Sempre per non dimenticare la verità su fatti avvenuti nell’ambito delle mura della “casa di tutti”, ritengo doveroso proporre un commento sulla “transazione” (vedi link a fondo articolo) firmata tra il civ. 14 di Via Belvedere e gli altri soggetti aventi causa, tra cui il Comune.
di Carlo Gambetta
Atto discusso nel penultimo punto dell’o.d.g. del Consiglio Comunale del 18 maggio 2023, votato dalla maggioranza con l’astensione delle due minoranze.
Sostanzialmente risulterebbe una prerogativa positiva per il Comune nel “chiuderla li”, senza oneri finanziari aggiuntivi suggerita e sostenuta dall’avvocato Bottazzi, relatore per il Comune, anche lui presente in seduta streaming.
I fatti: dal fatidico 14 dicembre 2009, data di ordine di sgombero forzato dei civ. 14, 18, 16bis e casa Tissone, villa Introini, ognuno di questi ha, di fatto, agito singolarmente, proponendo:
–Villa Introini, disabitata, nessuna causa per risarcimento;
–Casa Tissone, nessuna causa istruita; sembrerebbe (voce di popolo supportate da testimonianze) a seguito di promessa di un “ascensore” da parte del Sindaco Repetto, con la costruzione (abusiva) della struttura con terrazzamento sotto casa, fatta poi abbattere per il 90% dalla Sovrintendenza;
–Civ. 14, causa con condanna in primo grado a: Ing. Giovanni Delfino 40%, Z&R 25%, Zoppi 20%, Comune 15%.
–Civ. 18 e 16 bis causa con condanna in primo grado, confermata in appello a: Ing. Giovanni Delfino 40%, Z&R 25%,Comune Noli 20%, Zoppi 15%.
Sulla base di tale esempio, onde evitare una pericolosa simile sentenza d’appello, sfavorevole per tutti gli aventi causa, questi hanno richiesto e pattuito con il civ 14 una “transazione” accettando, dietro l’esborso di ulteriori 150.000€, di chiudere tutte le vertenze senza più pretendere, salve i regressi tra i creditori.
Ed ecco come viene giustificata la scelta della transazione da parte del Comune (vedi link a fondo pagina) ( in particolare le pag7 – 8 – 9).
Precisa l’Avv. Bottazzi nella memoria:
– questa serie di doglianze (tre, da parte del Comune) sostanzialmente sovrapponibili a quelle mosse contro la sentenza 876/2018 con il ricorso RG n. 1157/2018 sono state ritenute infondate dalla sentenza n. 915/2022 della Corte d’Appello di Genova (trattasi della sentenza d’appello favorevole per il civ.18 e 16bis) che, al riguardo ed in sintesi ha statuito come
“ In definitiva la responsabilità del Comune viene correttamente ritenuta dal Tribunale, sulla base di ben individuate carenze dell’operato dell’Ente, che ha autorizzato i lavori in assenza della documentazione necessaria e non espletato i necessari controlli in fase di esecuzione, acconsentendo alla prosecuzione degli scavi, pur dopo le prime manifestazioni del dissesto,anche in questo caso in mancanza di idonea documentazione. Aspetti che costituiscono chiari indici di colpa grave del Comune nell’espletamento dei propri compiti in relazione all’opera in questione”.
A parere del lettore, se cittadino indipendente e sereno nel giudizio, la “colpa grave” imputata dal Tribunale al Comune a chi deve essere attribuita? All’operatore ecologico? Oppure alla persona giuridica, in quanto tale (che ha un nome…) a cui facevo riferimento la settimana scorsa, scrivendo una nota nel P.S.
“Chi c’era” allora al timone della nave Noli che con la sua imperizia è riuscito a portatala “in secca”?
A mio modestissimo avviso, con i “fatti gravi” accertati da un Tribunale non ci si scherza, non ci si sottrae facilmente, sottacendo le (illegittime) promesse elettorali e di convenienza a pochi singoli contro gli interessi, la sicurezza dell’intera comunità.
E’ un’eredità lasciata da un Sindaco “che c’era” e dopo sette anni se la ritrova oggi a dover gestire, peggiorata, da ex responsabile del Comune “condannato”. Serietà impone decenza nelle risposte, almeno quelle ufficiali in Consiglio Comunale.
P.S. Il Comune, da parte sua, ha versato al civ.14 la somma di 1.555.996,81€ attingendo al fondo ministeriale (art. 4 del D.L. 113/2016) , e non attraverso la sua Assicurazione (Unipol). Assicurazione mai attivata dal Sindaco, quando con la sua assenza alla prima udienza in Tribunale nel dicembre 2013 il Comune è stato dichiarato “contumace”.
Operazione legittima? La Corte dei Conti deciderà….alla fine della sua indagine sul fascicolo aperto sull’utilizzo dei fondi ministeriali erogati, utilizzati dal Comune per sopperire alla manleva rilasciata alla sua assicurazione. Così come succederà nella resa dei conti, ben più consistente, per il civ.18, con la relativa sentenza pronunciata in appello.
Carlo Gambetta
VEDI DELIBERA CONSILIARE – CORTE D’APPELLO DI GENOVA (R.G. N. 834/2018 E GIUDIZI RIUNITI)/COMUNE DI NOLI/CONDOMINIO VIA BELEDERE N. 14, CON ALTRI –TRANSAZIONE……https://albopretorio.sipalinformatica.it/sipal_ap/servlet/GetFile?id=MDAyOTY5OTAwOTZcNDA3MTA1XFZFUkNPTi5QREY=
2/ PALCOSCENICO: LA ‘FABBRICA SUL MARE’ : PIAZZA CHIAPPELLA
80 ragazzi e un affresco degli anni della deindustrializzazione
Venerdì 16 p.v. alle ore 21 in Piazza Chiappella a Noli (SV), gli studenti del laboratorio teatrale “La Storia in Scena” del Liceo Scientifico Orazio Grassi, sotto la regia di Jacopo Marchisio e coordinati da Andrea Cipollone, porteranno sul palcoscenico con “la Fabbrica sul Mare” la Savona a cavallo fra gli anni Quaranta e Cinquanta.
Più’ di 80 ragazzi daranno vita ad un affresco degli anni critici della deindustrializzazione, dove ogni parte del singolo si fonde in un concerto corale di idee, gesti, suoni, oggetti. E’ interessante vedere come ragazzi che non hanno vissuto quegli anni, reintepretino e facciano loro una realta’ che hanno potuto solamente leggere sui libri e le diano forza e vita sul palco.
Non luoghi esotici e lontani, ma la riscoperta di luoghi del proprio territorio, oggetto di dinamiche sociali complesse che nel mosaico di battute e azioni irrompono talora con energia oppure vengono appena accennate, o addirittura soltanto sottointese, continuando a suggerire nella mente dello spettatore uno spunto, una riflessione, un seguito a quello che viene rappresentato sul palco.
Ogni attore dipinge in maniera viva uno scorcio del passato, così intenso nella sua individualita’, ma fortemente simbolico nella rappresentazione della sua classe e generazione. I ragazzi si fanno portavoce delle idee di allora ed il palco diventa il ponte fra la città di ieri e di oggi.