Hanno gridato allo scandalo per il decreto che ha depotenziato il vincolo su boschi e foreste nelle aree protette, eliminando la burocrazia che stava dietro ad ogni richiesta di taglio.
di Franco Zunino*
Ma, è vero scandalo? Diciamo le cose come stanno, quella burocrazia ha impedito ben pochi tagli, perché in Italia i vincoli si trova sempre modo di scavalcarli (le procedure di VIA e similari, servono quasi sempre per dire: SÌ, si può fare!). E allora, dove sta lo scandalo, se si è deciso di eliminarle se poi il risultato è quasi sempre lo stesso? O ci vogliamo accontentare delle parvenze?
Chi è a conoscenza di qualche bosco o foresta in area protetta che a causa dei vincoli non sia stato assoggettato a tagli nel rispetto delle regole forestali?
In realtà lo scandalo esiste, ma non è quello per cui si è strillato, ma quello per cui da sempre si è taciuto! Il fatto che boschi e foreste nelle aree protette non siano stati acquisiti alla pubblica proprietà! Lo scandalo è quando una Riserva Naturale è stata per trent’anni conservata da una società privata, e poi, acquisita alla pubblica proprietà, proprio grazie alle suddette procedure “vincolistiche” di VIA, si sia iniziato ad intervenire selvicolturalmente ricavandone non poco materiale sulla filiera del legname! Questo è avvenuto ed avviene nei 1.200 ettari della Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia (Savona, Liguria).
Questo è lo scandalo, su cui, se non tutti, tanti hanno taciuto! Quale è la diversità, oggi che il suddetto decreto ha semplicemente semplificato quell’assenso al taglio che avrebbero comunque ottenuto? In pratica è il solito metodo: si vuole far pagare ai privati che li posseggono gli oneri dei beni sociali! Ma è democrazia questa? Magari anche sì, ma che sia giusta, certamente NO! Lo scandalo è, quindi, non in questa semplificazione che perlopiù favorisce e “libera” i proprietari dei boschi antidemocraticamente “vincolati”, ma il fatto che i boschi nelle aree protette non siano acquisti alla pubblica proprietà e, quando lo sono – o lo siano –, non esiste uno straccio di legge che stabilisca che in tal caso deve vigere un divieto assoluto di taglio! Perché non si dovrebbe sfruttare un ben pubblico vincolato a Riserva Naturale per farne profitto!
Franco Zunino segretario generale AIW