Pietra Ligure e i Comuni della Valmaremola non sono collegati – e non lo saranno ancora per molto tempo – al depuratore di Borghetto S.Spirito per la depurazione biologica completa delle loro fognature. Ciononostante, i loro cittadini, per la stragrande maggioranza, devono pagare la tassa di depurazione nelle bollette delle utenze domestiche dell’acqua: per un servizio che non esiste. Perché?
Polo di Centrodestra per Pietra – Lista Civica dei Pietresi
Gruppo Consiliare “Centrodestra”
Consigliere Mario Carrara
Prima puntata
Definizione di “TASSA”: “Tassa” è il compenso pagato da un privato cittadino a un ente pubblico per un servizio: es.: tasse fisse, variabili; tasse giudiziarie; tasse scolastiche; tasse sulle concessioni governative; tasse sui certificati; tasse sulla depurazione.
La differenza chiave tra “imposte” e “tasse”- Nel primo caso – le imposte – parliamo di un pagamento allo Stato calcolato sui redditi, sul patrimonio, o su beni patrimoniali; nel secondo – le tasse – ci riferiamo a tributi da pagare in cambio di servizi precisi erogati dallo Stato o da altro ente pubblico.
Art. 640 Codice Penale (TRUFFA): “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a se’ o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, e’ punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032.” Il delitto di truffa si consuma nel momento in cui l’autore della condotta fraudolenta ottiene l’ingiusto profitto della propria attività criminosa -. È stato opportuno indicare queste “definizioni” perché questi “concetti” li ritroveremo nel corso delle letture che seguiranno.
Veniamo al punto: nella Primavera del 2021, era in primo piano la questione della depurazione delle acque, sollevata in particolare dai comuni della Valmaremola per il mancato allaccio delle loro reti fognarie al depuratore di Borghetto Santo Spirito, che effettua il ciclo di depurazione biologica “completo”. Finora ed a tutt’oggi, Aprile 2023, la stragrande parte delle fognature di Pietra Ligure, di Borgio Verezzi, di Tovo San Giacomo, di Giustenice e di Magliolo come “trattamento” subisce “soltanto” quello “primario” di stacciatura nel vecchio impianto di Pietra Ligure. Nulla di più. Cos’è “la stacciatura” dei liquami? In pratica ed in termini “semplici” essi vengono “frantumati”, meglio sarebbe dire..: “triturati” e sottoposti ad un procedimento, grosso modo, di “lavatura”. Una parte marginale di essi riesce ad essere convogliata verso il depuratore di Borghetto per il successivo trattamento “completo” di depurazione; ma la “stragrande” parte finisce direttamente in mare. Così com’è: fognatura: sia pure “sminuzzata” e “triturata”, ma pur sempre di fognatura si tratta.
La “stacciatura” serve, grosso modo, ad evitare che liquami “solidi ed interi” inquinino e galleggino sulla superficie del mare e, una volta sminuzzati e compressi, vengano poi, “schiacciati” dalla pressione della profondità del mare sul suo fondo. Questo “prodotto” della stacciatura finisce tramite una vecchia condotta a circa 47 metri sotto il mare, nello specchio acqueo antistante il pontile del lungomare centrale di Pietra Ligure.
Quando abbiamo scritto “nella stragrande parte” abbiamo inteso riferirci ad un dato “sicuro”, come quello comunicato formalmente dal Sindaco De Vincenzi al Consiglio Comunale del 30 Marzo 2021, dichiarando testualmente: “…ad oggi non siamo ancora collegati (al depuratore), se non per quel 30% che riguarda Pietra“.
Ma, qualche giorno prima, il 19 Febbraio, gli avevamo presentato una formale interrogazione con risposta scritta, che verteva sulla richiesta di conoscere “quali ” zone di Pietra Ligure fossero effettivamente allacciate al depuratore di Borghetto Santo Spirito, gestito dalla “Servizi ambientali”, e quali NON lo fossero ancora. Il Sindaco firmava la sua risposta dichiarando, in sostanza che: 1) Il territorio pietrese compreso tra il rio Ranzi (a fianco dello svincolo autostradale) ed il confine con Loano, più l’80% della frazione Ranzi sono collegati direttamente con il depuratore di Borghetto. 2) Tutti gli altri “reflui” (le fognature) del territorio comunale di Pietra, dal rio Ranzi fino a Borgio Verezzi e ai confini comunali a nord, quindi la loro “stragrande” parte, più quelli dei Comuni della Valmaremola che non riescono ad essere convogliati al depuratore di Borghetto vanno scaricati in mare. Riportiamo integralmente e testualmente quanto il Sindaco, in “burocratese” stretto (lingua della “casta” adatta per dire tutto e niente o per non farsi proprio capire) scrive in risposta all’interrogazione: “Il sistema di automazione e telecontrollo provvede a veicolare in modo modulato tutti i reflui, che l’attuale sistema di collettamento è in grado di recepire verso la stazione di pompaggio S3 e quindi verso il depuratore di Borghetto S. Spirito. I reflui di supero, vengono scaricati a mare attraverso il collettore di scarico a circa 1400 mt. ad una profondità di 47 mt” (come, infatti, abbiamo scritto più sopra).
