Depurazione, bollette caricate abusivamente di costi non dovuti. Comitati civici. Avvocati. Codice civile. Codice penale. Corte Costituzionale. Corte di Cassazione. Esposti mancati. Esposti che arriveranno. Commissari.
Polo di Centrodestra per Pietra – Lista Civica dei Pietresi
Gruppo Consiliare “Centrodestra”
Consigliere Mario Carrara
Una sala strapiena di cittadini, con la presenza della rappresentanza delle opposizioni consiliari dei Comuni di Tovo San Giacomo nelle persone dei consiglieri Jole Aicardi e Pietro Aicardi e di Borgio Verezzi, nelle persone dei consiglieri Pino Raimondo e Gabriele Murrighile, ha affrontato e discusso in modo approfondito, durante l’assemblea pubblica dello scorso lunedì 29 Maggio, tutta la situazione della depurazione e delle bollette delle utenze domestiche dell’acqua della zona di Pietra Ligure, Borgio Verezzi, Tovo San Giacomo, Giustenice e Magliolo.
In questi Comuni, Pietra Ligure al 70%, e tutti gli altri Comuni al 100% dei loro territori, è stato definitivamente accertato che, da anni, pur non essendo fatta alcuna depurazione biologica delle acque reflue, venga imposto dalla società gerente, ora “Servizi Ambientali“, il pagamento in bolletta dei costi della stessa depurazione, come se essa fosse effettivamente fatta, ma nella piena consapevolezza che la stessa depurazione non venga per nulla effettuata.
Anzi: non sia mai stata fatta. Ciò, per la semplice ragione che in tutti questi anni NON esisteva, come NON esiste tuttora, il collegamento tra gli stessi Comuni ed il depuratore biologico di Borghetto S.Spirito. E, non solo non esiste il “collegamento”, ma anche NON è ancora stato realizzato, in modo compiuto, l’adeguamento, cioè il potenziamento dello stesso depuratore, tale da porlo in grado di poter ricevere e “trattare” le acque reflue di tutto il territorio medesimo e di quanti altri che, in seguito, si potessero allacciare.
LA CORTE COSTITUZIONALE, Sent.335/2008, statuisce che: “In conclusione, ai sensi dell’art. 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, va dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 155, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo n. 152 del 2006, nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti «anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi»
Oltre a tutto ciò, è stata accertata l’insussistenza delle condizioni “minime” che, in un unico caso, pur in assenza del servizio di depurazione, potrebbero consentire alla società gerente di chiederne ugualmente il pagamento, cioè l’esistenza di un progetto esecutivo approvato (quindi, supportato da adeguati finanziamenti), ed un cronoprogramma esecutivo, allegato al progetto esecutivo, che definisse tempi certi e stabiliti per i cittadini-utenti circa la realizzazione delle opere inerenti la depurazione. Infatti, in questo caso, è vero che i cittadini pagherebbero senza un contestuale servizio di depurazione, ma avrebbero, però, la consapevolezza di tempi ben definiti circa l’esecuzione delle opere necessarie alla depurazione medesima.
Ma tutti questi elementi sono tuttora inesistenti.
E finora si è pagato per un servizio che non c’è, senza aver la consapevolezza di niente: per tempi infiniti ed indefiniti.
Tutte queste cose sono state confermate anche dalla relazione tenuta dall’avvocato Giulio Muzio, dello staff legale dell’associazione di tutela del consumatore “Onda ligure Consumo & ambiente“, che, occupandosi delle problematiche relative alla preservazione del bene pubblico, insostituibile ed essenziale dell’acqua, tutela e difende in tutta la Liguria i cittadini-utenti nei contenziosi sui servizi idrici, contro le prevaricazioni e gli abusi operati nei loro confronti.
A questo proposito, è stata decisa la costituzione di COMITATI CIVICI che nei tre territori di: Pietra Ligure, Borgio Verezzi e Valmaremola faranno da trade d’union tra i cittadini e l’avvocato facendosi rappresentare nelle questioni tuttora aperte; in primo luogo, quella, impellente, di bloccare il continuato, illegittimo inserimento in bolletta dei costi della inesistente depurazione; quindi, quella di iniziare le azioni di recupero e restituzione di tutti i soldi pagati per questo stesso motivo negli ultimi 10 anni.
