E’ il decano, in Liguria, dei titolari di armeria con lo storico negozio di Savona che resiste da 53 anni. Dal 1° di gennaio del 1970. Ha clienti della Liguria e Piemonte. Un’arsenale’ di oltre 200 esemplari tra fucili e pistole (con accessori, coltelli, munizioni). Per decenni perito di fiducia del Tribunale di Savona in centinaia di inchieste e processi. Angelo Tessitore, 84 primavere, non può fregiarsi di titoli onorifici e si dedica ad un ‘mestiere’ quasi in estinzione.
La buona notizia è che l’Armeria di Angelo Tessitore, punto di riferimento per generazioni di cacciatori, tiratori e collezionisti, può contare sull’aiuto del figlio Dario e del nipote Lorjs che lo affiancano ogni giorno nel suo lavoro e ‘allenati’ alla successione. Anni di esperienza unita ad un continuo aggiornamento con ‘corsi da armaiolo’, e fedeli clienti sparsi tra più province, persino oltre la nostra regione. Tessitore con un invidiabile bagaglio di competenza, serietà, fiducia, un vastissimo assortimento. Un valore aggiunto che si abbina al ‘patrimonio’ di armi delle migliori marche italiane ed estere.
“Credo di non svelare nulla di nuovo per chi vuole acquistare armi: in tutta la provincia di Savona siamo rimasti in tre, gli altri due sono Sergio Gaggero (da padre in figlio) a Finale Ligure e Ambrogio Giusto a Varazze, ex dipendente dei cantieri Baglietto.”
Continua papà Tessitore: “La mia lunga storia ha inizio nel 1953 quando, ancora adolescente, faccio la prima esperienza nell’Armeria Boffola, a Savona, in via Pertinace e qui resto fino al 1969; poi rilevo la licenza in proprio della vecchia Armeria Ferro che dal gennaio 1970 diventerà Armeria Tessitore. Ci occupiamo, tra l’altro, anche della compravendita di armi usate, ma il mercato è praticamente crollato, senza valore. Ora se l’arma necessita di ricodizionamento è nostra cura riportarla ad un perfetto funzionamento in laboratorio. Collaboriamo con le principali fabbriche di armi, eseguiamo restauri e personalizzazioni. Resistere è davvero dura forti comunque della buona e consolidata nomea”.
Sono davvero lontani, nei lucidi ricordi Angelo Tessitore, commerciante a modo, semplice, ma rigoroso nell’accontentare il cliente, gli anni del ‘boom’ di vendite. Contrariamente ai fabbricanti d’armi di cui spesso si è letto a proposito di ‘potenti lobby ‘, nella vendita al minuto non si trattava di un commercio esclusivo, di una categoria privilegiata. Da Andora a Varazze, in val Bormida, i negozi non si contavano sulle dite di una mano. Erano decine. Oltre 40. A Vado Ligure, per citare un caso, erano ben due. Come ad Albenga. Ora per tutta la vallata dell’Arroscia è rimasta un’armeria a Pieve di Teco. Eppure era una attività fiorente e tanta concorrenza. Nel solo capoluogo di Savona c’era l’armeria in via Boselli (Baita), in piazza Bologna (Firmiano), in via Santa Maria Maggiore (Saria), nel vecchio municipio, sotto i portici, Italo Purcheddu, ex maresciallo dell’esercito, in corso Viglienzoni (Melloni), in via Montenotte (Rebella).
Italiani, liguri, savonesi diventati in stragrande maggioranza ‘cittadini anticaccia’ ? Se negli Stati Uniti il ‘mercato delle armi’ è praticamente libero con le tragiche conseguenze di morte e di sangue, eco mediatica nel mondo intero, l’Italia appare assai più virtuosa, sensibile, pur con qualche esagerazione di troppo.
Angelo Tessitore spiega: “La prima causa della crisi di armerie famigliari sono gli aumenti dei costi di pari passo con l’introduzione di leggi che hanno ridotto a pochi esemplari cacciabili. Ma di molti volatili che i più anziani ben ricordano non c’è quasi più traccia; c’entrerà madre natura, i cambiamenti climatici ed altre concause. Non certo lo sterminio ad opera della caccia indiscriminata. C’è del resto un lunghissimo elenco di specie protette. Infine hanno contribuito, nel crollo di vendite, la mannaia di tasse a carico del cacciatore, penso alla ‘concessione’ rilasciata dallo Stato, all’obbligo del certificato del tiro a segno, del certificato medico, all’assicurazione obbligatoria, al tesserino regionale, al tesserino d’ambito per ogni zona in cui si può cacciare. Potrei concludere rivelando che se prima il cacciatore arrivava a sparare fino a 300 cartucce al giorno, oggi se va bene non arriviamo a 30. Tutto detto. E il mercato dell’usato ha raggiunto il massimo deprezzamento, non c’è più richiesta, tutti vendono e nessuno compra. Chi si ritrova in casa più fucili di famigliari defunti, non resta che il macero”.
C’è ancora qualche acquirente, soprattutto tra giovani, che compra pistole per praticare il tiro a segno, al minimo le vendite per difesa personale che devono passare al vaglio di una rigorosa valutazione degli organi di polizia, di Questura e Prefettura. Oltre alla spesa che comporta. Fucili da caccia ormai se ne vende uno ogni ‘morte di papa’. C’è chi varca invano la soglia dell’armeria Tessitore alla ricerca del ‘taser‘ ad impulso elettromagnetico. Per la legge italiana il ‘taser’ è considerato arma propria, quindi per importarlo ed impiegarlo serve un’apposita licenza. Le pistole elettriche possono essere vendute dagli armieri a persone con porto d’armi, ma non possono essere portate per nessun motivo. Sempre più in dotazione invece alle forze dell’ordine. In provincia di Savona in un solo caso, cinque anni fa, si era consumata una rapina al titolare di un supermercato di Loano colpito da ‘taser’ mentre si accingeva a depositare l’incasso in banca. Altra curiosità: difficile ricordare quando l’armeria Tessitore subì un furto, forse nei primi anni ma con l’avvento di moderni strumenti di sicurezza, videosorveglianza, blindatura, si è passati ad un ‘bunker’ inviolabile.
Nel sito internet dell’armeria Tessitore sono inclusi ‘fuochi d’artificio’ (BATTERIE, FUMOGENI, PETARDI, RAZZI, TORCE). La storia del signor Angelo, la sua ricca eredità commerciale (e morale), va di pari passo con il ‘mondo della caccia’ che ormai sembra destinato a fare notizia per l’invasione dei cinghiali, per il moltiplicarsi di caprioli, daini, per i gravi danni agli agricoltori e agli orti di famiglia, per i calendari venatori. Puntuali le polemiche con ‘ambientalisti’ e ‘animalisti’ attraverso una miriade di associazioni.
Resta scolpito un dato di fatto. Il ‘marchio Tessitore’ a Savona può contare, ad oggi, su tre generazioni. Come a dire è una candela destinata a restare accesa. Un’insegna irremovibile. Un motivo di orgoglio da annali storici e che non dovrebbe essere ignorato.
Luciano Corrado