Chiaro, eh?
A parte la “gran chiarezza“, da una risposta del genere, così com’è stata scritta sembrerebbe in apparenza che tutte le fognature di Pietra e della Valmaremola siano GIÀ oggi ordinariamente collegate “normalmente” al depuratore e che solo “accidentalmente” quei reflui che il “sistema di collettamento non è in grado di recepire per convogliarli a Borghetto, vadano a finire in mare.
La realtà, però, è ben diversa! Perché è ordinariamente proprio la maggior parte dei reflui di Pietra Ligure e vallata a finire in mare, in quanto ciò che manca è proprio il collegamento col depuratore di Borghetto. “Manca” perché non c’è! A dover essere ancora realizzato è il collegamento tramite un “capiente” canale o tubazione che da Pietra dovrebbe attraversare tutta Loano per giungere, infine, a Borghetto. Proprio perché questo indispensabile collegamento non c’è, “manca” (e la tubazione che c’è nel Ponente è sicuramente insufficiente, tant’è vero che riesce a smaltire solo il 30% del totale dei reflui), i Sindaci di Pietra, Borgio e della Valmaremola avevano conferito l’incarico ad un avvocato per “tutelare i rispettivi Comuni e per acquisire conoscenza sullo stato attuale dei lavori, sulle cause del ritardo e DEL MANCATO AVVIO DEI LAVORI”..! Lo affermano proprio loro in un atto formale, anzi “legale”.
D’altronde, se un “qualche” collegamento col depuratore ci fosse già, perché i Sindaci, quello di Pietra in testa, avrebbero dovuto fare (o meglio: “minacciare” di fare..) tutto quell’Ambaradan due anni fa, conferendo l’incarico ad un legale per tutelare i rispettivi interessi, viste le somme ingenti già impegnate?
Quindi, è chiaro ed automatico che la maggior parte dei liquami “stacciati” di Pietra e della Valmaremola finiscano ordinariamente direttamente in mare, non solo, come ha scritto il Sindaco De Vincenzi nella sua risposta, allorquando: “il sistema di collettamento non è in grado di recepirli per convogliarli a Borghetto“. Il sistema di collettamento esistente è talmente insufficiente da esser in grado di “recepire” solo il 30% dei liquami di Pietra Ligure. Se fosse stato già di per sé adeguato per recepirne il 100%, il collegamento col depuratore di Borghetto sarebbe già operativo e non ci sarebbe bisogno di fare delle questioni o di dare incarico a legali per tutelare gli interessi dei Comuni.
La realtà è questa: la depurazione non viene fatta per il 70% del territorio di Pietra Ligure e per il 100% di quello dei comuni della Valmaremola. Tutti questi “reflui” sono solo sottoposti a stacciatura e dopo finiscono in mare.
Non basta: posto che i lavori di collegamento al depuratore fossero già in corso o addirittura già finiti, Pietra Ligure e la Valmaremola non potrebbero conferire comunque al medesimo depuratore le loro fognature fintantoché non solo allo stesso depuratore non fossero stati fatti consistenti lavori di adeguamento ed ampliamento della propria capacità “recettiva”, ma fintantoché quegli stessi lavori di ampliamento non venissero anche sottoposti a “collaudo”. Come si vede cose ” non da poco”, specialmente in termini di tempo.
È il “Protocollo d’intesa” tra la Provincia di Savona, Pietra Ligure, i Comuni della Valmaremola, la “Servizi Ambientali” SpA e la “Acque Pubbliche Savonesi” ScpA, preordinato all’effettuazione dei lavori di collegamento dei territori di quegli stessi Comuni col depuratore di Borghetto S. Spirito, a stabilire esplicitamente alcuni punti, tra i quali si evidenzia:
1) gli stessi lavori di collegamento col depuratore di Borghetto DEVONO ANCORA INCOMINCIARE (nelle Premesse del Protocollo, alle lett. a,b,c,g,k; nel Dispositivo: ai nn.3,4,6).