Sì, perché, tra l’altro, accertato che le somme della depurazione in bolletta non hanno natura di “tassa” o “tributo”, ma di vero rapporto contrattuale tra l’utente e la società gerente, sono ben dieci e non cinque (come, invece, sarebbe se avesse natura tributaria) gli anni entro e per i quali può essere richiesta la restituzione di un pagamento che non era dovuto, secondo l’art.2033 del Codice Civile: (Indebito oggettivo) “Chi ha eseguito un pagamento non dovuto ha diritto di ripetere (cioè, nel linguaggio giuridico, di “chiedere in restituzione”) ciò che ha pagato. Ha inoltre diritto ai frutti e agli interessi dal giorno del pagamento, se chi lo ha ricevuto era in mala fede, oppure, se questi era in buona fede, dal giorno della domanda“.
Infatti, è consolidato principio giurisprudenziale che, nella specie, la prescrizione (cioè, il tempo entro il quale è possibile richiedere la restituzione) sia decennale, trattandosi di caso di indebito oggettivo, sempre ai sensi dell’art. 2033 C.C..
La Corte di Cassazione ha specificato: “posto che non trattasi di entrata tributaria, ………bensì di corrispettivo contrattuale dovuto dal fruitore della fornitura idropotabile, in assenza della prestazione consistente nella depurazione dei reflui, il privato contraente non è tenuto alla corresponsione del relativo corrispettivo ed in caso di pagamento è legittimato a richiedere la ripetizione dell’indebito” (Cass.Civ. 10958 / 2010).
E ancora: Corte di Cassazione: “va affermato il principio secondo il quale, in caso di mancata fruizione, da parte dell’utente, del servizio di depurazione, per fatto a lui non imputabile, è irragionevole, per mancanza della controprestazione, l’imposizione dell’obbligo del pagamento della quota riferita a detto servizio” (così, in motivazione, Cass. Sez. 5, sent. 18 aprile 2018, n. 9500, Rv. 647829- 01).
In ultimo, citiamo ancora la Corte di Cassazione, Sez. 3, sent. 20 gennaio 2015, n. 826, Rv. 634361- 01): “la
tariffa del servizio idrico integrato, in tutte le sue componenti, come il corrispettivo di una prestazione commerciale complessa, è il soggetto esercente detto servizio, il quale pretenda il pagamento anche degli oneri relativi al servizio di depurazione delle acque reflue domestiche, ad essere tenuto a dimostrare l’esistenza di un impianto di depurazione funzionante nel periodo oggetto della fatturazione, in relazione al quale esso pretenda la riscossione” (Cass. Sez. 3, sent. n. 14042 del 2013, cit.).
Ce n’è abbastanza per dire che non sussistano più dubbi sul fatto che i cittadini utenti del servizio idrico, in tutti questi anni siano stati, diciamo così…”turlupinati“, facendo loro credere che la depurazione fosse attiva e funzionante, attestandolo, addirittura, sul frontespizio delle bollette mentre la depurazione non esisteva, e pretendendo il pagamento del servizio stesso, che incide e pesa per oltre il 40% del loro totale.
Roba da ….codice Civile..!
Roba da …codice Penale..!
Tuttavia, svolte le constatazioni di queste cose che, come detto, riguardano specificamente l’indebito inserimento dei costi di un’inesistente depurazione” nelle bollette dell’acqua, le sorprese e “sorprese sconcertanti” arrivano, ancora una volta, approfondendo maggiormente ed a fondo il contenuto della documentazione che riguarda le azioni e gli atti posti in essere dai Sindaci, a nome dei loro Comuni e, in particolar modo, dei cittadini che li hanno eletti e delegati a rappresentarli.
A Pietra Ligure, il Sindaco, Luigi De Vincenzi, in questi quattro anni, non ha MAI portato in Consiglio Comunale le problematiche della depurazione e del collegamento del territorio al Comune di Borghetto S.Spirito, importantissime per la vita della comunità e dei suoi cittadini.
