sono molti, e si deve avere la grande pazienza di aspettare che ritornino. Poiché i ricordi di per se stessi ancora non sono. Solo quando divengono in noi sangue, sguardo e gesto, senza nome e non più scindibili da noi, solo allora si può darsi che in una rarissima ora sorga nel loro centro e ne esca la prima parola di un verso”.

Ed ora che è diventato quasi anziano si può affermare che è rimasto fedele a quella promessa che aveva fatto a sé stesso in tenera età, dimostrando una coerenza esemplare ed un impegno costante, tanto da poter essere portato ad esempio per tutti coloro che hanno la stessa vocazione di scrittore. “L’arte è una lunga pazienza”, affermava Flaubert ed il Nostro ha affinato l’estro creativo, giorno dopo giorno con metodo e dedizione. Come giù accennato, Roberto Centazzo continua anche oggi, con metodo certosino, a lavorare, per il bene dei suoi lettori. “Ammiro- confessa- quelle scrittrici e quegli scrittori che vanno ovunque a presentare i loro romanzi. Fanno bene!  Il contatto con i lettori è meraviglioso e gratificante. Ma ho l’abitudine di scrivere tutti i giorni, tutti, tre ore al giorno, almeno, sabati, domeniche e festivi compresi. Mi piace così. Per cui se mi chiedete che cosa preferisco tra un viaggio in treno (non guido più), una notte in albergo e lo starmene al pc con i gatti che mi girano attorno, non ho dubbi”.

L’impulso insopprimibile ad esprimersi con l’arte della scrittura deriva dalla necessità di rappresentare i bisogni più profondi dello spirito, della ricerca della felicità, ma deve essere sempre sostenuto da un esercizio quotidiano per progredire nel bene e raggiungere risultati di qualità. La costanza è la chiave di tutto in ogni attività creativa e mi pare che Roberto Centazzo abbia imparato bene la lezione del < nulla dies sine linea>, (nessun giorno senza una linea). La locuzione latina riportataci da Plinio il Vecchio in Storia Naturalis 35, docet. Per ritornare ai giorni nostri, ricordo Mino Maccari il quale affermava: “L’unico modo per incoraggiare un artista è scoraggiarlo”. Io penso che per Roberto Centazzo sarebbe stato inutile qualsiasi tentativo di dissuasione. Esprimere sé stesso era una legge imperativa che governava sopra ogni cosa, il suo spirito. Cito una legge che ha avuto origine nell’impero romano per ricordare che il Nostro è Laureato in Giurisprudenza.

Di recente Roberto Centazzo è stato recensito anche dalla PAGINA della CULTURA del Secolo XIX a firma di Roberto Pigorini che recensisce tra l’altro il suo ultimo romanzo: “Taccuino di appunti sulla teoria delle ombre” . Roberto Centazzo con lo stile ironico del poliziotto in pensione, con i suoi personaggi Maalox, Kukident e Semolino, colonne della squadra speciale minestrina in brodo, ma anche con le sue storie di Cala Marina, gialli ambientali sulla Riviera Savonese negli Anni Sessanta è stato pioniere (a nostro avviso) di un nuovo genere letterario.  Confessa l’autore: “A sette anni aveva deciso di fare lo scrittore e 40 anni dopo ci sono riuscito. Qualunque cosa avessi fatto nella vita, poliziotto o meno, volevo diventare romanziere

A me, questo ex <sbirro>, (pardon) tutore dell’ordine, che già ammiravo dopo aver letto alcune sue opere (cito tra le altre. <Tutti i giorni è così>-Le storie di Cala Marina– Tre60 Editore> ha <catturato> tutta la mia stima da quando ho letto la sua biografia. Si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza all’Università di Genova e per mantenersi fa mille lavori, dal muratore all’assicuratore, dallo scaricatore di cassette ai mercati generali, alla distribuzione di materiale pubblicitario, svegliandosi all’alba, abitudine che non ha mai perso neppure in seguito (infatti anche oggi scrive dalle cinque alle sette del mattino e si laurea, studiando e lavorando con 110/110.

Successivamente acquisisce l’abilitazione all’insegnamento e svolge per un paio d’anni l’attività di insegnante, poi entra in polizia prima alla Sezione di Polizia Giudiziaria alle dirette dipendenze del Procuratore della Repubblica ed infine come comandante del Posto di Polizia Ferroviaria. Nonostante ciò ha sempre rifiutato polemicamente l’etichetta di poliziotto -scrittore. Da un paio d’anni si è ritirato a vivere in campagna dove coltiva l’orto ed ama definirsi un coltivatore di storie.

Nel 2013, dopo otto romanzi pubblicati, alcuni dei quali sotto pseudonimo, approda finalmente alla grande editoria e pubblica con TEA. Gruppo GEMS, il romanzo <Signor giudice, basta un pareggio, scritto a quattro mani con il giornalista Fabio Pozzo. Nel 2016 esce per TEA la commedia gialla <Squadra speciale minestrina in brodo> che arriva alla quarta edizione in pochi mesi. Il romanzo viene riproposto prima nella prestigiosa Italia Noir allegata a Repubblica/L’ESPRESSO, gruppo Gedi, della quale risulta in assoluto il più venduto e l’anno seguente nella collana Noirissimo Italiano. Successivamente viene ristampato per Mondolibri ed è realizzata per l’editore Salani anche la versione Audiolibro.