2) sempre nelle Premesse, alla lett.”j”, si stabilisce che “il completamento dell’intervento di collettamento dal comprensorio di Borgio-Pietra Ligure all’impianto di Borghetto S. Spirito richiederà presumibilmente un tempo di circa DUE ANNI DALL’AVVIO DEI LAVORI…. (neppure iniziati).
3) Due anni” che, però, il Dispositivo stesso, al n.7, prudenzialmente, aumenta in “…TRE ANNI dall’entrata in vigore del presente protocollo..“.
4) Sempre il “Protocollo d’intesa” stabilisce nelle Premesse, lett.”d”, “…che i reflui potranno essere conferiti solo a seguito della dichiarazione di funzionalità dell’intervento sulla vasca di equalizzazione in progetto…“, che è “ancora” in progetto, quindi: non c’è ancora. 5) Ancora le Premesse al punto “e” stabiliscono, tra l’altro che: “il conferimento dei reflui potrà avvenire solo e soltanto dopo che siano stati effettuati i lavori di adeguamento all’impianto di depurazione” ma, più avanti ancor più precisando e vincolando: “…. fermo restando che il conferimento dei reflui potrà avvenire a conclusione e collaudo del lotto relativo all’ampliamento consortile”.
Pertanto, è il medesimo “Protocollo d’intesa” a stabilire dei punti “fermi”, molto “fermi”, cui tutti i sottoscrittori (Comuni ed enti di depurazione vari) si devono attenere. A questo punto, dopo tutta questa cronistoria, indispensabile per chi voglia avere dei dati precisi, veri ed oggettivi in cui orientarsi, sorgono, anzi “ri-sorgono” spontanee alcune semplici ed innocenti domande:
Perché i cittadini utenti, nel 70% della totalità della popolazione di Pietra Ligure e nel 100% di quella di ciascuno degli altri Comuni: Borgio Verezzi, Tovo San Giacomo, Giustenice, Magliolo devono pagare le bollette delle utenze domestiche dell’acqua MAGGIORATE della tassa di DEPURAZIONE, articolata in svariate “voci”, SE LA DEPURAZIONE STESSA NON VIENE FATTA?
NON viene fatta perché NON è stato ancora ampliato ed adeguato il depuratore di Borghetto e men che meno, di queste stesse opere ne può esistere nessun “collaudo” ovviamente perché non ne esistono i corrispondenti lavori. Ma, soprattutto, perché non esiste ancora il collegamento fognario tra Pietra Ligure ed il depuratore di Borghetto. Collegamento che potrà attivarsi, secondo il “Protocollo d’intesa” non prima di due o tre anni dall’inizio dei lavori, che non sono nemmeno cominciati.
Perché, quindi, i cittadini, utenti dell’acqua, elemento indispensabile alla vita, cui non si può rinunciare, devono pagare per così tanto tempo una tassa per un servizio di depurazione che non c’è ancora e che, quindi, non viene erogato? “Servizio” che è solo unilateralmente conclamato e stampato dalla società somministratrice dell’acqua in ogni singola bolletta di utenza domestica, come “esistente” ed “attivo”, quando, invece, sappiamo bene che non c’è? E ancora: perché i cittadini – utenti di questi stessi Comuni sono stati costretti a pagare da anni, prima da “Ponente Acque”, poi da “Servizi ambientali” ingenti somme per un servizio di depurazione inesistente? Non è la depurazione un servizio da pagarsi come tutte le tasse, secondo la regola vista all’inizio, quando il servizio stesso viene erogato? E circa queste somme pagate in tutti questi anni e pretese per un servizio che non veniva e non viene ancora erogato, non dovrebbe essere lecito intraprendere azioni risarcitorie di restituzione nei confronti di chi le ha percepite sembrerebbe proprio indebitamente? E qual è la responsabilità di chi ha attestato cose che, a questo punto, hanno tutta l’apparenza di sembrare non vere, come “il servizio di depurazione attivo” stampato nelle bollette delle utenze domestiche dell’acqua, al solo fine di ottenere bollette molto più pesanti?
Ma, poi, siamo proprio sicuri che questa che viene chiesta in pagamento per un servizio che pur non viene erogato, sia proprio una “tassa” o non insorga, invece, tra cittadino utente e società somministratrice dell’acqua un “altro” tipo di contratto che disciplini i propri rapporti? È quello che approfondiremo nella prossima puntata; tenendo sempre presente che i codici tutelano i cittadini dalle vessazioni, dalle angherie e dai soprusi, siano essi perpetrati da soggetti privati che pubblici e non certo più accettabili, giustificabili o sopportabili se ad averli posti in essere fossero enti o soggetti pubblici.
Mario Carrara, consigliere comunale