L’unica occasione in cui, in questi 4 anni del suo mandato, si sia discusso di questo argomento è stato per una nostra Mozione consiliare circa i costi delle bollette aggravati da quelli della inesistente depurazione, per cui noi chiedevamo che il Consiglio Comunale prendesse, con una propria delibera, l’iniziativa di chiedere ufficialmente alla “Servizi ambientali”, lo stralcio di tali costi dalle medesime bollette, perché non dovuti.
Tuttavia, egli, in quell’unica circostanza, non solo si è espresso negativamente, respingendo quella Mozione che mirava a tutelare i cittadini, ma anche ha “remato attivamente contro“, sostenendo argomenti che, ora alla luce delle conoscenze che abbiamo maturato, appaiono non solo azzardati, ma anche contrari alle leggi ed alla giurisprudenza. Come quello che “si debba pagare sempre la depurazione anche se non fatta, bastando l’esistenza di una semplice progettazione…“, cosa che, abbiamo visto più sopra, la Giurisprudenza ha statuito che non è vera; e anche quello che, in ogni caso, si debba comunque pagare la depurazione “primaria“, quella fatta dagli impianti della vecchia “stacciatura” operanti da circa 40 anni a Pietra Ligure. Ma anche questo argomento non è vero. È inventato e costruito di sana pianta per “dire di no“, sperando, forse, che “gli altri” non conoscano leggi e norme o “se ne stiano delle sue parole“ e non si documentino.
È la Corte Costituzionale che con la sentenza n⁰335 del 2008, differenziando la depurazione “primaria” da quella “secondaria“, biologica e completa, chiariva e stabiliva in modo incontrovertibile che “la natura della somma da pagarsi da parte degli utenti per l’attività di depurazione delle acque reflue urbane doveva avere la natura giuridica di un corrispettivo contrattuale,… collegato all’effettivo servizio della depurazione dei reflui e NON alla mera presenza di impianti atti a svolgere un’attività di pre-trattamento o di depurazione PRIMARIA … (com’è l’impianto di Pietra Ligure).
Altro che, come sostenuto da De Vincenzi la depurazione “primaria” è da pagare…
Ha avuto un’unica occasione per parlare di queste cose e, in quest’unica occasione, ha parlato o, forse, “straparlato“, sostenendo tesi più care alla “Servizi Ambientali” che alle aspettative dei suoi cittadini.
Ma le sorprese sconcertanti arrivano da un esame più approfondito degli atti.
Veloce premessa di cronistoria per capire a cosa ci riferiamo: a Novembre 2020 i Sindaci, poiché le società gerenti non avevano nemmeno iniziato i lavori di collegamento con il depuratore di Borghetto S.Spirito, danno mandato all’avv. Prof. Cuocolo di tutelare la posizione dei loro Comuni; posizione confermata a Marzo 2021, quando, poiché la “Servizi ambientali” non da segni di voler agire all’effettiva esecuzione dei medesimi lavori, annunciano che diserteranno le successive riunioni, confermando “la prosecuzione” del mandato legale all’avv Cuocolo.
In seguito a ciò, viene promossa, auspice la Provincia, una riunione tra i Sindaci e le società gerenti i servizi idrici, che si svolge il 29 Aprile 2021 e dalla quale sortisce un accordo, formalizzato in un “Protocollo d’intesa“, per il quale i Sindaci esprimono tutta la loro soddisfazione.
La Giunta comunale di Pietra Ligure ne approva lo schema con delibera del 18 Maggio 2021.
Tuttavia, la cosa non finisce lì perché il successivo 4 Gennaio 2022, di nuovo, la Giunta comunale di De Vincenzi approva di nuovo il Protocollo d’intesa per il collettamento dei reflui al depuratore di Borghetto S.Spirito. Subito, a tale seconda approvazione non abbiamo dato peso perché sembrava l’approvazione di carattere formale del primo: stessa, uguale e identica premessa delle due delibere; stesso, a parte minuzie, contenuto dei dispositivi. Quindi, sembravano la stessa cosa. Ma ci sbagliavamo! Infatti, una più attenta lettura del “Protocollo d’intesa” allegato alla seconda delibera, ci ha mostrato che esso cambia radicalmente, rispetto al primo, nei suoi contenuti importanti e sostanziali.
