La collezione di Agapanti più importante in Europa nel Parco più bello d’Italia. Ai Giardini di Villa della Pergola di Alassio, il Parco più bello d’Italia, è in piena fioritura la collezione di Agapanti più importante in Europa.
COMUNICATO STAMPA – Lo spettacolo di migliaia di esemplari del fiore dell’amore, di oltre 500 diverse varietà, inonda i Giardini di scenografiche pennellate ricche di colore che celebrano le onde del mare della Riviera Ligure.
La spettacolare fioritura della prestigiosa collezione, che già risplende rigogliosa nei Giardini di Villa della Pergola, torna a rendere Alassio per due mesi la Capitale Europea degli Agapanti.
I Giardini, eletti il Parco più bello d’Italia lo scorso anno, ospitano infatti migliaia di esemplari che formano la più grande collezione in Europa per vastità e varietà diverse, circa 500, tutte certificate dalla SOI, la Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana.
Gli Agapanti derivano il loro nome da due parole greche: Agape, che significa amore e anthos, fiore: il “fiore dell’amore”. E Alassio, la città degli innamorati, non può che essere il luogo più adatto a detenere lo scettro di “capitale europea degli Agapanti”, confermandosi ulteriormente come meta prestigiosa di turismo green e custode di raffinati e preziosi tesori.
Questo fiore, protagonista dei Giardini fino a luglio, è stato nel corso del tempo celebrato in tutte le arti, dalla letteratura alla poesia alla pittura, e amato da numerosi artisti che proprio grazie agli agapanti hanno prodotto capolavori assoluti.
Il loro fascino aveva incantato Monet e Chagall, che li adoravano: il primo li curava nel suo celebre giardino di Giverny in Francia, il secondo lo volle come assoluto protagonista del suo giardino in Provenza: fiorivano intorno ai giorni della sua nascita, celebrando così il suo compleanno con una rigogliosa fioritura del re dei fiori azzurri. Addirittura Il poeta greco premio nobel George Seferis all’agapanto dedicò un’opera poetica.
Sono infinite le sfumature di colore che l’agapanto sfoggia nel pieno della fioritura: dall’azzurro di cui veste tutte le tonalità, al celeste al blu, fino a sconfinare nel bianco e nel lilla, con pennellate di viola.
A Villa della Pergola furono introdotti nei Giardini già a fine Ottocento dai primi proprietari inglesi, addirittura molto prima che gli venisse attribuito nel 1905 dal Congresso Botanico della Nomenclatura di Vienna il loro nome ufficiale, quando ancora venivano chiamati Gigli del Nilo, per la loro provenienza e la loro forte presenza nella cultura e nei costumi del continente africano.
La collezione dei Giardini di Villa della Pergola è stata creata durante la fase di restauro dei Giardini dal celebre architetto paesaggista Paolo Pejrone, che ha voluto riprodurre con questo fiore le onde del mare della Riviera Ligure su cui il parco affaccia, creando grazie alle migliaia di singoli esemplari una scenografia unica, che con pennellate ricche di colore si fonde in mille tonalità di azzurro.
Il “mare di agapanti” accompagna i visitatori per tutto il percorso della visita guidata, nei terrazzamenti e lungo le stradine interne di collegamento fra gli stessi, regalando uno spettacolo raro e suggestivo.
I Giardini di Villa della Pergola- Con il loro affaccio impareggiabile sull’intero Golfo di Alassio e sull’isola Gallinara, i Giardini affondano le radici alla fine dell’Ottocento, strettamente legati alla storia della comunità inglese in Liguria.
Il primo nucleo della proprietà fu acquistato nel 1875 dal generale William McMurdo che, dopo aver ristrutturato il preesistente villino, fece la grande villa eclettica. Nei giardini terrazzati con visuali aperte sul mare, tra gli ulivi, gli agrumi e i carrubi furono impiantate palme e cipressi. La proprietà passò nel 1903 a Sir Walter Hamilton Dalrymple, che introdusse nuove piante tra le quali rose rampicanti, e nel 1922 a Daniel Hanbury, figlio di Thomas (il creatore di Villa Hanbury), che la arricchì di cactacee, cycas ed eucalipti. William Scott già nel 1906 definiva i giardini “una delle meraviglie della Riviera”.
Nel 2006 una cordata di amici guidata da Silvia e Antonio Ricci ha acquistato la proprietà, avviando un tenace e accurato restauro del parco sotto la direzione dell’architetto paesaggista Paolo Pejrone. Il restauro ha coinvolto i 22 mila metri quadrati dei giardini con un’attenzione particolare al recupero, alla conservazione e all’arricchimento delle rinomate collezioni botaniche tra cui quella dei glicini, la più importante in Italia con ben 34 varietà differenti, e degli agapanthus, una collezione unica in Europa con circa 500 varietà, che durante la fioritura nei mesi di giugno e luglio, offrono uno spettacolo impagabile di corolle in molteplici sfumature dal bianco all’azzurro al blu.
In questo affresco naturale si trova la flora mediterranea ed esotica sempreverde – tratto distintivo del parco – con pini marittimi, mirti, carrubi, ulivi, mandorli, cipressi, cedri del Libano, lecci ed una sorprendente collezione di agrumi (oltre 30 varietà), sapientemente messi a dimora vicino a jacarande, araucarie, tra rarità come la Wollemia nobilis (pianta presente in meno di cento esemplari al mondo), strelizie giganti, diksonie, cactacee provenienti da ogni latitudine e palme canariensis salvate dal punteruolo rosso.
In un percorso di profumi e colori si passeggia tra fioriture stagionali di tumbergie, spiree, ortensie quercifoglie, oleandri, pelargoni odorosi, bouganvillee, dature, bignonie, solanum e gelsomini, ginkgo biloba, canfore, con arbusti e piante che creano macchie colorate come buccinatorie, oleandri, solanum, bignonie, rose antiche e moderne, fiori di loto e ninfee che vivono nei laghetti e nelle fontane del parco e che attraggono visitatori da tutto il mondo.