Sanità in Liguria. ‘Cacciare a calci chi la amministra. Aiutiamo i medici…’. Post di due ex capo redattori del Secolo XIX. Critiche anche ai ‘giornalisti che leccano’
Non passa giorno senza che il tema ‘Sanità in Liguria’ non faccia notizia. Alle prese con mostruose carenze a danno dei pazienti e che favoriscono soprattutto ‘interessi personali e strutture private’. Il fiorire di ‘ambulatori ad opera di Spa e Srl. In misura minore la ‘libera professione’ negli ospedali dove vige un tenebroso ‘silenzio stampa’ dei camici bianchi. Lo impone un severo regolamento sanzionatorio a chi ‘trasgredisce’.
E come interpretare la diffusa affiliazione e ‘vocazione’ massonica tra medici e dirigenti ospedalieri ? E di cui non si legge mai. C’è poi la schiera di primari ‘facenti funzione’ spesso in attesa da anni. Al San Paolo sono 11 e 14 al Santa Corona. A chi giova? C’è il boom di presenze di specialisti che dopo il lavoro nell’Asl ‘arrotondano’ lo stipendio negli ambulatori privati. I commissari straordinari Asl scelti per ‘obbedienza’ piuttosto che capacità operative. Per male che vada si alternano da un’Asl all’altra.
Forse un giornalismo d’inchiesta e che non sia solo denuncia occasionale, potrebbe svelare assai di più di quanto si legga a proposito della sanità pubblica in Liguria, ma anche dello spirito di abnegazione e delle condizioni in cui adempiono il loro dovere tanti operatori ospedalieri. Ci sarebbe da ‘interpretare’ la valanga di buone notizie diffuse dalla Regione Liguria a proposito di Asl e ospedali.
Una parola può essere spesa per dare atto del puntuale lavoro giornalistico (spesso scomodo) dei corrispondenti e collaboratori delle cronache locali del Secolo XIX e La Stampa. Nel levante ligure, la Repubblica con l’edizione regionale. Chi conserva un archivio e lo sfoglia può testimoniare, documentare. Non manca neppure chi dedica le sue umili forze al blog (Trucioli.it) e provvede con il suo portafogli senza essere ‘baciato’ da pubblicità istituzionale o commerciale.
Nicola Stella e Claudio Caviglia, savonesi, pensionati del Secolo XIX, gavetta nella redazione di Savona e alla redazione centrale di Genova.
Il post sulla pagina Facebook di Nicola Stella – “Toti dice che non se ne può parlare…sempre sul pezzo Pietro Barabino (vedi articolo). Ricordo che la sanità occupa due terzi del bilancio regionale: se non funziona chi la amministra dovrebbe essere cacciato a calci nel sedere. Invece la maggioranza dei liguri e molti colleghi giornalisti quel sedere preferiscono leccarlo“.
Post-commento di Claudio Caviglia – “Spero che la mobilitazione diventi permanente e che i liguri trovino la forza di cacciare questi pseudo fascisti che ci governano. Aiutiamo i medici a scendere in piazza. Nella foto d’archivio Toti e Romani festeggiano poco dopo aver “tradito” Silvio Berlusconi e Forza Italia per fondare un nuovo gruppo parlamentare nel maggio 2022″.
“Oggi c’è una sanità di classe, così si aumentano le disuguaglianze”: la protesta dei sanitari liguri. E denunciano: “Pazienti in barella per giorni al Ps”.
“Sanità pubblica, se non la curi non ti cura”. Con questo slogan la Cgil, partendo da Genova, promuove una mobilitazione regionale a sostegno della sanità pubblica ligure. In piazza, davanti al pronto soccorso dell’Ospedale Galliera, alcune centinaia di persone tra medici e operatori sanitari e cittadini: “Denunciamo i gravi disagi che in Liguria viviamo da mesi – si legge nel comunicato – attese estenuanti per i pazienti, picchi di affluenza ingestibili che mettono in difficoltà gli operatori, situazioni di esasperazione che spesso sfociano in vere e proprie aggressioni verbali e fisiche nei confronti dei sanitari solo sono alcune delle criticità vissute nei pronto soccorso”.