A parte stridenti incongruenze e contrasti tra le premesse della seconda delibera (fatta probabilmente col “copia-incolla” della prima) e articoli del secondo “Protocollo“, si vede che quest’ultimo viene adottato senza che sia stato né richiamato, né revocato il precedente, per cui ora, per il Comune di Pietra Ligure, sono pienamente operativi non uno, ma DUE Protocolli d’intesa, che dicono cose in contrasto tra loro.
Ma sono i contenuti di alcuni articoli del SECONDO Protocollo che lasciano sbigottiti ed attoniti. In considerazione anche del fatto che alla delibera è allegato il verbale della citata riunione del 29 Aprile 2021, con gli interventi dei Sindaci e dei rappresentanti delle società gerenti: “Servizi ambientali” e “Acque pubbliche Savonesi“.
Vediamo cosa dicono i Sindaci. Esordisce come Sindaco capofila, Luigi De Vincenzi che lamenta non siano ancora partiti i lavori per il collettamento dei reflui al depuratore, nonostante i Comuni abbiano “…già versato nel tempo alla società circa 11,5 milioni di euro complessivamente, sopportandone anche i debiti…“. Così, testualmente, De Vincenzi.
Tuttavia, il Sindaco di Giustenice Boetto, nella sua dichiarazione del 18 Maggio scorso, seguita ad una nuova riunione dei Sindaci che, per il non rispetto degli impegni presi da parte delle società gerenti, le hanno un’altra volta, sostanzialmente come nel 2020, diffidate ad adempiere, afferma: “…Purtroppo questi soldi negli anni sono stati usati per altre attività: sono scelte fatte, c’erano priorità ed esigenze diverse; ma quel mutuo aveva una finalità e tutti i soldi versati dai cittadini (circa 12 milioni di euro) sono stati usati per altro“.
Testualmente, il Sindaco Boetto, I.V.G. del 18 Maggio 2023.
Ma tutte queste sono affermazioni gravissime, che comportano conseguenze di carattere penale.
Perché se i Sindaci De Vincenzi e Boetto affermano che erano stati accesi mutui con finalità ben precise, i cui ratei sono stati pagati in questi anni dalle comunità e quindi dai cittadini, ma poi, chi ha avuto la disponibilità di così ingenti somme finanziarie, ribadiamo: destinate ad una ben precisa finalità, li ha, invece, “dirottati”, usati, spesi per far altro, come viene affermato, non si incorre in reati penali?
Art.640 bis Cod. Penale: distrazione di fondi pubblici. Se l’ente erogatore o chi ha concesso il mutuo è un ente o soggetto pubblico o di diritto pubblico; pena da due a sette anni di reclusione.
Art.646 Cod. Penale: appropriazione indebita, se chi ha concesso il finanziamento era un soggetto di diritto privato; per aver “deviato la cosa (il danaro) dalla sua destinazione o divergenza dall’uso legittimo; pena fino a tre anni di reclusione, a querela della persona offesa.
Non sappiamo se chi concesse il mutuo o il finanziamento dei 12 milioni di euro, perché non ne abbiamo gli elementi, fosse un ente di diritto pubblico o privato; per sapere questo faremo gli atti formali necessari.
Ma un dato appare fuori discussione: una lesione, un danno grave sotto il profilo finanziario, alle loro comunità, che hanno pagato milioni di euro per anni senza aver quello per cui pagavano, c’è stata. Come pure è ora palese che ci sia stata una violazione del codice penale!
Ed i Sindaci ne erano e ne sono a conoscenza da anni!
Perché, anziché fare delle azioni inconcludenti e fare ogni tanto delle dichiarazioni propagandistiche, non hanno presentato un esposto formale alla magistratura dettagliando tutto quanto stava accadendo? Ma non ORA.
