Il tumulo è lì, nell’ara crematoria del cimitero di Zinola, a metà altezza sulla parete di destra, visibile ma neppure troppo. Dentro riposano le ceneri di Mario Accomasso, morto chissà come e perché cent’anni fa.
Una vita da romanzo, quella di Accomasso – nato ad Asti nel 1887 ed emigrato a Savona nel 1913 – con una biografia che sembra scritta da uno sceneggiatore di thriller: operaio alla Westinghouse di Vado Ligure ma anche a Schoenau e nell’Allgau, socialista e antimilitarista militante, sulle barricate a Torino durante la “rivolta del pane” nel 1917, disertore in Italia e soldato nell’esercito spartachista, prima a Berlino accanto a Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht e poi a Monaco con Eugen Levine, condannato a oltre un anno di lavori forzati “in una straniera tomba di vivi” a Lagemburg (nei pressi di Norimberga) e, due mesi dopo la scarcerazione, sindaco – socialista prima e comunista poi – di Savona: il tutto restando sempre convintamente rivoluzionario e internazionalista.
E poi, improvvisamente e misteriosamente, il gran rifiuto nel luglio 1921, con le dimissioni da ogni carica, l’espulsione dal partito e il ritorno al suo lavoro da operaio. Fino alla morte, a sua volta tanto misteriosa da rimanere ancora insoluta a cent’anni di distanza, nella sua piccola
officina di Via Niella a Savona, il 20 maggio del 1924.
A Mario Accomasso è finalmente dedicato un libro (“Mario Accomasso: un rivoluzionario alla guida del Comune di Savona”) curato dallo storico tedesco Egon Gunther e dal suo omologo italiano Giuseppe Milazzo per le edizioni “Centofiori”. Il volume sarà presentato, in un convegno e un dibattito che si preannunciano di grande interesse, lunedì 20 maggio 2024, con inizio alle ore 17, nella “Sala Rossa” del Comune di Savona, alla presenza del sindaco Marco Russo e di Sergio Tortarolo (a sua volta primo cittadino del centro savonese tra il 1992 e il 1994) che ha curato la prefazione al testo.
Sarà l’occasione per ripercorrere e analizzare vita e morte di Accomasso, protagonista in prima persona di alcuni tra gli episodi più importanti per la storia politica e sociale non solo di Savona, ma dell’Europa contemporanea. Ma il convegno, a cui parteciperà lo stesso Giuseppe Milazzo, coautore del libro), potrà servire anche a discutere di alcuni momenti nodali nella storia del Novecento savonese e italiano e delle risposte che le forze politiche e sindacali – in primis il neonato Partito Comunista d’Italia – diedero alle spinte insurrezionaliste da un lato e all’avanzata fascista dall’altro.
Un appuntamento, quindi, rivolto non solo agli studiosi del periodo, ma anche agli studenti che si approcciano ai temi del Novecento anche per capire e interpretare meglio l’accidentata realtà attuale. Un incontro, insomma, che come rammenta lo stesso sindaco Russo nelle note di copertina, vuole “contribuire a interpretare le nuove rotte della storia e della cultura”: un buon biglietto da visita, insomma, per una città
candidata a diventare capitale italiana della cultura nel 2027.