Presente con i manifestanti anche il direttore del Pronto soccorso Paolo Cremonesi, che commenta sarcasticamente “Toti non vuole” a chi gli chiede di rilasciare una battuta mentre l’addetta stampa gli ricorda che la direzione sanitaria ha chiesto il silenzio.La Cgil chiede un piano straordinario di assunzioni e di stabilizzazioni, la diminuzione delle liste d’attesa, più posti letto nei reparti e risorse per la diagnostica, più servizi e cure per anziani e non autosufficienti, più risorse nei fondi sanitari regionali e nazionali e un piano concreto di manutenzione per le strutture sanitarie. La mobilitazione ligure si colloca nell’ambito delle manifestazioni regionali in vista di quella nazionale prevista a Roma il prossimo 24 giugno in difesa del Sistema Sanitario Nazionale, che dopo la pandemia ha visto ridurre anziché aumentare i suoi fondi”.RICEVIAMO DAL COMITATO SOS SALUTE PUBBLICA LIGURIA –
Adesione della Rete a due importanti iniziative a difesa del Servizio Sanitario Ligure e della comunicazione di un’assemblea pubblica regionale promossa da Sos Salute Pubblica Liguria a cui hanno già comunicato la partecipazione numerose associazioni. (Ad ora Agenzia dei diritti Sampierdarena,Ambulatorio Internazionale Città Aperta, ANPI, ANPI Martiri del Turchino -Campasso, Associazione Quelli del ponte Morandi, Attac, Ce.Sto (associazione/cooperativa), Circolo ARCI Zenzero, Circolo Barabini di Trasta, Circolo Nuova Ecologia e Libertà,Circolo Oltre Il Giardino, CittadinanzAttiva, Comitato Acquasola, Comitato Giardini di Via Malinverni, Comitato liberi cittadini di Certosa, Comitato Piedi per terra,Comitato via Vecchia, Comitato Difesa Sanità Locale Permanente – Valbormida, Comunità S.Benedetto, Coordinamento Quarto Pianeta, Ecoistituto Reggio Emilia e Genova, Giustizia Sociale, GIT Ge-Sp (Gruppo di iniziativa territoriale di Banca etica), IMFI Istituto per le Materie e Forme Inconsapevoli, ISDE Regionale, Italia Nostra, Legambiente Liguria, Libera Genova, Liguria a Sinistra, Medicina Democratica, Non una di meno Genova, Rete di donne per la politica, Rinascimento Genova, SIVeMP (Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica) sezione Ligure, Società della cura, Teatro dell’Ortica, UDI- Unione Donne Italiane).
COMUNICATO DELLA LISTA TOTI DEL 15 GIUGNO 2023
CS – Sanità, dall’opposizione attacchi meschini con dati sbagliati o parziali.
Dati sbagliati, dati parziali. Dato soprattutto sparati a casaccio, estrapolandoli dal contesto cui si riferiscono. E ovviamente usando solo quelli che fanno comodo. Così sia la Cgil, sia l’opposizione attaccano la Sanità ligure, dipingendo un quadro in cui sembra che nulla funzioni e che altrove splenda sempre il sole. La realtà è assai diversa e l’assessore Angelo Gratarola ha dettagliatamente spiegato come stiano davvero le cose.
I numeri stessi, ad esempio, dimostrano come sia falso il dato sulla permanenza media nei pronto soccorso. In particolare nell’area genovese, la permanenza media – cioè il tempo che intercorre dall’ingresso all’uscita, non quindi il tempo necessario ad essere visitati – nel 2022 è stato di 6 ore e 41 minuti, quando le linee guida ministeriali impongono un tempo massimo di 8 ore. In Liguria la media si abbassa a 5 ore e 49 minuti. Tutti i dati sono ufficiali e contenuti nella banca dati della Regione Liguria. Nulla quindi a che vedere con le “oltre 10 ore” sparate da Cgil.
Valori di tempi medi che peraltro dipendono dal tipo di codice assegnato: quelli meno gravi aspettano naturalmente di più, ma questo, oltre a essere noto, è anche corretto dal punto di vista del rispetto della logica e dell’assistenza ai pazienti.
Quanto ai tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie in generale e per gli interventi chirurgici, nessuno vuole nascondere un problema noto e diffuso a livello nazionale. Intanto la Liguria sta lavorando a un accordo con altre Regioni vicine per arrivare ad abbattere il “turismo sanitario” legato a volte a differenza di costi delle prestazioni. Inoltre dopo la pandemia, Regione Liguria ha investito numerose risorse per l’abbattimento delle liste di attesa, passando dalle 19mila prestazioni del 2020 alle 25mila del 2021 e alle 27mila del 2022. Infine stupisce come l’opposizione si dimentichi di dire, citando gli interventi svolti ad esempio sulle valvole cardiache, che le due strutture liguri hanno valori di mortalità mediana inferiori rispetto a quelli indicati a livello nazionale. Così pure la ripresa degli interventi in campo oncologico dopo il periodo pandemico in Liguria è evidente.
Speculare su questi argomenti è sempre meschino. Ma almeno l’opposizione dovrebbe imparare a farlo con dati corretti.
LETTERA PUBBLICATA DAL SECOLO XIX-SAVONA A FIRMA DI LUCA CORTI. IL 17 MARZO 2020