Lo dovevano presentare già alcuni anni fa! Visto che, a quanto pare, SOLO LORO conoscevano bene come stavano le cose.
NON ERA LORO PRECISO DOVERE FARLO? PERCHÉ NON LO HANNO FATTO?
Inoltre, altro fatto. Sempre dallo stesso verbale della riunione del 29 Aprile 2021, leggiamo che ben tre dirigenti della “Servizi ambientali” dichiarano che la loro società “…ha già la copertura economica per i lavori delle condotte da Borgio a Borghetto…”, “…che il giorno precedente, 28 Aprile, si è riunito il CdA di Servizi Ambientali ed è stato approvato il business plan con lo stanziamento di 5 milioni di euro per i lavori del collettamento da Borgio- Pietra Ligure a Borghetto”, ” …che viene confermata la disponibilita dei 5 milioni di euro che comprendono un (nuovo) mutuo per 1,5 milioni di euro….“.
Domanda: se la disponibilità stanziata è di 5 milioni di euro e un milione e mezzo viene ottenuto tramite un nuovo mutuo, gli altri 3 milioni e mezzo da dove li prendono? Non ce lo dicono, ma lo capiamo dal contenuto di due punti del 2⁰ “Protocollo d’intesa“: il punto “g” delle premesse ed il n⁰ “3” del dispositivo, vediamoli:
g) il Consiglio di Amministrazione di SA, riunitosi in data 28/04/2021, e successivamente l’Assemblea dei Soci di SA tenutasi in data 28/07/2021, hanno approvato il business plan che evidenzia la sostenibilità della realizzazione di investimenti per complessivi circa 5 milioni di euro per i lavori relativi all’intervento di collettamento dei comprensori di Pietra Ligure, Borgio Verezzi e della Val Maremola, le cui fonti dovrebbero trovare origine dalla quota di tariffa destinata ad investimento e dall’accensione di un (nuovo, ndc) mutuo di 1,5 milioni di euro, ciò grazie all’efficacia della capacità d’incasso…”
3) La tariffa applicata da….. Servizi Ambientali sarà incrementata, in ogni caso, negli ammontari massimi possibili, secondo la normativa via via vigente e, comunque, nel 2020 dell’8,5%, nel 2021 del 17,6% e per il 2022 del 27,6% (ammontari cumulati, base 2019)”.
Totale della somma degli aumenti= +53%.
Avete capito in che modo avevano deciso di “stanziare” i 5 milioni di euro per fare i lavori? Dopo aver dirottato per far altro 11,5 o 12 milioni di euro, accendendo un nuovo mutuo di 1 milione e mezzo, che graverà di nuovo sulle spalle dei cittadini, ma soprattutto usando il sistema delle tariffe, aumentandole al massimo dell’incrementazione possibile fino ad arrivare ad un + 53% !
“Non male” come sfrontatezza, per una tariffa che non si potrebbe neanche esigere perché la depurazione non viene fatta!
Quindi chi paga? Sempre i cittadini! E di questa cosa NON ne sapeva niente NESSUNO! Proprio …”nessuno”?
No, ovviamente lo sapevano quelli della “Servizi ambientali” che avevano pensato e preparato questo davvero “…bel servizio ambientale“; inoltre, lo sapevano i SINDACI che hanno fatto l’accordo, stipulando il “Protocollo d’intesa” in cui queste belle cose sono contenute e manifestando a suo tempo, al riguardo, “…tutta la loro soddisfazione“.
Questo “Protocollo d’intesa” oltre che esser stato concordato, lo hanno anche sottoscritto firmandolo.
Quindi: non potevano non sapere cosa contenesse. E lo hanno approvato! Capito come hanno tutelato le loro comunità e come “tutelano” i loro cittadini? Qualcuno comincia ad affermare che le società gerenti i servizi idrici dovrebbero essere commissariate.
Perché, visto quanto sta succedendo, visti gli atteggiamenti e le evidenti responsabilità, non dovrebbero essere mandati dei Commissari anche nei Comuni dove stanno agendo questi Sindaci?
Mario Carrara
1 Giugno 2023