Del 2017 è il libro dal titolo: “Squadra speciale Minestrina in brodo: operazione Portofino, inserito nella collana Passione Noir del gruppo GEDI. Anche di questo romanzo vengono realizzate l’edizione per Mondolibri e la versione audiolibro per Salani editore. Nel 2018 esce per Grappolo di Libri, la fiaba: “Togliete i lupi dalle favole”, illustrata da Valeria Corciolani, nonché l’album musicale Mendicante del musicista Enrico Santacatterina per il quale Centazzo scrive tutti i testi. Nel 2019 è uscito il quarto episodio della saga dal titolo:<Mazzo e Rubamazzo>, subito ristampato sia per la collana Mondolibri che nella versione audiolibro per Salani e sempre per Tea, ha visto le stampe: “Il libretto rosso dei pensieri di Miao”.

Per TRE60, nel luglio 2019, il romanzo: “Tutti i giorni così” che inaugura una nuova serie, <Le Storie di Cala Marina>. Nel Luglio 2020 esce il secondo episodio delle storie di Cala Marina, <Bevande incluse> sempre per l’editore TEA.  Nel gennaio 2021 esce il quinto episodio della serie: “Squadra speciale Minestrina in brodo” dal titolo: “L’ombra della perduta felicità (TEA EDITORE), stampato anche nell’Edizione per Mondolibri. Il 14 Aprile 2022, esce sempre per Tea “ Il rappresentante di cartoline”, il terzo romanzo della serie: “Le Storie di Cala Marina. Insieme all’autore televisivo Felice Rossello, scrive a quattro mani sei testi teatrali. I primi due: “L’amore è un attico”, e L’importanza di essere Felice, vengono raccolti in un libro, pubblicato nel 2021 dall’editore Delfino Moro. Entrambe le commedie e la terza: “Se nasco un’altra volta” sono portate in scena con successo in tutta Italia dalla compagnia teatrale San Fruttuoso.

Nel 2023 è uscito il sesto romanzo della Squadra speciale Minestrina in brodo dal titolo “Il meglio deve ancora venire”. A febbraio del 2024 è uscito per Altre Voci il romanzo : “Taccuino di appunti sulla teoria delle ombre”  Roberto Centazzo ha ottenuto vari riconoscimenti per la sua opera letteraria tra i quali ricordiamo: “Il primo premio come autore di canzoni al XIII Festival degli sconosciuti di Ariccia, organizzato da Rita Pavone e Teddy Reno nel 1991; il premio letterario : “Il libro parlante nel 2006”; “Il premio editoria indipendente di qualità nel 2008”; “Il Premio speciale ACSI per la qualità dell’opera letteraria, assegnato dalla giuria del Premio Internazionale Firenze Capitale d’Europa nel 2015” e molti altri ancora.

Se Roberto Centazzo sarà da ascrivere nell’olimpo dei grandi romanzieri, lo dirà la storia. Il suo vissuto ha già sentenziato che notevole, è l’uomo. Lo immagino una persona che continuerà ad andare controvento e controcorrente, tra quelli che non si schierano con i forti. Avrà sempre il vento in faccia ma profumerà sempre di pulito.

Grazie per quest’ultima frase. In effetti sì, spesso vado controvento, corro da solo, non cerco il consenso. Il che ha come conseguenza l’isolamento ma anche una grande libertà. Mi piace ricordare una frase di Lucio Battisti che spero non appaia presuntuosa, non lo è. Quando cominciò la sua collaborazione con Pasquale Panella abbandonando Mogol col quale aveva scritto successi memorabili, a chi gli contestava la scelta rispose: “un artista deve precedere il suo pubblico non seguirlo”.

Progetti per il futuro? Sto finendo la stesura del settimo romanzo della Squadra speciale Minestrina in brodo, che uscirà nel gennaio del 2025 con Tea. Sempre per Tea so già che uscirà un altro mio libro. Continuerò la collaborazione con l’editore AltreVoci. Continuerò anche la collaborazione con Felice Rossello per i testi teatrali. Sforniamo una commedia dopo l’altra, sei sono finite e altre due sono in arrivo. Ci divertiamo molto anche in questo caso “rompendo” con certe regole canoniche, come l’unità di spazio e di tempo.

Infine ho sette romanzi di vario genere pronti nel cassetto che prima o poi, spero, vedranno la luce. In tutto, tra inediti e pubblicati siamo a trenta romanzi. Poi continuerò a scrivere racconti, mi piace molto. Quest’anno ne pubblicherò altri due. Ne ho scritti 70 metà dei quali pubblicati su riviste, antologie o sul Secolo XIX e l’altra metà ancora inediti. A questo proposito voglio regalarne uno ai lettori di Trucioli, ai miei concittadini e, consentitemelo, all’autore di questo meraviglioso articolo, Gianfranco Barcella. S’intitola “La fontana di Piazza Diaz.”

