La settimana scorsa abbiamo ricordato che nel poliambulatorio privato inaugurato a Cairo Montenotte opera uno staff di 280 medici specialisti. E nello stesso tempo le Asl liguri (e non solo) lamentano la ‘fuga’ e il pensionamento dei camici bianchi ma tacciono sull’impossibilità di rimuovere i mediocri. E si aggiunga che quanto a professionalità complessiva non siamo secondi ad altri paesi europei. Abbiamo pubblicato l’appello di un primario dell’Asl 2, Massimo Conio:”Più tempo e più mezzi per la formazione e la qualità dei giovani medici“
Anche i media locali con i loro cronisti e collaboratori pagati a notizia (non per loro scelta) non informano quasi mai i lettori sullo stato delle apparecchiature (la loro ‘età’ e innovazione?) dei nostri ospedali. Si annunciano inaugurazioni e nuove tecniche (benvenute sia chiaro) si ignorano le realtà tecnologiche di cui sono dotati gli ospedali e gli operatori. Anche questo spiega perchè dalle stesse strutture pubbliche si consigliano i pazienti che possono permetterselo di rivolgersi al ‘centri ospedalieri di altre regioni del Nord’ (o poliambulatori privati) che dispongono di diagnostica d’avanguardia. Un piccolo significativo esempio lo offre l’articolo-archivio de La Stampa-Savona di 10 anni fa. “Tempi d’attesa ridotti con la nuova risonanza. L’apparecchiatura permette soprattutto diagnosi più precise”. Siamo rimasti ad un decennio fa, al logorio di vecchie apparecchiature, al loro superamento tecnologico. Nessuno, altro caso emblematico, ha spiegato a chi attribuire la responsabilità del naufragio del centro d’eccellenza (anca e ortopedia) che per un almeno paio di decenni ha caratterizzato il Santa Corona ai tempi del prof. Lorenzo Spotorno e per quale ragione i suoi migliori collaboratori hanno via via scelto di andarsene verso altri strutture lombarde. E non è certamente il solo esempio del Santa Corona e del San Paolo.
BOTTI VIETATI, MA IL PD SULLA SANITA’ LI SPARA LO STESSO E GLI ESPLODONO IN MANO
COMUNICATO STAMPA DELLA LISTA TOTI – Gli ultimi botti dell’anno proposti dal Pd sono una replica dei precedenti, una sinfonia di fine 2023 che si perpetua nonostante le ripetute smentite a suon di fatti e concrete risposte. Oggi (ri)parlano del problema dei pensionamenti e delle liste di attesa, stupendosi sempre quando il problema, oltre a essere palesemente nazionale, è stato affrontato a più riprese in Regione sia con l’attivazione di concorsi che comunque seguono un iter preciso e non possono essere immediatamente risolutivi, sia con l’avviamento di convenzioni coi privati, sia con la messa a disposizione di numeri verdi per trovare soluzioni a breve termine sugli esami più urgenti, sia con la collaborazione territoriale tra strutture e gli apprezzati servizi di auto infermieristica e servizi poliambulatoriali in rete, sia con un incentivo che cuba 100 euro all’ora per straordinari di specialisti in medicina d’urgenza e degli equipollenti che operano nei pronto soccorso come pneumologi, internisti, immunologi, geriatri e i medici dipendenti del 118.
Cose che abbiamo già più volte ricordato e ribadito e che tornano in auge per i dem in base ad un sondaggio nazionale, che quindi peraltro rispecchia un andamento generale che solo a quel livello si potrà risolvere grazie ad adeguamenti contrattuali ed una migliore pianificazione delle specialità. Una situazione che coinvolge anche regioni amministrate dal centrosinistra come Emilia-Romagna e Toscana: il 20% degli anziani emiliani rinuncia alle cure; il 41% dei medici toscani vorrebbe lasciare la sanità pubblica e vi sono liste di attesa che superano l’anno…
A livello ligure, dunque, tutti gli incentivi sono stati messi in campo e la verità è che i medici non si possono né clonare né fabbricare in laboratorio e quindi fino al 2026 dovremo affrontare il problema come possibile. Ad oggi, quanto di meglio si è potuto fare è stato fatto ed anzi, la ricetta proposta per le liste d’attesa è più importante e strutturata rispetto alle precedenti grazie ad uno stanziamento di oltre 50 mln mai visto prima.
Insomma, il 2023 sta terminando proprio come è iniziato: un’opposizione che strumentalizza e piega le informazioni a proprio piacimento cercando di attirare l’attenzione creando timori nei cittadini sempre con la stessa canzone. Ma la gestione della sanità non funziona come Gerico. I dem continueranno a ripetere il proprio lamentoso canto, ma le mura resisteranno e restituiranno fatti composti da diverse note, quelle di coloro che ogni giorno si impegnano per trovare soluzioni e rendere la Liguria un luogo migliore, lontano dal mugugno generalizzato ed ingiustificato”.
2/LA RISONANZA MAGNETICA
La maggior parte delle apparecchiature per risonanza magnetica funziona con una potenza di 1,5 tesla. La risonanza magnetica 3 tesla opera al doppio della potenza normale ed è principalmente per questo motivo che è in grado di fornire immagini di altissima qualità degli organi interni.
EBBENE ECCO UN ESEMPIO DI UN CENTRO PRIVATO IN PIEMONTE DOVE SI RIVOLGONO MOLTI LIGURI SOPRATTUTTO DEL PONENTE: IL CIDIMU.
La risonanza magnetica è un’indagine sicura e priva di radiazioni ionizzanti. È una metodica diagnostica che utilizza campi magnetici prodotti da un superconduttore per generare immagini di alta qualità dei distretti anatomici in esame. La Risonanza Magnetica 3 Tesla è un’apparecchiatura di ultima generazione che, oltre ad avere un altissimo campo magnetico (3 Tesla), ha una tecnologia di acquisizione delle immagini completamente digitalizzata, con un software di ottimizzazione delle immagini che ne accrescono l’accuratezza. Tra altre apparecchiature di ultima generazione, dette “ad alto campo” dotate di magneti c’è la 1,5 meno potente e più diffusa della 3 Tesla. Negli ospedali liguri dove è ancora in uso la RM 0,5 OPPURE 1,0? Altro interrogativo. La TAC total body è un esame diagnostico di radiologia che permette una valutazione dettagliata dello stato di salute di tutti gli organi del tronco. Ebbene l’unico centro in Liguria è rimasto al San Martino. C’era in passato anche al Santa Corona. L’estate scorso, pur con ‘ricetta d’urgenza richiesta da un paziente in day hospital al Santa Corona, l’attesa d’urgenza era di 65 giorni, “ma se nel frattempo si libera un posto… chiamiamo”. Alternativa ? Le Molinette ed il San Mauriziano a Torino sono a loro volta ingolfati. Non resta che Aosta. Attesa una settimana. Qui si trovano pazienti provenienti da tutto il Ponente Ligure e Basso Piemonte. Aosta, il caso vuole, sia una Regione Autonoma. Anche altre regioni sono autonome per la Sanità pubblica.
LA STAMPA DEL 16 MAGGIO 2014: SONO TRASCORSI 10 ANNI
E QUANDO LA SANITA’ PUBBLICA FUNZIONA E GLI ANNUNCI NON SONO PROMESSE.
SAREBBE UTILE DARE CONTO DI QUANTI INTERVENTI HA PRODOTTO LA NUOVA TECNICA