La fontana di piazza Diaz. I due pensionati sembrano spaesati, perplessi. Si sono recati a guardare i lavori in piazza Diaz, la piazza del teatro. Ma i lavori, dopo mesi, sono finiti. Si accorgono però di un tubo che perde.

«Ops, un tubo rotto. Bisognerà chiamare i vigili?» esclama Tonino.

«I vigili? Non l’idraulico?» ribatte Lucio.

«Boh! È in una pubblica piazza, direi i vigili.»

«Ma i vigili non capiscono un tubo… di perdite d’acqua. Meglio l’idraulico.»

«Se lo dici tu. Ne conosci?»

«Di idraulici. Purtroppo no, io sono di origini umili.»

«Neanch’io ne conosco. Cerchiamo sull’elenco telefonico.»

«Non c’è più l’elenco telefonico. Ora c’è internet.»

«E quindi?»

«E che ne so? Chiamo mia nipote.»

Estrae dalla tasca il Brondi con i numeri belli grossi e chiama la nipote.

«Ciao Chiara, conosci un idraulico?»

«Magari. Me lo sposerei. Cosa è successo? Ti si è tappato il lavandino?»

«No, sono in piazza Diaz con Tonino e ci siamo accorti che un tubo perde.»

«E che c’entri tu?»

«Come che c’entro? Metti che uno passi di lì e scivoli, magari un anziano.»

«Uno come te, insomma. Aspetta che chiamo un amico commercialista. Lui conosce di certo un idraulico. Ti richiamo dopo.»

Lucio guarda Tonino.

«E poi dicono che noi anziani non serviamo più a nulla.»

Dopo qualche minuto la nipote lo richiama. Lucio mette il vivavoce.

«Ciao nonno, siete ancora lì?»

«Sì.»

«L’idraulico passa tra mezz’ora. Sta andando a Montecarlo con la sua Ferrari. È di strada.»

«Grazie.»

Tonino, che ha sentito la chiamata, inizia a preoccuparsi.

«E chi lo paga?»

«Beh, il Comune, penso.»

«Seeeh! Mi sa che ci siamo messi in un bel guaio. Andiamo via.»

Troppo tardi. La Ferrari dell’idraulico posteggia, o meglio, accosta visto che posteggi non ce ne sono. C’è il teatro ma la gente, se vuole, ci deve andare a piedi.

«Siete voi ad avermi chiamato?»

«Noi? Noi stavamo solo guardando, lei chi è?» fingono indifferenza.

«Sono l’idraulico.»

«Mi sa che c’è un tubo che perde» Tonino indica con lo sguardo.

«Allora siete voi che mi avete chiamato. Ho portato il Pos, per il pagamento.»

«Pagamento? Pos?» piagnucolano i due.

«Se pagate in nero vi faccio lo sconto.»

Il battibecco attira un po’ di gente.

L’idraulico guarda il tubo che perde e fa un preventivo a voce.

«Qui, tra un belino e l’altro (è savonese doc) ci vogliono almeno mille euro.»

«Mille euro? E dove li prendiamo noi?» sussurra Tonino all’orecchio di Lucio.

L’assembramento attira l’attenzione di una pattuglia dei vigili urbani.

Due agenti in divisa scendono dall’auto.

«C’è un tubo rotto» dice il primo.

«Avviso l’ufficio tecnico» gli fa eco il secondo.

L’idraulico, in doppia fila, sgomma via.

Arriva la squadra di operai con i birilli, i cartelli, le barriere stradali. Siccome siamo in campagna elettorale si mobilitano tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione.

«C’è una situazione di pericolo» sbraita uno.

«Dobbiamo mettere la zona in sicurezza» urla un altro.

Passa di lì un architetto, con i pantaloni rosa e lo smalto sulle unghie.

«Ma che tubo rotto? Quella è una fontana.»

«Una fontana? E dov’è la fontana?» chiede stupito Lucio.

«È lì, davanti ai vostri occhi. Minimalista, concettuale, essenziale. A proposito di Fontana! Ricordate quel pittore che invece di dipingere le tele le tagliava? Si chiamava Fontana. Ecco è la stessa cosa. È l’idea che conta.»

Tutti ora guardano con aria diversa quel tubo raso terra da cui sgorga l’acqua che finisce nel vicino tombino.

«È una fontana sì!» commenta tranquillizzato l’assessore, giunto di corsa. «Era nel progetto. Cosa ne capite voi di arte» dice rivolto ai due pensionati. «Andate a fare attraversare i bambini fuori dalle scuole invece di far perdere tempo alla gente.»

Dopo poco si è radunata una folla. Tutti che insultano i due poveretti.

«E poi vorrebbero candidare Savona a capitale della cultura. Ma come si fa quando c’è così tanta ignoranza in giro!»

Gianfranco Barcella 


Avatar

G.F. Barcella

Torna in alto